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Autore: AllTheRightMoves    03/01/2013    0 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sirius Black avesse avuto una sorella? E cosa sarebbe successo se questa sorella avesse avuto una figlia inseparabile da Harry, Ron e Hermione?
Cosa sarebbe successo se Harry non avesse sconfitto Voldermort?
Ambientata nella cupa Gran Bretagna dominata da Voldemort e il suo regime di terrore, "Un'altra possibilità" racconta dell'ennesima avventura di Harry, Ron, Hermione e Kathleen per tentare di sconfiggere il male e cambiare la storia.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Sirius Black
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Eccoci arrivati al secondo capitolo di "Un'altra possibilità", un capitolo più cupo e tetro poiché è ambientato nella Gran Bretagna dominata da Voldemort.
Fatemi sapere i vostri pareri sul regime del Signore Oscuro, su Kathleen Greenwood o su qualsiasi altra cosa.
AllTheRightMoves


 

Capitolo 2: Kathleen Greenwood

 

 
 
30 Ottobre,2000
 

 
Kathleen si svegliò di scatto e balzò a sedere sul  letto. Il cuore le batteva furiosamente e sudore freddo le bagnava la fronte. Era diventata una cosa normale, ormai, svegliarsi nel cuore della notte.
Erano incubi del passato, momenti troppo spaventosi affinché fossero cancellati, che avevano segnato la giovane vita di Kathleen.
Più volte si era trovata in un bagno di sudore mentre rivedeva le immagini della Battaglia di Hogwarts; altre notti ricordava la faccia di Bellatrix Lestrange e il suo sorriso sadico mentre la torturava, riviveva il dolore delle Cruciatus e lo sguardo di Narcissa Malfoy carico di pietà e  di angoscia nel vederla soffrire, ma che rimaneva in disparte troppo intimorita per cercare di placare l’ira della sorella. Spesso sognava  della Battaglia del Ministero: rivedeva sua madre combattere contro Rodolphus Lestrange, girarsi verso di lei per dirle di scappare, rivedeva Bellatrix colpirla da dietro, rivedeva la luce verde dell’Anatema che Uccide e  rivedeva il corpo senza vita di Oliva Black cadere a terra. Kathleen aveva iniziato ad urlare e aveva tentato di correre giù dalla gradinata sulla quale si trovava, ma Remus l’aveva fermata. Il resto era solo un ammasso di immagini sfumate, Kathleen ricordava di essersi accorta della morte di Sirius solo dopo aver sentito Harry urlare al suo fianco. Ma ciò che più l’attanagliava era la vergogna. Harry, Ron, Hermione e Kathleen vivevano  nella vergogna, per essere scappati, per aver abbandonato tutti, per non aver concluso nulla. Erano solo dei ragazzi ai quali era stato affidato un compito troppo grande, tutti lo pensavano anche se nessuno riusciva a dirlo. Avevano visto cadere davanti ai loro occhi amici e parenti disposti a tutto, anche a sacrificare la propria vita, per la libertà. Loro non avevano fatto altrettanto, erano scappatiti e avevano deluso tutti.
Harry aveva visto la morte in faccia quando si era diretto verso Voldemort, aveva tremato mentre gli veniva scagliato contro l’anatema che uccide, poi improvvisamente si era scoperto vivo e alla prima occasione era fuggito coperto dal mantello dell’invisibilità.
Kathleen aveva lottato con onore durante la Battaglia di Hogwarts, non si era mai tirata in dietro, ma alla notizia della morte di Harry tutto il suo coraggio era venuto meno. Aveva schiantato un Mangiamorte ed era corsa verso la statua della Strega Orba senza pensarci due volte. Uscendo dalla Sala Grande aveva visto Ginny Weasley lottare da sola contro Bellatrix, nessuno abbastanza vicino da poterla aiutare. Bellatrix aveva ucciso sua madre, suo zio, sua cugina Ninfadora, la sua amica e il suo grande amico Dobby, tutti morti per difenderla e per aiutarla. Kathleen non aveva mai ricambiato il favore.
Hermione e Ron, vedendola uscire dalla Sala Grande, l’avevano seguita, sapendo dov’era diretta. Avevano lasciato tutti e tre Hogwarts, scappando da vigliacchi.
La sconfitta era stata pesantissima, l’elenco dei magi morti combattendo metteva i brividi: membri dell’Ordine della Fenice, dell’Esercito di Silente, studenti di Hogwarts, Centauri e elfi erano morti combattendo. Harry, Ron, Hermione e Kathleen si erano salvati scappando.

Guardò l’ora: erano le quattro del mattino. La stanza era completamente avvolta nel buio e non riusciva a percepire nessun rumore. La Tana non era mai stata così silenziosa.
Dopo la vittoria di Voldemort i pochi membri dell’Ordine rimasti, vivevano nascosti nel terrore che Voldemort li catturasse. Ogni tanto si organizzavano per fare qualche piccola e inutile scorribanda, giusto per far capire al governo di esserci ancora. Voldemort era diventato Signore di tutta la Gran Bretagna, schiavizzando i Babbani e mettendo Mangiamorte ad ogni carica di governo, ormai solo magico. I Nati Babbani erano stati eliminati quasi interamente e uno degli ultimi viveva proprio alla Tana, era Hermione Granger. I Mezzosangue potevano solo ambire a determinati posti di lavoro, erano obbligati a girare con una spilla appuntata sul mantello che contrassegnava il loro stato di sangue e vivevano tutti in zone della città prestabilite, i Ghetti dei Mezzosangue.
Hogwarts era diventata una scuola esclusiva, solo chi poteva dimostrare di essere Purosangue da almeno tre generazione veniva ammesso. Gli altri erano costretti a frequentare scuole speciali in cui veniva insegnato loro solo lo stretto necessario per compiere il lavoro della propria casta. Niente incantesimi di difesa, il Governo non poteva rischiare. Infiniti libri erano stata bruciati e messi al bando. Possedere un libro proibito poteva portare al sequestro di bacchetta e ai lavori forzati. Il popolo viveva nella più totale ignoranza, poiché tutta la stampa era censurata. L’Ordine per un certo periodo aveva provato, coordinato da Xenophilius e Luna Lovegood, a pubblicare un periodico clandestino. Vennero scoperti dopo soli cinque numeri e l’Ordine perse sei membri, fra cui Luna.
Chi era riuscito aveva abbandonato l’isola dirigendosi in altri Paesi: Molly e Arthur Weasly avevano raggiunto Bill e Fleur in Francia, Andromeda e Teddy erano fuggiti in Boemia dai parenti di Kathleen. Nessuno di loro sapeva, però, che il prossimo passo di Voldemort era quello di “liberare” anche i maghi di altri Paesi.
I trasgressori venivano sottoposti a durissime punizioni e torture. A seconda del crimine commesso venivi giudicato dai tre Lastrange. Rodolphus era l’addetto hai crimini minori, punibili con i lavori forzati, a Rabastan spettava il compito di condannare a morte pubblicamente chi si macchiava di gravissimi crimini e ignobiltà. Infine a Bellatrix era stato affidato l’incarico di interrogare chi veniva catturato. I suoi metodi di estorsione si basavano sulla tortura e sul dolore, un gran numero di maghi innocenti avevano confessato di essere colpevoli  sotto le maledizioni Cruciatus di Bellatrix.
Chi non si piegava a queste regole era costretto a nascondersi. Harry, Ron, Hermione e Kathleen si erano rifugiati insieme a George e Percy alla Tana, triste copia di ciò che era stata nel passato.

Kathleen prese una decisione: ci sarebbe andata! Si alzò e scese in soggiorno. Non si sentiva nessun rumore, dormivano tutti – o almeno tutti tentavano di farlo - , Kathleen uscì di casa e si smaterializzò.
Erano settimane che ci pensava, non capiva perché ma sapeva che tornarci le avrebbe fatto bene, se lo sentiva. Ciò che l’aveva frenata inizialmente era stata la paura di trovarci dei Mangiamorte ad aspettarla, ma era solo una scusa: sapeva benissimo che nessun Mangiamorte si trovava lì e ormai, a due anni dalla Battaglia di Hogwarts, i Mangiamorte avevano perso la speranza di catturarli proprio in quel posto. La verità era che Kathleen aveva paura di affrontare il suo passato, di ritrovarsi a contatto con ricordi che avrebbe preferito cancellare.
Kathleen si materializzò davanti ad una porta malconcia, circondata da muri sudici e finestre incrostate di sporco. Era di fronte al numero 12 di Grimmauld Place. Era al Quartier Generale dell’Ordine.
All’interno la casa era ancora più sudicia e buia di quanto si ricordasse, il quadro di sua nonna Walburga era quieto e addormentato e Kathleen non aveva la minima intenzione di svegliarlo. Con la massima attenzione e con la bacchetta pronta a reagire alla minima intrusione, salì le scale fino ad arrivare alle camere da letto.
Kathleen esitò sulla soglia della camera della madre, poiché non aveva mai più avuto il coraggio di rientrarci. La stanza era rimasta intatta: un maglione buttato sul letto, una pila di libri sul comodino e una vecchia e sgualcita pergamena appoggiata su altrettanto antica scatola in legno, che si trovava ai piedi del letto. Kathleen entrò nella stanza e, sedendosi sul letto, prese la scatola. La pergamena che era appoggiata lì sopra era scritta in rune antiche, una materia che Kathleen si era sempre categoricamente rifiutata di studiare nonostante le continue insistenze della madre, la quale era solita vantarsi dei suoi ottimi risultati nelle traduzioni. La pergamena era tanto consunta da poter diventare un ammasso di polvere solo a guardarla. Con ogni probabilità quella era stata l’ultima lettura della madre e Kathleen si pentì di non aver mai intrapreso quegli studi. Decise di aprire la scatola: sul fondo vi era adagiato un sacchetto di velluto nero, che avrebbe potuto benissimo avere la stessa età del nonno di Silente. Lo aprì con accurata delicatezza e ne fece uscire una lunga catena d’oro, alla quale era appesa una clessidra.
Kathleen se lo girò fra le mani, era certamente una… “No, non è possibile è troppo grande!”
Doveva andare da Hermione.
 
 
Hermione si sveglio di soprassalto: qualcuno stava bussando ripetutamente alla porta. Al suo fianco Ron dormiva tranquillo e beato, russando come se nulla fosse successo.
Sbuffando, Hermione si alzò e si diresse verso la fonte di quel rumore, ancora mezza intontita dal sonno.
“HERMIONE, SVEGLIA!!”
Hermione riconobbe immediatamente la voce di Kathleen e preoccupata si diresse verso la porta. 
“Sono sveglia” rispose, temendo che qualche altro membro dell’Ordine fosse scomparso. Aprendo la porta si trovò, però, Kathleen con un gran sorriso e gli occhi vispi. Erano anni che non vedeva quella espressione, ma si ricordava che non prometteva nulla di buono.
 
 
 
 
 
 
 

1 Settembre,1991

 
Il viaggio sull’Espresso per Hogwarts era incominciato ormai da parecchie ore e la sera incominciava a calare. Kathleen Greenwood non stava più nella pelle di arrivare finalmente alla celeberrima scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, aveva già indossato la nuovissima divisa e guardava annoiata fuori dal finestrino.
Decise di uscire dallo scompartimento giusto in tempo per vedere un Draco Malfoy livido di rabbia camminare a passo veloce seguito dai suoi soliti amici energumeni, che sembravano desiderosi di andarsene il più lontano possibile dallo scompartimento dal quale erano appena usciti. Incuriosita si avvicinò, non prima di aver colpito con una spallata non proprio involontaria l’odiato parente, Draco.
Una ragazza dai lunghi capelli crespi stava impettita sulla porta dello scompartimento a blaterare con aria saccente qualcosa riguardo comportamenti infantili e nasi sporchi.
Mentre si allontanava dallo scompartimento incrociò Kathleen e le rivolse subito un gran sorriso presentandosi.
“Io sono Hermione Granger e sono al mio primo anno. Dovremmo quasi essere arrivati, quindi è meglio che vada risedermi.” detto questo Hermione si dileguò.
Kathleen entrò nello scompartimento dove trovò due ragazzi, apparentemente del primo anno, indaffarati a mettersi le divise.
“Ciao” salutò Kathleen sfoggiando il miglior sorriso Black. “Sono Kathleen Greenwood, siete anche voi del primo anno?”
“Io mi chiamo Ron Weasley e lui è Harry Potter” disse con orgoglio il ragazzo più alto con il naso sporco. “Siamo entrambi al primo anno.”
“Però! Quale onore conoscere Harry Potter” esclamò Kathleen mentre Harry si faceva sempre più rosso in viso.
In quel momento una voce risuonò per tutto il treno avvisando che sarebbero arrivati entro cinque minuti ad Hogwarts.
“Sarà meglio che vada. Ci vediamo al castello!” fece Kathleen trattenendo a stento l’emozione “Ah! Posso prendervi una Ciccorana, io adoooro le Cioccorane!”
Harry annuì e non riuscì a rattenere una risata quando Kathleen uscendo esclamò fingendosi emozionata:
“Sono onorata! Una Ciccorana da Harry Potter in persona!”
Nessuno dei tre poteva sapere che da quella Cioccorana sarebbe nata un’amicizia capace di sconfiggere Troll, Mangiamorte  e perfino ragni giganti.
  
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