Santana
guardò l'orologio, Brittany era uscita ormai da un
po'... avrebbe dovuto essere già di ritorno.
Era impaziente forse? No, non lei, non per quell'assurda idea del
giardino.
Non avrebbe dovuto mostrare quella foto a Brittany; avrebbe dovuto
immaginare
che l'entusiasmo della ragazza si sarebbe riversato nell'impresa di
riportare
il giardino di sua madre al suo antico splendore.
Si sedette sulla sua poltrona e vide spuntare un libro che aveva
dimenticato.
Era il libro di Brittany.
Lo
aprì sbuffando; sulla prima pagina c'era scritto con i
pastelli colorati: “Questo libro è di Brittany S.
Pierce”.
Sorrise,
c'era dolcezza persino nel modo in cui scriveva le
lettere.
Voltò
la pagina e iniziò a leggere.
"Santana!"
Brittany, o meglio un'infinità di
piantine con la voce e le gambe di Brittany, fece il suo ingresso in
quel
preciso istante "Vieni a darmi una mano!"
Santana
corrugò la fronte, era in una parte cruciale: il
Principe stava lottando con un drago spaventoso... Sistemò
il segnalibro dorato
e posò il libricino.
Poi
andò incontro alla ragazza, "Pungono" si
lamentò.
"Se
no non sarebbero rose, non credi?" replicò
ovvia la ragazza, approfittando della vicinanza per scaricargliele
tutti in
braccio
"Ehi!"
protestò ma Brittany era già corsa avanti,
"Alla faccia che pensava a tutto lei" mormorò tra i denti
seguendo la
giovane, cercando di non pungersi con tutte quelle spine.
"Muoviti
San! Non essere sempre pigra!" sentì
gridare dal terrazzo.
Santana
sbuffò scuotendo la testa "Pesano!" si
sentì di giustificarsi.
Brittany
le corse in contro, liberandola da un po’ di
piantine "Stai sempre a lamentarti tu?" per poi ritornare correndo
verso la serra dove un tempo la madre di Santana aveva il suo roseto.
"E
tu devi sempre correre?" chiese sbuffando
ancora, ma Brittany non sentì la sua domanda, e se la
sentì non lo diede a
vedere.
"Su"
la esortò "Immana la paletta e mettiti a
lavorare"
"Si
dice imbraccia" la corresse Santana poi guardò
la ragazza affondare la pala nella terra e si bloccò.
"Britt...
aspetta... non credo di poterlo fare..."
disse, la gola che le si chiudeva assieme al suo stomaco.
"Andiamo
San" sbuffò la ragazza, fraintendendo le
sue parole "Un po' di lavoro ogni tanto non ti farà male"
"Brittany!"
la chiamò lei, iniziando davvero a
sentirsi in panico: quello era il santuario di sua madre, quello era
l'unico
posto in cui lei c'era ancora, anche se le rose erano morte da tempo.
Questa
volta la ragazza percepì il panico nella sua voce e
scatto subito in piedi, afferrandole la mano "Tranquilla" le disse
"Ci sono qua io, va tutto bene"
Santana
cercò di prendere un respiro, ma sembrava che il suo
corpo non volesse collaborare.
Brittany
ebbe solo un attimo di incertezza, poi avvolse
delicatamente le braccia attorno alla ragazza di fronte a lei,
stringendola a se
"Va tutto bene" le ripeté al suo orecchio.
Santana
si sentì al sicuro tra le braccia di Brittany e
scoppiò a piangere, lasciando andare parte del dolore che
aveva sempre
racchiuso dentro di sé,
“E’ solo che mi manca così
tanto!” iniziò a dire tra i singhiozzi
“Io sono
stata cattiva quel giorno. Sono stata così stupida! E non le
ho chiesto
scusa..." poi affondando il volto nella spalla della ragazza aggiunse:
"E’ colpa mia! Se lei è morta è solo
colpa mia!”.
Se
c'era una cosa che Brittany aveva imparato, era che a
volte le persone vogliono solo qualcuno che le ascolti.
Così
non disse niente, si limitò ad accarezzare lentamente
la schiena di Santana e a lasciarla sfogare; ci sarebbe stato tempo,
poi, per
dirle che non era colpa sua.
Santana
non si staccò da lei e nel suo abbraccio protettivo
riuscì a dire tutto quello che le pesava sul cuore da anni.
Raccontò, come non
aveva fatto con nessuno, cosa era successo quella notte. Quando ebbe
finito le
braccia di Brittany erano ancora lì a stringerla con
dolcezza.
"Il
giardino era il suo posto speciale..." cercò
di spiegare.
Sentì
Brittany annuire.
"Mi dispiace, non avrei dovuto insistere così tanto per
risistemarlo"
Santana
si allontanò da lei "Credi... credi che a lei
dispiaccia che sia così?" chiese piano.
Brittany
le accarezzò la guancia, quella sana, e la guardò
negli occhi "Credo che lei desiderasse solo il meglio...per il giardino
e
per te"
Il
cuore di Santana fece un piccolo salto e lei si tirò
indietro improvvisamente in imbarazzo, lasciò vagare lo
sguardo sulle piantine
verdi appena comprate e sul giardino spoglio e morto. "Potresti farlo
tu... voglio dire... potresti pensarci tu al giardino..."
"Potrei..."
disse vaga la bionda, fissandola con
uno sguardo indagatore.
Santana
annuì piano, il suo sguardo che passava dal giardino
alle piante, ben attenta a non incrociare quello della ragazza "Che
rose
hai comprato?" chiese poi.
"Rosse!"
rispose Brittany ritrovando il suo
sorriso "Mi hanno chiesto di che famiglia le volessi, quando ho
risposto
che avrei voluto adottare quelle orfane mi hanno guardato un po' male e
alla
fine mi hanno dato queste"
Sul
volto di Santana si aprì un sorriso, l'imbarazzo e il
dolore che se ne andavano spazzati via dalla dolcezza di Brittany.
"Ricordami
di farti vedere un libro di botanica... Cosa
ne dici se tu inizi e poi vediamo?"
"Perché
non prendi una sedia e ti metti qui fuori a
leggere? Così mi fai compagnia" propose Brittany "E non
c'è bisogno
di farmi vedere quel libro, so benissimo come sono fatte le taniche"
Santana
sorrise ancora poi rientrò per prendere una sedia e
il libro di favole che aveva lasciato a metà.
"Vai
a pagina quindici" le consigliò la bionda,
china sull'aiuola, notando il libro che aveva in mano "Li
c'è la mia
preferita"
"Volevo
andare in ordine"
"Paginaa
quindiciii" cantilenò Brittany
Santana
scosse la testa arrendendosi e si mise a sfogliare
le pagine. Giunse alla pagina quattordici e la voltò con un
sorriso, sorriso
che le si congelò sulle labbra.
"La
bella e la bestia" lesse ad alta voce.
L’altra
annuì con entusiasmo.
Santana
ricordava che da piccola aveva visto la versione
animata della Disney, con uno scatto chiuse il libro.
"Che
succede?" chiese Brittany, improvvisamente
preoccupata "Non ti piace?"
"No"
disse secca lei.
"Be'
ci-ci sono tante altre favole in quel libro
e..." provò Brittany
"Andiamo,
nessuno si innamora di una bestia! E'
semplicemente ridicolo!"
"E'
appunto di questo che parla la favola!" protestò
la bionda "Di come Belle si sia innamorata dell'aspetto interiore del
principe così tanto da non fare nemmeno più caso
a come era fatto fuori"
"Assurdo"
ripeté lei "E se non credi a me
leggi queste favole!" e agitò il libro verso la ragazza
"Belle principesse
che si innamorano di bei principi! E' così che funziona il
mondo e le favole te
lo ricordano, almeno su questo punto sono veritiere"
Brittany
abbassò lo sguardo, giocherellando con la paletta
"In cenerentola il principe si innamora anche se lei è una
serva ed è
tutta sporca di cenere" borbottò cercando di togliersi una
macchiolina di
terra dal naso
"Col
cavolo, lei è tutta bella ripulita dalla fata
madrina. Il Principe si sarà accorto del pacco che gli ha
tirato Cenerentola
solo quando ormai era troppo tardi" Santana si agitava avanti indietro
sul
terrazzo, non sapeva neanche lei perché quell'argomento la
irritasse così
tanto, erano solo storie per bambini dopo tutto.
Brittany
la osservo per qualche istante, poi scoppiò a
ridere.
"Cos'hai
da ridere?!" chiese lei anche se a quel
suono le sfuggì un sorriso.
"Sei
buffa" le sorrise dolcemente.
Santana
sentì il volto che andava in fiamme e si sedette sfuggendo
lo sguardo di Brittany "Ho ragione io" disse poi cercando di dare
serietà al suo tono.
Aprì
il libro e tornò alla pagina quindici.
"E
ora te lo dimostro, stai zitta e ascolta"
disse
prima di
iniziare a leggere.
"E
vissero felici e contenti..." finì e alzò lo
sguardo si Brittany "Che poi alla fine diventa un figo anche lui,
quindi
siamo alle solite" disse sarcastica.
Il
sorriso che Brittany aveva sul volto, e che aveva
mantenuto per tutta la durata del racconto, si allargò
ancora di più.
"Sono le persone che ci amano davvero a renderci migliori"
sentenziò
alla fine "E' per questo che alla fine il principe torna bello,
perché ha
trovato qualcuno che lo ama così tanto da fargli dimenticare
i suoi
difetti"
Santana
rimase in silenzio; certo... nelle favole.
"Credevo
fosse perché aveva spezzato
l'incantesimo..." disse anche se con poca convinzione.
"E'
stata Belle a spezzare l'incantesimo" precisò
Brittany "Dunque ho ragione io"
Santana
storse il naso ma era difficile ribattere quando
voleva che avesse ragione lei...
"Come
vuoi tu. E comunque ti sei tutta sporcata di
terra"
"E
ti sembra giusto che tu invece stia li tutta
pulita?" chiese Brittany con un tono, e uno sguardo, che a Santana non
piacque per niente "Ferma..." tentò di dire.
Troppo
tardi visto che una manciata di terra ad alta
velocità le arrivò dritta sul petto, entrando
dallo scollo della camicia nera.
"Ops" commentò Brittany con il suo miglior tono innocente.
Gli
occhi di Santana si sgranarono mentre la sua bocca si
spalancava, lo stupore che lottava con l'indignazione, poi i suoi occhi
si
ridussero a due fessure "Non sai contro chi ti sei messa" disse con
tono minaccioso per poi gettarsi sulla ragazza.
Brittany
scoppiò in una risata gioiosa mentre faceva uno
scatto indietro e si armava di altra terra "Fatti sotto"
sfidò
Santana.
E
lei non si fece pregare, in un attimo si ritrovò in prima
linea nella lotta. Un sorriso che non voleva smetterla di allargarsi
sul suo
volto.
Brittany
afferrò la paletta e la puntò minacciosamente
verso
Santana, non prima di averla abbondantemente riempita di terra.
"Oh,
non oserai!"
"Vuoi
scommettere?" la sfidò
Santana
sorrise guardando in quegli occhi accesi dalla
gioia, poi scosse la testa "Se lo fai sei morta..." minacciò.
"Non
lo farò...se ti arrendi!”
Santana
guardò lo stato dei suoi vestiti: sentiva la terra
ovunque, Brittany invece era molto più pulita, era riuscita
a schivare quasi
ogni suo lancio.
Sorrise
"Mai!" e si lanciò su di lei
sorprendendola e rovesciandola sul mucchio di terra pronta per le
piantine.
"Tu...tu..."
boccheggiò Brittany, presa alla
sprovvista.
"Io
ho vinto" rise tenendola ben schiacciata a
terra con il corpo premuto sul suo.
"Questo
è barare!" protestò la bionda, sentendo la
terra superare l'ostacolo della maglietta e entrarle direttamente in
contatto
con la schiena
"Questa
è strategia, arrenditi ora!" precisò
Santana assolutamente soddisfatta.
"Mai!"
replicò fiera Brittany, cercando di
divincolarsi e costringendo Santana a bloccarle i polsi con le mani.
"Arrenditi!"
le intimò ancora, i loro volti erano
vicini, poteva sentire il respiro accelerato di Brittany mescolarsi al
suo,
alzò gli occhi fissandoli nei suoi.
"Mai..."
mormorò lei, con molta meno enfasi di
prima, perdendosi negli occhi scuri dell'altra.
Ora
non le stava più tenendo le mani, Brittany non stava
lottando con lei... Santana le lasciò andare un polso
scendendo a tracciare la linea
del suo viso.
Era
confusa, il suo profumo la inebriava, i suoi occhi la
incatenavano, la sua pelle era morbida sotto le sue dita "Britt...".
Brittany
sorrise timidamente prima di chiudere gli occhi,
strofinando la guancia contro la mano di Santana.
Lo
stomaco della mora si attorcigliò, ma non era il preludio
ad una crisi di panico, questa volta era completamente diverso, era
bello.
Chiuse gli occhi e senza sapere perché si piegò
su di lei avvicinando ancora i
loro volti.
Brittany
si sollevò leggermente sui gomiti, ansiosa di
colmare la distanza tra lei e Santana, arrivando a pochi millimetri
dalle sue
labbra…
Un
rumore proveniente dalla porta vetro che si apriva fece
sobbalzare Santana che si rimise in piedi in fretta, iniziando a
spazzolarsi i
vestiti, il cuore che rombava nelle sue orecchie, gli occhi che
fuggivano il
corpo di Brittany ancora steso tra la terra.
"Ehi
ragazze!" sentirono chiamare dalla voce di
Quinn "Sono passa per dirvi che-" la ragazza si bloccò a
metà della
frase, facendo cadere lo sguardo prima su Santana, poi su Brittany, poi
sui
loro vestiti "Che stavate facendo?"
Santana
arrossì, cosa stavano facendo? Quinn non aveva
potuto vedere... cosa? Cosa stava succedendo? "Noi..."
iniziò
"Brittany... le rose..." più balbettava più
arrossiva,
"Stavamo
risistemando la serra" intervenne
Brittany alzandosi in piedi e iniziando a spazzolarsi i vestiti
"Il
giardino di tua madre?" chiese stupita Quinn,
"Sì...
Brittany ha comprato delle rose senza
famiglia... orfane..." disse Santana sempre più confusa.
Quinn
alzò un sopracciglio "Il motivo per cui siete
coperte di terra?"
Santana
corrugò la fronte a quel tono inquisitorio,
"Hai mai fatto giardinaggio? Ci si sporca!"
La
ragazza passò ancora una volta lo sguardo su entrambe,
poi sul punto in cui Brittany era stesa poco prima e sembrò
avere
un'illuminazione "Certo..." disse, cercando di nascondere un
sorrisetto "Allora io vado...vi lascio alle vostre cose sporche"
Il
volto di Santana avvampò di nuovo "No, rimani!"
la richiamò, non voleva rimanere sola con Brittany... o
aveva paura di volerlo?
Brittany
sembrò capire, almeno in parte, le paure di Santana
perché abbassò appena il capo. "Si Quinn rimani,
io vado a farmi una
doccia"
Santana
allora si voltò a guardarla, aprì la bocca per
dire
qualcosa, per richiamarla, ma cosa poteva dire?
"Britt..."
la richiamò all'ultimo.
"Si?"
la ragazza rialzò subito lo sguardo verso di
lei
Il
respiro di Santana si mozzò nell'incrociare quegli occhi
azzurri "Non finire l'acqua calda..." riuscì solo a dire.
"Certo..."
le lanciò un'ultima occhiata e sparì
dentro.
Quinn
la seguì con lo sguardo "Non finire l'acqua
calda?" chiese poi incredula, appena fu sicura che Brittany non potesse
sentirla.
"Devo
fare la doccia anche io..." disse Santana
distogliendo lo sguardo dalla sua migliore amica.
"Sei
un disastro Lopez" ghignò lei "Aspetta
che lo sappia Puck"
“Come
se lui fosse sempre pulito!" le rispose lei
sperando che la ragazza parlasse del suo aspetto.
"Certo,
almeno lui sa come si rimorchia" la prese
ancora in giro Quinn "Immagina la sua faccia quando gli
racconterò della
tua splendida frase a effetto...magari stasera a cena"
Santana
arrossì "Non so di cosa stai parlando!" la
sua voce forse era un tantino stridula... ma solo un pochino...
"Sarà
un interessante argomento di conversazione"
proseguì la bionda senza curarsi della sua ultima frase "Tu
e Brittany
stese una sopra l'altra...sporche di terra...sudate..."
Santana
quasi annaspò, "Quinn! Che diavolo stai
dicendo? Non è successo nulla!"
Il
suo volto si fece teso "Non vedo perché dovrei
interessarle!" strinse i pugni "Guardami!"
"Ti
vedo San" Quinn era tornata seria "E a
giudicare dal suo sguardo di prima è palese che tu non le
sia
indifferente"
"L'hai
guardata? Lei..." si interruppe, sentiva le
lacrime minacciarle gli occhi "Lei è... bellissima! Lo
sguardo di cui
parli... è solo... lei è così,
è gentile e dolce, con tutti..."disse
ancora.
"Certo,
gentile" sbuffò Quinn, decidendo di
lasciar cadere il discorso "Comunque ero solo venuta ad avvisarvi che
stasera sarete solo voi due, Emma vi lascerà la cena pronta
in sala da
pranzo"
"No,
credo che Brittany mangerà da sola, non ho
fame!" disse sicura "Dì a Emma che non mangio."
"Credo
che sia già uscita" Quinn guardò l'orologio
"E devo uscire anche io, ci vediamo domattina" si infilò
nell'ascensore senza dare a Santana il tempo di aggiungere altro
"Al
diavolo Quinn!" mormorò la ragazza tra i
denti. Si guardò attorno: c'era terra ovunque.
Sospirò,
cosa le prendeva? Stava sola con Brittany da
settimane, ora perché la terrorizzava l'idea di una cena? Un
piccola vocina
nella sua testa le ricordò cosa avrebbe potuto succedere se
Quinn non fosse
arrivata.
"Stupida!"
si ringhiò contro da sola Santana, non
sarebbe successo nulla! Niente di niente!
"Tutto
bene?" chiese Brittany, appena uscita dal
bagno "Sono stata attenta a non finire l'acqua calda"
Accidenti!
Santana
osservò i capelli bagnati della ragazza che
incorniciavano il suo viso perfetto. Chiuse gli occhi, perfetto, certo.
"Grazie..."
sorrise tesa, "Io sistemo qui
così non mi prendo della pigra".
"Non
vuoi lavarti prima?" la bionda ammiccò ai
suoi vestiti ancora pieni di terra
"Ehm...
no dopo..." sorrise e questa volta fu più
sincera, "Dicono che i bagni di terra rendono la pelle più
morbida"
Brittany
la guardò sospettosa, poi fece un passo avanti e le
accarezzò la guancia.
"Oh...hai ragione!" esclamò con un sorriso "Sei davvero
morbida"
Santana
commise l'errore di guardare di nuovo gli occhi di
Brittany. Non doveva, non doveva ferirsi ancora. "Vado..."
Scappò
letteralmente via, rifugiandosi nell'appartamento, il cuore che batteva
troppo
veloce, il profumo del balsamo di Brittany che ancora aleggiava
nell'aria
attorno a lei.
Raggiunse
il bagno gettandosi sotto l’acqua fredda.
Chiudendo gli occhi sotto il getto, non doveva illudersi, era un mostro
e
nessuno amava i mostri.
Brittany
sentì l'acqua della doccia scorrere e abbassò lo
sguardo.
Santana era arrabbiata
con lei, era l'unica spiegazione possibile per il suo
comportamento.
La ragazza si
chinò a pulire la terra dal balcone ripromettendosi che, la
sera
stessa, avrebbe riparato al suo errore; qualsiasi fosse stato.