Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Amaranth17    03/01/2013    3 recensioni
una raccolta di avvenimenti in Grelliam fandom -dal variegato genere, lunghezza e rating (in futuro).
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, William T. Spears
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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 Cuoio
(rosso fascino)








 
Grell Sutcliffe era da più di mezz'ora nell'ufficio di William, attendendo pazientemente che quest'ultimo terminasse di svolgere una delle sue improrogabili mansioni per potergli estorcere qualche minuto del suo tempo prezioso.
Lo shinigami scarlatto era ormai divenuto un assiduo frequentatore dell'ufficio del suo capo, benché questi non avesse mai dimostrato grande felicità nel vederlo girovagare per la stanza, aprire mobiletti con aria curiosa e rovistare fra i suoi effetti personali con il solo scopo di incrinare il perfetto ordine che permeava ogni singolo angolo. A dire il vero, William Spears appariva sempre piuttosto scocciato, ma Grell sapeva perfettamente che la sua era solo un'elegante maschera di compostezza, atta solo a nascondere ben altre e più interessanti passioni.
Era un bravo attore, lei lo sapeva, lei sapeva riconoscere il talento quando gli si presentava dinnanzi, mentre lui generalmente fingeva di ignorare la sua vera natura, come se non stesse recitando.

Quella volta ad attirare l'attenzione del rosso furono i fermacarte di vetro trasparente allineati in modo impeccabile su uno scaffale. Vi si avvicinò, inclinando la testa da un lato ed osservando il proprio riflesso sfocato all'interno della superficie bombata, che gli restituì una macchia vorticosa e fiammante sotto la quale vibravano un paio di occhi da gatto. Sfiorò quel soprammobile freddo e trasparente, così simile al suo proprietario e così tanto più facile da avvicinare, poi sorrise soddisfatto e si voltò di scatto verso William, che pareva aver terminato il suo lavoro.
-Will caro, posso parlare ora~?
-Avanti, dimmi. Non ho tempo da perdere.- mormorò l'altro, sperando, assecondandola, di liberarsi più in fretta di quella seccatura. Si pizzicò la pelle sotto il naso e chiuse gli occhi, tentando di soffocare la stizza.
-Oh, lo so, tu non hai mai tempo da perdere...- asserì il primo facendo schioccare la lingua sul palato -ma questa non é affatto una perdita di tempo!- Grell, dopo una breve ricerca, estrasse qualche cosa da una tasca della giacca vermiglia. Sorrideva di un sorriso smagliante.
-Cosa...?- William osservò da dietro la scrivania due rettangoli lucidi stretti fra il pollice e l'indice di Grell. Quest'ultimo gli si avvicinò abbastanza da sventolargli sotto il naso due inviti alla festa di fine anno del dipartimento.
-Ci verresti con me?- la sua voce vibrò di eccitazione.
-E' fuori discussione.-rispose l'altro laconico.
-Ma perché~?- Grell tornò a fissare la carta plastificata e rossa con aria imbronciata. Aveva davvero sperato di sentirsi rispondere un sì, ed anche se fosse stato un mormorio riluttante, o un assenso sputato fra i denti per l'esasperazione, ne sarebbe stato felice. Stava cominciando davvero a stancarsi di sbattere contro una lastra di granito incapace di muovere un passo verso di lui; eppure no... più quel muro lo respingeva, più si sentiva attratto da lui e dal profumo di sangue dalle ferite del suo stesso corpo, sempre più profonde ed incancellabili dopo ogni scontro. Avrebbe volentieri chiuso i suoi denti su quella carne morbida, oh sì, per sentirne tutto l'aroma intenso e mescolarlo a quello ferrigno dei suoi capelli rossi.
-Sutcliffe, potresti, per piacere, uscire di qui?
-Oh, assolutamente no! Finché non mi avrai fornito un valido motivo per aver rifiutato una lady del mio calibro...
William tacque, distogliendo lo sguardo da quel corpo esile che distava pochi metri da lui. Sembrava che Grell Sutcliffe esistesse solo per rompere con prepotente grazia la simmetria che con tanto sforzo aveva tentato di infondere al suo ufficio, e nella sua vita.
Era una follia, e lui era William T. Spears: non erano ammesse follie nel suo mondo.
 
Scosse la testa, incrociando le braccia sul petto e scrutando il suo sottoposto con sguardo biasimevole attraverso le lenti degli occhiali, poi affondò nello schienale morbido della poltrona con un sospiro. Grell attese qualche attimo, sperando in un repentino cambiamento d'opinione, ma si rese conto ben presto che il suo futuro accompagnatore necessitava di una spintarella in più per cedere alla sua richiesta.
Aggirò la scrivania, andando a sedersi proprio di fronte a Will, su quello stesso mobile di legno sul quale il capo della Management Division  spendeva tanto, troppo tempo; tempo che, per una sera, sarebbe stato sicuramente meglio speso ad affiancare con uno smoking il suo meraviglioso vestito scintillante, magari con un bicchiere di champagne in mano. Ne aveva giusto uno chiuso con cura in un copri abiti color panna in un'anta del suo armadio. Un abito, ovviamente.
Si sarebbe davvero divertito molto di più, pensò Grell accavallando le gambe con noncuranza di fronte a lui.
-Allora?- lo sollecitò poi, dando un colpetto ai suoi pantaloni con la punta di una delle sue scarpette di vernice. Sfiorò distrattamente la sua gamba attraverso il tessuto, e non poté non notare un cambiamento di espressione negli occhi dell'altro. William si irrigidì, ma non proferì parola quando vide quelle labbra rosse schiudersi in un sorriso da squalo.
-Non dirmi che hai già dei programmi per il trentuno, vero?- la voce del rosso si tinse di gelosia a quell'ipotesi, benché fosse piuttosto irreale.
-Ovviamente no, Sutcliffe. Siamo shinigami, viviamo per l'eternità. Capodanno è una festività insulsa per quelli come noi.- rispose laconico.
-Proprio perché la nostra esistenza dura un'eternità, dovremmo distrarci un po' qualche volta. Scivolare nella monotonia è davvero imperdonabile... Appanna il lato interessante della vita.
William lo trafisse con un'occhiata torva.
-Se proprio non vuoi venire, allora concedimi un ballo qui!- sbottò Grell, spazientito.
Gli scivolò a fianco, sedendosi su un bracciolo della sedia, per poi far scorrere le sue dita affusolate sul profilo del mento dell'altro e sentire anche sotto i guanti il ruvido della sua pelle rasata.
Furono entrambi percorsi un brivido.
-Sutcliffe.- quella voce era un ammonimento, ma suonava molto meno convinto. Una mano appoggiata di sorpresa sulla sua schiena indusse William ad alzarsi di scatto, per sfuggire alle spire di quel tormento vermiglio, il quale non tardò però ad avvolgergli nuovamente i fianchi.
-Qual è il problema, Will?
-Io non ho intenzione di ballare con te, Sutcliffe.- gli appoggiò le mani sulle spalle, cercando di staccarselo di dosso.
-Oh, ma allora è questo il problema... Ballare, non è così?
-Che...?- William era impallidito.
-Tu non sai ballare! Oh Will, ma la danza è un requisito fondamentale per ogni gentiluomo.
-Non mi sembra rilevante.- lui distolse lo sguardo.
-Lo è, invece! Ti insegnerò io, Will... Sono una ballerina provetta~!- e si allontanò rapido da lui, sgusciando fuori dalla porta in un istante, seguito dallo svolazzo della giacca rossa e dei capelli fiammanti. Il rumore dei suoi tacchi sfumò pian piano nel silenzio, e Spears si domandò dove fosse andato a finire; la risposta non tardò ad arrivare, poiché lo shinigami scarlatto tornò dopo poco nell'ufficio, reggendo fra le braccia un grammofono dall'aria pesante e non troppo nuova, con impilati sopra alcuni dischi in vinile, racchiusi in buste di cartone decorate.
-Per quale motivo tu hai un grammofono in ufficio, Sutcliffe?
-Quando mi obblighi a riempire quel noioso cumulo di scartoffie, un po' di musica è indispensabile perché io non mi stufi e senta il bisogno di intrattenermi in qualche altro modo.
William non indagò più a fondo su quali fossero gli altri modi di intrattenersi dello shinigami, e si limitò ad una smorfia di disappunto.
Concentrò infine la sua attenzione su Grell, che vagava nella stanza spostando i mobili e cercando di liberare uno spazio abbastanza ampio per un ballo, e trattenne un sorriso.
Lui non sorrideva, era William T. Spears e nel suo mondo non erano ammesse distrazioni quali un sorriso. Il suo collega sfilò con delicatezza un disco da uno dei contenitori per andarlo ad inserire nell'apposito supporto, senza però abbassare la puntina e far partire la musica.
-Will?- Grell si era avvicinato, e gli aveva appoggiato una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione.
Il capo della Managment division sembrava perso in altri pensieri.
 
-Tu sei l'uomo, tu conduci.- disse; poi si staccò ancora da lui, per far cominciare a girare il disco nero. Tornò a puntargli lo sguardo verde addosso, sorridendo. Una musica bassa e ritmata aveva preso a diffondersi nella stanza, leggera, subito dopo forte, poi ancora lieve e carezzevole, che faceva pulsare le vene e si insinuava in ogni angolo dei loro corpi, affollando l'aria di note e facendo vibrare leggermente le pile di carta abbandonate sugli scaffali.
Ma William, poco convinto, rimaneva immobile di fronte a Grell.
-Guardami Will, guarda.- mormorò lo shinigami scarlatto con un sorriso malizioso, poi cominciò a muoversi nel suo ufficio a tempo di musica, avvolto dalla fiamma dei suoi capelli e dal violino che risuonava nella stanza, un tempo silenziosa e tranquilla. Dopo qualche giro nel perimetro rettangolare Grell lo affiancò di nuovo, per posargli un bacio sul collo e tornare, guizzante, fra le braccia del ritmo.

Era affascinante a suo modo, e William, anche se non lo avrebbe mai confessato a nessuno, ne era catturato. Sì, imprigionato in quel vortice di sangue striato di nero, era inghiottito dalla natura e dai movimenti di lui.
La maschera stava pian piano scivolando dal suo volto.
Quasi non si accorse quando venne trascinato al centro della sala.

Grell non riusciva a sottrarsi a quel profumo intenso, non ne sarebbe stato in grado nemmeno se avesse voluto. E non voleva.
Will aveva lo stesso odore del cuoio, e lui non riusciva ad esimersi dal pensare che sarebbe stato davvero benissimo con un abito nero, elegante, una camicia bianca ed una cravatta color sangue.
Oh, ma anche senza abito cravatta sarebbe stato davvero bene, ne era certo.
Si avvicinò un po' di più al suo collo, ancora, dove la pelle scoperta riluceva, pallida ed invitante da sotto il colletto grigio asfalto; ma William si allontanò da lui di scatto, per lasciarlo solo al centro della stanza, a farsi accarezzare il corpo dalla melodia.

Se qualcuno fosse entrato all'improvviso?
Se qualcuno avesse sentito la musica, William T. Spears cosa avrebbe detto?
Era un comportamento indecoroso.
Doveva smettere di farsi trascinare in situazioni di quel genere.

-Allora Will? Non è stato così difficile, non ti pare?- domandò il suo collega in un trillo estasiato.
Batteva i piedi a terra, una mano era appoggiata sul suo fianco fasciato dalla giacca rossa, mentre il pollice e l'indice dell'altra tamburellavano sulla sua guancia.

Imbarazzante.
Davvero imbarazzante, ed indecente.

-Allora, verrai con me?- la voce di Grell stava diventando un martellante, fastidioso eco nelle sue orecchie, ed andava a mescolarsi alle note del violino che ancora permeavano l'aria, accompagnate dal fastidioso stridio della punta di metallo sulla superficie del disco.

Era una follia.
Ma non aveva altra scelta.

-Va bene Sutcliffe. Ora rimetti tutto a posto e finisci il turno. Soprattuto, porta via quest'affare snervante.
























** Un *Asterisco * per* l'autrice **



Salve gente!
Tanto per cominciare: Buon Natale/Capodanno/Befana... Anche se sono un po' in ritardo.
Ma, ecco. Attendevo l'ispirazione. 
Poi è arrivata! ... è questo il risultato. Si insomma, un bel capodanno tinto rosso sangue è proprio quello che ci vuole per questi due, no? Confesso che avevo fatto anche un pensierino a grell in versione SexySanta, poi ho accantonato l'idea, anche perchè volevo preservare la sanità mentale di William [ed evitargli un attacco di cuore, anche].
Lo so che questa shot è corta, non propriamente brn riuscita e... boh, diversa dal mio genere ma... ecco.
(oddio, ma quanti "ecco" scrivo?) ((buoni propositi per l'ano nuovo: ampliare il mio vocabolario))
 
Tanto per dare un'indicazione, io questa l'ho scritta con un tango nelle orecchie, e forse potrebbe essere d'aiuto per calarsi nella giusta atmosfera... Ma avrei dovuto dirlo all'inizio. Già. >.>
Magari vi induco a leggerlo una seconda volta. 
No?
Vabbè, non importa, mi accontento che siate arrivati fin qui ^.^
Un grazie e chi legge/preferisce/ricorda/recensisce e...
 
Un saluto rosso Sangue,
Am17
  
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