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Autore: LoveKidrauhlForever    04/01/2013    4 recensioni
Questa storia parla di Emily, una semplice ragazza di 16 anni che come tutte le estati va due settimane da suo padre, a Milano. Ma in treno, fa uno strano incontro con un ragazzo...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A PENSARE CHE PRIMA CI ODIAVAMO

Mi sveglio nel letto di una camera. Una camera con le pareti piene di poster riguardanti il calcio, delle coppe adagiate in un paio di mensole di legno, un tavolo su cui appoggiato un computer fisso, e un profumo al gusto di limone che riempie lo spazio circostante. La cosa buffa è che non somiglia neanche lontanamente alla mia camera. In che casa mi trovo? Ma soprattutto di chi, e chi mi ci ha portato? 
"Ben svegliata, dormigliona!" questa voce è la risposta a tutte le mie domande. E' familiare, anche se il luogo in cui mi trovo non lo è affatto. 
"Mike?! Ma dove siamo?" 
"Nella mia camera, non lo vedi?" 
"Mi ci hai portato tu in braccio?"
"Ebbene sì" 
"Come hai fatto ad entrare?"
"Quando esco prendo sempre la copia delle chiavi, e fortunatamente quando siamo caduti dal motorino, non si sono perse"
"Approposito, che fine ha fatto il tuo motorino?" 
"E' solo un rottame ormai, l'ho lasciato là, poi quando avrò tempo lo farò aggiustare"
"Ma i tuoi genitori?"
"Loro sono al lavoro, ma tra poco arriveranno"
"E che scusa ti inventerai? Che diranno quando mi vedranno?"  
Si piega in ginocchio, per arrivare alla mia altezza, dato che ero ancora nel letto seduta con le gambe incrociate sotto le sue morbide coperte a strisce bianche e rosse. Appoggia le mani sopra le mie spalle, costringendomi ad incrociare il suo sguardo. I suoi occhi brillavano sotto il riflesso della luce del sole che penetrava nella stanza. Per qualche decimo di secondo restiamo così, a guardarci l'un l'altro, finchè lui non aggiunge:
"Non ti devi preoccupare. Basta che tu non esci mai da qui, hai capito? Non dirò di te ai miei genitori, ma basta che resti qui finchè non avrò inventato una scusa e loro l'avranno bevuta"
"Va bene" 
Le sue parole mi hanno rassicurata, hanno creato un senso di protezione dentro di me, come un bambino si sente protetto quando dorme con il suo peluche preferito tra le braccia. Si alza e si siede vicino a me. 
"Sai, mi stavo dimenticando che ho una sorpresa per te"
"Ovvero?" 
Dalla sua tasca dei jeans fa uscire il cellulare, il mio cellulare. Lo porta all'altezza della fronte, lo fa pendolare da destra a sinistra. Cerco di afferrarlo, ma lui precede la mia mossa, e tira indietro il braccio. 
"Qual'è la parolina magica?" domanda con un sorriso malizioso. 
"Grazie!" rispondo ricambiando un sorriso. Stende il braccio, ma questa volta lo prendo. Restiamo seduti lì, a parlare del più e del meno, come se non fosse successo niente di grave la sera prima, come dei semplici amici. Questa pace durò poco, purtroppo. Ad un tratto, si sente la serratura di una chiave aprirsi, quella del portone. Mike mi guarda, sfiorandosi le labbra con l'indice alzato, facendomi segno di non fiatare. Lo vedo uscire dalla camera, chiudendo la porta lentamente. Mi alzo dal letto senza far troppo rumore, e appoggio un orecchio nella porta, così da sentire tutta la conversazione. 
"Oh santo dio, Mike" sono le prime parole che ha urlato sua madre piena di rabbia, prima di dargli un forte schiaffo. 
"Lo sai quanto ci hai fatto preoccupare a me e tuo padre? Lo sai? Ti abbiamo chiamato sul cellulare almeno una quindicina di volte, ma chissà perchè, eri irrangiungibile. Per cosa te lo abbiamo fatto a fare il cellulare? Come soprammobile?" 
Fa una pausa per qualche secondo, poi continua.
"Oh dio, i tuoi jeans sono sporchi di sangue. Chi ti ha fatto la ferita al ginocchio? Parla!" 
"Mi sono cascato...." 
"Non ti sei fatto nè vedere nè sentire per quasi un giorno e mi racconti pure delle balle?" 
"Non sono delle balle, mamma"
"Ah sì? Non sapevo che una semplice caduta ti potesse frantumare un ginocchio tanto da fasciarlo"
"Sono caduto dal motorino, ok? Ti va bene ora?" 
"No, affatto. Quando sei caduto? Non potevi ritornare a casa? Non potevi essere così lontano, avevi detto che ti saresti incontrato con gli amici in un pub non molto distante da qui. Oppure anche questa era una delle tue solite scuse per andare a fare altro?"
"Quando sono caduto, ero in una via non molto abitata, e il motorino era ridotto male, quindi con quei pochi spiccioli che avevo, ho chiamato un taxi che mi ha portato all'ospedale, e mi sono fatto fasciare il ginocchio..."
"Con il taxi non potevi ritornare a casa?"
"Ho pensato che sarebbe stato meglio se andavo in ospedale, voglio dire, avevo il ginocchio che sanguinava" 
"E dove sei stato tutta la notte?" 
"In ospedale" 
"Ora il motorino? Dove sta?"  
"L'ho lasciato in quella via, te l'ho detto, era ridotto male"
"Mica lo possiamo lasciare lì! Andiamo a prenderlo"
"No, mamma, aspetta! Mi sono dimenticata di dirti, che.. ehm.. stamattina sono andato a vedere se c'era ancora il motorino, ma non era lì. Probabilmente l'hanno portato via"
"Perfetto!  Sei in punizione per due settimane. Il motorino col cavolo che te lo ricompro, dovrai aspettare molto tempo, mio caro! Ora vai in camera tua, subito" 
Mi sposto dalla porta, e mi rimetto seduta sul letto. Lui entra, con una guancia rossa. Riesco solo a sussurrare testuali parole
"Ora mi odierai per averti coinvolto in questa situazione, non è vero? Non sai quanto mi dispiace, sono una stupi..." 
"No, non lo sei. Sei la ragazza più coraggiosa che io abbia mai incontrato" 
Abbasso lo sguardo, e sorrido.  Lui continua a fissarmi. Quando lo rialzo, cerca di baciarmi. E ci riesce. A pensare che prima ci odiavamo. 

 
TO BE CONTINUED...
 
Innanzitutto,mi scuso fortemente per questa lunghissima attesa durata due mesi, ma non mi è rimasto nemmeno una briciola di fantasia, credetemi, ma non per questo non continuerò la ff. Questo capitolo è la schifezza, lo so. Non succede niente di particolare, tranne la fine.Che dire, spero vi sia piaciuto, anche se ho qualche dubbio. Non rimarrò sorpresa se qualcuno di voi lascerà recensioni negative! 
@_bieberslaugh on twitter.
  
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