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Autore: rosa_bianca    04/01/2013    3 recensioni
"Suo padre voleva che si sposasse. Nulla di più normale. Se fosse stata cresciuta come una ragazza, ovviamente.
Ma lei era speciale. Lei. Oscar François de Jarjayes, il “figlio” del Generale, il futuro erede di tutti i suoi possedimenti. Un soldato abile, determinato e capace."
Il Generale decide che Oscar si sposerà con Girodelle...ma, attenzione, la storia non è quella dell'anime! come vedrete, prenderà pieghe diverse...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La cerimonia terminò, e gli invitati si riversarono tutti allegri e festosi nel cortile della chiesetta.
Oscar, guardando Diane e Philippe, pensò di non avere mai visto due persone più allegre insieme. Sorridevano tutti e due, il viso della donna era incorniciato dal velo di famiglia, che scivolava fin sotto il semplice abito bianco.
Pensò che, quando suo padre le aveva imposto il matrimonio con Girodelle, non si sarebbe mai immaginata così felice ed allegra, ma ora aveva capito che il problema non stava solo nella nozze...ma soprattutto nel marito.
Lei ed André raggiunsero gli sposi per far loro le congratulazioni, mentre Alain conversava con qualche collega di Philippe.
-Sono felice che la cerimonia ti sia piaciuta, Oscar. Quando avremo noi l’onore di vederti in abito bianco?-aveva chiesto lo sposo.
La donna guardò André, sorridendo e cedendogli mutamente la parola.
-Probabilmente…mai!- rispose lui sorridente, mettendosi una mano dietro la nuca.-Abbiamo deciso di sposarci in una piccola chiesa, ad Arras, non ci saranno invitati. Solo io, Oscar ed il prete.
Diane li guardò con un'espressione curiosa e stupita.
-Davvero? Mi sarebbe piaciuto vederti vestita da sposa…
-Oh, anche se tu venissi, non  mi vedresti in un vestito…ma in un semplice completo bianco!
-Quando Oscar vuole una cosa, è difficile impedirle di ottenerla!- rise André, ricordando della richiesta della donna di sposarsi in abiti maschili.
Il discorso fu interrotto da Alain, che intanto li aveva raggiunti.
-Oscar, ti devo parlare, seguimi,.- le sue parole nette e precise fecero ricordare alla giovane tutte le sue preoccupazioni.
Andrè lo vide pensieroso, e lo guardò un po’ storto.
Cosa vorrà dirle? Si è deciso a rivelarle il suo amore? Mi sembra un po’ tardi ormai, Alain…
La donna fece un cenno al gruppo e si allontanò insieme all’uomo, titubante.
Era certa che Alain si sarebbe scusato, alla fine, lo conosceva e non era affatto un maleducato. Un po' testardo ed immaturo, questo sì, ma non maleducato. Ma cosa valevano le sue scuse solo ora?
-Non abbiamo avuto tempo di terminare la nostra discussione, l’altra mattina- disse lui appena raggiunsero un angolo soleggiato del giardino.
-Sì…poi è arrivato André- completò lei con un sospiro. Era decisa a mettere le cose in chiaro.
-Ascoltami, Alain, non voglio più le tue spiegazioni. Ora è diverso, ora ho di nuovo la memoria. Se non fosse successo due settimane fa, sarebbe successo oggi, lo sai meglio di me. Ricordo come mi guardavi quando comandavo il tuo reggimento, e avevo capito che prima o poi sarebbe accaduto.
L’uomo rimase senza parole a sentire il suo discorso. Non le pareva la donna smarrita che la guardava persa mentre lui la baciava.
No, questa non è Cécile. Questa è Oscar, colei che ho amato e che amo, e devo accettarlo. Di lei non mi posso approfittare…
-Allora, non mi sembra che resti molto da dirci, Oscar.
Aveva un' espressione concentrata e dura. La donna lo guardò negli occhi.
Vide solo orgoglio e dolore.
-Già…dopo oggi non ci vedremo più, lo sai questo?
Oscar colse il suo sguardo e spiegò.
-Io ed André ci trasferiremo ad Arras, tra due giorni.
Fu come una fitta al cuore per Alain. Lo sentì spezzarsi in due, sanguinare dolorosamente. Polverizzarsi.
Come poteva pensare che quel giorno sarebbe arrivato, e così presto?
-Ah…immaginavo che vi sareste trasferiti.
Parole di un uomo sconfitto.
Forza, Alain,non farglielo capire...non farle capire che stai soffendo!
-Addio Alain De Soisson, sei stato il miglior soldato che io abbia mai conosciuto.
Una lacrima furtiva rigò la guancia destra di Oscar, che non se ne vergognò né la ritrasse.
-E tu il miglior Comandante.
Si strinsero la mano, noncuranti della gente che rumoreggiava nel cortile.
In quel momento non c'erano altri che loro.
Spero solo che non gli abbia fatto troppo male...
Oscar si voltò per raggiungere André e salutarlo, i due soldati dovevano tornare in caserma.
Un ricordo le attraversò la mente, fulmineo.
Una sera, in infermeria.
“-E tu come sei finita in questo postaccio da Comandante, da Generale Di Brigata che eri?
  -Non so…forse perché volevo incontrare uomini come te…”
Addio Alain…


                                                   
   
 
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