Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides
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Autore: Winry977    04/01/2013    1 recensioni
"You're voice is found, be a saviour now!"
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo la telefonata di Ellis, Layra non mollò minimamente il cellulare e chiamò subito un suo amico che era anche in contatto con la sua amica da un po' di tempo.

-Alex?

-Ehi, Layra! Che si dice?

-Si dice che è arrivato quel momento.

-Quello in cui perdi la verginità o quello che progettiamo da quando conosciamo Ellis?

Si sbatté una mano sulla fronte. -Scemo! Non parlare di cose che non sai! Quello di Ellis!- dall'altro capo del telefono ci fu un breve silenzio.

-Sei sicura?

-Mai stata più sicura di così.

-Quando si parte?

Lei sentì qualcosa rompersi dal piano di sotto. -Stasera.

 

Layra si armò subito della sua valigia e di quello che le occorreva per la sua fuga. Mentre si preparava pensava a tutte le angherie che era stata costretta a subire dal padre, senza mai ribellarsi e senza mai ricorrere a quello che le aveva insegnato il suo maestro di arti marziali. Continuava a chiedersi come avesse potuto sopportare tutto ciò per tutto quel tempo; ma la risposta arrivava subito: era suo padre, come avrebbe potuto fargli qualcosa? Eppure quel pomeriggio lo aveva fatto. Aveva risposto per la prima volta, e ad una provocazione a lei molto frequente. Era stato un lampo a farla agire, un fulmine di odio a ciel sereno. La stanchezza di sopportarlo. E c'era voluta una botta in testa per farglielo capire. “Mah.” pensò lei chiudendo a fatica la valigia e cercando la sua borsa a tracolla nella quale avrebbe infilato le cose basilari che le occorrevano per il viaggio.

Quando fu pronta si azzardò ad aprire la porta della sua stanza, e quando vide che non c'era nessuno, infilò velocemente borsa e valigia nell'ascensore incorporato nella casa, per poi scendere al pian terreno inespressivamente. Trovò il padre in cucina, con la testa appoggiata ad una mano ed un bicchiere di vino nell'altra. Lui alzò la testa.

-Sei scesa, eh?- era tutto rosso in viso, ma almeno non aveva il tono tipico da sbronzo. Scuoté la testa e fece per andarsene. -Aspetta!- la chiamò lui.

-Cosa c'è, ancora?- si girò nella sua direzione. Lui le si avvicinò, e la abbracciò, ma lei restò rigida sotto le sue braccia. Poteva farle una qualsiasi cosa in quel momento.

Lui le passò una mano tra i capelli, la fece scorrere lungo la schiena, causandole forti brividi, poi arrivò sulle sue natiche, e da lì non si mosse. Lei si scostò bruscamente, ricordando cosa aveva fatto la prima volta che le aveva messo le mani addosso. Per tutta risposta lui le cacciò un pugno in faccia. Un pugno inaspettato persino da lei, cintura nera di arti marziali. In quel momento era... accecata dalla rabbia si poteva dire quasi ironicamente.

La colpì sullo zigomo destro, ma lei non disse alcuna parola. Tornò in posizione composta e lo fissò con odio. Poi gli rifilò una mossa secca nell'incavo tra la spalla ed il collo e senza neanche averlo previsto il padre svenne. “Poco male” pensò tirando un sospiro di sollievo, frugando nel portafogli del padre e uscendo di casa.

Arrivò sotto casa di Alex nel giro di cinque minuti e lui era già in strada ad aspettarla. Lui entrò nella sua macchina non appena sistemò nel portabagagli la sua valigia e quando entrò non poté fare a meno di scrutare a fondo Layra.

-Che hai fatto alla faccia?

Lei non disse nulla. Accese la macchina e partirono per Messina, dove avrebbero preso il traghetto che li avrebbe condotti alla punta dello stivale dell'Italia. Non aveva mai raccontato al suo amico ciò che le capitava in casa con suo padre. Non aveva mai smentito del tutto quello che lui diceva scherzando sulla sua verginità, il motivo dei suoi lividi e dei suoi tagli nascosti. Nulla. Non voleva perdere anche lui, nonostante sapesse che lui non se ne sarebbe andato neanche dopo aver saputo la verità.

Solo quando ormai era calato il buio ovunque ed si erano imbarcati lei parlò per la prima volta da quando erano partiti. -Tua madre come l'ha presa?

Alex per poco non sobbalzò sul sedile. Era rimasto in silenzio anche lui, a rimuginare su cosa potesse essere successo alla sua amica e per un tratto di viaggio si era pure appisolato. Si riscosse.

-Non ha detto nulla di negativo. Sapeva che prima o poi me ne sarei andato, e dato che ho pure due anni più di te, è stato il momento giusto per togliere le tende. Mi ha aiutato a prepararmi, ha pianto quando l'ho salutata, ma le ho ripromesso che ci saremmo sentiti non appena fossimo arrivati alla nostra tappa. A proposito... hai i soldi per l'aereo vero?

Lei sogghignò. Li aveva presi a suo padre prima di uscire di casa, e anche in tutta la vita che aveva vissuto con lui, ogni occasione era buona per scroccargli dei soldi. E poi lavorava in una cartoleria che la pagava piuttosto bene, quindi... soldi a palate, come diceva lei. -Certo, e tu?

-Giusti giusti. Appena arriviamo mi serve subito un lavoro. E tuo padre? Che ne pensava?

Lei divenne seria. Che dire ora? “Niente, l'ho steso a terra e ho tolto le tende dopo avergli sgraffignato un po' di soldi. Era felice come una Pasqua.” pensò ironicamente. -Non... non ha detto nulla.- sospirò, tranciando il discorso poi con la scusa che aveva sonno e voleva dormire. Forse... forse non gli avrebbe mai detto la verità.

 

Si svegliarono con un boato proveniente dalla nave. Erano arrivati nel giro di tre ore, ed erano ancora le cinque del mattino.

-Bello svegliarsi così...- borbottò Alex stiracchiandosi e sbadigliando.

-Se vuoi la mattina ti sveglio così, tanto ce l'ho questo suono nel telefono.- accennò lei maliziosamente e pregustando la scena.

-Non ci pensare neanche!

Si misero in viaggio, ma subito Layra fu costretta ad accostare in un Autogrill. Morivano di fame, e lei la sera prima non aveva neanche cenato. Quindi si presero qualcosa da mangiare decidendo quando alternarsi per guidare e quante soste permettersi. Avrebbero attraversato l'Italia nel giro di un giorno e mezzo solo in macchina.

Mentre guidava, Layra si perse nei ricordi di quando sua madre era ancora viva. Avevano fatto un viaggio come quello, lei, suo padre e sua madre, tutti insieme, quando c'era allegria tra loro. Suo padre aveva guidato per tutta la durata del viaggio, senza dormire o alternarsi con sua moglie. A quei tempi, Layra aveva solo otto anni. “Beh... ora che ho diciotto anni e penso a quei periodi... posso dire... che fossimo felici.” pensò attaccando lo stereo con l'unica band che le desse conforto in un qualsiasi momento... i Black Veil Brides.

  
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