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Autore: _TheDarkLadyV_    04/01/2013    5 recensioni
“Ma Cristo Santo, tu sei fottutamente innamorato brutto idiota che non sei altro quindi che cosa aspetti? Che se ne ritorni a casa sua a New York a trombarsi qualcun altro?”- sbraita Shannon. Fissandolo mi chiedo che cosa stessero facendo la delicatezza e l'eleganza quando mio fratello nasceva. Davvero per me resterà un mistero.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'è un altro punto a favore per la mamma, e cioè che da quando c'è lei qui a casa, ho un pasto assicurato tutti i giorni e davvero buono, non come quelli che cucino io. Effettivamente non fa per me cucinare. E poi così la cucina non rischia nemmeno di prendere fuoco e mio fratello non si lamenta in continuazione. Ricordo che anche Sasha sapeva preparare dei manicaretti squisiti.
Ed ecco che torno a pensare a lei. Quante volte l'avrò fatto oggi?
Oggi poi il pensiero è particolarmente insistente visto le ultime cose accadute. Non riesco a credere al fatto che sia riuscito a stare con lei senza il timore di essere evirato in pubblico. Okay, forse non è stato tutto stupendo e magnifico, ma comunque c'è stato quel piccolo momento in cui ha sorriso e l'ha fatto con me. Non è tanto per uno che l'ha fatta soffrire come un cane? Le ricordo perfettamente le sue parole di rabbia, le ho stampate nella mia mente una per una. Devo ammettere che il merito va anche a quei delinquenti, senza della quale non credo che io e Sasha ci saremmo seduti ad un bar come due perfetti amici, conoscenti o magari fidanzati. È il destino forse?
Okay, sto correndo troppo con le parole, ma non so perché mi sento più leggero, come se quei sorrisi e quel primo approccio dopo una lunga desertificazione fossero stati illuminanti.
Continuo a ripetermi da un paio d'ore che non devo illudermi di questi piccoli gesti.
Eppure qualcosa dentro di me mi dice di non spegnere quel barlume di speranza che si è acceso nel cuore. In fondo conosco Sasha e quel suo atteggiamento impacciato e più gentile non era finto. L'unico falso sono io e me ne rendo conto pensando a tutto quello che ho fatto, ma in quel momento, lì con lei, non sono mai stato così sincero.
Il silenzio fa da padrone mentre io, mia madre e Shannon ceniamo. Credo che il più delle volte sarò apparso con gli occhi persi nel vuoto ed è strano che non abbia ancora detto nulla anche di sciocco e mi sembra ancora più strano che nessuno si sia accorto di questo mio comportamento anomalo.
" Jay, ti senti bene? Non ti piace?"
Ecco, come non detto.
Guardo mia madre leggermente preoccupata. Muovo la forchetta e rispondo: " è tutto okay."
" Sicuro?"- continua lei fissandomi.
" Qualcuna gli avrà rubato la lingua. Finalmente!"- commenta Shannon sghignazzando mentre guarda mia madre che sorride. Noto aria di complicità fra i due e la cosa non mi piace.
" Sei divertente con un dito nel culo Shan."- rispondo sarcasticamente.
" Shannon non replicare e tu Jared piantala con le tue uscite delicate."- ammonisce la mamma fulminando entrambi. Mi sembra di essere tornato bambino e un pò mi vergogno. Ho quasi quarantuno anni e vengo rimpreso da mia madre. Cosa c'è di più imbarazzante e vergognoso? Fortuna che sono a casa mia. Shannon continua a guardarmi senza dire una parola, ma so già a cosa stia pensando e se lo dirà ad alta voce lo ammazzerò. Ci sono molti vantaggi nel diventare figlio unico e la cosa mi attrae molto.
Mamma in quel momento si schiarisce la voce e guardandomi dice: " Jay avevo pensato giusto così..con Eve..se qualche sera andassimo tutti insieme a cena. Per insieme intendo anche Sasha.."
Quasi soffoco con l'acqua che stavo bevendo tranquillamente e mio fratello scoppia a ridere. Cerco di ignorarlo rivolgendo tutta l'attenzione a mia madre.
" Quando?"
" Oh beh..in una di queste sere. Non ti dispiace, vero?"
Quando mamma fa domande del genere significa che non ci si potrà sottrarre al dovere. Il che, in sintesi, significa che non potrò inventarmi nessuna scusa per dire di no. Qualora la volessi inventare, la scusa..
" Ehm..no."
" Bene."- dice lei soddisfatta mentre mi sorride. Io non la capisco..
Si alza ed esclama: " vado a prendere il dolce!"
Quando si allontana mio fratello ne approfitta per sussurrarmi: " è a Sasha che stavi pensando vero?"
" Non sono affari che ti riguardano."
" Oh ma a me puoi dirlo. Sono tuo fratello!"
" Un fratello troppo invadente ultimamente."
" Lo faccio per il tuo bene. Dai avanti dimmi che ti passa per quella testolina brillante."

Fisso mio fratello incerto su cosa dire.
" E' difficile da spiegare."
" Non c'è nulla che è difficile da spiegare. Sai che con me puoi parlare di qualsiasi cosa!"
" Questa cosa invece è difficile da dire."
Prima che lui possa parlare torna mia madre e così passiamo il resto della serata a parlare di altro.


" Jared?"
" Mh..?"
" Hai sbagliato l'accordo!"- mi rimprovera Tomo. Guardo la chitarra confuso e poi lui.
" Davvero?"
" Ah amico, se non lo sai tu che sei un genio!"
Sorrido e annuendo dico: " è vero ho sbagliato. Riprendiamo."
" Jay, secondo me è inutile. Abbiamo ripetuto il pezzo almeno dieci volte e non hai azzeccato nemmeno una volta. E non puoi dare nemmeno la colpa a tuo fratello visto che non c'è."- puntualizza Tomo a braccia conserte. Io non parlo e lui comincia a sghignazzare.
" Mi sono perso qualcosa ultimamente?"
" No..cioè sì.."- mi correggo dopo aver visto la sua faccia. Metto la chitarra al suo posto e Tomo fa la stessa cosa mettendo la sua nella custodia. Ci sediamo entrambi sul divano e io inizio a raccontargli tutta la vicenda cercando di omettere qualche dettaglio, con pessimi risultati. Tomo ormai mi conosce da una vita, è come un fratello. E da fratello mi capisce perfettamente, quindi è inutile che cerco di nascondere qualcosa tanto lui la farà tornare a galla.
" Amico ti do tempo due giorni e sarai cotto a puntino."
" No...non può essere."- mi lascio sfuggire alla fine guardando la finestra.
" E dai che sarà mai? Jared non c'è cura all'amore, nè un modo per evitarlo."
" No, non si può fare."- scuoto la testa.
" Sei testardo come pochi."
Ma quella improvvisata seduta psichiatrica non è destinata a durare molto, in quanto viene interrotta dal suono del campanello.
" Aspettavi qualcuno?"- mi chiede Tomo mettendosi composto.
" No."
" Beh vai che aspetti?"
Vado all'ingresso e quando apro la porta resto di sasso. Sasha è sulla soglia e noto come sia un fascio di nervi. Un momento Sasha a casa mia? Senza che nessuno le abbia detto qualcosa?
No, le cose non mi quadrano. Sono troppo fortunato ultimamente.
" Sasha!"- esclamo.
" Ehm ciao..c'è Chuck?"- chiede veloce guardando in tutte le direzione tranne che me.
" Chuck?"- ripeto confuso.
" Sì..il tuo amico. Mi ha detto che l'avrei trovato qui."- solo in quel momento posa lo sguardo su di me quasi irritata. Dicevo io che era impossibile che fosse venuta da sé qui nella tana del lupo. Io continuo a fissarla sorpreso. Da quando Chuck fa di casa mia un luogo di appuntamenti? Non mi dispiace se in questo caso sia Sasha, ma non è normale farlo.

" Non è qui?"- continua incredula.
" No. Strano non sapevo nemmeno che sarebbe venuto."
" Ehm bene..allora io vado."- afferma decisa voltandosi per andare via. Ma io riesco a fermarla dicendo: " no aspetta! Magari sta solo ritardando e fra poco mi chiama."
Non so perché mi sia venuto in mente di farlo.
Mi fissa per alcuni minuti valutando la situazione. È evidente che è ripugnante all'idea di entrare nella sua vecchia dimora e detesta la mia compagnia. La mia presenza da sola basta per mandarla su tutte le furie, ma io cerco di non scoraggiarmi. Ho in mente ancora l'incontro di ieri ed è la cosa che mi fa sentire positivo. Continuo ad osservarla. È quasi timorosa di cadere in una trappola.
Ma con mia grande sorpresa annuisce e dice: " okay, ma non resterò per molto."
" Sei mia ospite puoi restare quanto vuoi."- rispondo sorridendo a trentamila denti. Ma che diavolo sto facendo?
" Solo dieci minuti poi vado."- puntualizza lei atona. Senza guardarmi entra e si dirige in salotto.
" Sasha!"
Tomo si alza immediatamente dal divano, sorpreso di vedere l'oggetto dei miei tormenti lì materializzato fra di noi.
" Ehi Tomo!"- esclama lei abbracciandolo.- "come stai?"
Provo tanta invidia in quel momento. Non riesco a sopportare il fatto che con me sia così dura, acida e stronza mentre con gli altri cambia completamente e in meglio.
Jared vuoi una risposta? Sei stato uno stupido, ora paghi.
Perfetto ora parlo anche con la mia coscienza.
" Molto bene! E tu?"- chiede Tomo guardandomi di sfuggita. So già a cosa sta pensando.
" Un pò stressata, ma per il resto una meraviglia."
Si scambiano ancora qualche parola, chiacchierando in maniera adorabile come se io non ci fossi. Tomo intercetta il mio sguardo e guardando Sasha dice: " ehm.. si è fatto tardi. Vicky mi aspetta. È stato un piacere rivederti."
" Anche per me. E salutami Vicky."
" Non mancherò."- risponde sorridendo il saggio Tomo che in due secondi va via. Così in casa restiamo solo io e lei. E improvvisamente sento l'aria farsi più tesa.
" Perché Chuck ci mette così tanto tempo a chiamarti?"
" Non ne ho idea. Rilassati, magari avrà avuto qualche contrattempo."
" Come al solito."- sussurra sedendosi sul divano.
" Sei sempre la solita."- mi lascio sfuggire mentre sorrido notando il suo nervosismo. Lei mi fulmina immediatamente con lo sguardo e dice: " come scusa?"
" Non hai mai amato aspettare. E ora sei nervosa. Lo noto dal modo in cui fai scorrere le tue mani sugli jeans e quando parli inizi ad avere la voce leggermente acuta. Questo ti succede quando non vuoi stare in un posto per non più di due secondi. Come vedi riconosco ancora i tuoi segnali di debolezza. E devo ammettere che non sei cambiata affatto."- affermo a braccia conserte.
Lei mi fissa senza dire una parola. Jared 1, Sasha 0.
" E mi dispiace che sia casa mia a farti questo effetto."- concludo, incurante della mia sfacciataggine. L'ho messa fuori combattimento e ciò mi soddisfa. Deve capire che almeno con me il suo atteggiamento odioso non ha tutto l'effetto desiderato.
" Bene, ora che hai avuto il tuo momento da psicologo dei casi persi, mi dici chi ti ha dato il permesso di parlare di come possa sentirmi io in questo momento?"
" Beh se permetti avendo una bocca, sono liberissimo di dire ciò che penso."
Scatta come una molla dal divano e avvicinandosi mi punta un dico contro e dice: " no, con me non sei liberissimo di dire e fare un cazzo di niente!"
Divertito dalla situazione la provoco dicendo: " avanti colpiscimi. Lo so che vuoi farlo."
" Leto, stai sbagliando persona. Se mi provochi finirai male."- sussurra a denti stretti.
Resta di fronte a me con il suo tono di minaccia che la rende più sensuale di qualsiasi altra donna e improvvisamente provo l'istinto di baciarla. Ma blocco ogni mio atto insolito e sorridendo dico: " e va bene, Preverett. Hai vinto tu."
Alzo le mani in segno di sconfitta e mi allontano. Lei mi guarda confusa e dopo un minuto di silenzio dice: " perché mi fai questo?"
" Questo cosa?"
" Perché continui a provocarmi?"
" Lo sai bene perché."
Sorride e alzando gli occhi al cielo dice: " sei ancora convinto di poter avere una seconda possibilità?"
" Forse."
Lei a quelle parole ride e io mi sento un completo idiota.
" Ma non è comportandoti in questo modo che riuscirai ad averla. Qualora voglia darti questa ipotetica seconda possibilità, sia chiaro."- sottolinea guardandomi divertita. Scuoto la testa divertito a mia volta e dico: " non è detta l'ultima."
Entrambi iniziamo a ridere, ma lei quando si accorge di questo improvviso cambiamento, torna immediatamente seria e dice: " credo che Chuck non venga più. Quindi forse è il caso di andare. Non voglio disturbarti ulteriormente. O meglio non voglio continuare a stare qui come tu stesso hai capito."
" E se ci vedessimo fuori da questo luogo così infimo per te?"
Resta spiazzata da quelle parole tornando di nuovo in difficoltà. Amo metterla in questo stato.
" Non credo sia necessario."
" Sicura?"
Mi scruta affondo e poi alzando un sopracciglio mi chiede: " e sentiamo dove vorresti che ci vedessimo?"
" A cena."- butto lì a caso.
" No."
" Beh allora fare due chiacchiere a pranzo?"
" Non saprei."
" La risposta esatta è o sì o no. Non ci sono mezzi termini."
Lei resta in silenzio e dopo un pò dice: " okay vada per il pranzo."
" Bene allora mettiti comoda. Il tempo di cambiarmi e sono da te."
" Okay."
Sospirando torna a sedersi mentre io sparisco in due secondi diretto in camera mia. Santo cielo non riesco a crederci! Jared, tu sei un mostro.


Non sopporto essere in silenzio e scambiare sì e no due parole di circostanza. Lo so, ho scelto un commensale alquanto difficile e non particolarmente loquace come avrei voluto. È il bello di Sasha.
Il mio obiettivo ora sarà quello di fare due chiacchiere tranquille.
" Beh non mi hai detto ancora niente di te. Come va a New York?"
Lei finisce di bere e mi guarda indecisa se rispondermi male o meno.
" Bene. Ho trovato un buon appartamento in centro e i colleghi al lavoro sono molto competenti."
Il suo tono calmo quasi mi fa paura, ma allo stesso tempo mi tranquillizza.
" Come piacciono a te."
Sorride quasi imbarazzata.
" Sì."
" E non hai avuto nessun ragazzo?"
Faccio la domanda con noncuranza mentre guardo il mio piatto. Lei sbuffa divertita.
" Leto, solo io posso fare gli interrogatori."

" Scusami, agente."
I nostri sguardi per un attimo si incrociano, ma il suo non è arrabbiato anzi.
" E comunque sì, ho avuto qualche storiella."
Bene, perché ad un tratto mi sento leggermente irritato dopo questa risposta?
" Ah! Qualcosa di serio?"- l'impiccione che è in me fa ancora qualche passo avanti, ignaro del pericolo a cui sta andando incontro.
" Sì e no. Preferisco la mia libertà a volte."
" Quindi è stata roba di divertimento."
Lei annuisce e fulminandomi con il suo sguardo da felino dice: " ho imparato da qualcuno. Almeno così non stai male."
Quelle parole riescono a ferirmi. Lo so, me le merito, ma a volte non riesco a sopportarle. Abbasso lo sguardo senza parlare.
All'improvviso sento una mano sul mio braccio. È un tocco incerto eppure mi ha riscaldato la fiamma che ho dentro. Guardo prima la sua mano e poi lei che sembra dispiaciuta.
" Scusami, non volevo dirlo. A volte sono troppo bastarda."- dice con un tono di voce più ammorbidito. Mi sorride e io faccio lo stesso.
" E stronza."- aggiungo. Sasha ride e dice: " questa volta non ti do torto."
Toglie la sua mano dal mio braccio e torna con la sua aria imbarazzata. Non capisco perché si imbarazza. Non è da lei e io non capisco..
" E' strano.."
" Cosa?"
" Che mi hai chiesto scusa. Insomma, non è da te."
" L'ho fatto perché si sta avvicinando il Natale e quindi vorrei essere più buona."

" Ah quindi, mi merito le scuse solo se c'è il Natale di mezzo?"
Lei sorride senza rispondermi. Dopo qualche secondo è lei stessa a parlare.
" E tu? Come ti vanno le cose?"
" Bene. Stiamo completando il nostro album e sono eccitato alla sola idea di tornare sul palco."
" Sei sempre il solito."- si lascia sfuggire scuotendo la testa.
" Come vedi nemmeno io sono cambiato. O meglio su questo punto di vista no..su altri sì."
" Vorresti dirmi che sei diventato più serio?"- mi chiede lei fingendosi sorpresa. Sorriso e rispondo: " l'età più avanza e più mi fa ragionare."

" Tu serio? Ma non farmi ridere."
" Ma è vero! Sto diventando un bravo ragazzo."- esclamo sorridendo. Adoro vederla ridere, anche se si tratta di me.
" Okay va bene."
Resto a fissarla incantato mentre continua a ridere. Lei se ne accorge e alzando un sopracciglio chiede: " che c'è Leto?"
" Niente."- rispondo ridestandomi dal sogno. Restiamo ancora lì a scambiarci sorrisi e qualche battuta e l'aria diventa sempre più serena e io non riesco a crederci di essere arrivato a questo.
Ho deciso: devo andarci con calma e non devo rovinare tutto. Sasha dovrà provare di nuovo qualcosa per me.
Quando usciamo dal ristorante lei si ferma e dice: " ehm..grazie per il pranzo."
" Figurati."
Torna l'imbarazzo sul suo volto mentre dice: " bene io adesso vado. Ci..ci si vede."
" D'accordo.."
" Allora ciao."
" Ciao."
La guardo andare via e quando la vedo scomparire respiro l'aria circostante sentendomi improvvisamente leggero.
Ad un tratto qualcosa a terra attira la mia attenzione. Mi avvicino e raccolgo il foglietto.
Sono annotate delle informazioni che possono appartenere solo a Sasha. Okay, non ci credo a queste cose. Sanno tanto di film.
Ma sembra che il destino è dalla mia parte, e non sono così stupido da rifiutare il suo aiuto. Nel pomeriggio inoltrato la cercherò per restituirglielo.


Solo le sei del pomeriggio e l'unico posto in cui posso trovare Sasha è la libreria di suo padre. Sono terrorizzato. Richard è come Sasha ed è molto protettivo nei suoi confronti. Se potesse mi spezzerebbe tutte le ossa che posseggo. Credo che a frenarlo sia il dolore che provocherebbe a mia madre. Mamma è molto amica con i genitori di Sasha e la cosa non so fino a che punto possa essere bella includendo Richard.
" Da quando sei un pappamolle Jared?"- sussurro guardando in lontananza il negozio. Decido di entrare anche se il mio cuore sta per uscire dalla gabbia toracica. Allungo la mano e apro la porta. Sasha è al bancone con due clienti e quindi penso che Richard non ci sia.
Mentre sto per fare un passo avanti qualcuno mi sbarra la strada. Sarebbe stato troppo facile!
Mi ritrovo a faccia a faccia con Richard e la sua faccia non promette nulla di buono. Quell'uomo mi incute timore.

" Il mio piede segna il confine. La tua zona è Chinatown qui invece è Hollywood. Tu non sei il benvenuto ad Hollywood."- afferma deciso. Prima che possa dire qualcosa Sasha si avvicina a noi ed esclama: " papà!"
Il suo tono di rimprovero fa addolcire i lineamenti di Richard che continua però a fissarmi.
" Su vai dai clienti."
" Se ti da fastidio chiamami."
" Su vai."
Mentre suo padre torna al bancone lei alza gli occhi al cielo.

" Scusalo a volte non riesce a trattenersi."- mi rassicura.
" Non fa niente. Non ha tutti i torti dopotutto."- le dico sorridendo. Lei annuisce e poco dopo mi chiede: " hai da dirmi qualcosa?"
Le porgo il biglietto e dico: " quando sei andata via ti è caduto questo."
I suoi occhi iniziano a brillare mentre prende il biglietto dalle mie mani e lo guarda quasi fosse una reliquia.
" L'avevo cercato dappertutto! Grazie!"
" Di nulla. Ehm.."
Non so cosa dire, ma sento la necessità di stare ancora un altro pò in sua compagnia.
" C'è dell'altro?"- mi chiede.
" Solo ehm.."
" Vuoi parlare?"

" Ti va di fare due passi?"- le chiedo tutto d'un fiato.
E' sorpresa e per qualche secondo non parla. Poi si volta verso suo padre che nonostante stia parlando con i due clienti guarda noi.
" Okay. Dammi solo due minuti."
" D'accordo."
Mentre lei si allontana sento qualcosa nel mio stomaco fare un balzo. Sono troppo fortunato oggi.




IL RITORNO DI VALS:

Ciao ragazze..!!! Come vedete ho cercato di postare più velocemente visto che la scuola incombe e dalla prossima settimana avrò mooooolto da fare. Visto? A quanto pare le cose gradualmente stanno prendendo una piega diversa, più serena sembra. Vedremo se riusciranno ad andare avanti così xD. Comunque non sottovalutate nemmeno Richard eheheheheheh * me crudele*
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento..fatemelo sapere se vi va..io sono qua xD
Alla prossima
Vals
   
 
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