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Autore: edsguitar_    04/01/2013    1 recensioni
Una malattia che la costringe ad essere quello di cui ormai si è stancata, non può raggiungere la persona che ormai osserva da anni e questa persona si è accorda della sua presenza e non la disdegna di sicuro.
Una ragazza, un ragazzo, la malattia, un arrivo, problemi, e una storia che spero vi emozioni.
Buona lettura.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Shewolf.

~Blue
Ripresi i sensi e mi scoprì al caldo. Non andava bene questa cosa, il bosco non era caldo, era freddo e umido e sotto di me non sentivo l'umidità della neve e delle foglie e del terreno, ma sentivo morbidezza e calore. Aprì gli occhi, un dolore pungente mi martoriava la nuca. Ero in una stanza che non conoscevo.
Era quasi buio ed era poca la luce che entrava. Mi alzai e mi scorpì in un letto caldo a due piazze, avvolta in una giacca e nel piumone.
Oh no. Guardai la parete alla mia destra ed ebbi un tuffo al cuore, conoscevo quella parete, era la parete che compariva dalla finestra della sua camera. Merda. 
Annusai la giacca e il suo odore in cui ormai ero immersa mi colpì ancora più forte. Mi passai una mano tra i capelli. Mi ero trasformata e lui mi aveva trovata, sperai con tutto il cuore che mi avesse trovata già umana e che non avesse assistito alla trasformazione.
C'era una sedia sulla parte sinistra del letto con dei vestiti, sui quali troneggiava un biglietto bianco, lo presi e prima di leggerlo osservai la scrittura tondeggiante che vi era impressa sopra con inchiostro nero, e in fondo a quelle poche righe vi era un nome, scritto sempre con quella nella calligrafia. Harry.
È così quindi che si chiamava quel ragazzo che avevo spiato per tanti anni, quel ragazzo dagli occhi verdi come un prato, e io ero nella sua camera, nel suo letto, con la sua giacca, e i suoi vestiti che mi aspettavano. Lo lessi velocemente e l'idea di una doccia calda era terribilmente invitante ma scartai subito l'idea. Dovevo andare alla capanna per avvertire Zayn, ecco, è così che si chiamava l'altro mutaforma che già aveva abbandonato le sembianze animali, che c'era un nuovo esemplare in circolazione.
Uscì dalle coperte e mi vestì con i vestiti sulla sedia velocemente per poi prepararmi psicologicamente ad incontrare Harry. Presi la giacca in mano, presi un respiro profondo e aprì la porta. Un odore di pasta frolla mi inondò facendomi bloccare per un attimo. Scossi la testa e girai per la casa, ci misi un poco per trovare la cucina data la grandezza dello stabile. La cucina era una stanza grande, con un piano cucina di legno chiaro e marmo e un'isola di legno e acciai troneggiava al centro. Appoggiato all'isola, appollaiato su uno sgabello, c'era Harry che sgranocchiava dei biscotti e guardava un programma di automobili alla tv. Non aveva notato la mia presenza così diedi un colpo di tosse che lo fece sussultare e poi votare verso di me. Quando i suoi occhi incontrarono i miei ebbi un tuffo al cuore. A vedere quei due smeraldi in forma umana erano ancora più belli. In forma animale, poiché eravamo per metà umani, riuscivamo a distinguere di colori ma la qualità era scarsa e in quel momento, vedere un colore così vivo che sembrava brillare di luce propria era un qualcosa di assurdamente meraviglioso. Nessuno dei due pronunciava parola così decisi di spezzare quel silenzio in cui l'unico rumore esistente era in fruscio della televisione.
«Grazie» dissi. Lui sembrò risvegliarsi da chissà quale sonno, abbassando lo sguardo e rispondendo con un «Figurati»
Si alzò e «Oh, accomodati pure» disse indicando un'altro sgabello. Gli sorrisi e mi sedetti, avendo uno sgabello a separarci, dove vi appoggiai la sua giacca. «Posso offrirti qualcosa?» chiese cortesemente. «No, grazie non ho fame» risposi. A dire la verità ero un po' tesa a causa di quella situazione, non avevo idea di come comportarmi così gli chiesi l'unica cosa che mi ronzava in testa. «Tu, ehm, cosa hai visto?» spense la televisione e riprese posto sul suo sgabello.
«Bhe, ho...ho visto un lupo, ho chiuso gli occhi e al posto del lupo c'eri tu.» disse, distruggendosi le mani tanto intrecciava le dita. «Poi ti ho portato qui»
«Ti sei risparmiato di vedere la parte peggiore»
«In che senso?»
«Non è una visione paradisiaca vedere la trasformazione» spiegai.
Guardai l'orologio a muro che sovrastava sulla cucina, segnava le sei e trentacinque. «Fammi un favore, non dire a nessuno ciò che hai visto, per favore.» gli dissi, anzi, lo pregai. «Non avevo intenzione di farlo» «Ora devo andare» non mi fece finire che mi interruppe. «Devi proprio?» e sembrò subito pentirsi dal modo in cui si morde il labbro inferiore. «Si, c'è un problema da risolvere. Però tornerò, se tu vorrai e se vorrai entrare in questo mondo» lo avvertì. «Mi sembra di esserci già dentro» disse. «Bhe, non totalmente. Io potrei uscire da questa casa e andarmene e tu potresti far finta di non sapere nulla e che tutto questo non sia mai successo» ribattei. «Non credo ci riuscirei» «Bene, allora tornerò e ti spiegherò tutto» dissi decisa per poi alzarmi. «Ma ora dove vai?» chiese.
«C'è una capanna in mezzo al bosco, la usiamo come una sorta di rifugio quando torniamo umani» spiegai. «Ohw, capisco... Vuoi che ti accompagni?»si offrì gentile Harry, infilandosi una mano nella tasca dei jeans mentre con l'altra gesticolava. Diedi un'occhiata fuori dalla finestra della cucina, il sole era sparito dal cielo, non vi erano nuvole, ma la luna e le stelle non avevano fatto ancora la loro comparsa. Le come degli abeti che si scagliavano alti nel cielo a delineare i contorni mettevano come una sorta di confine tra due mondi, uno al di sopra, nel cosmo, e uno al di sotto, qui sulla terra dove c'erano persone divise a metà.
«Fa freddo e tra poco si metterà a piovere, meglio che resti a casa ma grazie lo stesso.» gli risposi. Mi porse la giacca mentre ero sulla porta. «Tieni, prendila.» disse. Stavo per obbiettare ma mi anticipò. «Ne ho un'altra, non preoccuparti» Lo ringraziai con un sorriso accettando la giacca e infilandomela.
«Posso chiederti una cosa?» Annuì. Solitamente dopo la trasformazione non amavamo molto il modo l' espressione verbale, soprattutto se eravamo rimasti in forma animale molto a lungo, perdevamo come la capacità di parlare e al linguaggio orale preferivano quello del corpo o direttamente il silenzio, ma con lui, che ancora non sapeva praticante nulla del mondo in cui si stava per buttare, cercai di sforzarmi il più possibile a parlare.
«T-tornerai? In forma di lupo intendo...» chiese dopo qualche istante e un bel respiro. No si perché , ma sorrisi. Forse fu la sua innocenza infantile con il quale mi parlava. «Potrei tornarci in questo momento ma sarebbe uno stress troppo grande per il corpo e poi, come ti ho detto, c'è un problema da risolvere. Posso restare in forma umana tranquillamente almeno fino l'autunno.» «Perché proprio in autunno?»
«A suo tempo harry, ora non ho tempo. Ti spiegherò tutto.» tagliai corto e con questo aprì la porta, uscì fuori e iniziai a camminare verso il bosco. «Aspetta!» lo sentì gridara così mi voltai e vidi che stava venendo verso di me.
«Non so il tuo nome» disse a bassa voce che a stento lo sentì.
«Mi chiamo Blue, Harry» dissi, per poi tornare a dirigermi verso il bosco a passo svelto.



Riiiieccoci :)
Bhè, spero vi piaccia e magari lasciate qualche recensione per farmi sapere che ne pensate, apprezzerei molto.
Twitter:@samkroth_
-C.

   
 
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