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Autore: Kris    23/07/2007    4 recensioni
E' quel momento stupido della giornata tra pomeriggio e sera, quando il sole non è ancora sceso dietro i monti né inizia a rosseggiare. Ed è in quest'ora che si alza l'ultimo, penoso requiem per chi è morto.
"In silenzio. Ecco come si onorano i morti. Niente fiori. Niente cerimonie corali.
In silenzio."
[Un ipotetico finale][PoV Sasuke]
Genere: Triste, Malinconico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sasuke Uchiha, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Requiem




Non è ancora il tramonto: è quel momento stupido della giornata tra pomeriggio e sera, quando il sole non è ancora sceso dietro i monti né inizia a rosseggiare. È solo giallo cupo, e guardarlo brucia ancora gli occhi.

Quel momento stupido della giornata quando, da genin, terminate le missioni quotidiane si torna a casa dalle proprie madri, a mangiare una cena cucinata con spezie e amore.

Né giorno, né tramonto. Una via di mezzo.







Una lieve brezza iniziò a soffiare, portando con sé le pungenti note della sera nel villaggio delle nevi, fredda anche in estate. L’aria giungeva a Konoha ormai temperata, eppure il ragazzo riusciva a percepire chiaramente gli aculei d’aria trapassargli la pelle delle guance, conficcandosi nelle membra con insolita ferocia.

Quella sensazione l’aveva già provata non molto tempo prima, quando aveva ricevuto in pieno il jutsu di vento sviluppato da Naruto: tanti piccoli aghi d’aria, quasi invisibili ad occhio nudo, che andavano a colpire le cellule distruggendole come un veleno. Jutsu terrificante solo da raccontarsi, micidiale da riceversi.







Tornare a Konoha dopo tanto tempo fa uno strano effetto.

Non so di preciso perché sono voluto venire fin qui, per osservare da un tetto un’inutile cerimonia.

Che senso ha guardare in massa delle foto di persone morte? Ormai non ci sono più, e basta. Una fila di persone vestite in nero portano un fiore bianco su una tomba, e io disto da loro svariati metri. Sono un clandestino fino alla fine, persino nell’osservare una cerimonia.

Che follia.







Il vento minacciò con prepotenza: scompigliò i capelli del giovane ninja oscurandogli parzialmente la vista, mosse il cappotto lungo che indossava facendolo sbattere contro i suoi polpacci, proprio come fosse una bandiera. Quello mantenne le mani nelle tasche dei pantaloni, guardando il monumento a forma di kunai davanti a sé senza realmente vederlo. Tanti simboli uno di fianco all’altro per formare una serie di nomi, mero rimasuglio di chi in passato è stato valoroso ma, nonostante la buona volontà dei suoi contemporanei, verrà immancabilmente dimenticato dai posteri.







Almeno la cerimonia è terminata.

Solo questo? Avete pianto per ore, vi siete vestiti di nero per loro, ad occhi bassi avete omaggiato i vostri martiri con dei fiori bianchi, e ora uscite dallo spiazzo sorridendo e programmando le vacanze estive?

Che squallido.

Almeno io ho avuto la decenza di non mostrarmi in questo modo.








Annusò l’odore di pioggia che si percepiva nell’aria, nonostante il sole continuasse a splendere davanti ai suoi occhi.







Il sole inizia a rosseggiare, finalmente.

Quel momento stupido della giornata che vi piaceva tanto è terminato.

Chissà perché vi piaceva, poi.

Però era una delle poche cose su cui andavate d’accordo entrambi.







Forse era ora di andare, ormai. Non se ne preoccupava troppo: dopotutto la cerimonia si era tenuta dalla parte opposta di Konoha e ora stavano tutti cenando nelle loro comode e calde case, incuranti del brutto tempo.








Chissà cosa succederebbe se qualcuno mi trovasse qui, ora…?

Mi viene da ridere al pensiero.

“Perché non sorridi mai?”

Qualcuno me l’ha chiesto molto tempo fa. Perché…? Non lo so. Credo che i miei muscoli abbiano dimenticato come si faccia, e basta.







«Che ci fai qui, Sasuke?»

Il ragazzo neanche si voltò a vedere chi lo stava chiamando: erano passati anni, eppure ricordava la voce alla perfezione. Non rispose.

«Se qualche jonin o ANBU ti vedesse qui, sarebbe costretto a catturarti»

«Ma lei ha allontanato personalmente tutti i possibili disturbatori, dico bene?»

«…come al solito, sei sempre il più perspicace»

«Pura intuizione»

Sasuke si voltò a guardare il vecchio maestro che si avvicinava a lui: il viso era coperto dalla maschera, i capelli argento nascondevano la sua vera età.

Tutto come al solito.

Però il Team 7 era morto, ormai.

«Che cosa c’è?»

Il maestro gli si mise di fianco e osservò anche lui il monumento a forma di kunai.

«Questo pezzo di pietra porta alla mente molti rimpianti, vero?»

Sasuke evitò di rispondere; il vento sferzava ancora contro la giacca nera facendola volteggiare sempre più forte e trascinava lontane le parole del sensei, che però vennero ugualmente udite dall’ex-allievo.

«Per anni mi sono rimproverato della mia ingenuità leggendo qui il nome del mio migliore amico. Per anni ogni mattina ho ricordato le sue ultime parole.»

Il tono improvvisamente s’incrinò e tradì rabbia. «Ho cercato di allontanarti da quello che ho subìto io per tutto questo tempo, e tu non mi hai ascoltato. Ora, cosa provi?»

Kakashi si voltò a guardare il suo discepolo prediletto, trovandolo immerso come al solito in un silenzio quasi innaturale; gli occhi neri erano pozzi senza fondo, privi di sentimento. Nemmeno un minimo bagliore di pena o lacrima si affacciava.

Solo solitudine. Immensa, pesante solitudine.

Forse per la prima volta poteva intravedere anche rimorso.







Cosa dovrei provare? Non riesco a capirlo.

Guardare la lapide subito mi ha dato una sensazione di dé-jà vu, mi ha ricordato le prime volte che ho visitato la tomba dei miei genitori.

Ma ora è diverso.

Dopo il ricordo mi ha assalito solo il vuoto.

Questa lapide non mi diceva niente.

I nomi scritti… solo ideogrammi privi di significato.

Sono stato così lontano che ormai anche la loro fisionomia è confusa. Un sorriso… non lo ricordo.

Solo la smorfia deforme che compare sul viso di chi sta per morire.

Ecco come li ricordo io.







«Sei qui davanti da molto tempo.»

«Lo so. Ho preso il vizio del mio vecchio maestro.»

Un piccolo sorriso si distese sotto la maschera nera di Kakashi. Non uno dei suoi vizi migliori. Ovviamente Sasuke non parlava del ritardo… ma dell’autocompatirsi. E del conseguente tempo perso davanti ad una lapide ai morti in battaglia.

Kakashi gli porse un piccolo fagotto allungato. Sasuke lo afferrò dopo un secondo di sospetto e lo aprì.

I lineamenti affilati e seducenti del giovane Uchiha ebbero una piccola variazione: stupore si dipinse sulle labbra mentre gli occhi tradivano un certo divertimento sarcastico.

Era un flauto.

«Era a casa di Naruto. Tu sai suonare, vero?»

«Perché lo dà a me?»

«Mh… così. Dovrai pur passare il tempo mentre fuggi, no?»

Lo sguardo di Sasuke divenne pungente come una lama: lo stava prendendo in giro?

«Non lo voglio».

«Tienilo, è meglio così.»

Il moro non riusciva a capire cosa volesse da lui. Kakashi fece un cenno col capo prima di parlare di nuovo. «È tempo che tu vada. Gli ANBU saranno qui tra poco.»

Tenendo in mano lo strumento musicale Sasuke tornò a guardare la lapide. Gli occhi continuavano a fissarsi sugli stessi ideogrammi, insistentemente, ripetutamente; la sua mente iniziava a mescolarli indistintamente, creando nuove parole prive di significato e impedendogli di pensare razionalmente. Un leggero senso di stordimento minacciò di attaccarlo ma fu scacciato subito dal vento che, dopo essersi quietato per un po’, tornava furioso a minacciare tempesta.







In silenzio.

Ecco come si onorano i morti.

Niente fiori. Niente cerimonie corali.

In silenzio.







Un ultimo sguardo – ultimo e per sempre, probabilmente; non avrebbe mai più rimesso piede a Konoha – che durò minuti interi.




Lapide agli eroi del villaggio, Shinobi morti in missione.

Haruno Sakura - Uzumaki Naruto




Con un balzo era già svanito; pochi istanti dopo giunsero due squadre ANBU che trovarono solo Kakashi davanti al monumento, gli occhi fissi per la prima volta non sul nome di Uchiha Obito, ma di altri due ninja altrettanto valorosi… i suoi allievi.

I primi, gli unici.

I suoi “figli”.

Li aveva persi tutti e tre. Aveva fallito.







Quel momento stupido della giornata che vi piaceva tanto è terminato.

Però, dopotutto, era anche il mio preferito.







Il vento iniziò ad urlare di nuovo, e la pioggia cominciò a cadere in grosse gocce.

Le due squadre ANBU e il copia-ninja, ancora davanti alla lapide, sentirono all’improvviso delle note musicali trasportate dal vento, suonate chissà quanto distante dal posto dove si trovavano. Alzarono il capo per udire meglio: sembrava quasi impossibile riuscire a percepire una melodia così dolce e sottile come quella nel caos prodotto dal vento. Come obbedendo ad un ordine la natura calmò la propria furia per un po’, rendendosi messaggera di quell’ultimo omaggio.

L’armoniosa dolcezza del flauto si disperdeva nell’aria, abbracciando il sole che tramontava dietro le montagne, in quel momento della giornata così amato.

Melodia malinconica e struggente, una canzone dalle note appena accennate, quasi timorose, che desideravano però giungere al cielo: un ragazzo dal lungo mantello scuro e dai capelli neri affidava al vento la sua preghiera, gli occhi chiusi senza una lacrima.





L’ultimo armonioso, penoso requiem.









N.d.A: ringrazio tutti coloro che hanno commentato “Sabbia fra le dita”: mi è piaciuto veramente molto leggere le vostre ipotesi su quella fanfic. Mi è sembrato di essere riuscita a trasmettere ciò che volevo. Grazie ancora a tutti (Suzako, Inu_Kagghy, bambi88, Nadia_306, mizukage, Ilychan, Phoenix)!! *riconoscenza*
Poi... oggi è il 23 luglio? Tanti auguri a Sas'ke! ^^ Non è il modo più allegro per farlo, però... ^^'

Per quanto riguarda la storia, altra one-shot buttata giù in poche ore e quasi senza revisione. Il finale lo volevo diverso, più sorprendente, ma non mi è venuto.

Questo racconto è costruito in modo particolare, un alternare continuo tra narratore onnisciente e prima persona. Mi piacciono queste strutture ad intreccio.

Tutto è nato dall’immagine creata dalla mia mente di Sasuke davanti ad una lapide, ad onorare senza lacrime qualcuno morto. Poi ho aggiunto il flauto, un piccolo sfizio personale (Sasuke che suona il flauto o lo shamisen volevo usarlo prima o poi, visto che c’è nell’artbook e adoro quell’immagine…).



Un’ipotetica fine di Naruto? Mh, sì. Mi piacerebbe *_*

Attendo commenti!

   
 
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