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Autore: Lady Deeks    04/01/2013    5 recensioni
Quel giorno Deeks si svegliò con un orribile presentimento... e l'ultima volta che era successo gli avevano sparato.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kensi Blye, Marty Deeks, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tre semplici parole

Epilogo

 

Era passato già qualche giorno dalla morte di Kensi, e Deeks si sentiva vuoto e triste come non gli era mai successo. Era un agente da almeno dieci anni e ormai credeva di essersi abituato ad avere a che fare con la morte, anche di amici: aveva visto tanti colleghi andarsene e, anche se questo lo faceva sentire un po' in colpa, era riuscito sempre a riprendersi velocemente. Ma Kensi era diversa: non era come gli altri colleghi, non lo era mai stata e mai lo sarebbe stato.
Kensi non era stata una partner. Era stata la sua partner. La sua Fern.
L'agente si guardò velocemente allo specchio: capelli scompigliati in fronte stile “appena svegliato”- Kensi avrebbe riso a quell'affermazione prendendolo in giro- e il completo nero addosso- a Kensi piaceva quando lo indossava nelle missioni: aveva riconosciuto che gli stava bene e quello era stato uno dei pochi complimenti che gli aveva esplicitamente rivolto.
Uscì di casa e si mise al volante. Kensi non gli avrebbe mai permesso di guidare l'auto e rise a quel pensiero.
Ogni cosa lo portava ad un ricordo felice e ogni ricordo felice era legato a Kensi come se prima di lei Deeks non avesse mai vissuto, come se non sapesse cosa fossero la felicità o lo stare bene, non quelli veri comunque. Kensi era stata il suo punto di riferimento, la luce che gli illuminava le giornate e il cammino e ora che non c'era più Deeks si sentiva perso e cieco. Cercava di andare avanti ma senza lei accanto lui non riusciva a vedere dove andava.
Era al buio.

 

Quando Deeks arrivò erano già tutti lì: Hetty, Sam, Callen, Nell, Eric.
C'erano anche Nate e il vicedirettore Granger.
La veglia funebre cominciò quasi subito col pastore che recitava la Bibbia e che invitava a piangere per la perdita subita sì, ma a stare sereni perché Kensi era andata in un posto migliore, e parlava di lei: Kensi era questo, Kensi era quest'altro... ma che ne sapeva lui di chi era Kensi, come faceva a sapere che stava bene, perché parlava di lei senza neanche conoscerla?
Deeks fu preso dal forte impulso di andarsene. Non voleva ascoltare quell'uomo che parlava di una donna che non conosceva come se fossero amici da sempre, non lo sopportava. Tuttavia resistette a quel desiderio e cercò di distrarsi guardandosi un po' in giro.
A parte la loro squadra e alcuni altri colleghi dell'OSP pochi erano i presenti e fra questi Deeks riconobbe solo la madre di Kensi, conosciuta qualche mese prima, in lacrime e avvinghiata ad un uomo.
Si guardò ancora intorno e si rese conto, in quel momento, di essersi aspettato una cerimonia diversa: loro erano agenti federali, erano un ente della marina americana e rischiavano le vite per il loro Paese e per questo Deeks si era immaginato più un funerale in stile militare con la bandiera americana a coprire la bara e dei soldati a suonare le trombe, ma non c'era niente di tutto questo. Poi si ricordò una cosa che aveva detto Hetty tempo fa: ''Purtroppo chiunque faccia il nostro genere di lavoro ha questo deplorevole quanto necessario obbligo: vivere da eremita o crearsi una facciata. Del resto noi non esistiamo e nessuno deve sapere chi siamo o cosa facciamo realmente.''*
Probabilmente Granger ha lasciato le formalità per dopo, in privato con la madre di Kensi; dopotutto lui era stato un amico del padre, era il minimo che potesse fare...
Presto tutto finì e a poco a poco i presenti se ne andarono dopo un ultimo saluto e dopo aver fatto le condoglianze alla signora Blye cui si era affiancato il vicedirettore.
Anche gli altri si erano allontanati e ora Deeks li vedeva parlare con un gruppo di persone che lui non conosceva: tre uomini: uno dai capelli brizzolati e un po' più avanti con gli anni ma che incuteva rispetto e timore almeno quanto Hetty e due castani, uno più alto dell'altro e più giovani del primo; e due donne: una abbronzata e dall'aria straniera, l'altra pallida e pesantemente truccata di nero e vestita in modo a dir poco eccentrico, gothic, pensò Deeks.
Cercò di capire come facesse Kensi a conoscere gente del genere, ma non sembravano pericolosi e gli altri membri del team sembravano conoscerli quindi si tranquillizzò.
Deeks si avvicinò alla lapide e fissò per qualche minuto la foto della sua partner.

-Non è una delle tue foto migliori.-

-Stai scherzando? È la mia preferita!- rispose Kensi alla sua destra, le mani incrociate al petto e l'espressione stranita.

-Si be', forse non è poi tanto male.- le sorrise fissando la foto ancora per qualche istante, poi parlò. -Perdonami, è colpa mia... non sono riuscito a proteggerti.-

-Non è colpa tua.- scosse la testa.

-Ma se...-

-Deeks, non è colpa tua, e ora smettila!- rispose spazientita.

-Sempre a darmi ordini, eh?- risero insieme. - Il regalo era bellissimo e... per questo sorvolerò sulle foto e sul fatto che mi hai mentito. Certo che hai davvero tanta roba in quella scatola!-

-E non ti azzardare a buttare via niente o ti uccido!-

-Lo terrò a mente.- sghignazzò infilandosi le mani nelle tasche.

                                                                                                                       * * *

-Quel tizio è uno dei vostri? Ma parla da solo?- chiese Tony Di Nozzo indicando Deeks con un cenno del capo.

Uno scappellotto partì dalla collega Ziva David che lo guardava con aria di rimprovero.
Un cenno di Jethro Gibbs le fece capire che approvava il gesto.

-Con Kensi.- sospirò Hetty stancamente. -Credo parli con Kensi.-

Ci era passata anche lei di recente con la Hunter, quindi non trovava strano il comportamento di Deeks.

-Mi dispiace per la vostra perdita. Kensi era una brava agente.- intervenne McGee rimembro del caso svolto insieme tre anni prima.**

-Brava è dire poco.- precisò Sam rivolgendosi a Callen come per ricordargli di quella volta in cui persero una scommessa perché Kensi era riuscita, in meno di un minuto, a farsi fare una proposta indecente da un sospettato.***

Callen guardò Sam di rimando e sorrise ricordando anche lui.

-Un' operativa nata.***- rispose.

-Vi faccio ancora le mie condoglianze Henrietta. Spero di incontrarci presto in circostanze migliori.- salutò Gibbs e si allontanò con il resto della sua squadra.

Qualche minuto dopo anche Hetty se ne andò seguita dai suoi agenti.

                                                                                                                       * * *

-C'era una cosa che avrei sempre voluto dirti e... maledizione, erano tre semplici parole ed io non...-

-Se sono: “Sono un idiota”, lo sapevo già.-

-No. Be',- rise -in un certo senso è vero.-

-Certo che lo è.- rispose lei con quel tono che si usa per dire una cosa ovvia.

-Io ti amo.- disse all'improvviso con gli occhi umidi. -Ti amo, e ora te l'ho detto ma è troppo tardi perché tu non ci sei più e non lo saprai mai e...-

-Sapevo anche questo, Deeks.- sorrise dolcemente. -Anche io ti amo.-

E lui rispose a quel sorriso così familiare e bello e rassicurante e tutto gli sembrò più semplice ora perché lei lo sapeva e lo amava.
Deeks svuotò le tasche e le mostrò gli anelli. Si infilò il suo e, aprendo la teca della foto, vi conservò quello di Kensi.

-Dovrò chiedere a tua madre la chiave della teca.-

-Non farà problemi.- rispose lei rassicurante prendendolo per mano.

-Mi sarai accanto?-

-Sarò sempre con te ad ogni passo che farai. Anche se non mi vedi, io sarò con te.- e baciandolo a fior di labbra sparì.

 

Era stato qualcosa di irreale, ma Deeks sapeva che era davvero successo.
Anche questa volta, quest'ultima volta, avevano scherzato e lei l'aveva preso in giro, ma era anche stato diverso perché lei lo sapeva: sapeva che lui l'amava e lui sapeva che anche lei lo amava.
Deeks si allontanò da quel luogo tranquillo e silenzioso che parlava di morte, ma sorrideva perché ora non era più buio e vedeva tutto più chiaramente perché Kensi gli era vicino.
E lo sarebbe sempre stata.

 

*************************************************************************************

*la prima parte del discorso viene effettivamente pronunciata da Hetty nella 2x02; la seconda parte invece viene in realtà detta da Callen nella 1x14

**riferimento agli episodi 6x22 e 6x23 della serie NCIS, che poi sono quelli che hanno dato il via a NCIS: LA

***riferimento all'episodio 1x07 (la descrizione e la battuta di Sam) e all'episodio 1x06 (la battuta di Callen).

 

NOTA DELL'AUTRICE: salve cari lettori! Siamo arrivati all'epilogo alla fine, uff >_< Mi scuso per la lunga attesa e spero ne sia valsa la pena XD Fatemi sapere cosa ne pensate sia di questo epilogo che, ora che è finita, di tutta la storia in generale. Non vergognatevi di fare lunghe recensioni, sono fra le più belle ;) E mi farebbe molto piacere anche leggere i pareri di coloro che fin'ora hanno solo letto, sono curiosa! :3
A proposito, che ne pensate della partecipazione speciale della squadra di Washington? Ve l'aspettavate? ahaha
Ringrazio tutti coloro che hanno seguito la fic fino alla fine e Toru85, Black Hawk 23 e LoveChiara per aver recensito lo scorso capitolo. Spero di rincontrarvi in altre ff e/o recensioni, grazie di tutto! :')

  
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