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Autore: SanjiReachan    04/01/2013    6 recensioni
La mia storia si svolge in una città del Mare Orientale, quando l'era della pirateria è appena iniziata.
Più precisamente in un asilo.
Avete capito bene, la vicenda che ha per protagonisti Zoro e Sanji (insieme al resto dei Mugiwara) sarà un pò diveversa dal solito.
Quali aspetti cambiano dai 19 agli 8 anni??
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rea's Corner x3
Salve a tutti!!!
Vediamo, come dire? Ecco il nuovo capitolo e... *viene colpita da mille tipi di armi e verdure marcie diverse e si nasconde* 
Okkey, lo so che sono in ritardo...
*coro*: E QUESTO ME LO CHIAMI RITARDO!
... di quasi un anno ma...
*coro* E TI PRESENTI COSì??
Massì, massì!! Scusatemi, ecco!!
*coro* ... 
Ho avuto un brutto blocco, ma l'importante è che ora sono qui no? Bè, per tutti quelli che hanno ancora il coraggio di seguire la storia, ecco un piccolo riassunto dei capitoli precedenti:

*canzoncina* Erase Rewiiiiind http://www.youtube.com/watch?v=yzibA7YP7VM

NEI CAPITOLI PRECEDENTI...
L'era della pirateria è appena iniziata, quando in un villaggio tranquillo del Mare Orientale un bambino di nome Sanji incontra Zoro, ragazzino di cui non si sa niente, che sembra essere comparso dal nulla.
Fanno amicizia, e Sanji si affeziona tantissimo a Zoro, quando una nave di pirati approda un giorno nel porto della tranquilla cittadina.
La nave viene distrutta dal vecchio maestro di spada di Zoro, che è l'unico sopravvissuto del loro villaggio, quindi il piccolo spadaccino prova a scappare, ma Sanji lo insegue, non sapendo che è lui l'obbiettivo di quei pirati.
Infatti Zoro è l'unica cura per estinguere l'operazione Apocalissi, un antico progetto avviato da dei ricercatori per recuperare le memorie di popoli ormai scomparsi, ma che purtroppo è finito in mani sbagliate, nelle mani del pericoloso pirata Jerez, che usa questa sostanza per diffondere panico e dolore.
Ora Jerez e l'altra sua flotta di pirati hanno attaccato la città, venuti a sapere della presenza di Zoro in quelle vicinanze.
Starà ai due piccoli, insieme ai loro alleati ricercatori, combattere per salvare la loro città e per liberare Zoro dalla minacciosa presenza dei pirati.


Capitolo 12: Atti di coraggio

Sanji correva forte, con il cuore che batteva all’impazzata e il vento che fischiava nelle orecchie.
Teneva gli occhi serrati, e cercava di sopportare lo sforzo che stava costringendo le sue povere gambe a fare.
-Cuoco! Fermati un attimo!-
Dietro di lui la voce di Zoro gli arrivava al quanto affannata e ansimante.
-Dove credi di andare! Non abbiamo un piano… non abbiamo la minima idea di quello che troveremo in piazza!-
Parli proprio tu Marimo… credo tu sia l’ultimo che potrebbe venirmi a fare una paternale sui colpi di testa… pensò Sanji.
Tuttavia si fermò comunque. Ritornò sui suoi passi, giusto il tempo di dire a Zoro:
-Non so cosa troveremo, so solo che hanno rapito tutti gli abitanti, e io devo…- mentre parlava iniziò a balbettare. Era difficile da esprimere, ma lui sentiva come se li dovesse proteggere, in qualche modo. E questo suonò come una contraddizione alle sue stesse orecchie. Come poteva un bambino di appena otto anni combattere contro un’intera flotta? Perfino lui non riusciva a capacitarsene.
Con le mani entrambe davanti al viso, puntò lo sguardo verso il cielo, come faceva di solito quando era sovrappensiero. Era una bellissima giornata, il cielo era vagamente oscurato da qualche nuvola di passaggio. Potevano essere le undici, mezzogiorno al massimo. Sanji sentì all’improvviso un rumore sinistro provenire dal suo stomaco e solo allora si accorse che aveva una fame tremenda. Dopo tutto, da quanto non mangiava?
Non si preoccupò più di tanto comunque, aveva passato molti più giorni senza la lontana ombra né di cibo, né di acqua. In compagnia di quel vecchio decrepito…
Ah… il vecchio. Probabilmente era in piazza, insieme a tutti gli altri cuochi e lavoratori del Baratie.
Doveva aiutarli. In fondo era anche un po’ colpa sua, no? Colpa sua se aveva messo tutti in pericolo parlando con quello strano ragazzino, parecchi giorni addietro. Solo perché non era riuscito a tenere a freno la curiosità, solo perché lo aveva trovato così maledettamente in pena, come un cucciolo abbandonato. Si… uno scontroso cucciolo abbandonato dai capelli verdi!
-Ehi… cuoco.-
Sanji sussultò volgendo lo sguardo a Zoro, che ormai era poco distante da lui.
-Qual è il piano?-
-Torniamo da Lara. Spieghiamole cos’è successo. Insieme penseremo ad un contrattacco.- disse Sanji senza esitare, guardando un punto fisso  davanti a sé per non andare incontro agli occhi perforanti dello spadaccino.
Poi, dei passi improvvisi si fecero avanti nel silenzio che echeggiava tutt’intorno, e l’eco di alcune risate si levò alto nell’aria.
-Davvero stiamo facendo tutto questo casino per un marmocchio?-
-Lo sai com’è il capo… dev’essere qualcosa di grosso per coinvolgere un’intera città. E poi, a noi tocca solo prendere gli abitanti e scortarli in piazza, dato che non sappiamo nemmeno che aspetto abbia questo ragazzino…-
-Ma ho sentito che sono approdate alcune navi in porto… e ci sono stati alcuni scontri…-
Sanji rimase immobile, concentrato a scorgere la fonte di quel vociare, quando Zoro, senza tanti mezzi termini, gli afferrò,con tutta la delicatezza che possedeva, il braccio e lo strattonò ferocemente nel vicolo lì accanto.  
-Ahahah, si! Alcuni “ricercatori” che hanno la presunzione di chiamarsi pirati stavano cercando rogne… ma sono in netta minoranza, e li abbiamo sottomessi senza problemi.-
La conversazione durò per un altro po’, fino a quando Sanji e Zoro, nascosti dietro a dei barili nel vicolo, videro i due corsari superarli senza prestare attenzione alle loro ombre nascoste nel buio.
Credendo di essere al sicuro, Sanji si alzò in piedi e abbozzò qualche passo verso l’angolo, giusto in tempo per vedere le schiene dei due allontanarsi e farsi sempre più piccole, così come le loro voci si facevano sempre più sommesse. Si stava proprio girando per dire al marimo che il pericolo era passato, quando urtò col piede un grosso sasso lì vicino. Immediatamente questi rotolò fuori dal nascondiglio facendo risuonare l’eco per tutta la strada che, essendo vuota, risultava essere più rumorosa che mai.
Quello che avvenne dopo fu piuttosto veloce: Sanji arretrò di scatto sentendo il cuore andare a mille, e la paura impadronirsi di lui, Zoro imprecò a bassa voce quelle che sembrarono: “Idiota di un cuoco”, e intimò a Sanji di tornare a nascondersi prima che quei due tornassero.
Intanto, le voci che fino a quel momento erano diventate l’unica fonte di rumore in quella via altrimenti deserta, si fermarono all’improvviso.
Sanji ebbe giusto il tempo di arretrare di qualche passo, prima che il rumore di due uomini che correvano gli riempisse i timpani.
Dopotutto è colpa mia… sussurrò Sanji a sé stesso.
Dopo una manciata di secondi, in cui la sua mente gli ordinava di nascondersi e la sua razionalità di affrontare il pericolo che lui stesso aveva aizzato, il biondino si ritrovò due brutti ceffi davanti agli occhi. La scena rimase sospesa così, in alcuni istanti nei quali Sanji pensava alla cosa migliore da fare in un momento come quello, e i due pirati cercavano di capire chi fosse, e soprattutto come aveva fatto a sfuggirgli quel ragazzino.
Il piccolo cuoco pensò davvero che se nessuno avesse fatto niente, non si sarebbe mai detto che quella era una situazione carica di tensione, ma bensì una scena comica di qualche spettacolo.
Per sua fortuna, però, gli avvenimenti ebbero un risvolto. Il più alto dei due, con i capelli biondi che gli arrivavano alle spalle, prese Sanji per il colletto, o meglio, lo sollevò praticamente da terra, e lo ripose appena fuori dal vicolo, guardandolo con aria di scherno.
-E tu chi saresti?-
Sanji scorse Zoro che guardava inorridito la scena da dietro al suo nascondiglio. Lo vedeva pronto a balzare fuori per aiutarlo, per fare la solita figura dell’arrogante spaccone… ma non sapeva se in quella situazione il suo affascinante sprezzo per il pericolo li avrebbe aiutati, quindi gli fece impercettibilmente segno di no col capo.
Il piccolo spadaccino lo guardò interrogativo, e Sanji alzò gli occhi al cielo con esasperazione. Ma era scemo?  
Non capiva che intere flotte di pirati assetati di sangue lo stavano cercando? E lui era pronto a bruciare la sua unica possibilità di salvezza per tirarlo fuori dai guai per l’ennesima volta?
Non poteva permetterglielo.
Fu per quel motivo che Sanji, senza pensarci due volte, o meglio forse ci aveva pensato fin troppo bene, disse con tutta la determinazione che riuscì a mettere insieme:
-Mi chiamo Roronoa Zoro.-
Una mossa azzardata, certo. Che fece letteralmente sbiancare più di una persona in quella strada.

Ci fu un momento di pace assoluta. Sanji ripercorse mentalmente le parole pronunciate, e più le analizzava, più la mossa di spacciarsi per Zoro sembrava diventare stupida man mano che il tempo passava.
All’inizio, pensò che i due pirati non se la sarebbero mai bevuta, perché iniziarono a squadrarlo dall’altro in basso ripercorrendo con gli occhi tutte le sue forme e lineamenti.
Il piccolo non trovava il coraggio di guardare in faccia il vero Zoro, ancora appollaiato dietro alle casse. Fece più volte mente locale della situazione in cui si trovava, quando alla fine decise che aveva bisogno di un sostegno e così spostò gli occhi in direzione dell’angolo scuro dietro ai due pirati che lo fronteggiavano.
-Roronoa…?- disse uno di questi improvvisamente.
Sanji incrociò gli occhi dello spadaccino. Dall’espressione era terribilmente preoccupato, e lo fulminò con lo sguardo un paio di volte mentre sibilava la frase:
-CHE DIAVOLO STAI COMBINANDO??-
Sanji fece saettare lo sguardo da lui ai due pirati che continuavano a guardarlo chiacchierando sommessamente tra loro.
Era deciso a seguire il suo di piano. Avrebbe preso due piccioni con una fava: si sarebbe fatto portare in piazza per assicurarsi che tutti stessero bene e avrebbe dato il tempo a Zoro per avvertire i ricercatori, o almeno per assicurarsi che stessero bene, così avrebbero potuto organizzare un contrattacco.
-Mmm… che dici? Lo portiamo dal capo?-
-Bè non sono sicuro che sia il vero Roronoa…-
Sanji guardava senza parole i due pirati che si erano girati di spalle, e ora stavano confabulando tra di loro.
In cuor suo sperava che abboccassero, e continuava a lanciare fugaci occhiate a Zoro, che stava ingaggiando una lotta interiore per decidere se rovinare tutto saltando fuori, o rimanere nascosto fidandosi delle intenzioni del cuoco.
A quanto pare alla fine decise di fidarsi perché l’espressione contorta sulla sua faccia si rilassò un poco e fece cenno col capo.
A Sanji venne quasi da ridere, era così buffo!
-Allora.- disse improvvisamente l’uomo di fronte a lui, e il cuoco lo guardò con aria disfida, corrucciando il sopracciglio.
-Se sei veramente Zoro Roronoa ti porteremo dal capo. Lui saprà che fare di te.-
Benissimo! A questo proprio non aveva pensato! Quel “capo” era l’unico che sapeva che aspetto avesse in realtà Zoro, no? Cosa avrebbe fatto quando avrebbe visto che lui non lo era affatto?
Deglutì sgranando gli occhi, mentre i due uomini lo trascinarono su per la strada. Girò un’ultima volta la testolina bionda nel punto in cui doveva esserci il nascondiglio del suo amico, ed eccolo che lo vide sbucare fuori, con una faccia decisamente indecifrabile.
Il suo sguardo era pieno di apprensione, e lo vide stringere le mani a pugno prima di scappare furtivamente via.
Sanji sorrise al pensiero che fosse in salvo, per ora.
*** ***
-Idiota…- mormorò tra se e se.
Ma cosa credeva di fare? Spacciarsi per lui? Quanto tempo sarebbe passato prima che avessero scoperto la verità.
-Idiota!- sbuffò fermandosi e picchiettandosi una mano sulla fronte.
-E sono due…-
Zoro si girò di scatto e si ritrovò davanti a Lara, che gli stava sorridendo.
-Lara! Meno male! Come stanno tutti?-
-Non possiamo lamentarci…- disse Lara con voce distratta mentre si allontanava per cercare qualcosa. –La flotta di Jerez ci ha attaccati, e devo dire che ci ha messo anche parecchio in difficoltà…- continuò cominciando a scavare in una montagna di rottami e ruderi, lasciata lì per terra nella strada vuota.
-Ci stavano quasi per sopraffare, ma alla fine siamo riusciti a mandarli k.o.-
-Quindi… stanno tutti bene?-
-Ehi!- la donna si girò di scatto alzando un sopracciglio e puntandogli un dito contro. –Non penserai mica che siamo degli inetti che lavorano solo in laboratorio, vero? Anni e anni per mare ci hanno temprato, reso forti.-
-Emh, mai pensato!- disse il ragazzino in imbarazzo, dato che era proprio quello che aveva creduto fino a un momento fa.
Lara commentò scettica e finalmente parve trovare quello che stava cercando.
- A proposito, dov’è finito l’altro piccolo?- chiese giratosi di spalle.
“Piccolo”… pensò Zoro sorridendo.
-Stavo per dirtelo… quell’idiota di Sanji si è spacciato per me, e in questo momento lo stanno portando in piazza, dove a quanto pare hanno trascinato tutti i cittadini- raccontò il ragazzino con voce amareggiata solo al pensiero.
-Sai non è proprio un male. Ha guadagnato tempo almeno… il tuo amico è coraggioso.-
-Tempo per cosa?-
Lara si girò allungo una spada lucida.
-Questa la sai usare vero?-
-M-ma come hai fatto?- chiese Zoro afferrando la spada per l’impugnatura e notando quanto fosse flessibile e maneggevole, probabilmente nuova di zecca, ma era impossibile dato che Lara l’aveva tirata fuori da un mucchio di rifiuti.
-Non sei l’unico ad avere talento con queste cose!- gli rispose la ricercatrice prendendo altri pezzi di ferro. –Mai sentito parlare dei frutti del mare?-
E così dicendo lanciò in aria tutti i pezzi di ferro che iniziarono a roteare sospesi in aria, sulle loro teste.
Mano a mano ognuno di loro si andò a posizionare, come per i pezzi di un puzzle, all’interno dell’altro, combaciando alla perfezione.
In un batter d’occhio si era formato un enorme bazooka, che Lara afferrò agilmente.
-Su, andiamo. Penseremo a un piano d’attacco per distruggere una volta per sempre Jerez e la sua ciurma di dannati.- disse decisa superando lo spadaccino a grandi falcate.
Zoro rimase un po’ perplesso, ma poi decise di seguirla. Era l’unica speranza per liberare Sanji e gli altri.
*** ***
Camminavano velocemente, e l’eco dei passi rimbombava per le strade deserte.
O meglio, quei due uomini camminavano, Sanji si limitava a trotterellargli dietro, cercando di raggiungerli, ma loro erano molto più alti del bambino, ed ogni passo valeva almeno 5 di quelli del biondo, e quindi faceva abbastanza fatica a seguirli.
-Avanti, sbrigati! Roronoa Zoro.-
Sanji si girò di scatto sentendo quel nome, ma decise interiormente di calmarsi, o avrebbero sospettato qualcosa.
Cosa avrebbe fatto al suo posto il vero Zoro?
-Come faccio a seguirvi e correte così! Non potete rallentare almeno un po’?- disse mettendo da parte tutta l’ansia che provava in quel momento.
-Vedi di muoverti o ti trascineremo per i capelli, capito?- disse il più alto dei due strattonandolo per  il braccio.
-Oi, vedi di calmarti, il capo lo vuole intero!-
Il suo aguzzino rimase piuttosto stupito da quell’ammonimento, ma sembrò obbedire perché lasciò Sanji e continuò a camminare brontolando a bassa voce.
-Lo stavo solo strapazzando un po’…-
A Sanji non piaceva essere in compagnia di quei due, gli ricordavano gli avvenimenti di quella notte, aveva paura solo a pensarci.
Dopotutto, facevano parte della stessa ciurma.
Passò poco che si ritrovarono finalmente a destinazione. Imboccarono un ultimo vicolo e in pochi minuti arrivarono in piazza.
La luce era molto forte e più chiara, in quello spazio enorme all’aria aperta che non era fiancheggiato da case e tetti come le strade che avevano percorso fino a quel momento, tanto che il cuoco dovette socchiudere gli occhi per abituarsi e vedere meglio.
Dopo alcuni secondi in cui aveva messo a fuoco tutte le immagini, sbarrò gli occhi spaventato dalla scena a cui stava assistendo:
Tutti gli abitanti erano in ginocchio, con la testa chinata, sulla pietra nuda di cui era formata la piazza.
Il loro sguardo era cupo, erano stati picchiati, non c’era dubbio, o non si sarebbero mai ridotti in quello stato.
Nami l’aveva detto, che solo poche persone erano riusciti a rifugiarsi nella scuola, ma che presto sarebbero venuti a prendere anche loro perché la “persona” che stavano cercando poteva essere tra di loro.
Quando erano venuti a sapere che era effettivamente Zoro, gli avevano intimato di scappare via, di rifugiarsi.
Ma Zoro e Sanji non se n’erano andati per scappare, no. Loro stavano cercando di tornare da Lara, per aiutare gli abitanti.
Dal momento in cui i due uomini con il ragazzino erano entrati in piazza, molte teste si erano girate a guardare.
Ed erano sempre di più quelli che si voltavano e talvolta si mettevano a bisbigliare, man mano che Sanji veniva scortato al centro della piazza, tramite una specie di cammino che si faceva strada tra la folla di “prigionieri”.
Il biondino si sentiva quasi come un carcerato che veniva portato al patibolo, e quella sensazione non gli piaceva affatto.
Le gambe iniziarono a non sorreggerlo più, lentamente il piccolo cuoco sentiva la sua forza venirgli meno.
Quasi tutti gli abitanti ora si erano girati a guardarlo, e sentiva i loro bisbigli.
-Quello non è il ragazzo di Zeff? Uno dei cuochi del Baratie?-
-Massì è Sanji! Ma cosa sta facendo?-
Pregò di avere solo immaginato di sentire il suo nome tra quei mormorii, e soprattutto sperò che i suoi aguzzini non l’avessero udito.
Ebbe abbastanza forza da sollevare la testa e cercare con lo sguardo qualche faccia familiare, ma non trovò nessuno dei suoi amici, dei suoi insegnanti o del personale del ristorante.
Arrivati al centro della piazza, proprio dove era stato posizionato una specie di “piattaforma”, si fermarono e fecero girare Sanji, in modo che guardasse la folla.
Ma Sanji teneva gli occhi bassi, non riusciva a fissare quelle persone, si sentiva responsabile di quella tragedia.
-Signori! Avete cercato di opporvi, ma non siete comunque riusciti nel vostro intento! Abbiamo trovato il ragazzo che tanto avete cercato di nascondere.-
Il piccolo ascoltava cupo, sentendo i mormorii della folla aumentare.
-Abbiamo motivo di credere che questo ragazzo, sia la persona che vi ha causato tutti questi guai! Per colpa sua, avete subito i nostri attacchi! Per lui siamo venuti fin qui distruggendo ogni cosa si parasse sulla nostra strada!-
-E’ colpa di questo insulso ragazzino!-
Sanji si sentì spingere da dietro, le sue gambe vacillarono e cadde con un lieve tonfo a terra, piegato sulle ginocchia.
-Guarda tutti quelli che per colpa tua hanno sofferto! Roronoa Zoro!-
Uno dei due corsari alzò con una mano la faccia del bambino, e finalmente Sanji guardò tutta la folla… tutto il suo villaggio.
La folla era scossa, intimorita.
Tutte quelle persone… tutto per colpa sua.
Sanji non poté evitare le lacrime che bruciavano calde agli angoli degli occhi, e ne iniziò a versare una alla volta, dolorosamente in silenzio.
Se non avesse parlato con quel ragazzo…

-Non ti sarai mica offeso… Sopracciglio?-
-E dimmi come ti chiami, altrimenti sarò costretto a darti del Marimo per tutta la vita.-
-Hai intenzione di starmi tra i piedi per così tanto tempo?

Se non si fosse affezionato a lui…

-Marimo.-
-Che c’è adesso?-
-Io non dormo senza la buona notte.-

Probabilmente sarebbe andato via da quell’isola molto tempo fa… e nulla di tutto quello sarebbe mai accaduto.
-Non vuoi chiedere scusa a questa povera gente? Non hai il coraggio di chiedergli perdono?-
Le lacrime continuavano a scendere, mentre sentì una mano strattonargli forte i capelli.
Poi il suo sguardo si fermò su delle facce conosciute…
Rufy, Usopp, Bibi, Nami, Franky e tutti gli altri erano lì, proprio davanti a lui.
Lo guardavano spaventati, sconvolti. Doveva essere forte… per loro… per tutti loro!
-Non mi pento di niente…- disse con voce flebile.
-Che cosa? Non riesco a sentirti…!-
-Io non… Io non mi pento di niente.- le lacrime si erano fermate.
-NON MI PENTO DI NIENTE!!-
-SANJIIIIIIIIIIIIIIII!-
Una voce tra la folla richiamò l’attenzione di tutti.
Un ragazzino dal cappello di paglia si era alzato in piedi, e urlava il suo nome…
-Sanji?- domandò il pirata.
Il biondino si accorse che c’erano altri corsari armati di fucile erano tutt’intorno alle persone, tenendole sotto tiro col fucile. Iniziarono a guardarsi spaventati, non credendo alle loro orecchie.
-Come ha detto che ti chiami? Sanji?-
Il pirata biondo lo lasciò andare brutalmente e lo fissò digrignando i denti.
-E’ vero! Lui non è Zoro Roronoa! Sono io!- urlò ancora Rufy.
-COSA??-
-No! Non è lui! Sono io!- Urlò Brook, alzandosi a sua volta!
-Non diciamo sciocchezze! Lo sanno tutti che io mi chiamo Zoro!-
Nami, Bibi, Robin, Ace, Sabo, Chopper… tutti i suoi compagni erano in piedi a difenderlo.
-Ma cosa state dicendo! Così mi confondete! Seduti, SEDUTI!!-
All’improvviso era scoppiato il caos, tutti i cittadini erano alzati, urlavano a gran voce, e tutti dichiaravano di essere “Zoro Roronoa”.
Ci fu un attimo di panico per i pirati, in cui si sentirono dei colpi di sparo provenire dal fondo della piazza.
Tutti zittirono improvvisamente.
-SILENZIO!- urlò l’uomo che aveva sparato.
La folla rimase calma e impaurita.
-Capitano!- mormorarono i due uomini dietro le spalle di Sanji, e per un attimo il piccolo rimase completamente immobilizzato.
-Io lo so chi è Roronoa Zoro!- continuò l’uomo facendosi strada verso il centro della piazza.
-E non è nessuno di voi!- continuò con voce possente.
Rufy non aveva smesso di guardarlo imbronciato, con aria di sfida.
-Idiota! Avevi detto che quello era Roronoa!- sibilarono i pirati in preda al panico.
-A dirla tutta il vero Roronoa è proprio qui, fra di noi! Quando uscirai finalmente allo scoperto? RORONOA ZORO!-
 
  
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