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Autore: WtFerdie    04/01/2013    2 recensioni
"Prendi l'autostrada per l'inferno, poi la scalinata verso il paradiso."
Sono Megan, una ragazza di 16/17 anni. La mia vita è semplicemente un'inferno, tra quei bastardi dei miei compagni e mia madre (se così la posso definire). L'unica cosa positiva sono Laura, il mio migliore amico James e Sally.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Le vacanze natalizie erano finite. Ricominciò la scuola, anzi, l’inferno. Molti la pensano come me, ma per diversi motivi. A me non dispiace vedere i prof e tutto quanto. Sono i miei compagni e altri che proprio vorrei non esistessero. Se fosse per me studierei da privatista. Avrei certo meno problemi, ma mia mamma non vuole. Dice che va benissimo quella che frequento. Ancora non capisce che quelli mi voglio morta. Sul serio.
 
Rimasi un po’ a fissare i poster che avevo appeso sul soffitto. Il mio preferito è quello con Dave Grohl  e Taylor Hawkins. Se mai dovessi lasciare questa casa, sicuramente me lo porterei con me. Dopo aver fatto colazione dissi a mia madre che andavo a scuola. E invece andai a casa di James. Era da natale che non lo sentivo. La casa sembrava vuota, nessuno veniva ad aprire. In quel momento passò la vicina, Breanna.  È una donna sulla settantina molto simpatica.
“Cara, stai cercando il giovanotto che abita qua?”
“Si, signora. Sa per caso se non usciti?”
“Oh, cara, non sapevi che si sono trasferiti?”
“Cosa?! T-trasferiti?! Quando?”
“Il giorno dopo qualche giorno dopo natale.”
 
Non poteva essersene andato di punto in bianco. Che figlio di puttana! Poteva anche dirmelo. Presi il cellulare e impostai il ‘numero privato’ e lo chiamai. Rispose subito.
“Chi è?”
“Potevi anche dirmelo. Ti odio!”
“Nick?! Scusa, io volevo dirtelo ma con quello che è successo la notte si natale tua madre era incazzata e ha litigato che con la mia. Dovevamo già trasferirci qui, ma doveva essere tra due mesi. Lei ha voluto partire subito.”
“Fanculo.”
“Se vengo oggi stesso e dormo da te? Al diavolo la scuola. Prendo il treno e arrivo tra un paio d’ore. Sempre se non c’è tua madre però...”
“Oggi ha detto che andava a dormire a casa di un suo collega per lavoro.” Certo..’lavoro’.... Crede che io sia nata oggi?!
“Ti aspetto”
 
Non avevo voglia di andare a scuola. Feci un breve giretto. Lungo il tragitto per casa vidi Adam da l’altra parte del marciapiede. A quanto pare anche lui aveva avuto l’idea di farsi una passeggiata piuttosto che stare in una fottuta classe. Non mi vide. Dovetti fare il giro più lungo perchè c’erano alcune colleghe di mia madre e non volevo farmi vedere da loro. Incontrai Adam per la seconda volta e mi vide, ne ero sicura. Ma non mi salutò lo stesso. Màh. Quando James arrivò per poco non gli saltavo addosso per abbracciarlo. Mi limitai a dirgli “Ciao.” Lo ammetto, sono patetica!
 
“Sai, ho una bella notizia!”
Eravamo seduti sul letto con la luce spenta e ascoltavamo un po’ di musica dal mio vecchio MP3.
“Vuoi dirmi che non te ne vai più? Se non è così allora non dirmi niente fino a domani mattina.”
“Okay.”
Andò a finire che ci addormentammo senza accorgercene. Quando mi svegliai cercai di stiracchiarmi, ma non potei farlo. Avevo le braccia di James intorno a me. Mi sentivo come un’orsetto di peluche. Questo pensiero mi dà un po i brividi, però speravo si svegliasse tardi. E invece no. Sentii che si allontanava un po’.
“Dormito bene?”
“Si...” Si stiracchiò. Aveva gli occhi socchiusi per la luce. Si coprì con una mano per farsi un po’ d’ombra.
“Cosa mi volevi dire ieri?”
“Ieri?! Ehm...ah, sì. Ho conosciuto una ragazza qualche settimana fa.”
“E quindi?”
“Ci siamo messi insieme.”
“Ah. Bello.” Bello un cazzo! Scesi dal letto.
“Qualcosa non va?”
“Eh?! No, va tutto bene...” Mi credette.
 
Alla fine non è molto sveglio quel ragazzo. Infatti quando ha sentito per la prima volta Aliens Exist per poco non cominciava a crederci anche lui. Tutto sommato però non mi dispiacerebbe se esistessero. Magari conoscerei qualcuno e non sarei più tanto sola. A parte James e Laura, gli altri o non mi considerano o mi voglio morta. Bell’affare la vita! È proprio come stare in un’autostrada per l’inferno, ogni giorno peggiora sempre di più. Se non altro un giorno potremo dire di aver sofferto per conquistarci il paradiso. Allora tutti i problemi saranno risolti. Nel frattempo continuo a percorrere questa strada.
 
Dopo aver riaccompagnato James in stazione andai a scuola prima di finire nei guai con mia madre. Però i miei amorevoli fottuti compagni erano in vena di festeggiamenti per il mio ritorno. Prima mi fregarono il portafoglio, per fortuna con solo 5 dollari, poi per poco non mi rompevano qualcosa. Dio, quanto li odio! Durante l’intervallo una tipa grossa il doppio di me mi bloccò nei bagni e mi sbatté contro lavandini. Per poco non ci rimettevo qualche vertebra. Caddi perchè il dolore era troppo acuto.
“Allora, come stai? Hai passato una bella giornata?”
“Se tu...non fossi nata...starei meglio...di adesso.”
Cercai di rialzarmi ma mi diede un calcio al braccio con cui mi stavo aiutando. Picchiai il gomito a terra. Lei mi tirò su prendendomi per la maglietta.
“Ora vado. Non voglio mica arrivare tardi a lezione.” Mi sorrise. Uscì e chiuse la porta. Avevo le fitte alla schiena. Che merda!
  
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