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Autore: DurdenKurtz    23/07/2007    8 recensioni
Parodia infame e crudele dei Promessi Sposi di Manzoni.
Genere: Commedia, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole non era ancora del tutto uscito allo scoperto, quindi i Teletubbies erano ancora nei loro lettini. D'un tratto Teletubbielandia si riempì di un nero fumo.
Era arrivato Fra Pappone in sella alla sua Harley-Davidson. Scese, inclinò la moto sul cavalletto, si tolse gli occhiali da sole. Aveva una barba lunga in stile Rob Zombie, ma i capelli avevano il tipico taglio da frate, con la parte centrale pelata insomma. Aveva un giubbotto di pelle, e sotto c'era una maglietta di Ozzy Osbourne. Prese il suo fedele mitragliatore a ripetizione. D'un tratto arrivò il Teletubbie rosso, Po.
"Ciao ciao" disse Po
"Ciao ciao" disse Pappone, e gli mandò una pallottola in testa che lo stese all'istante.
Si girò e sparò a LaLa, uscito per vedere cosa succedeva, dritto sulla fronte.
Poi colpì il Tubbie verde, ovvero Dipsy, che era uscito per andare a comprare le sigarette, con un cazzotto sui denti che lo lasciò mezzo morto e mezzo vivo.
Arrivò TinkyWinky. Gli allungò una mazzetta di soldi.
"Hai fatto un buon lavoro Pap. Sei riuscito ad ammazzarmi quei rompipalle dei miei fratelli, adesso mi intasco l'eredità..." disse TinkyWinky sghignazzando.
"I soldi...avevamo concordato tremila..." disse Pappone "Qui ne vedo duemila e cinquecento..."
"E' tutto quello che..." ma Pappone gli mollò un calcio in mezzo alle gambe, il suo punto debole, e uccise all'istante.
"L'unico Teletubbie buono è un Teletubbie morto" e detto questo rimontò sulla Harley e sfrecciò verso Caccia-e-pesca-renico.
Il cuore del frate era pieno di pensieri. Perchè Lucia l'aveva fatto chiamare con tanta sollecitudine? La sua migliore dipendente voleva forse licenziarsi? Senza di lei gli affari sarebbero andati in malora...
Il padre Pappone da Tubbielandia era un uomo più vicino ai cinquanta che ai quaranta. Non era sempre stato un pappone, il suo nome di battesimo era Likjelroftosvipimikertyumvart, soprannominato Franco per brevità. Quando sua madre era stata in grado di pronunciare il suo nome lui si era già diplomato, e dire che lo aveva scelto lei.
Era figlio di uno spacciatore di Smarties, che trovandosi assai fornito di beni, aveva rinunziato al traffico, e s'era dato a viver da nullafacente.
Ma un giorno gli capitò un incidente che avrebbe cambiato la sua inutile vita. Andava un giorno per la città accompagnati dalle sue bodyguards e dal suo servitore metallaro, detto Pippone. Era questi il suo migliore amico, più grande di lui, e lo aveva visto nascere, mangiare, dormire, lo seguiva dappertutto peggio di un maniaco.
Ad un tratto il nostro Likjelroftosvipimikertyumvart vide spuntare un suo rivale, bastardo come pochi, era seguito da quattro bravi e sfoggiava un dito medio alzato. Si vennero incontro, e la consuetine di Tubbielandia diceva che quando due tizi si camminavano davanti dovevano per forza di cose sfidarsi a duello.
"Guarda chi si vede, Likjelroftosvipimikertyumvart!" disse il tizio.
"E cosa abbiamo qui, Pakarivostoklasvogramoriumandrumanklerendiumpakarino!" disse Likjelroftosvipimikertyumvart.
Quando ebbero finito le presentazioni era già passato un anno e mezzo, si erano anche scambiati i regali di Natale.
Estrassero le spade. Franco (ovvero Likjelroftosvipimikertyumvart) e Pietro (ovvero Pakarivostoklasvogramoriumandrumanklerendiumpakarino) si prepararono a combattere.
"Nel mezzo, vile meccanico; o ch'io t'insegno una volta come si tratta co' gentiluomini".
"Voi mentite ch'io sia vile".
"Tu menti ch'io abbia mentito".
"Tu menti dicendo che io abbia mentito dicendo di aver mentito che io sia vile."
"Tu menti dicendo che io abbia mentito dicendo che tu abbia mentito dicendo di aver mentito che voi abbiate mentito che voi siate vile"
"Che cosa?" dissero i servitori
"Adesso vediamo chi abbia mentito dicendo che io abbia mentito dicendo...insomma quella cosa lì!" disse Franco.
"Ah! Temerario! Macchierò la mia spada col tuo vile sangue!" rispose Pietro.
"Spada? Chi ha parlato di spada?"
Franco estrasse il mitragliatore e cominciò a sparare gridando "Libertààààà" (aveva appena visto Braveheart)
Sbagliò mira. Ammazzò Pippone. Ci avrei scommesso.
Pietro gli fece causa per danni psicomorali. La moglie di Pippone chiese il risarcimento per il marito che aveva pagato fior di quattrini, comprato in saldo. Franco dovette spendere una miliardata. Finì in rovina. La famiglia lo abbandonò sull'autostrada. Il suo cane lo lasciò per un Golden Retriever.
Poi un giorno giunse a Caccia-e-pescaenico. Si fece la cittadinanza sotto il nome di Pippone, per ricordare il suo defunto amico, ma sbagliarono a scrivere, A al posto di I. Lì, a Caccia-e-pescarenico Pappone fondò il suo bordello e fece fortuna. Non gli era andata poi tanto male, pensava, almeno finchè non conobbe Manzo.
  
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