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Autore: bowaxel212    05/01/2013    3 recensioni
Il protagonista di questa storia è Mason Parker, ragazzo appena trasferitosi a Beacon Hills.
Qui scoprirà un mondo dove le leggende sone reali, un mondo a lui sconosciuto ma al quale è appartenuto inconsapevolmente sin dalla nascita.
DISCLAIMER: i personaggi appartengono ai legittimi proprietari!
Genere: Azione, Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO, BUONA LETTURA E RICOARDATE, LE RECENSIONI SONO SEMPRE GRADITE
 
Un taglio, poi ancora un altro, con rapidi colpi di forbici, Diana tagliò i gambi delle rose rosse.
Era circondata dai fiori, ghirlande funebri, regali di persone che erano andate a porgerle le loro condoglianze, ma tra tutti i fiori aveva trovato quelle rose particolarmente belle e aveva deciso di metterle in un vaso.
Un altro colpo di forbice e un altro gambo volò nel lavandino seguito subito da una lacrima della donna.
Ora poteva considerarsi una donna davvero sola, una volta diventata vedova le si era aperto un vuoto nel petto, per fortuna aveva accanto suo figlio, ma adesso che anche lui era morto che senso aveva andare avanti.
Coi giorni aveva visto Mason superare gradualmente la morte del genitore, mentre lei non riusciva a farsene una ragione, aveva visto suo figlio innamorarsi, la cosa le aveva riempito il cuore di gioia.
Solo quando seppe che quell’amore era stata la causa della morte del figlio si sentì sprofondare, con lei la vita era stata ingiusta, ma con quel ragazzo era stata crudele.
Dal canto suo Diana non incolpava la povera Sharon, la poverette era stata assoggettata da un potere più grande di lei, era consapevole del fatto che anche la giovane stava soffrendo terribilmente per quello che aveva fatto.
Adesso quella stessa ragazza era seduta sul divano di casa sua, stringeva un piatto con dentro una fetta di torta rimasta intoccata, la giovane aveva lo sguardo perso nel vuoto, gli occhi gonfi di pianto così simili a quelli di Diana.
Un altro colpo di forbici e la donna ritornò a quella mattina, quando si era svolto il funerale.
Suo figlio era morto solo il giorno prima, ma per ragioni di sicurezza lei aveva deciso di tenere le esequie prima possibile, era meglio che nessuno indagasse troppo sulla faccenda.
Secondo il medico legale Mason era stato ucciso da una bestia feroce, il morso sul suo braccio lo confermava, il medico legale concluse che il ragazzo si era procurato la ferita mortale cadendo su un ramo appuntito.
Derek e Peter si erano scervellati per fare in modo che la scena fosse credibile, spostando il cadavere nella foresta e procurandogli, seppur con un senso di nausea alcuni graffi sulla schiena.
Diana ritornò con la memoria al momento in cui la bara calò nella fossa, in quel frangente non riuscì a trattenere il pianto, al suo fianco Chris le strinse una mano per consolarla.
Dietro di se la donna sentì un’altra persona piangere, era Sharon, in quel momento la odiò, era stata lei a uccidere il suo bambino.
Ma guardandola meglio si accorse di quanto la tristezza che provava fosse reale, vide le lacrime che versava la giovane e capì che soltanto qualcuno che amava intensamente una persona poteva ridursi in quello stato perdendola.
Diana era la madre di Mason, ma quella ragazza era la sua amata.
Con un ultima sforbiciata accorciò anche l’ultima rosa, se la portò al naso e ne inspirò il profumo, guardò d’avanti a se, fuori dalla finestra della cucina, il giorno stava per finire, il sole stava calando.
Le lacrime tornarono a rigarle il viso, senza rendersene conto strinse la rose, le spine le si conficcarono nel palmo della mano, il sangue scorse lungo il gambo gocciolando nel lavandino.
Diana trovò quel dolore confortante, sempre meglio della sofferenza emotiva.
Immersa in quel piacevole dolore avvertì una mano afferragli il polso < Diana, che fai? >  le chiese Allison togliendole la rosa di mano.
Lei non seppe cosa rispondere, ma la ragazza non si aspettava una risposta, afferrò uno straccio pulito e le tamponò i piccoli tagli < come farò adesso? > chiese alla giovane.
Allison avrebbe voluto rispondergli che sarebbe andato tutto bene, ma sarebbe stata una bugia, lei aveva perso sua madre e ancora provava dolore per la cosa, quella donna aveva perso tutto, non sarebbe andata meglio < non lo so > rispose semplicemente lei, senza riuscire a fermare una lacrima, che traditrice, le scivolò lungo una guancia.
Senza accorgersene le due si ritrovarono strette in un abbraccio, la prima perché era consapevole di aver perso la cosa più preziosa, suo figlio, la seconda perché aveva perso un amico e perché si rese conto di quanto la vita facesse schifo.
 
Una volta che il sole fu calato l’intero gruppo rinnovò le condoglianze alla padrona di casa e si congedò, non appena furono fuori dalla casa nessuno di loro disse una parola.
Inaspettatamente videro Derek andargli incontro, il licantropo non si era presentato al funerale, si chiesero cosa volesse < stanotte venite con me > disse semplicemente al suo branco, < perché? > gli chiese Scott, < stanotte ci sarà la luna piena >
< sappiamo controllarci adesso > precisò Erica.
Tutti i licantropi avevano raggiunto un livello di autocontrollo sufficiente, nessuno di loro capiva perché dovessero andare con lui < so che avete raggiunto un ottimo controllo > cominciò Derek < ma avete appena subito una forte dose di emozioni, non sappiamo come reagirete alla cosa > concluse il licantropo.
I ragazzi si guardarono tra loro, l’idea di perdere il controllo li spaventava, così decisero di andare tutti al magazzino per evitare problemi.
Stiles, Lydia e Allison fecero per andare con loro, ma furono fermati da Derek che gli bloccò la strada < voi non potete venire >
< oh si che possiamo > disse Stiles < Sharon sta per affrontare la prima luna piena > disse indicando la licantropa con lo sguardo perso nel vuoto < potrebbe essere pericoloso >
< stanotte nessuno rimarrà da solo > si intromise Lydia < veniamo anche noi > disse a sua volta Allison.
Vedendo che non avrebbe potuto evitare ai tre di seguirli, Derek alzò le mani in segno di resa < come volete, sapete a cosa andate incontro > detto ciò si incamminò verso la Camaro.
Si fermò di colpo nel sentire la voce di Stiles alle sue spalle < saresti potuto venire al funerale, glielo dovevi > quelle parole lo rattristarono, gli riportarono alla mente tutto quello che era successo, la morte così ingiusta di quel povero ragazzo.
Lentamente il licantropo si volto verso il terzetto alle sue spalle < io c’ero > disse semplicemente per poi riprendere il tragitto verso la propria vettura, i tre non potevano saperlo, ma nascosto tra gli alberi Derek aveva assistito alle esequie, l’idea di mostrare in pubblico la propria tristezza non lo allettava.
 
La luna piena era ormai sorta, tutti i licantropi era incatenati per evitare di causare danni nel caso la loro bestia avesse preso il sopravvento.
Fortunatamente nessuno di loro ebbe problemi a controllarsi, solo in alcuni momenti percepivano il lupo dentro di loro scalpitare a dimostrazione del fatto che gli ultimi giorni li avevano segnati nel profondo.
Sharon non riuscì a evitare che la bestia prendesse il sopravvento, trasformata e incatenata era stata separata dagli altri per motivi di sicurezza.
Inaspettatamente la licantropa non strattonava le catene, non ululava, non ringhiava, si limitava a starsene seduta e osservare la luna.
Stiles avrebbe preferito che gli ringhiasse contro, il fatto che la tristezza della giovane avesse influenzato anche la bestia era straziante.
Derek provò ad avvicinarsi, per tutta riposta la ragazza fece scattare gli artigli e lo ferì all’avambraccio, era calma ma sempre pericolosa.
Stiles andò a sedersi al fianco si Scott, seguito da Lydia, l’amico teneva stretta la mano di Allison.
Tutti e quattro guardavano la luna ormai alta nel cielo < che schifo > disse Stiles < già > convenne Scott.
Senza pensarci la rossa afferrò la mano del ragazzo al suo fianco, in una situazione differente Stiles sarebbe stato la settimo cielo, ma in quel momento si limitò a stringerle la mano a sua volta, contento del conforto ricevuto e consapevole del fatto che ne stava dando alla ragazza a sua volta.
I quattro passarono la notte in questo modo, senza sapere cosa stava accadendo a pochi chilometri di distanza.
Nel cimitero la luna illuminò la lapide di Mason, l’ambiente era completamente rischiarato da quella luce così intensa.
L’influsso della luna permeò nel terreno, l’intera natura ne sentì gli effetti.
Gli influssi della luna attraversarono i vari strati di terra fino ad arrivare alla cassa dove era deposto il corpo del giovane, nemmeno il legno riuscì a fermarli.
Nel silenzio della morte, nella buia e stretta bara, Mason riaprì improvvisamente gli occhi, non più castani ma di un intenso color argento.
 
 
LE NOVITA’ NON SONO FINITE.
RINGRAZIO DI NUOVO CHI SEGUE  E RECENSISCE LA MIA STORIA.
AL PROSSIMO CAPITOLO
 
  
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