Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: Charlie Cleaver    05/01/2013    2 recensioni
"Solitamente sono le persone più sarcastiche ed acide ad innamorarsi."
Alexandra Gascoyne, attrice australiana di film indipendenti, non può certamente concordare con una frase così stupida.
Nemmeno dopo essersi trovata davanti all'amico di suo fratello James.
La sua scelta è chiara e palese: non ha intenzione di innamorarsi, men che meno di qualche attore ricoperto di splendente celebrità. Nemmeno se l'attore in questione è Tom Hiddleston.
***
« Sei solito mettere le mani dove ti pare? »
Chiese Alexandra con insolenza, mentre portò gli arti ad incrociarsi sul petto.
Tom venne preso di sprovvista, non sapendo cosa rispondere.
« Mi verrà tagliata la mano, per caso? »
Domandò a quel punto, incuriosito da quella reazione.
«Può anche darsi, Mr Hiddleston, può anche darsi. »
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Black Heart'
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Capitolo XIII

- Happy New Year -






Una festa tra amici, per Capodanno, era essenzialmente quello che ci voleva per tornare all'apparente normalità londinese.

L'idea di fare il salto dall'anno vecchio a quello nuovo insieme a Tom elettrizzava Alexandra e, al tempo stesso, la spaventava. Avrebbero resistito come coppia?

Era forse troppo presto per dirlo, ma l'idea che qualcosa potesse andare storto rimaneva viva e accesa nella sua mente.

Per quella sera, tuttavia, avrebbe dovuto occuparsi di ben altro.

L'obbiettivo principale?

Lasciare la mente leggera ed impedire a qualsiasi pensiero gravoso di impossessarsi di lei. E, soprattutto, divertirsi.

A prendere il taxi a Londra si sentiva un po' catapultata indietro nel tempo, quando lavorava a New York per il suo nuovo film e quando ancora pensava che intraprendere una relazione con Tom Hiddleston fosse solo un amaro scherzo della natura.

La festa era stata organizzata da un gruppo di amici di suo fratello che, per qualche fortuita coincidenza, rientravano nelle conoscenze anche di Tom. Si trattava di Anthony Brown e Michael Rowland, entrambi produttori nascenti, di buona famiglia e, specialmente, di spirito allegro e amichevole.

Era questo che serviva ad Alexandra. Qualcosa di felice, qualcosa di leggero che non la complicasse troppo e pareva che tutta quella situazione che stava vivendo fosse l'ideale.

Quando scese dal taxi, la giovane attrice australiana si ritrovò esattamente davanti alla casa – o, per meglio dire, villa immensa – dei suoi amici. Venne accolta in essa, ben sapendo che ad attenderla ci sarebbe stato Tom.

« Devo limitarmi a spalancare le labbra dalla meraviglia o ho il permesso di fare qualche commento? »

« Magari i commenti tienili per dopo... »

Si alzò sulle punte per poterlo baciare e sorridergli come ultimamente sapeva fare.

Giacca, cravatta e il profumo che gli aveva regalato per Natale.

Impeccabile e straordinariamente perfetto.

Si erano incontrati a seguito del ritorno di Alexandra dall'Australia. L'attore inglese aveva apprezzato il suo regalo, mentre lui le aveva donato un bellissimo bracciale che, per quella stessa sera di Capodanno, Alexandra non aveva potuto che indossare, abbinato ad un semplice quanto perfetto abito bianco.

Dopo qualche saluto e ringraziamento per la festa, entrambi si dedicarono ad una semplice chiacchierata, intervallandola con qualche piccola dolce effusione non troppo marcata.

Tutti e due avevano uno spiccato senso del pudore e mai in pubblico avevano osato scandali che invece altre celebrità, anche più giovani di loro, avevano azzardato senza vergogna.

Tom sapeva coglierla come un piccolo fiorellino delicato, trattandola come una vera principessa. Un'idea che, probabilmente, qualche mese prima avrebbe disgustato Alexandra. Eppure ora non disdegnava quell'atteggiamento da parte dell'inglese. Anzi, stava imparando ad adorarlo senza troppa difficoltà.

« Propositi per il 2013? »

Chiese Alexandra, mentre sviava lo sguardo dagli occhi di Tom, intenti a scrutarla attentamente.

« Riuscire a staccarmi dal cinema per un po' e tornare a teatro. »

Sorrise, inumidendosi le labbra con un goccio di vino bianco dal proprio bicchiere, che teneva saldamente stretto nella mano.

« E poi... » continuò chinandosi verso di lei, parlando sottovoce « … direi che stare con te sia il miglior proposito che si possa desiderare. »

In quel momento Alexandra ebbe un lungo brivido lungo la schiena, che le impedì di dare una risposta immediata ed adeguata alla situazione. Questo era il magico potere che l'attore inglese esercitava su di lei. E sembrava riuscire molto bene in quell'intento che – anche se non ne era assolutamente certa – pareva piuttosto involontario.

« Come sei pretenzioso, Hiddleston... »

Ciononostante, l'attrice australiana riuscì a ritrovare la propria tenacia e a replicare in modo piuttosto soddisfacente.

O almeno così sperava.

« Però per qualche strana coincidenza, che non so spiegarmi, il tuo ultimo proposito coincide esattamente col mio. »

Una cosa che, mesi prima, non avrebbe mai detto e, soprattutto, non avrebbe mai pensato.

Tom Hiddleston l'aveva cambiata senza nemmeno volerlo.

Rimasero soli per poco tempo, fino a quando il loro duo non diventò un quartetto con l'aggiunta di James ed Helen.

In particolar modo, il fratello sembrava compiacersi nel vederli così uniti e provava altrettanto diletto ad interromperli nei momenti meno opportuni. E se Tom poteva accettare la cosa con un sorriso e una risata, Alexandra sembrava pronta, da un momento all'altro, a linciarlo.

Con il dovuto affetto, chiaramente.

« E così la mia adorata sorellina ha finalmente aperto le porte del suo cuore, mh? »

Domandò ironicamente James, in un momento di solitudine.

« Vuoi farti gli affari tuoi?! »

Sbuffò Alexandra, arcuando impercettibilmente il sopracciglio sinistro. Il suo lato impiccione non gli era ancora passato, nemmeno in quel periodo in cui, probabilmente, avrebbe dovuto realizzare di essere quasi padre.

Con lui, tuttavia, nulla era certo.

E poi dargli ragione sarebbe stata l'ultima cosa che Alexandra potesse fare. Non solo perché si trattava di suo fratello ma anche perché trovava estremamente difficile credere che quella fosse la realtà.

Questo non voleva dire assolutamente che avrebbe passato il restante della serata ad interrogarsi se davvero stesse frequentando Tom.

Quella era una certezza. Una meravigliosa certezza che non poteva essere infranta in alcun modo.



***



Alexandra era stata a casa di Tom esattamente due volte e non aveva avuto ancora modo di esplorarla per bene.

Aveva semplicemente notato, grazie a qualche fugace occhiata, come le pareti fossero interamente bianche, creando uno strano effetto anche a stare in salotto.

O semplicemente quella stranezza era dovuta al fatto che a quell'ora tarda , dopo aver abbandonato la festa, e ormai nel pieno del 2013 Alexandra fosse a casa sua per un drink.

Tom era sparito, andando sicuramente in cucina a prendere i bicchieri e qualcosa da bere e la sua breve assenza le stava causando non poca agitazione. Aveva l'impressione di essere tornata indietro nel tempo, a quando aveva diciannove anni e un suo amico dell'università l'aveva invitata a casa sua per bere una cosa insieme. Inutile dire che, dopo essersi scambiati un bacio, Alexandra aveva preferito tagliare la corda e scappare a casa.

Seduta su uno dei due divanetti, cercò di non pensare al passato, altrimenti qualunque pensiero l'avrebbe immediatamente riportata a Peter. E quello sarebbe stato un modo molto triste di concludere la serata.

« Ecco qua! »

Per fortuna Tom la raggiunse in poco tempo, sorreggendo due calici in una mano, mentre nell'altra teneva ben stretta una bottiglia di vino. Sulle sue labbra un ampio sorriso e un dolce luccichio negli occhi: aveva appena allentato il nodo della cravatta e si era tolto la giacca nera che aveva indossato per tutta la sera.

Si sedette accanto a lei e lasciò nelle mani di Alexandra un bicchiere, riempiendolo subito senza perdere tempo e facendo la stessa cosa con il proprio, prima di appoggiare la bottiglia sul tavolino del salotto.

« Un brindisi inter nos ci sta, non credi? »

Disse l'attore inglese, tenendo il calice sollevato, incitando Alexandra a fare lo stesso.

« Ci sta perfettamente bene. »

Fecero sfiorare entrambi i bicchieri, producendo un leggero tintinnio e bevvero alla loro stessa salute.

Non c'era momento in cui Tom non la stesse fissando, con quel sorriso dolce stampato sul viso e questo creava ancora più confusione ed agitazione in lei.

Un sorriso. Thomas Hiddleston era in grado di mandarla fuori strada semplicemente con quello.

E tutto questo per un semplice motivo: Alexandra non aveva mai amato davvero.

Non aveva mai provato sensazioni delicate come quelle che Tom sapeva farle vivere anche con un semplice sguardo.

Ma ammetterlo sarebbe stato il passo finale, il traguardo della propria coscienza.

« Non mentivo prima, quando ho detto che il miglior proposito per l'anno nuovo è restare con te. »

« Lo so... »

Ed era vero. Sentiva che quella non era una bugia e questo riusciva a determinarlo chiaramente dal suo sguardo.

Alexandra si sporse verso di lui, socchiudendo gli occhi, e ritrovandosi a baciare le labbra sottili di Tom.

Un tonfo al cuore.

Avvertì le sue mani posarsi sui suoi fianchi e, in un attimo, era stretta a lui nel più intimo degli abbracci. Entrambi i calici vennero dimenticati insieme alla bottiglia di vino sul tavolino accanto a loro, per lasciare spazio a qualcosa di più profondo.

Fu per Alexandra totalmente inebriante rimanere saldamente abbracciata a lui, mentre il respiro di Tom si faceva sempre più presente sul collo della ragazza, lasciando spazio a qualche bacio ancora – per poco – casto.

Aveva perfettamente idea di quello che stava per accadere o che, comunque, sarebbe successo di lì a poco. La sua mente non stava progettando alcun tipo di interruzioni. Anzi, non erano per nulla ammesse.

« Tom... »

Ma anche i piani progettati alla perfezione a volte avevano delle piccole ed inaspettate crepe al loro interno.

Tom si fermò nell'istante in cui Alexandra fece uscire dalle labbra il suo nome.

« Ho... fatto qualcosa di sbagliato? »

Chiese, lecitamente, osservandola con le sopracciglia leggermente inarcate e il timore crescente di aver forse osato troppo.

Alexandra rimase in silenzio e per un attimo le mancò il respiro: era bello. Molto bello e lei era anche fin troppo fortunata.

Si ridestò scuotendo la testa, avanzando le labbra verso di lui e riprendendo con quelle effusioni che la facevano tremare piacevolmente.

Continuarono così per qualche minuto, lasciando che a riempire la stanza fossero gli schiocchi di baci e i respiri mozzati. Non si accorse nemmeno di quanto fosse avvinghiata a lui, di quanto i loro corpi fossero uniti in un unico abbraccio.

Ormai l'attore inglese aveva compreso come i suoi gesti fossero ben accetti, così si separò da lei di qualche millimetro.

« Forse dovremo spostarci da qui, non credi? »

Lo disse in un sussurro, prima di alzare una mano sul suo viso, accarezzandole la guancia sinistra. Seguì con lo sguardo il movimento delle proprie dita, lasciando cadere gli occhi su una ciocca di capelli che sfuggiva dalla bassa coda che la giovane attrice aveva mantenuto da quella stessa sera, per poi tornare a fissarla tranquillamente.

« Brillante osservazione, Watson.»

Rispose a bassa voce Alexandra, con un piccolo sorrisetto sulle labbra.

In quel preciso istante si alzarono entrambi dal divano con lentezza e, con la medesima calma, lasciarono il soggiorno. Oltrepassarono, mano nella mano, il grande albero di Natale che parzialmente nascondeva una libreria di notevole grandezza, per poi salire sull'attico.

La prima porta a destra ospitava la camera da letto: muri bianchi, un enorme letto al centro, uno specchio in un angolo e un grande armadio.

Era questo di cui un uomo aveva bisogno? Era solo questo che necessitava Tom Hiddleston?

Quelle domande futili e stupide non ebbero lunga vita nella mente di Alexandra, perché l'attore inglese riuscì ad occuparla e possederla con un nuovo e passionale bacio.

Faceva uno strano effetto vederlo così, così... ardente. Un aggettivo che non sapeva se fosse più o meno adeguato a lui, ma era l'unico a cui potesse effettivamente pensare in quel momento, travolta da quel susseguirsi incessante di emozioni.

La prima a dare inizio a quella seconda serata fu proprio Alexandra, che slacciò in poco tempo la sua cravatta, lasciandola scivolare come di consueto sul pavimento. Quel gesto fece scattare la molla anche nella mente di Tom il quale, senza alcun indugio, ricambiò nei confronti della donna, iniziando a spogliarla del suo meraviglioso vestito bianco.

Era come la classica scena da film che ne precedeva una d'amore: entrambi velocemente si liberavano dei loro indumenti, contemplavano a vicenda i loro corpi e in un attimo, completamente svestiti, erano già all'opera sotto le lenzuola.

Non sarebbe stato male... sicuramente entrambi l'avevano pensato in un secondo. Eppure loro non erano la classica coppia da cinema, per quanto entrambi fossero piuttosto esperti in materia.

Una volta che Tom, ormai privo di camicia e pantaloni eleganti, riuscì a sfilarle l'abito, fece voltare Alexandra di spalle, per compiere il più semplice dei gesti: slacciarle il reggiseno. Una banalità che poteva essere risolta nel giro di qualche secondo, ma l'attore inglese sembrava avere in serbo per la sua compagnia qualche piccola, dolce tortura.

Chinò il capo su di lei, lasciando dei piccoli e caldi baci sulla pelle del collo, mentre le sue mani lentamente scendevano lungo la sua schiena, fino ad arrivare alla fascia elastica in basso, già pronto con le dita a slacciare i gancetti.

« Hai bisogno di chiamare i rinforzi? »

Alexandra voltò leggermente la testa, notando che, effettivamente, ci stava impiegando più del tempo dovuto.

« Non si... non si sgancia... »

Tom fu costretto ad interrompere ogni coccola possibile, concentrandosi esclusivamente sul reggiseno della donna che aveva cominciato a farlo sospirare.

Lei sorrise e si voltò finalmente in direzione dell'attore.

« Evidentemente sei poco esperto in materia, Hiddleston. »

Gli fece la linguaccia, non perdendo tempo per prenderlo in giro.

Si voltò e lo fece per un valido motivo. Sotto quella leggera derisione, si nascondeva un certo pudore. Dopo Peter non aveva intrapreso più alcuna storia, non aveva più amato nessuno. Non aveva più fatto sesso con alcun uomo. E l'idea che ci fosse qualcosa di sbagliato in lei, il solito sciocco pensiero che terrorizzava qualsiasi donna al primo rapporto con un uomo, la faceva reagire in quel determinato modo.

Perché alla fine Alexandra Gascoyne, nel profondo della sua scorza acida e fredda, era una donna con le sue fragilità e le sue immense insicurezze.

Lentamente sfilò il reggiseno, mantenendo il capo chino. Tom, appurata la sua riuscita, fece un passo verso di lei, poggiandole entrambe le mani sulla schiena.

« In verità è colpa tua, lo so, ma sono troppo galante per poterlo ammettere apertamente. »

Alexandra, ancora le spalle, approfittò di quell'occasione per lasciarsi sfuggire un sorriso dettato dalle sue parole. Dal tono con cui vennero pronunciate. E dai baci dolci che ne seguirono.

« Immensamente galante... »

Ripeté, prima che il respiro potesse mancarle nuovamente, quando Tom l'afferrò per la vita, attirandola a sé.

« Hai paura che scappi? »

« E tu hai paura che ti lasci andare? »

Domande che si completavano a vicenda e che non necessitavano di alcun tipo di risposta.

Si baciarono ancora, stringendosi l'un l'altro, mentre quelle parole rimbombavano nella mente di entrambi.

Tom, nel profondo, temeva di perderla.

Alexandra di essere perduta.

Timori apparentemente irrazionali ma che, con la giusta leva, avrebbero potuto realizzarsi.

Da quel momento in poi non vi furono più parole vane a colmare quella camera da letto, dalle bianche pareti. Tutti e due si sedettero un attimo dopo sul letto e le uniche vere testimoni della passione che li aveva catturati furono le profumate lenzuola, con le quali avvolsero il loro stesso desiderio.

Fare l'amore con Tom non era come fare del semplice e banale sesso. Quello lo faceva con Peter, senza provare un briciolo di eccitazione prima e dopo.

In quei momenti intimi, in cui i loro corpi divenivano un'unica cosa, Alexandra fu certa di essere amata con passione e dolcezza. Con vero sentimento.

L'attore inglese le scivolò accanto, con il petto che si alzava e si abbassava ritmicamente e un sorriso stanco, ma felice, sulle labbra. L'abbracciò, cingendole il fianco destro e donandole un veloce bacio fior di labbra.

Alexandra riuscì ad appoggiare la fronte su quella dell'uomo e socchiuse gli occhi. Non si addormentò, non sarebbe mai riuscita a farlo in un tempo così irrealistico, tuttavia volle assaporare quella serata nella sua mente fino alla fine.

Forse il respiro di Tom che, pian piano, si stava regolarizzando l'avrebbe cullata sino a prendere sonno. Nemmeno lei lo sapeva.

L'unica cosa di cui poteva davvero essere sicura era una sola: il giorno dopo si sarebbe svegliata sorridendo.






Hiddle's corner:

Ed eccomi finalmente qui con voi e con questo capitolo.

Devo ammettere, come avevo già espresso sul mio account di Hiddle Efp (che per chi non lo conoscesse, può trovarlo qui → https://www.facebook.com/hiddle.efp?ref=ts&fref=ts&__req=15) e sulla mia pagina Hiddles, che pubblicare questo capitolo è stato anche più difficile della stesura. Sapete le solite domande... "Ma sto facendo la cosa giusta?", "Ho scritto qualche cazzata?", "Perché non mi sono data all'ippica?", e così via.

Vi ricordo comunque che questa storia è sotto il rating arancione e più in la non posso, né voglio, spingermi. Spero che per questo non me ne vogliate.

La lunghezza di questo capitolo di certo ripaga quella del precedente, ma vale così davvero la pena il suo contenuto? Lascio giudicare a voi come al solito e io filo via che ho un sacco di cose da studiare per l'università.

Al prossimo aggiornamento,



Charlie

   
 
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