Allora finalmente sono qui, grazie ad un'altra band però, infatti, questa volta sono stati i The Black Keys a darmi l'ispiration :D
*
Shelter from the Storm *
« Dai Judith, accontentami, canta qualcosa!» erano
ore che Paul insisteva perché io lo stordissi con la mia voce da trattore in
fin di vita, ed erano ore che io puntualmente mi rifiutavo.
« Ti ho detto di no!» rispondo facendogli la
linguaccia.
All’improvviso Paul mi si siede accanto, brandendo
ancora il suo basso tra le mani e poi comincia a strofinare la sua testa sulla
mia spalla, come se fosse un gattino che fa le fuse alla sua padrona.
« Daaai! Per favooore! »mi parlava con tanto di
labbro tremulo!
«No, non so cantare! » al sentire le mie parole
McCartney si è fermato immediatamente e guardandomi fisso negli occhi con un
tono serio che non ammetteva repliche ha concluso: « No Juice, non esiste chi
non sa cantare, c’è solo gente che non si ascolta! »
Sono a casa da sola,
cosa che non va, decisamente, bene dato che sono immersa tra i maglioni di John
come se fossi un orso in letargo, voglio sentire il suo profumo per solo cinque
minuti mi dicevo, vengo via subito mi dicevo.
Adesso sono
praticamente chiusa nel suo armadio.
Cosa posso fare per
distrarmi?
Decido finalmente di
uscire dalla camera di Johnny e vado nella mia stanza, il cui disordine mi
terrà impegnata per almeno un’ora!
Rassetto, pulisco,
scelgo i vestiti da lavare e quelli da stirare, poi quando sono felicemente
convinta di aver finito di pulire quella specie di porcile, noto la mia borsa
bianca in un angolo, abbandonata a se stessa.
La prendo e la svuoto
sul letto per vedere da quanti anni non la pulisco.
La mia povera macchina
fotografica mi guarda con occhi da cucciolo smarrito (sì, ho detto occhi.) è
immersa tra fazzoletti usati, scontrini di non so dove, e foto.
Il mio sguardo viene
catturato da una foto in particolare.
Non ci posso credere.
Dovevo essere Hitler
in un’altra vita, il destino non può volermi così tanto male.
Prendo la foto in mano
e sento come una morsa alla testa, e quella che io e Paul abbiamo fatto insieme,
quella dove ci baciamo.
La chiudo subito nel
cassetto della mia scrivania, non ci devo nemmeno pensare a lui! Ieri ci volevo
parlare e poi mi sono dovuta sorbire Ringo!
Ringo che tra l’altro
mi ha anche scoperto.
Com’è complicata la
vita.
Devo assolutamente
trovare qualcosa che mi tenga impegnata altrimenti impazzisco!
Corro giù per le scale
come se questo mi aiutasse a lasciarmi tutti i cattivi pensieri alle spalle,
prendo il telefono e compongo il numero di Cyn.
«Mi dispiace, Cynthia non
è in casa.»
Dove cavolo potrà mai
essere alle undici di mattina quella bionda schizzata?
Ok, calma, chiamo
Stuart.
« Risponde la
segreteria telefonica…»
MA CAZZO!
Lascio un messaggio a
Stu avvisandolo che l’ho chiamato e chiedendogli se puoi venire a casa mia
appena sente il messaggio.
Cerco di fare mente
locale, tutte le mie amiche di scuola sono al mare, tranne Thelma che è dai
suoi nonni e Pauline che lavora in un bar vicino alla scuola.
Poi mi viene in mente
una persona, indecisa prendo in mano la cornetta, di nuovo, ma non compongo il
numero.
Forse non dovrei.
Ma poi la malinconia
torna a farsi sentire pungente.
« Pronto?»
« Ehm, ciao Jane, come
va? Sono Judith!» parlo con un filo di voce ed intreccio nervosamente le dita
attorno al cavo del telefono, neanche stessi invitando il ragazzo che mi piace!
« Ciao Juice! Che
succede?» il suo tono mi sembra abbastanza preoccupato, così metto subito
in chiaro che non è accaduto niente di grave.
«.. tuttavia, mi sento
terribilmente sola!» concludo la frase con una vocina da bambina capricciosa,
per marcare in modo più evidente la mia terribile, terribile noia.
« Bene, allora facciamo
così, dopo pranzo vengo a prenderti a casa tua e poi andiamo in un pub a mangiarci
un gelato e bere qualcosa! » non mi aspettavo che Jane, no ma dico, Jane Asher
mi proponesse di andare a bere qualcosa, ma ovviamente accetto, considerando
che io ho l’indole dell’ubriaco.. ehm.. na.
« Certo allora ci
vediamo tra due ore.»
Senza rendermene
conto, le due ore passarono abbastanza velocemente, tra la scelta dei vestiti
del trucco e delle scarpe.
Il campanello suona,
proprio mentre l’orologio indica lo scoccare dell’ora, la perfezione di quella
ragazza mi stupisce ogni giorno di più!
Dopo esserci salutate,
io e la rossa ci siamo incamminate verso il centro, passando per Penny Lane ed
attraversando i cancelli di Strawberry Fields per accorciare la strada, quando
passando attraverso l’enorme cancello rosso mi sono resa conto che John adora
quel posto ho sentito una stretta al cuore.
Arrivate in centro
abbiamo fatto un giro, prima di trovare il mio pub preferito.
Ovviamente, Jane ha
lasciato scegliere a me il posto che mi sembrava più adatto visto e considerato
che sono io quella da “curare”.
Appena entrate
nell’Old Storehouse ci siamo sedute in un tavolino appartato, in modo che
nessuno ci venisse a disturbare, controllo il menù, anche se so già che
prenderò il pudding al cioccolato, in questo posto ne fanno uno eccezionale!
Il cameriere non tarda
ad arrivare e prende le nostre indicazioni, io il mio adorato pudding e per
Jane una (molto più dietetica) torta di mele.
Solo quando il
cameriere ci ha lasciato sole, Jane ha parlato.
« Tu credi che qui la
facciano buona la torta di mele? Io sono molto schizzinosa quando si parla del
mio dolce preferito!» si massaggia la pancia passandosi la lingua sulle labbra
con fare molto buffo.
« Non lo so, non l’ho
mai mangiata!» ammetto con un alzata di spalle, ovviamente non mi aspettavo
quello che sarebbe successo dopo, ecco perché mi sono spaventata.
« CHE COSA?» Jane me
l’ha urlato in faccia, letteralmente, il suo viso scandalizzato e rosso almeno
quanto i suoi capelli era una visione eccezionale, peccato che non me lo sono
potuto godere a causa del mini infarto che mi ero appena presa! « Come puoi non
aver mai mangiato il dolce più british della terra? Ma che razza di inglese
sei?» la Asher sembra voler difender e la sua adorata torta a spada tratta, ma
io ho una scusante più che accettabile.
« Sono allergica alle
mele e alle pere!» le rispondo alzando i palmi nella sua direzione a mo di
scudo.
La rossa, dopo aver
riacquistato la sua tipica eleganza da aristocratica ed avermi studiato in
silenzio per qualche secondo ha concluso dicendo: « Che vita triste deve essere
la tua!» siamo scoppiate a ridere contemporaneamente.
In quanto felice, le
mie inibizioni ed i paletti che mi ero posta di fronte a Jane si sono
completamente volatilizzati, così senza nemmeno ricordarmi come, siamo finite a
parlare di ragazzi.
« Senti Asher, ora io
ti devo seriamente chiedere una cosa, cioè parlo di un dubbio che mi tortura da
dei mesi! » mi stupisco da sola della correttezza grammaticale della frase che
ho appena pronunciato.
Anche i miei pensieri
sono sintatticamente corretti!
Evvai!
Ho dovuto aspettare
due minuti prima che la rossa smettesse di ridere da sola, ma poi si è fatta
tutt’orecchie.
« Allora, c’è un
ragazzo, io credo di piacergli, perché mi ha baciato, ma poi davanti agli altri
si comporta come se non esistessi, allora io mi dico che non gli piaccio, poi
però mi bacia, ancora, insomma è un gran casino! » appoggio i gomiti sul tavolo
e mi porto le dita sulle tempie, devo cercare di fare mente locale per
formulare bene la domanda. « Se uno ti bacia, poi fa finta di niente, poi però
se ti vede con un altro fa il geloso e allora ti bacia ancora, ma poi fa di
nuovo finta di niente e poi vuole che lo baci, se uno si comporta così vuol
dire che gli piaci?»
Non sono del tutto
sicura che la mia compagna abbia capito il senso della mia domanda, sarà lo
sguardo perso nel vuoto oppure la bocca aperta, ma si sa le apparenze
ingannano, infatti, Jane sta ponderando una risposta intelligente e precisa.
« Voglio dell’altra
torta.»
Sì, ehm, non questa.
« Cameriere!»
Nemmeno questa.
« Sai secondo me gli
piaci, ma lo devi far un po’ sudare! » visto cosa avevo detto? « Non fargliela
troppo facile, se lui ti vuole a giorni alterni tu devi volerlo a settimane
alterne!» guardo la Asher stupita, ma vuoi vedere che questa è più intelligente
da ubriaca che da sobria?
Ci guardiamo fisse
negli occhi, con un sorriso ebete.
«Ma sai che hai detto
una cosa intelligentissima?» comincio versandomi un altro sorso di vino.
« Lo so! Sono in
momenti come questo che mi chiedo perché non ho mai scritto un libro!»
Mentre sorseggiavo
tranquilla il mio vino rosso e Jane azzannava l’ennesima fetta di torta, il suo
sguardo su di me si è fatto molto, ma dico molto, malizioso.
« Bè senti Judith, non mi hai detto il nome di
questo belloccio che ti ha fatto perdere la testa! »
Mi levo il bicchiere
dalle labbra e le rispondo.
« P..» poi
all’improvviso nella mia testa è partito come un allarme una sirena dalla luce
rossa ed intermittente stava suonando come se non ci fosse un domani.
Oddio, oddio, oddio.
OMMIDDIO!
Adesso cosa le dico?
« P.. Pedro!» l’ho
detto con un tono da pazzi, come se avessi ammesso di essere una banana
travestita da scopa travestita da sorella di Lennon.
Non mi crederà mai!
« Ah, spagnolo?»
Sul serio? Ci ha
creduto davvero?
« Mi piacciono gli
ispanici!»
Jane mi guarda
compiaciuta.
Oca.
Finalmente sono a casa.
Corro in cucina a
farmi un caffè e guardo l’ora, sono le sette e mezza, così dato che sono già
qui inizio a preparare qualcosa.
Nel preciso istante in
cui ho preso in mano la pentola il campanello ha suonato.
Sono così felice di
vedere Stuart che regge due porzioni del fish&chips di Mike.
«Indovina chi non
aveva voglia di cucinare? » esordisco felice di vederlo ed aiutandolo con le
buste.
«Indovina chi ha un braccio
ustionato per colpa dell’olio di quella robaccia?» nemmeno le lamentele di
Stuart mi fanno passare il buon’umore.
« Allora » cominciò
mentre Stuart appoggia le buste sulla credenza e io tiro fuori il necessario
per apparecchiare « qual buon vento?» gli chiedo, l’avere sempre qualcuno
con cui parlare mi aiuta molto a non pensare a Paul.
Oddio, da quanto tempo
non pensavo il suo nome!
Dicevo che la presenza
di Stuart mi aiutava a non pensarci, ma ora ci sto pensando!
Gli sorrido, ma lui ha
capito che stavo pensando a Paul, tuttavia non mi chiede niente.
È strano che una
persona che mi conosce da così poco tempo abbia già imparato come trattarmi.
« Posso abbracciarti?»lo
guardo con gli occhioni da cucciola che convincono sempre persino George,
Stuart mi sorride e allarga le braccia.
Stringo il suo petto
sottile.
Ne avevo bisogno.
Io ero tranquilla, se
una persona “tranquilla” è una che tiene un cuscino sulla faccia quando sente
che la musica diventa incalzante.
Ma la scoperta più
eclatante è stato il terrore di Stuart per i fantasmi, io ridevo per lui ma mi
spaventavo per i versi in televisione quindi ho passato non so quante ore in
uno stato mentalmente confuso.
Ad un certo punto,
Stuart stanco di stare accucciato dietro al divano con dei cuscini sulle
orecchie si è impossessato del telecomando e ha messo su un documentario.
« Insomma Stuart, fai
il bel tenebroso e poi hai paura del buio?»
Stavo dormendo, credo
che stessi anche sognando quando inspiegabilmente il telefono di casa ha
iniziato a suonare.
Cerco di divincolarmi
dall’abbraccio di Stu senza svegliarlo, ovviamente quando mi sono resa conto
che stavamo dormendo abbracciati sono arrossita, ma non mi sono sentita a
disagio, considero Stuart al pari di Ringo oramai.
Mi avvicino titubante
alla cornetta.
« Pronto?»
«Judith..» il mio
nome, sussurrato in quel modo, da quella voce.
Ho stretto la mano
intorno alla cornetta mentre con l’altra cercavo di reggermi aiutandomi con il
mobiletto sul quale è appoggiato il telefono.
Chiudo gli occhi
stringendoli come se fossi appena stata accecata da una luce abbagliante, le
lacrime mi arrivano agli occhi incontrollate, sono così felice ed emozionata
che tremo.
«Paul» lo sussurro
aprendo le labbra quel poco che basta per farmi capire come se avessi paura che
con quel nome se ne andasse via anche lui.
«Ho dovuto aspettare
che si addormentassero tutti.» una spiegazione ad una domanda che non gli avevo
ancora fatto.
Guardo Stuart e vedo
che sta ancora dormendo, così mi appoggio con la schiena al muro e mi lascio scivolare
sedendomi sul pavimento.
Sono troppo orgogliosa
per dirgli che stavo aspettando la sua chiamata da troppo tempo e che non
vedevo l’ora di sentirlo, devo rimanere distaccata.
«Come stai?» gli
chiedo fredda, troppo fredda considerando il sospiro rassegnato di Paulie alla
mia domanda.
« Bene, sono stanco,
abbiamo suonato fino alle quattro, poi ho aspettato che gli altri crollassero
così potevo parlarti.» la sua voce effettivamente tradiva un mancato sonno
ristoratore.
« Se sei stanco dormi,
Paul.» rispondo lapidaria senza tradire alcuna emozione anche se dentro sto
impazzendo.
« Voglio sentire la
tua voce. » quel bisbiglio si insedia dentro al mio orecchio accarezzandomi il
timpano con la sua dolcezza, non posso resistere.
« è una cosa idiota. »
dico questo solo per riempire uno spazio, un silenzio che avrebbe significato
troppo.
« Grazie.» apro la
bocca per dire qualcosa ma le parole mi si affollano nella gola, non so cosa
dire, così sto in silenzio.
Il rumore dei nostri
pensieri mi risuona nella testa, entrambi non sappiamo cosa dire.
È una calma dolorosa.
« Cosa ci è successo
Juice?» tocco la sua collana sul mio
petto, è così calda e rassicurante.
Cosa ci è successo?
Non lo so.
« In che senso?» rispondo
sibilando, sia per non svegliare Sutcliffe sia perché sono arrabbiata, non
arrabbiata forse, non so cosa sento, ma è come se un istinto mi dicesse di non
abbassare la guardia.
« Sembriamo due estranei.» mi risponde McCartney incattivito
MA CIAAAAAAO :3
Allora, so che è molto che non aggiorno, ma dopo questo bel papirone sono supersicura che mi perdonerete, questo è il capitolo che ha richiesto tutta la mia verve, quindi spero che vi piaccia e che commentiate in molti!
So, che parlo di una maratona di film horror, ma ammetto di non sapere se quella tipologia di film esistesse già, anzi a dire la verità non credo nemmeno che esistessero le televisioni, però mi serviva qualcosa da fargli fare a questi poveri ragazzi suvvia, comunque se a voi non garba io vi rispondo che sto usando la mia licenza poetica, TIè! :*
Volevo farmi una domanda però, ho notato che la mia fic, non piace più come prima, alcune delle recensitrici mi hanno abbandonato e alcuni hanno anche tolto la storia dalle preferite/seguite, insomma so che senza i Beatles non è più la stessa cosa, ma tra poco tornano! GIURO!!
Comunque vi ringrazio tutto per il supporto che mi date! 90 RECENSIONI! yeeeee :) alla prossima bellocci :3