Fanfic su attori > Logan Lerman
Segui la storia  |       
Autore: artemix_    05/01/2013    2 recensioni
"Grido dentro, mi guardo attorno, urla nei miei occhi che aspettano di essere ascoltate. Lo fa lui, lo sente il tremore nelle mie mani per l'insicurezza che lascio trasparire senza aver paura di fargli cattiva impressione. Dovrei controllarmi? Smetterla di sembrare me stessa, quel castello di sabbia che é facile si rompa? Sono tigre in questa gabbia che a stento sa trattenermi, graffio me stessa con le mie preoccupazioni. Cosa ha intenzione di fare? È qui. Quando la smetterò con queste domande?"
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

chapter ten:

Everything.

And you light me up, when you ring my bell, you’re a mystery, you’re from outer space, you’re every minute of my everyday.

Ero un letto a baldacchino ambulante. Apro la porta e sono avvolta fino alla testa dal copriletto beige di Sonia. Ho buttato gli occhiali da qualche parte. 
Logan mi guarda con un'espressione divertita in volto.  Ha le sopracciglia alzate e poi mi ride in faccia. Spinge la porta che mantengo stretta e la apre del tutto. Vede Sonia a terra, ancora piangendo dalle risate e poi guarda me.

- Posso partecipare al pigiama party? - chiede divertito.

Entrando, si accomoda sul letto spoglio e ci studia. È curioso.

- Scusami un secondo - dico imbarazzata e corro in bagno (piuttosto saltello, visto che sono un tubino dorato e di piume).

Strillo quando mi rendo conto dello stato in cui sono. Mi sciolgo i capelli e me li smuovo con le dita. Meglio così. Mi tolgo il copriletto ed esamino la tuta. Faccio la stupidata di togliermi la giacca e rimango con la canottiera blu, ma forse sto meglio.
Quando esco dal bagno, Logan e Sonia ancora ridono. 

Lui mi guarda. - Immagino tu avessi freddo e perciò ti sei coperta.
Sorrido imbarazzata. - Sì, diciamo così.

E rido anch'io.


- A cosa dobbiamo questa visita? - chiede Sonia, guardando prima me poi lui. Stiamo finendo di mangiare una pizza che abbiamo ordinato e siamo seduti sul tappeto, in cerchio. 
Lui ingoia il pezzo di pizza e risponde: - Sincero? 
Sonia annuisce e lui beve dalla sua lattina. - Non mi pareva giusto che voi foste qui per me e io non mi facessi vedere - e si passa la lingua fra i denti.
- Che gentile - rido e addento la mia fetta.
- Gentile - brontola - Ho dato buca a Dean - e guarda Sonia con sguardo attento. - E agli altri.

Alla porta del mio stomaco, le farfalle, esaminato quello sguardo, cominciano a spingere. Le transenne stanno per cedere.

- Mi dispiace - dico e non lo sono affatto - l'importante è che fai compagnia a noi.

Lui sorride e col tovagliolo si pulisce gli angoli della bocca e il maglioncino color prugna. 

- Ma lui è venuto qui solo per me - prolunga la 'o' del 'solo', guardandomi da sotto le lunghe ciglia nere.

La prima farfalla ha rotto i cancelli ed è dentro allo stomaco e gira talmente veloce che non capisco quante altre ne stiano entrando.
Lui e i suoi occhi blu si aggiustano seduti sotto alla mia occhiata.
La confidenza che si sta creando tra noi è leggermente accentuata. Mi piace il fatto che sia qui, nella mia stanza d'albergo, a mangiare una pizza con me e Sonia che siamo solo due sue fan. 
Ma va bene così. Eccome. Mi manca il perché e vorrei tanto scoprirlo.


 

A fine serata, si alza e non parla. Sanno di silenzio di nuovo i suoi occhi che non si accingono a parlare e a raccontare qualcosa, storie che ascolterei con piacere.
Timore che ammutolisce, pensiero che pietrifica o semplicemente mente vuota. Non c'è intenzione tendente all'esagerazione.
Si alza e ci guarda. Data un'occhiata al cellulare, indossa il cappotto e torna da noi, ancora sedute per terra, davanti alla vetrata che dà sul balcone. 
Sonia si alza e dà la scrollata alle tende necessaria a far entrare le luci della città.
Mi alzo e guardo il collo di Logan, dove arrivano i miei occhi. Li tengo fissi sulla V del suo scollo e non accenno ad alzarli.
Sorrido mio malgrado, per il fatto che lui fosse venuto a trovarmi e che non si fosse fatto problemi.

- Adoro voi fan italiane, siete simpatiche e adoro anche quando inceppate la lingua perché non ricordate alcune parole.
E abbassa la testa nella mia direzione, cercando di ridermi negli occhi.
- Tanto io conosco anche il francese! - irrompe Sonia.
- Ma io no! - ride lui.
Il suo cellulare squilla e lui dà un'occhiata allo schermo. - È Dean -annuncia e risponde. Da quello che mi pare di capire, sta venendo a prenderlo.
- Bello il vostro obbligo, giudizio o verità - dice riattaccando.

Verità quali il perché sia lì, quanti anni avesse il primo bacio che ha dato, il nome della sua prima ragazza, come si è sentito la prima volta che ha recitato. Giudizi: se ricordasse il miglior film mai fatto. Obblighi quali tenere gli occhi aperti senza sbattere le palpebre mentre noi lo fissavamo cercando di farlo ridere. E ha riso tre volte. 
Toccato a me, mi ha chiesto l'anno del mio primo bacio e cosa avessi provato quando me lo sono ritrovato fuori la stanza. A quest'ultimo sono scoppiata a ridere ed evidentemente ero di uno strano colore violaceo.
Cose, insomma, da pigiama party, da ragazzine nevrotiche che passano il tempo a mangiare popcorn dopo una giornata a Toronto, con il proprio attore preferito nella propria camera. Ma lui sembrava divertirsi. E mi bastava vedere le sue guance che si tingevano di rosso in un momento di imbarazzo o quando semplicemente rideva parecchio. Ci ha raccontato di quel momento quando si era trovato a dare un bacio ad Ezra e quest’ultimo aveva volontariamente spostato le labbra sulla guancia e sembrava quasi sgamato; Logan insisteva nella ripetizione della scena ma Ezra, guardandolo torvo, gli aveva detto: - Va bene che faccio l'attore, amico, ma tu sei straordinariamente sexy stasera e potrei scoparti dietro il cespuglio. Non esageriamo - e lì Logan continua dicendoci, mentre ride, che dovette metterci tutta la buona volontà per non ridere per tutta la durata delle riprese.
Altri aneddoti divertenti che ovviamente solo una vita diversa come la sua poteva trattenere.


- Grazie - mormoro guardandomi le mani che minacciano un ultimo abbraccio.

Lo sento sorridere e mi avvolge la testa con le braccia. Il suo affetto mi scorre lungo la spina dorsale mentre mi sorride ancora e abbraccia Sonia nello stesso modo. Lei mi guarda dalla sua spalla e agita le mani, contenta.
Io incrocio le braccia e li guardo, mentre sorrido e capisco che tra un giorno partiremo e non ci vedremo per un bel po'.
E mi mancherai, Logan Lerman. 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Logan Lerman / Vai alla pagina dell'autore: artemix_