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Autore: elyxyz    20/07/2004    4 recensioni
In una vecchia soffitta, uno scatolone... il Destino.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti sposerò perché

A Voce del Silenzio & Seshen

E a tutti quelli che credono ancora al Destino

... forse nel mondo c’è davvero una persona che ci è destinata, fin dalla Creazione...

 

Ti sposerò perché

 

By elyxyz

 

 

<< Ti sposerò, perciò ci puoi scommettere

 Quando un giorno, quando io…

                                                   …Ti troverò. >>

 

Rilesse sottovoce le ultime righe, poi ripiegò distrattamente il foglio e se lo mise in tasca; sbuffando, si rialzò dai gradini della scalinata della scuola, e si diresse verso il cancello.

 

Quello stupido test gli aveva fatto perdere fin troppo tempo...

… e lui si era lasciato coinvolgere anche troppo, per i suoi gusti.

 

Quella frase si era fastidiosamente appiccicata fra i suoi pensieri.

 

Sbuffò nuovamente. Non era da lui, fare di questi ragionamenti…

 

E la mente tornò urgente alle sue priorità.

Accelerò quasi inconsciamente il passo: doveva rientrare a casa, cambiarsi, e prendere il pallone per la sua quotidiana sessione d’allenamento, ed esercitarsi. fino a che il sole non fosse calato, obbligandolo a smettere.

 

 

Un rumore attrasse la sua attenzione: in un vicoletto laterale, qualcuno si stava picchiando.

Probabilmente, qualche scaramuccia tra bande rivali, o forse un regolamento di conti.

 

Per 30 secondi, la curiosità lo avvinse.

 

Sbirciò nella stradina, ma era troppo lontano per vedere bene: due idioti se le stavano dando di santa ragione, nascosti dietro a dei bidoni…. mentre un grassone, forse suo coetaneo, imprecava contro le diete, e un biondino tinto ridacchiava, sfottendo quel ciccione. Poco più in là, tre teppisti, conciati malamente, erano svenuti.

 

Aveva sprecato fin troppo tempo a guardare quei perdigiorno, che non avrebbero mai avuto nulla a che spartire con lui, si disse. E riprese la sua strada.

 

In quel mentre, la lite ebbe fine.

“Il Tensai ha fatto giustizia!...”

 

Ma lui non lo udì. Era ormai troppo lontano.

 

 

 

Periferia di Kanagawa, in un’angusta soffitta…

 

Kitsune!… cosa c’è qua dentro?!”

 

“Nh?”

 

“In questo scatolone senza etichetta!… Mio non è, dev’essere per forza tuo…

 

 

Rukawa, abbassando di scatto la testa, dopo l’ennesimo scontro con il basso soffitto del solaio, si trascinò svogliatamente verso il compagno, guardando, scettico, il cubo di cartone davanti a sé.

 

Non lo riconosceva affatto, e sarebbe stata un’impresa ardua indovinarne il suo contenuto, dopo che avevano imballato e spostato decine di pacchi, a causa dell’imminente trasloco.

 

 

Qualche settimana prima, avevano sancito il loro legame con una cerimonia privata, a cui avevano partecipato tutti i loro amici.

 

Anche se aveva solo un valore simbolico, lo scambio delle promesse e degli anelli, era stato un momento molto commovente.

 

Il passo successivo era stato quello di trovare una casa per conto proprio, per rendersi definitivamente indipendenti dalle rispettive famiglie.

 

E ora, quel progetto si stava realizzando.

 

 

“Allora?! Adesso sono curioso!” protestò il rossino, accucciandosi con lui nell’angusto sottotetto male illuminato.

 

“Portiamolo giù, così la curiosità della mia scimmietta verrà soddisfatta…” acconsentì, per provocarlo.

 

Ma Hana non rispose. Anzi, agguantò il pesante pacco e si diresse ingobbito verso le scale.

 

 

Lo scatolone era ricoperto da uno spesso strato di polvere.

 

“Dev’essere lassù da parecchi anni” constatò il rossino, posandolo in salotto, tra il tavolinetto basso e il tappeto del divano.

 

“Nh... già.” asserì il compagno, togliendo alla meno peggio lo sporco e strappando lo scotch di chiusura.

 

Una nuvoletta grigiognola li sovrastò, facendoli tossire; ma, nonostante questo, si sporsero ansiosi verso lo strano contenuto: libri. Libri. E libri. e qualche quaderno. Ecco il prezioso tesoro.

 

“Che delusione, Kitsune! E io che speravo in chissà cosa!!! Ci siamo diplomati 5 anni fa, e tu ancora tieni i libri?! Ecco un bel modo per sprecare spazio!” brontolò.

 

Tuttavia, Rukawa non sembrò raccogliere il rimprovero ed estrasse alcuni volumi dal contenitore.

Dopo aver letto l’intestazione, la mise sotto al naso del compagno.

 

“Non sono dello Shohoku, Do’aho!

Questi sono libri e fascicoli dell’ultimo anno alla Tomigaoka.

 

“Di male in peggio!!!” - infierì volutamente il ‘Tensai’ - “Almeno fammi controllare se eri un asino anche allora...”

 

E prese un quaderno a caso dalla pila accatastata, scrutandone il titolo: << Testi alternativi >>. Che cavolo è?!” chiese a Kaede, guardandolo perplesso.

 

“Nh?!… Ah, sì. Ci costrinsero a partecipare ad un corso di scrittura creativa: componimenti di vario genere, su tracce-guida e spunti…”

 

“Dei banalissimi temi!” concluse il rossino, schifato.

 

“Beh, in pratica, sì. Anche se un po’ anomali. Alla fine, dovevamo presentarne uno, che sarebbe stato valutato…” specificò il volpino.

 

 

Hanamichi, sfogliando il quaderno, fece cadere un foglio protocollo ripiegato, che calamitò l’attenzione di entrambi.

 

Sakuragi si volse verso la volpe, domandando in tono ambiguo: “Posso leggere?!”

 

“Do’aho! Se anche te lo proibissi, mi ascolteresti?!” chiese ironico il moretto.

 

“Certo che no!!!” rispose fiera la baka saru, mentre un sorriso divertito gli si dipingeva sul volto.

 

La stessa espressione di chi sta per fare una marachella, e ne è consapevole. E felice.

 

Con malagrazia dispiegò il foglio, cominciando a leggere, a voce alta: << TRACCIA:

 

CONTRARRE UN PROFICUO MATRIMONIO E’ UN TRAGUARDO IMPORTANTE NELLA VITA DI OGNI GIAPPONESE. IPOTIZZA IL TUO COMPORTAMENTO TRA 10 ANNI, MENTRE NE PARLI ALLA PERSONA CHE AMI, ANALIZZANDO I DIVERSI ASPETTI: SOCIALE, AFFETTIVO, ECONOMICO… >>

 

 

<< SVOLGIMENTO.

 

Prima di conoscere te, non avrei mai creduto possibile scegliere di condividere la mia vita con un’altra persona.

Tu lo sai… sono un tipo taciturno, timido, a volte scontroso, con la mia solita maschera senza emozioni, ma…

 

Ti sposerò perché, mi sai comprendere

e nessuno lo sa fare come te:

 

I miei silenzi, per te, sono parole…

Mi sai leggere dentro. In ogni espressione, dietro ogni sguardo.

E solo tu, hai imparato a farlo, per questo io…

 

Ti sposerò perché, hai del carattere

quando parli della vita insieme a me

 

Quando progetti mille cose, e mi esponi i tuoi folli programmi…

… le tue idee, solo per noi. Io e te.

 

E poi mi attiri –sai- da far paura…  

Fra il bianco e nero dell’abbronzatura.   

 

Il tuo corpo chiama –come una calamita- il mio.

Perché non c’è solo amore.

C’è anche passione. Desidero. Attrazione.

La tua bellezza mi ruba quasi il fiato, mentre mi incanto a fissare una strisciolina birichina di pelle, che è scappata -chissà come- all’abbronzatura.

Mentre il tuo corpo mi ammicca invitante: pelle liscia e dorata.

 

Ti sposerò perché, ti piace ridere

e sei mezza matta proprio come me

 

E compensi, con la tua solarità e la tua allegria, ogni mio silenzio.

Perché sai mettermi di buonumore.

Hai un grande dono: sai riportare la luce anche nelle mie giornate più buie.

E perché poi, in fondo, se hai scelto me, devi essere un po’pazza anche tu…

 

C’è in comune fra di noi… c’è più di una cosa,

- ti sposerò perché - 

 

Anche se non sembra, condividiamo molte cose, che abbiamo scoperto piano piano, giorno dopo giorno…

 

Per esempio, so che del pallone sei tifosa

 

Non ti preoccupare, tesoro.

Come inizio, può bastare.

Ti convertirò io all’amore per il basket!

Vedrai… Diventerà anche la tua, di passione…

 

- ti sposerò perché - 

Non mi chiedi mai il giorno che sarai mia sposa

 

Devo ringraziarti. Perché mi hai insegnato ad amare ogni singolo giorno, in quanto tale.

Ogni minuto, ogni secondo.

Senza angosce per il futuro, per il domani.

Senza fretta. Senza pretendere assurde promesse, rimanendo semplicemente noi.

 

E poi, e poi perché io so già che

Se litighiamo io e te

Non stiamo mai più di un minuto

Col cuore arrabbiato. 

 

Per due caratteri forti come i nostri, non è stato facile, no.

Ma  abbiamo imparato che chiedere scusa non è debolezza, anzi.

Che non è umiliazione, ma coraggio.

Così, fare pace diventa spontaneo, quasi necessario.

E tutto quello che ci ha fatti litigare perde valore.

 

Ti sposerò perché, ami viaggiare e poi

Stare in mezzo alla gente quando vuoi…

 

Ti amo, perché sei una persona curiosa.

Che ama scoprire le cose, i luoghi, la gente.

Perché riesci ad abbattere la mia pigrizia, facendo diventare un viaggio all’estero o un pic-nic in giardino un’esperienza meravigliosa e irripetibile.

E ami le persone: la loro allegria, il loro chiasso e i colori che si portano dentro.

E lo stai insegnando anche a me.

 

E sei di compagnia, si vede subito, tant’è vero

Che il mio cane ti ha già preso in simpatia

 

E’ inutile! Il tuo fascino conquista tutti gli individui e gli animali…. Nulla può resisterti.

Anche Hachi ha imparato, come me, a riconoscere la tua risata da lontano, e scodinzola felice, pregustando il tuo arrivo…

 

Sono straconvinto che sarà una cosa giusta,

- ti sposerò perché -

 

ne sono certo. E’ la scelta migliore che potessi fare.

Il dono più bello che potrei ricevere, è stare con te.

                                                          

Sei un po’testarda sì, ma quel che conta onesta,

- ti sposerò perché -

 

e io credo che sia necessaria, come base del nostro rapporto, la sincerità. Sempre.

E tu sei una persona limpida, schietta. Talvolta fin troppo ingenua…

Non sai cosa siano la menzogna e la falsità.

A volte è difficile farti ragionare… ma ti amo, anche per la tua cocciutaggine.

Perché nulla scalfisce la tua tenacia.

 

Per un tipo come me, tu sembri fatta apposta…

 

Bisognerebbe essere ciechi, per non capire quanto io e te siamo simili e, nel contempo, complementari.

Un tutt’uno, nella sua poliedrica rappresentazione: questo siamo noi.

 

E poi, e poi perché se chiedo a te

Fiducia e un po’di libertà

Non dici ‘no’ e anche per questo

Vorrei sposarti presto, presto.

 

Ti amo.

Perché so che non ti è facile ingabbiare la tua natura gelosa e possessiva.

E capisco che rispettare la mia indipendenza, le mie necessità (di solitudine, di silenzi) è talvolta fonte di sofferenza, per te.

Capisco i tuoi sforzi, e ti amo ancor di più, proprio per questo.

Perché concedendomi libertà, mi permetti ogni volta di scegliere di tornare da te.

Perché so che la mia fonte della gioia sei tu.

 

Ti sposerò, perciò ci puoi scommettere

 

Te lo giuro. E Kaede Rukawa non rompe mai le sue promesse.

…Devi solo aspettare…

 

Quando un giorno, quando io…

                                                   …Ti troverò. >>

 

 

Sakuragi pronunciò in un sussurro le ultime parole.

Poi, lentamente, sollevò il suo sguardo sul compagno, che invece cercava di deviarlo, mentre un timido rossore gli colorava il pallido incarnato.

 

Aveva la sgradevole sensazione di sentirsi sotto esame e il fatto che il suo Do’aho se ne stesse stranamente zitto, non lo aiutava di certo…

 

“Lo hai scritto davvero tu?” gli chiese sorpreso, scuotendosi via un po’di smarrimento.

 

Il volpino evitava di proposito di incrociare i suoi occhi, tuttavia annuì, in modo quasi impercettibile.

 

“Non credevo avessi anche questa dote! Mi hai sorpreso… Piacevolmente, intendo.” E gli sorrise, per confermare queste sue parole.

 

Kaede sollevò lo sguardo dalle misteriosissime frange del suo tappeto, per spostarlo sul rossino, che si sentì autorizzato a continuare: “E’ questo l’elaborato che ti hanno valutato?”

 

Questa volta negò, con un cenno del capo.

 

Hanamichi si infervorò: “E come mai??!! Avresti preso come minimo un 8 e ½, se non un 9!!! Non sapevo di possedere una volpetta letterata!”

 

“Quattro.”

 

“Nani?” sbottò, non avendo capito l’esile sussurro del moretto.

 

“Do’aho! Avrei preso un 4.

Quello sarebbe stato il voto.” Rispose lapidario.

 

“E come?! Perché??!!”

 

“Sono andato fuori tema. Le idee erano buone, ma non ho rispettato completamente la traccia.”

Spiegò la kitsune, chiudendo il discorso con un’alzata di spalle, come per scacciare qualcosa di fastidioso.

 

“Per questo, non lo hai consegnato?”

 

“Nh…no.”

 

“E allora perché?”

 

“Perché, Do’aho, non si può dare un voto ai sentimenti.”

 

 

Hanamichi ripiegò il foglio e lo posò sul basso tavolinetto del salotto.

Poi gattonò verso il volpino, rimasto seduto sul tappeto, a gambe incrociate.

 

Per un interminabile istante, il tempo parve cristallizzarsi davanti ai loro sguardi, che rimanevano incatenati, mentre il rossino si sporgeva lentamente verso il viso del compagno.

 

Un bacio leggero, forse solo uno sfiorarsi.

E poi un altro. E un altro ancora.

Dolce e passionale.

 

Hana abbandonò quel tiepido rifugio, per inclinarsi verso l’orecchio dell’altro:

 

“Hai mantenuto comunque la tua promessa…” e lo abbracciò stretto a sé.

 

 

 

-OWARI-

 

 

Disclaimers: Ru e Hana non mi appartengono, purtroppo… e neppure la canzone, che resta comunque uno dei più bei ricordi della mia infanzia.

Un grazie a N, perché se non ci fosse lei, questa fic sarebbe ancora nella jungla del mio pc.

NOTA: a titolo informativo, l’uso delle lettere maiuscole, delle minuscole e la punteggiatura in generale di questa fic, non sempre rispetta le regole imposte dalla Lingua Italiana. E’ una scelta consapevole, la mia, per assecondare una sorta di armonia interiore.... chiamatela “licenza poetica”, oppure ignoratela....

Se decidete di mandarmi C, C & C, mi trovate al solito divano blue navy: elyxyz@libero.it

Matane!

 

   
 
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