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Autore: tearaindrops    05/01/2013    1 recensioni
-- Tratto dal primo capitolo --
"Dal piano di sopra si sentì il rumore di una porta che si apriva, e subito dopo dei passi che si avvicinavano. Ero curiosa di vedere chi possedeva quella casa stupenda e...
Mi si bloccò il respiro.
Dalle scale era appena sceso... Orlando Bloom?
Guardai mia madre un po' spaventata, ma lei sembrava esserci abituata. Oppure semplicemente non l'aveva riconosciuto.
-Edith, che piacere rivedervi! E questa dev'essere tua figlia Jennifer, vero? - disse l'attore sfoggiando un magnifico sorriso, - mi ha parlato molto di te – aggiunse poi sussurrando rivolgendosi a me.
Orlando Bloom mi ha appena sussurrato qualcosa. Mantieni la calma, mantieni la calma"
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno.
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Il sole mi stava accecando, e non riuscivo a vedere bene quello che mi circondava. Aprii lo sportello sul cruscotto della macchina e presi i miei occhiali da sole. Ecco, ora andava decisamente meglio. Mi guardai attorno e notai un cartello stradale che colpito dai raggi luminescenti del sole appariva brillante. Recava la scritta: Lostown.
Svoltai prima a sinistra, poi a destra, e riconobbi subito il piccolo prato su cui giocavo da piccola quando mia nonna veniva a trovarci. Mi ritrovai a pensare alla mia infanzia mentre parcheggiavo la macchina sul marciapiede difronte a casa Thompson.
- Tesoro, sei arrivata presto! - giunse una voce mentre aprivo la porta per uscire. Mi girai e vidi la figura consumata dal tempo di mia madre. Per la vecchiaia, aveva perso quel colore che aveva un tempo, anche se per me rimaneva sempre bellissima.
- Mamma! Si, sono riuscita ad infilarmi nell'ultimo volo di ieri sera – le dissi correndo ad abbracciarla. Sotto di me sembrava così fragile, che avevo paura solo a stringerla un po' più del dovuto.
Mi condusse dentro casa.
Era rimasta uguale a come l'avevo lasciata un anno fa, per finire le scuole all'estero. Appena entrai fui pervasa dall'odore dei famosi muffin di mia madre. Li aveva preparati per me, perchè finalmente ero tornata a casa.
- Sono successe tante di quelle cose! Devo raccontarti tutto, mia cara – esordì lei dirigendosi verso la cucina. La seguii per osservarla mentre toglieva i muffin al cioccolato dal forno e li disponeva armonicamente su un piatto.
- Ti ascolto – le risposi, e lei iniziò a raccontarmi gli ultimi pettegolezzi di quella piccola cittadella dimenticata da Dio.
- … Ah, e poi si è trasferito qui un nuovo ragazzo. È giovane, credo che abbia più o meno la tua stessa età. Si tratterrà per poco, però, è qui per lavoro. Comunque è molto gentile e parla spesso con i vicini! Mi sembra di averlo già visto da qualche parte, però non ne sono sicura. Vieni, te lo presento! - finì il lungo discorso preparando una specie di pacchettino regalo con i muffin dentro. Cosa stava succedendo? Credevo che fossero per me, non per il nuovo vicino! Comunque mia madre sembrava entusiasta di lui, quindi la seguii.
Attraversammo il viale in terriccio e dopo la strada ci trovammo davanti alla casa. Mia madre bussò. Ad aprirci, venne una donna che sembrava spagnola, o comunque di origini sudamericane. Sembrava una specie di balia per bambini. Solo una persona ricca poteva avere una “cameriera” personale vestita di tutto punto.
- Salve signora Thompson! Aspetti, lo chiamo subito – disse la donna. Evidentemente si riferiva al suo capo. Il nuovo vicino.
- Oh, grazie Gloria! Non lo tratterremo tantissimo, voglio solo presentargli mia figlia
- Una ragazza deliziosa – aggiunse Gloria sorridendomi. Io le sorrisi di rimando, per essere cortese. Dopo la donna sparì, per poi riapparire dopo qualche minuto.
- Accomodatevi, il signor Bloom scenderà subito – esordì Gloria lasciandoci entrare. Però, che bella casa! Era spaziosa, arredata bene, piena di cose... Una casa da ricconi, insomma.
Dal piano di sopra si sentì il rumore di una porta che si apriva, e subito dopo dei passi che si avvicinavano. Ero curiosa di vedere chi possedeva quella casa stupenda e...
Mi si bloccò il respiro.
Dalle scale era appena sceso... Orlando Bloom?
Guardai mia madre un po' spaventata, ma lei sembrava esserci abituata. Oppure semplicemente non l'aveva riconosciuto.
- Edith, che piacere rivedervi! E questa dev'essere tua figlia Jennifer, vero? - disse l'attore sfoggiando un magnifico sorriso, - mi ha parlato molto di te – aggiunse poi sussurrando rivolgendosi a me.
Orlando Bloom mi ha appena sussurrato qualcosa. Mantieni la calma, mantieni la calma.
Non sono mai stata una sua grande fan, però devo dire che è stato comunque uno schock ritrovarmelo davanti. In tutta la sua bellezza, poi.
- Si, lei è Jennifer! Tesoro, voglio presentarti...
- Lo conosco, mamma – le sorrisi un po' imbarazzata.
- Dove l'hai conosciuto? Non me ne hai mai parlato! Se me ne avessi parlato, ti avrei detto di non lasciarti scappare un uomo così meraviglioso!
Ora ero più imbarazzata che mai. Capivo che mia madre non era più una ventenne pimpante e piena di vita, e che da quando era in pensione non vedeva più molto la televisione, però... Mi sfuggiva come non riuscisse a riconoscerlo, ecco.
Intanto notai una risata divertita proveniente da Orlando. A posto, aggiungiamola all'album figuracce di Jennifer Thompson!
- Beh, mamma, in tutte le riviste per ragazzine possibili e immaginabili e... in alcuni film.
- Sei un cantante famoso?
- Un attore, Edith – le sorrise il signor Bloom. Sembrava che trovasse simpatica mia madre. E anche che le si fosse affezionato, anche se si conoscevano da poco.
- Ecco a chi assomigli! - esordì all'improvviso mia madre. Che l'avesse riconosciuto?
La guardammo tutti con aria interrogativa e lei sfoggiò un sorriso.
- Tesoro, non trovi che assomigli a quel... come si dice, elfo? Quello per cui qualche anno fa avevi perso la testa! - la fulminai con lo sguardo. Non fraintendetemi, adoravo mia madre, ma spesso la causa delle mie figuracce era sempre e soltanto lei.
- Quale? - azzardai per far finta di non essermi mai presa una cotta per un personaggio interpretato dall'uomo che avevo davanti a me.
- Legoland, Legofus... o qualcosa del genere. Quello del Signore degli Agnelli, il film che mi hai costretto a vedere – e non mi è per niente piaciuto – solo perchè c'era appunto quest'elfo – concluse mia madre.
- Prima cosa, è un bellissimo film. Seconda cosa, si chiamava Legolas e il film era il Signore degli Anelli. Terza cosa, si è lui – dissi spostando lo sguardo a destra e a sinistra cercando di evitare quello di lui.
- Ecco perchè non l'avevo riconosciuto! Nel film era biondo con gli occhi azzurri!
Mia madre era un po'... svitata. Si, ecco, è l'aggettivo più giusto. Non si capiva, vero?
Sbirciai nella direzione di Orlando, e notai che assisteva curioso alla nostra conversazione.
- Desiderate qualcosa da mangiare? O da bere? - chiese ad un tratto Gloria.
- I muffin! - disse mia madre con un acuto che poteva rompere un bicchiere di cristallo.
- Li ha preparati Jennifer, solo per te – aggiunse poi rivolgendosi al signor Bloom. Cosa stava farneticando? Li aveva preparati lei! E credevo anche che fossero per me, sua figlia, non per il nuovo vicino, anche se era Orlando Bloom!
- Mmh, non vedo l'ora di assaggiarli, se li hai preparati tu – esclamò eccitato lui, guardando prima me e poi i muffin.
Per l'ennesima volta io sorrisi imbarazzata.
Guardai distrattamente alla finestra che dava su casa nostra, e vidi un uomo che guardava dentro.
- Ehm, mamma... c'è un uomo che sta spiando dentro casa nostra – le dissi e lei sembrò ringiovanire tutto d'un tratto.
- Oh, quello è Carl! L'ho conosciuto... al supermercato. Vado a salutarlo. Tu rimani pure qui a chiacchierare col signor Bloom – sorrise. Si diede una leggera ravvivata al vestito e tornò a guardarmi.
- Come sto? - chiese. Ero un po' scioccata. Da quando cercava di apparire bella per un uomo che non fosse stato mio padre? Probabilmente quella era la sua nuova fiamma, e devo dire che non era male. Mio padre se ne era andato, e lei aveva diritto di rifarsi una vita. A patto che questo Carl fosse consapevole del fatto che era un po' svitata.
- Sei bellissima – le risposi con un sorriso a trentadue denti.
Lei si alzò, salutò tutti e andò verso la porta.
- Devi essere a casa per le sette e mezza, miraccomando – disse prima di uscire, e io risi. Non cambiava mai.
Aspetta.
Adesso ero a casa di Orlando Bloom... da sola.
Mi girai verso di lui e tentai di non sciogliermi davanti al suo sorriso tenero.
- Che dici, li assaggiamo? - sussurrò indicando i muffin.
- Ci sto – risposi accennando un piccolo sorriso imbarazzato. Ancora.
Dopo aver assaggiato un muffin – che era davvero delizioso -, decisi che non volevo far perdere ulteriore tempo prezioso al signor Bloom, e mi congedai.
Lui mi invitò a stare lì ancora un po' ma io andai via. Sinceramente non riuscivo a stare nella stessa stanza con lui da sola. Poteva venirmi un attacco di cuore.
Prima di tornare a casa mi fermai in pasticceria a prendere qualcosa di gustoso per mia madre. Quando tornai lei stava preparando la cena. Mangiammo ridendo e scherzando, e le raccontai di quello che mi era successo nell'ultimo anno.
Prima di andare a dormire scostai la tendina bianca della finestra della mia camera per sbirciare la casa di Orlando.
Con mia grande sorpresa anche lui era alla finestra. Lo salutai imbarazzata e chiusi subito le tende.
Che cretina.

  
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