-Ehi tu, flippato!Ehi, dico a te!-
Kalib si rese conto che l'uomo chiamava nella sua direzione, si girò di spalle per vedere chi chiamasse.
-No cretino, dico a te!Che ti giri a fare?Come ti chiami?-
Kalib aveva la gola secca, la testa calda per il sole e lo stomaco che brontolava, ma aveva capito che l'uomo parlava con lui. Si inumidì le labbra più che potè, e senza sapere cosa dicesse, diede fiato alla bocca in quel misero italiano che sapeva.
-Kalib. Sono Kalib e ho moglie e un figlio.-
L'uomo lo guardò senza dire nulla per un po'. Le sue labbra secche e rosse vennero strette in mezzo ai denti un paio di volte, la barba sul mento venne toccata dalla mano callosa come solo i filosofi greci di un tempo sapevano fare. Si tolse gli occhiali.
-Beh, Kebab o come diavolo si pronuncia, se prometti di non rubare nulla ne di farti esplodere da un momento all'altro, ti faccio salire per un po' d'acqua. La vuoi, un po' d'acqua figliolo?-
Kalib aveva capito Acqua e Figliolo. Non capiva bene cosa "esplodere" potesse significare all'interno della frase ma non gli importava, quell'uomo lo aveva visto in difficoltà e gli stava tendendo una mano in aiuto. Forse l'Italia era stata una buona scelta.
Cosi naque il rapporto tra L'uomo, che in realtà si chiamava Beppe, e Kalib. Beppe era un pescatore. La sua nave, la Beddamadre, catturava qualche tonnellata di tonno al mese, giusto il necessario per far sopravvivere il povero Beppe, rimasto vedovo e senza figli. Non aveva aiutanti e il lavoro era comunque pesante per un uomo della sua età, anche se reso forte dagli anni passati in mare. Kalib aveva bevuto e aveva accettato un po' di pane e qualche acciuga salata da Beppe.
Mentre mangiavano, a Beppe venne un idea.
-Di un po' lo vuoi un lavoro?
Kalib aveva capito lavoro. I suoi occhi si illuminarono.
-Grazie, grazie molto!A me servono monete per riuscire a rivedere mia moglie e mio figlio, se io posso lavorare per te, tu rendi me molto felice!
Beppe non aveva mai visto nessuno più contento per un posto da mozzo. Tutta quella felicità gli fece bene al cuore, secco e arido come la sua pelle da quando la moglie era morta.
-Beh Taleban, mi sembri un bravo ragazzo in fin dei conti, e se non ti dessi di che vivere probabilmente moriresti di fame in pochi giorni, dico bene?Non ti voglio sulla coscienza. Ce l'hai un posto per la notte?
-Notte?No adesso giorno, posso lavorare di giorno?Io lavoro anche di notte se tu vuole..!
-Ma no!- il vecchio pescatore si mise a ridere di gusto- non ti preoccupare, lavorerai di giorno, come tutti, ma ti chiedevo se avessi un posto dove dormire!?-
-AAH okay ho capito!Io dormo su quello scoglio là in fondo da quando brutto bastardo Erik mi ha tolto cumulo di sabbia!Un po' di pietra lo scoglio ma non dormo brutto, mi accontenta, ho addirittura gabbiano sveglia.
-AHAHAHAH ragazzo, tu mi fai ridere come non ridevo da anni. E mi fai anche commuovere, chissa quale razza di storia ti porti dietro. Bene, da oggi in poi non dormirai più sugli scogli, ma nella stiva, dove tengo il pesce, sulla brandina che uso nelle notti di pesca. E vedi di non fregarmi qualcosa, che anche se mi sembri un bravo ragazzo, sei sempre un marocchino.-
Kalib capisce Marocco.
-Nonono io no marocco, io sono di Libia, io arrivato settimana fa da Libia con nave mezza rotta.
-Massì, massì, Libia, Marocco, Tunesia, Egitto, Iraq, tutti caffelatte siete, tutti con la mania per i fuochi d'artificio. Però tu non sembri avere nulla sotto la camicia, per cui puoi restare.
-Grazie, Bepem, grazie molto.
-Ora devo tornare a casa, a cucinarmi da mangiare. In quel mobile ci sono bottiglie di birra e altro pane e acciughe.. Sveglia alle 4!
Beppe si avviò verso la porta, poi si voltò indietro e prese le chiavi della nave dal quadro di comando.
-Queste le prendo io.
-Dormi bene Beppe!Io no ruba giuro.
Da dietro la porta si sentì Beppe brontolare:
-Se ora non vado in paradiso non so più che devo fare, porcod...nono scusa Gesù, scusa, brutte abitudini...ma porcaputt...
......
Angolo dell'autore, precisazioni. *Read this man*
Beppe non è un razzista, ma vuole rappresentare l'indifferenza italiana nei confronti degli stranieri. Fortunatamente è anche un brav'uomo.