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Autore: JoJo    05/01/2013    2 recensioni
Castiel non c’era più.
L’ultima speranza per il Paradiso era sparita con un semplice schiocco di dita, così come aveva fatto Gabriel poco dopo di lui.
Gli angeli tornarono in cielo subito dopo, incapaci di rimanere in quel mondo pieno di malignità troppo a lungo e i demoni di Lucifero si sparpagliarono, cercando di ritrovare la creatura tanto ambita dal loro signore.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Nemmeno Bobby conosceva la natura di quel simbolo.
Non era eccessivamente elaborato. Giusto un cerchio sormontato da un piccolo triangolo. Al suo interno vi era una lettera, spigolosa e disegnata con tratti netti e decisi, e lungo l’intera circonferenza erano sparsi altri sei simboli appartenenti allo stesso alfabeto, talmente antico da essere sconosciuto perfino a loro.
Dean continuava a osservare meditabondo il disegno, scarabocchiato da Sam su un logoro blocco per appunti, fallendo nuovamente a dargli un significato. L’originale si trovava qualche passo più in là, inciso in modo indelebile sul torace glabro dell’uomo del cratere.
Il maggiore dei fratelli Winchester sospirò pesantemente, socchiudendo gli occhi color prato. L’uomo del cratere, sottolineò una vocetta petulante nella sua testa, che gli ricordava fin troppo quella di Sammy da ragazzino, che tu hai promesso di proteggere ad un singolare personaggio durante un incontro onirico che potrebbe, o non potrebbe, essere stato causato da un’eccessiva dose di whiskey assunta l’altra sera.
“Non è un demone.- esordì Sam, quello vero, rientrando nella cucina di Bobby in quel momento- Ne un mutaforma. Ho fatto tutti i test. A quanto pare quel tizio è perfettamente umano.”
“Le persone perfettamente umane non precipitano dal cielo, Sam.- gli ricordò con tono piccato- E nemmeno hanno simboli di dubbia natura incisi sul corpo. Bobby ha scoperto di che razza di sigillo si tratta, poi?”
Il minore dei due fratelli scrollò le ampie spalle “No, ma ci sta lavorando. Dice di ricordar e di aver già visto delle lettere simili a quelle dell’incisione, ma deve fare una ricerca più approfondita a riguardo.”
“Quindi?” aggiunse, dopo aver fissato in silenzio per diversi secondi Dean.
“Quindi cosa?” ribatté l’altro, sulla difensiva.
“Ti comporti in modo strano.- gli fece notare Sam, dopo aver roteato platealmente gli occhi a quell’atteggiamento- Voglio dire, capisco che un uomo che piove dal cielo è inusuale anche per i nostri standard, ma tu ti comporti come se lo fosse ancora di più del dovuto. Mi vuoi dire perché?”
Punto sul vivo il cacciatore si alzò, iniziando a camminare per la minuscola stanza gesticolando “Per prima cosa, non mi comporto affatto in modo strano. E poi, un tizio è appena caduto da chissà dove facendo un buco nel terreno di Bobby. Direi che ho avuto una reazione più che normale.”
“Dean…” il tono usato da Sam era quello che scivolava spesso dalle labbra, fin quando era bambino, ogni volta che si ritrovavano incastrati in quelle discussioni.
“Sta zitto, Sam.”
“Dean.” ripeté, con più determinazione nella voce.
Il maggiore dei due fratelli rimase in silenzio per svariati secondi prima di capitolare “Ho fatto un sogno.”
Sam aggrottò la fronte, preso alla sprovvista da quella confessione apparentemente fuori tema “Cosa?”
“Ho sognato un tizio una ridicola maglietta dallo scollo a V e un accento inglese improbabile e gli ho promesso che avrei protetto qualcuno.” buttò fuori tutto d’un fiato Dean, la voce un borbottio quasi infantile.
Il minore dei due fratelli alzò un sopracciglio, confuso “Qualcuno? Chi?”
Dean si limitò ad alzare le sopracciglia, quasi mimando l’espressione facciale dell’altro ragazzo.
“L’uomo del cratere?” domandò di nuovo Sam, riuscendo finalmente a comprendere lo strano comportamento del fratello.
Il maggiore dei Winchester si passò stancamente una mano sul volto “Senti, lo so anche io che è tutto dannatamente assurdo, ma quando prima ho pensato che forse sarebbe stato meglio sparare e poi fare le domande, quel tizio ha parlato nella mia testa…”
“Ha parlato nella tua testa?” ripeté l’altro cacciatore, incredulo.
Dean lo ignorò “E mi ha ricordato della mia promessa.”
“Oh.- fu tutto quello che Sam disse, dopo essersi preso qualche istante per riflettere- Okay.”
“Tutto qui?” sbottò il maggiore, gli occhi spalancati dallo stupore.
“Beh, non credo di poter aggiungere altro, no?- spiegò quindi l’alto giovane con una scrollata di spalle- Credo che dovremmo aspettare di sentire la sua versione. Scoprire, se davvero deve essere protetto, da che cosa.”
Dean agitò un braccio nella vaga direzione del bunker “Andiamo, Sammy! Tutto questo non è propriamente normale, no? E questa è la tua reazione?”
“Dico soltanto che ora non sappiamo nulla ne dell’uomo del cratere ne di chi possa essere stato a introdursi nei tuoi sogni e nella tua testa.” rispose l’altro, alzando le mani in segno di resa.
“Vuoi dire cosa.” lo corresse Dean con una smorfia.
“Voglio dire che dobbiamo aspettare e saperne di più.- specificò Sam lanciandogli un’occhiataccia- Magari quando riprenderà i sensi questo tizio saprà dirci cosa gli è successo.”
L’arrivo di Bobby nella stanza impedì loro di discutere oltre. Il cacciatore fece scorrere il proprio sguardo attento sui due fratelli prima di parlare.
“Ragazzi. Il Bell’Addormentato si è svegliato.” annunciò, facendo un cenno nella direzione del bunker.

 

 

L’uomo del cratere era seduto sulla branda all’interno del bunker di Bobby.
Le incisioni sul petto, abbastanza profonde ma che non avevano richiesto troppe cure oltre a un’attenta disinfezione e al bendaggio, erano coperte da una vecchia maglietta di Sam, decisamente troppo larga per il suo corpo nettamente  più esile, mentre le gambe, che scivolavano oltre il bordo del materasso di modo che i piedi nudi sfiorassero il pavimento di cemento, erano fasciate in un paio di pantaloni di flanella sdruciti.
L’uomo teneva le mani rivolte verso l’alto appoggiate alle cosce e osservava con espressione affascinata i propri palmi aprirsi e chiudersi a ritmo costante. Sembrava quasi che fosse la prima volta che sperimentava certi movimenti tanto era l’interesse che mostrava nel ripetersi di quel meccanismo.
Dal momento che lo sconosciuto era finalmente sveglio poterono vedere il suo volto più chiaramente. Aveva dei tratti decisi e regolari, il naso perfettamente dritto e gli zigomi alti. Le guance erano spruzzate da un abbozzo di barba che scivolava per un po’ oltre la linea decisa della mascella e mettevano ancor più in risalto le labbra piene e rosa, un po’ troppo screpolate. Erano gli occhi, però, a conferire a quell’uomo piacente, ma decisamente ordinario, un aspetto impossibile da dimenticare. Erano grandi, l’espressività accentuata da delle palpebre un po’ cadenti e delle sopracciglia aggrottate, ed erano blu. Un blu diverso da quello del mare e del cielo. Un blu brillante che non esisteva in natura se non lì, in quegli occhi pieni di stupore, curiosità e anche una certa confusione.
“Ti sei svegliato, finalmente.” parlò Dean, cercando di far capire solo attraverso il proprio tono di voce che non era il tipo di persone a cui giocare qualche brutto scherzo.
L’uomo non rispose, ma si limitò ad alzare il volto per incrociare gli sguardi dei nuovi arrivati.
“Ti abbiamo trovato non molto lontano da qui.- continuò quindi Sam, cercando di usare più gentilezza di quella usata dal fratello- Hai delle ferite sul petto, ma niente di preoccupante. Puoi dirci che cosa è successo?”
Di nuovo, non ottennero risposta, se non il movimento leggero della testa che venne inclinata di lato e l’approfondirsi della ruga di espressione causata dalla fronte aggrottata.
“Puoi stare tranquillo, davvero. Non vogliamo farti niente di male.- gli assicurò di nuovo il giovane- Vorremmo solo sapere cosa ti è successo…Sai, se sei in qualche modo in pericolo.”
Lo sconosciuto inclinò ulteriormente la testa, aumentando ancora di più la propria somiglianza con un passerotto curioso.
“Sapete, non sono sicuro che capisca quello che stiamo dicendo.” li informò Bobby, lo sguardo concentrato fisso sull’uomo seduto sulla branda che ora aveva spostato lo stava seguendo con gli occhi da quando aveva iniziato a parlare.
“Forse è straniero?” azzardò Dean, aggrottando le sopracciglia.
“Forse. Parlez-vous français?- provò a domandare Bobby con scarso successo- ¿Habla usted español? Sprechen Sie Deutsch? Вы говорите на русском?
Il maggiore dei due fratelli lo osservò perplesso “Tu non conosci nessuna di queste lingue.”
“So qualche frase.” rispose il cacciatore con una scrollata di spalle.
“Ok, proviamo con un’altra tecnica.- disse Sam, l’espressione concentrata- Sam.”
Dopo aver pronunciato il proprio nome il ragazzo si appoggiò la mano destra sul petto, per rendere palese l’identificazione.
Lo sconosciuto lo osservava con attenzione, incoraggiandolo così a continuare.
“Dean.- procedette, appoggiando poi il palmo sulla spalla del fratello, per poi passare all’altro cacciatore- Bobby.”
“Davvero, Sam?- sbottò Dean esasperato- Vuoi giocare a Io Tarzan, tu Jane con questo tizio?”
Il più giovane dei Winchester sbuffò sonoramente “Almeno io sto cercando di comunicare.”
Tu guardi troppi film da casalinghe.” ribatté il fratello con un ghigno.
Sam fece roteare gli occhi “Non sono io a svegliarmi di notte per guardare le repliche di Dr. Sexy.”
Bobby stava per intervenire, per riportare l’attenzione dei due fratelli sulla questione più importante in quel momento, ovvero capire se l’uomo che era piovuto dal cielo fosse una minaccia oppure avesse bisogno del loro aiuto e perché, quando la causa stessa di quella confusione, al di là di ogni aspettativa, parlò.
“Dean.”
L’udire il suono di quella voce, bassa e rauca come se fosse stata usata per la prima volta dopo molto tempo in quel momento, fece voltare i tre cacciatori, gli occhi spalancati e le espressioni incredule.
“Come hai detto?” riuscì a esalare l’interpellato.
“Dean.- ripeté lo sconosciuto, con uno stupore nello sguardo al sentire il suono della propria voce che faceva pensare che non l’avesse mai udita prima di allora- Sam. Bobby.”
Sam sbatté più volte le palpebre “Ha funzionato!- esclamò, prima di ripetere i gesti di prima- Sam. Dean. Bobby…”
Lasciò il discorso in sospeso, appoggiando la mano sulla spalla dell’uomo dagli occhi blu, aspettando che questa volta si presentasse anche lui, ma le sue speranze furono disattese.
Lo sconosciuto fissò perplesso prima la sua mano e poi lui “Sam?” domandò, confuso.
“Beh, almeno in parte ha funzionato, Jane.- lo prese in giro il fratello- Magari possiamo chiamarlo Tarzan finché non scopriamo il suo vero nome se la cosa può farti sentire meglio.
Dean non sentì come ribatté alla sua battuta Sam. Quello che sentì fu un’unica parola.
Castiel.
Quel nome gli risuonò nella testa per un istante soltanto, la voce la stessa che gli aveva intimato di salvare quello sconosciuto.
“Castiel?” ripeté ad alta voce, facendo scivolare via dalle proprie labbra quel nome decisamente bizzarro.
L’uomo sulla branda alzò la testa, rispondendo a quel richiamo.
“Castiel?- gli fece eco Sam, per poi rivolgere lo sguardo al moro dagli occhi blu- E’ questo il tuo nome? Castiel?”
L’altro si poggiò il palmo sul petto “Castiel.” confermò, con la sua voce roca e profonda.

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Lo so, lo so. Sono una pessima persona. La verità è che sto passando un periodo folle e che riesco a scrivere solo per poi sentirmi in colpa per aver sprecato del tempo che avrei potuto utilizzare per fare delle cose davvero utili. Come studiare. Come scrivere il paper ostico che devo consegnare fra dieci giorni. Come cercare una casa di modo da non diventare homeless il prossimo semestre. Insomma, abbiate pietà di me anche se sono una di quelle autrici pessime che diventano latitanti e poi se ne piovono qui all'improvviso lasciando solo un misero capitolo, delle scuse e le vane promesse di aggiornare con più frequenza. 
Per conto mio, vi adoro tutti quanti. Sì, proprio voi che leggete e commentate, e voi che leggete e mettete fra preferiti/seguite/ricordate, e voi che leggete e basta.
Alla prossima (a presto?), kisses JoJo

   
 
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