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Autore: 1Dsfreehug    06/01/2013    0 recensioni
Cosa può succedere in un viaggio d'istruzione in una città all'estero? beh, la risposta è semplice: tutto può cambiare! Soprattutto se la città in questione è la magica Londra!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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La musica pulisce l’anima dalla polvere della vita di ogni giorno.
_cit. Auerbach Berthold

 

Il primo passo è quello di aprire gli occhi: fatto!..Oddio che luce!
Il secondo (e per giunta più difficile): portare le gambe giù dal letto e posarle sul pavimento freddo!...Oddio, pronta al contatto?...3…2…1…Ah già! Dimenticavo di trovarmi in una supermegavilla!
... E mi ritrovai ad affondare i piedi in un soffice e morbido tappeto.
Ripetevo quella procedura ogni mattina…ma oggi era diverso…piangevo.
-Colazione in camera!- sentii urlare dal corridoio Simon, che subito si fiondò in camera barcollando con un vassoio pieno di delizie appena sfornate. Mi sforzai di sorridere ma il volto mi faceva talmente male che anziché un sorriso ne venne fuori una smorfia di dolore.
-Ti si è gonfiato il viso? Accidenti! Corro a prenderti del ghiaccio!- si alzò per andare in cucina ma gli afferrai il polso per bloccarlo.
-Sei troppo gentile! Non disturbarti troppo, farò da sola: sono abituata!- e si sedette vicino a me.
-Come sei abituata?!- chiese nel panico.
-Faccio freestyle con la motocross-
-Ah!- tutti facevano la stessa faccia stupita quando lo scoprivano, poi riprese –Ti va di dirmi cosa ti è successo al volto?-
Mi vennero in mente tutte le immagini della serata appena trascorsa, un’altra lacrima mi rigò il viso, solo una, e spalancai gli occhi come ipnotizzata e scioccata allo stesso tempo.
-Scusa. Non volevo renderti triste. Ma hai un viso sconvolto: se è successo qualcosa di veramente grave sarebbe meglio che lo sappia; o perlomeno tua madre.-
Continuavo a non rispondere  e a rimanere immobile a fissare la parete celeste.
La scena si prolungò talmente tanto che Simon si alzò e se ne andò.
Non riuscivo a spiaccicare una sola parola, sillaba, consonante o qualsiasi suono vocale che possa uscire da una bocca. Mi sentivo esplodere dentro, sola, in quella stanza colorata dalle più impensabili tinte azzurrine: il silenzio fa paura!
Ero combattuta: rivelare al mondo ciò che mi era successo? O sigillare e riporre nell'armadio di casi chiusi e mai liberati ancora una volta?
Non potevo tenermi tutto dentro! No, non questa volta! Era finita l’era in cui Claudia subisce e basta!
Presi un bel respiro e andai verso la porta; sentii parlare Simon al piano di sotto con altre due voci maschili, mi guardai, allora, allo specchio del corridoio per verificare se ero presentabile…Oh, ma che importanza aveva? Tanto vestiti non ne avevo! E m’incamminai lungo le scale che portavano alle voci provenienti dalla cucina, con una semplice maglia a stampe di Simon che mi arrivava a metà coscia e un paio di culotte.
Mi bloccai all’entrata intenta ad osservare la scena, le mani serrate a pugno lungo i fianchi. Dopotutto, se mamma si fidava di Simon, perché io no?...Feci un passo in avanti.
Due ragazzi erano seduti al bancone ad isola cercando di fare colazione (uno sembrava non mangiare da secoli); mi affiancai a loro e con la coda dell’occhio li beccai a farmi la radiografia completa; ma proseguii verso Simon, girato verso i fornelli intento a preparare la colazione per un intero arsenale…Inglesi!
Mi fermai proprio dietro lui:
-Hanno tentato di violentarmi…ieri sera!- dissi d’un fiato…ora mi sentivo meglio!
Si girarono tutti e tre verso di me e pronunciarono in coro:
-Chi?!-
-Il mio ex-ragazzo…e i suoi amici!-
-Oh mio Dio!
- e mi strinse in un abbraccio imponente, da papà, abbandonando l’arte culinaria che stava creando.
-Devi andare a denunciarlo!- disse il biondo seduto dall’altra parte della tavola con abbastanza ferocia. Il mio respiro si fece sempre più affannoso e, con il cuore che batteva all’impazzata mi girai a guardare in volto Simon che mi teneva ancora nella sua morsa d’acciaio, cullandomi dolcemente per calmarmi.
-No! No ti prego non servirebbe a niente! Suo padre è troppo potente…servirebbe solo a far peggiorare le cose! E poi alla fine non ci sono riusciti! Mi hanno salvato due miei amici! Non ci sarebbero prove!-
-Ma perchè cerchi di proteggerlo?!- cercò di dire colui che mi stava abbracciando.
-No ti prego…- sussurrai cominciando a tremare tra le sue braccia.
-Louis dammi una coperta, per favore.- chiese al moro occhi azzurri, e, nonostante la mia rigidezza, mi fece sedere sullo sgabello per fare colazione, avvolgendomi in una coperta di non so quale tessuto morbido e caldo e se ne andò a telefonare, lasciando cadere il discorso “denuncia”.

-Sai cosa mi calma quando ho dei momenti di panico?...Cantare…mi fa sprigionare ogni piccolo sentimento che racchiudo…Tu sai cantare?- mi chiese il moro.
-Non sono molto brava!-
-Tu provaci!- mi consigliò facendomi un sorriso brillante.
A quel punto notai nell’altra stanza un pianoforte di un bianco lucente, mi avvicinai tremando, era da tantissimo tempo che non sfioravo i tasti di un piano, e cominciai ad intonare le prime note. (qui per la canzone: http://www.youtube.com/watch?v=r_8ydghbGSg )

 Skies are crying (tutto dentro me era un fiume di lacrime)

I am watching
Catching teardrops in my hands (ed io rimanevo a guardare...impassibile...soppportando)
Only silence as it’s ending, like we never had a chance (come potevo pretendere che sarebbe cambiato?)
Do you have to, make me feel like there is nothing left of me? (lui sapeva la mia storia...mi ero fidata...ed ora ne pago le conseguenze)

You can take everything I have
You can break everything I am
Like I’m made of glass
Like I’m made of paper
(si era preso tutto di me, quel tutto che ora è distrutto)
Go on and try to tear me down (ma non gli bastava...ed ora io cado in mille pezzi...distrutta)
I will be rising from the ground (ma nonostante tutto ho deciso che mi rialzerò ancora una volta da terra...Devo!)
Like a skyscraper!
Like a skyscraper!

As the smoke clears
I awaken, and untangle you from me
Would it make you, feel better to watch me while I bleed?
All my windows, still are broken
But I’m standing on my feet
(e pian piano mi risolleverò sotto gli occhi di chi crede che non ce la farò)

You can take everything I have
You can break everything I am
Like I’m made of glass
Like I’m made of paper

Go on and try to tear me down
I will be rising from the ground
Like a skyscraper!
Like a skyscraper!


Go run, run, run (ed ora il male se ne andrà via)
I’m gonna stay right here (lontano da me)
Watch you disappear, yeah
Go run, run, run
Yeah it’s a long way down
But I am closer to the clouds up here
(ed io risplenderò di nuovo come una stella lassù nel cielo)

 
You can take everything I have

You can break everything I am
Like i’m made of glass
Like i’m made of paper, Oh
Go on and try to tear me down

I will be rising from the ground (si...ho deciso...non lascerò mai più a nessuno il potere di gettarmi a terra!)


Like a skyscraper!

Like a skyscraper!


Like a skyscraper!

Like a skyscraper!

 

Si, ora avevo capito! Avevo subito duri colpi dalla vita, a cominciare da mio padre che ci aveva abbandonati a otto anni, lasciandoci ricoperti di debiti per colpa dei suoi loschi affari, e avevo taciuto. Ed ora dono tutto il mio amore ad un ragazzo violento. Ma non dovevo più, mai più stare zitta e nascondere tutto dentro me, altrimenti sarei caduta e non mi sarei mai più risollevata!
Mi sentivo libera, con un peso in meno, la musica a volte salva davvero la vita!
-Grazie!-
-Alla faccia del “non so cantare”! Comunque non c’è di che!-
Solamente all’ora mi ero resa conto di chi avevo davanti, avevo messo ben a fuoco i loro due giovani visi…
-A proposito! Non ci siamo ancora presentati!...- esclamò all’improvviso il biondo precedendomi -…io sono Niall…- non gli lasciai terminare la frase che la completai io:
-Horan! E tu Louis Tomlinson! Piacere, il mio nome è Claudia!- e sorrisi per la prima volta in quella giornata, mentre loro scoppiarono a ridere.

Ad un certo punto mi venne in mente che i miei amici non avevano mie notizie dalla serata appena passata: presi il telefono di casa con permesso e chiamai Luca, in un angolo della cucina per non disturbare.
-Dove sei? Stai bene?- mi chiese preoccupato.
-Al sicuro…da un amico di famiglia.-

 



Angolo autrice:
Hola!!!!..:P
mi scuso in anticipo per eventuali errori…
Lasciate commenti..ci tengo alle critiche per migliorarmi:P

  
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