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Autore: 1Dsfreehug    26/12/2012    0 recensioni
Cosa può succedere in un viaggio d'istruzione in una città all'estero? beh, la risposta è semplice: tutto può cambiare! Soprattutto se la città in questione è la magica Londra!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Le lacrime sono lo sciogliersi del ghiaccio dell'anima. 
_cit. Hermann Hesse

 

 

Ore 16.45
3 ore prima che inizi la grande festa, 3 ore prima di scoprire la verità, 3 ore prima di toccare del tutto il fondo.

 Eravamo in una specie di gita (anzi, il termine corretto sarebbe stato–Settimana di feste all’oscuro di insegnanti-) a Londra da circa una settimana e mezza, seconde e quarte insieme in un college londinese, il che vuol dire ragazzi e ragazze con gli ormoni che urlano “Hip-hip! Urrà” insieme, e di conseguenza la regola –Se troviamo ragazzi o ragazze insieme nelle stanze consideratevi sospesi-.
Ci stavamo preparando al mega ballo scolastico di primavera che avevano organizzato i ragazzi inglesi in nostro onore…Tema: “Da favola”.
Io, Sara e Samanta (le mie due compagne di stanza) ci stavamo preparando per la serata quando entrò di corsa il mio migliore amico barra vicino di casa.
-Luca! Che fai qui? Se ci beccano siamo morti!- urlai per lo spavento.
-Claudia…ti devo parlare…- il suo sguardo serio mi metteva ansia, allora mi prese il polso e mi adagiò sul letto con calma, poi riprese -…ho sentito gli amici di Nicholas parlare in spogliatoio…dicevano che ti sta solo usando e visto che la tiri tanto lunga se questa notte non otterrà ciò che vuole ti lascerà domani stesso.-...Nicholas il mio ragazzo?!
-Cosa? Oddio, senti Luca io ne ho già parlato con lui fin da subito e mi ha detto che mi aspetterà fino a quando sarò pronta. È una persona molto dolce: non mi farebbe mai una cosa del genere…stai tranquillo!-
Ma riprese subito con i suoi atteggiamenti da fratello maggiore protettivo:
-Ma ho sentito i suoi amici Claudia! Perché non mi vuoi credere?-
-Perché i suoi amici sono dei coglioni!- risposi.
-E per quanto riguarda il fatto che io sono il tuo migliore amico?! Quanto tempo è che siete insieme? Tre mesi? Si è già stancato, posso assicurartelo perché lo conosco da molto più tempo di te e credimi se ti dico che lui sarebbe capace di farlo!- l’aria cominciava a riscaldarsi e le mie amiche lo capirono, quindi uscirono dalla camera per lasciarci soli e fare la guardia fuori.
Presi un respiro e cercai di trattenere le lacrime: io amavo più di ogni altra cosa Nicholas e se davvero si fosse stancato di me, se davvero mi avesse usata...probabilmente non avrei mai superato una altra delusione….mio padre era già troppo.
-Tre mesi e mezzo!- precisai e presi un altro respiro -E se davvero si fosse stancato di me, io non credo che sia così perfido da usarmi in questo modo-.
-Prima che arrivassi te cercava il sesso in tutte quelle che glielo potevano dare. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio! Perché non capisci?- tuonò.
-Perché non la smetti di fare il fratello maggiore?! Lo sai che non sopporto quando fai così!- urlai.
-Perché sei stupida!- questa frase mi ferì a morte così gli passai accanto e mi diressi verso la porta della stanza per aprirla.
-Ti prego vattene!- dissi tra le lacrime che sgorgavano copiosamente.

-Aspetta! Fammi vedere il trucco!- mi voltai verso Samanta che mi aveva chiamato all’improvviso         
-Tutto a posto bella!- mi disse con il pollice rivolto all’insù.
Ci stavamo dirigendo verso l’entrata della palestra con i nostri vestiti principeschi, ero triste perché il mio migliore amico non si era più fatto vivo dal pomeriggio, non avevamo mai litigato così.
-Ehi! Un sorriso sarebbe gradito!- mi incitò Sara e facendo così mi svegliai dal mio coma apparente e mi ritrovai in un posto favoloso! Probabilmente, se non l’avessi vista prima, non avrei mai creduto che quella, in realtà, era una palestra. Drappeggi oro e blu, cristalli, enormi lampadari, ammazza ma dove li trovavano tutti quei soldi! Tutto rigorosamente in tema, come ci avevano raccomandato, anche i nostri vestiti dovevano contare di almeno uno di quei due colori che adornavano dolcemente la sala.
Mi voltai più volte intorno cercando lo sguardo di Nicholas, quando notai Luca in distanza, lo salutai sforzando un sorriso ma si girò dall’altra parte.
-Ehi! Sei uno schianto questa sera Claudia! Uh, aspetta che non mi senta Nicholas altrimenti mi mette all’angolo!- mi girai e chi era? Quel coglione del migliore amico del mio ragazzo!
-Leva le mani dai miei fianchi Edoardo! Piuttosto lui dov’è?-
-In bagno bellezza!-
Non potendo entrare nei servizi per gli uomini, aspettai fuori, subito dietro l’angolo per fargli un sorpresa, quando sentii degli schiamazzi provenire dall’interno:
-Ehi aspetta Nicholas!- disse uno dei suoi amici.
-Che c’è?! Mi starà aspettando muoviti!-
-I preservativi! Ce li hai vero? Sai non vorrei andare così presto al battesimo del figlio di uno dei miei amici!-
-Certo che li ho presi! Ne ho due nel portafoglio in caso…- venne interrotto.
-Che farai se terrà le gambe chiuse?- una lacrima mi rigò il viso.
-Beh…se farà la stronza potrà pure considerarmi il suo ex!- cercai di trattenere le lacrime e continuare ad ascoltare, Luca aveva ragione...E avevo litigato con lui! Si! Poteva ben dirlo! Ero una stupida!
-Il solito stronzo!-
-E dai Davide! Sono tre mesi che aspetta!- e delle risate invasero il bagno.
Volevo piangere. Solo quello. Piangere all’infinito fino a sparire.
Uscirono tutti e tre insieme e mi trovarono davanti a loro con un viso sconvolto.
Nicholas mi prese la mano. Provai ribrezzo. Gli scostai la mano velocemente.
-No! Nicholas! Considerati tu senza nessuno con cui poter scopare! Stronzo!- sputai veleno dalle labbra pronunciando quelle parole.
Mi voltai e cominciai a correre verso la pista da ballo sentendo le risate da cretini dei suoi amici e Nicholas che mi implorava di fermarmi.
Riuscii a raggiungere il centro per cercare una via d’uscita. Stavano ballando una canzone lenta. Mi guardavo intorno con aria disperata, rossa inviso, intravidi anche Luca ed Edoardo che mi guardavano con aria preoccupata. Ero una principessa persa. Cominciai a piangere...quando mi sentii afferrare il braccio per farmi voltare: mi ritrovai faccia a faccia con il mio ex che mi prese il volto tra le mani per avvicinarlo al suo.
-Ehi amore! Noi stavamo scherzando! Lo sai come siamo fatti no?! Non devi piangere!- poi tentò di baciarmi in maniera forzata mentre mi divincolavo dalle sue grinfia. E fu questo ad essere la goccia che mi fece traboccare. Mi scostai velocemente e lo colpii con un ceffone poi gli urlaii in faccia:
-HAI RAGIONE SAI! NON DEVO PIANGERE PER UNO COME TE!- tutti si girarono a guardarci, la musica si spense.
-Claudia, non diamo spettacolo qua! Parliamone da un’altra parte!- mi sussurrò, con la mano che accarezzava la parte del volto dolorante.
-PERCHÈ? HAI PAURA DI PERDERE LA TUA REPUTAZIONE DA “CADONO TUTTE HAI MIEI PIEDI”? O FORSE È MEGLIO DIRE “CADO SULLE VAGINE DI TUTTE"?- gli inglesi presenti si guardarono intorno straniti perché non capivano l’italiano; mentre gli italiani si preoccuparono perché sapevano com’era fatto Nicholas. Ed ora anch’io lo sapevo. Sarebbe stato capace di picchiarmi a sangue. Andava in collera quando veniva ferito in orgoglio.
-SAI? È  PRORPIO VERO! IL LUPO PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO! ED IO SONO STATA VERAMENTE UNA STUPIDA A NON CREDERCI! SEI PROPRIO UN STRONZO NICHOLAS!-.
Mi voltai e cominciai a correre a più non posso verso l’uscita.

Vedevo le stelle. La musica intanto era ripresa.

Ad un certo punto due energumeni mi afferrarono e mi portarono dietro la scuola: erano Davide e Mattia. Mi scaraventarono addosso al muro, poi mi riafferrarono bruscamente stringendo a più non posso le mie braccia per mettermi con il viso rivolto verso il muro. Cominciai a divincolarmi e ad urlare ma mi tapparono la bocca con la mano. Ad un certo punto sentii premere violentemente sui fianchi e due mani mi riportarono di nuovo rivolta verso Nicholas.
-Lo sai che odio quando mi si mette in ridicolo davanti a tutti! Ed ora tu ne pagherai le conseguenze! Credevo fossi diversa sai? Ma invece sei la solita puttanella!-
Provai ancora ad urlare, ma l’urlo era soffocato dalla mano di Mattia che mi teneva ancora chiuse le labbra. Avevo gli occhi spaventati di un cerbiatto quando scappa dagli spari del cacciatore. Nicholas avvicinò il suo bacino al mio cominciando ad andare su e giù e, tenendomi ancora saldamente i fianchi, mi fece inarcare la schiena. Mi liberarono la bocca ma fu richiusa subito da un bacio violento ed ossessivo. Gli altri due, intanto, mi tenevano ferme le braccia dietro la schiena. Realizzai che stavano per stuprarmi, tutti e tre.
Riuscii mio malgrado a tirare un calcio nei gioielli di famiglia a Nicholas che si accasciò a terra per il dolore. Davide allora accorse per dargli una mano ed io, in quel preciso istante riuscii a liberarmi; ma Mattia mi afferrò per i capelli e mi gettò a terra.
-VOI SIETE PAZZI!- urlai.
Il mio ex si rialzò e mi diede un pugno rompendomi un labbro, e poi un altro tagliandomi lo zigomo con il prezioso anello regalatogli dal padre.
-Troia!- disse. E mi strappò via una spallina del vestito. Ero assalita da un terribile terrore, quel spavento che non ti fa più parlare: riuscivo solo a piangere.
-Bastardo! Non toccarla!- mi girai e vidi Luca che cominciò a picchiare violentemente quello che fino a poche ore prima era stato l’amore incondizionato della mia vita.
Il mio angelo custode era arrivato. Anzi erano arrivati, perché poco dopo mi accorsi che anche Edoardo si stava dando da fare per liberarmi.
-Scappa bellezza! Ora!- mi sorrise in modo rassicurante e poi si immischiò nella rissa due contro tre.

Correvo, correvo a più non posso e piangevo, piangevo tremando.
Non volevo ritornare mai più. Mi sentivo persa totalmente in mezzo al buio di Londra. Cominciò a piovere. Ero tutta sporca. La gente mi guardava stranita quando passavo al loro fianco. Sapevo che era sbagliato ma volevo scappare dal mondo che mi aveva circondato fino a quel momento. Un borseggiatore mi afferrò la cloche e scappò portandosi con sé tutti i documenti ed il cellulare. Ero persa. Senza forze. Mi sentivo lacerare dentro. Inciampai e caddi in mezzo ad un marciapiede piangendo disperata. Mi alzai a stento e mi stesi sulla panchina lì a fianco continuando a piangere.


-Ehi stai bene?- alzai il volto e mi ritrovai davanti il viso di una ragazza preoccupata; ebbi paura, non mi fidavo più di nessuno ormai, quindi mi alzai e corsi via disperata.
-No! Aspetta! Voglio aiutarti!-.
-Danielle! Andiamo siamo in ritardo!-.
-Sembrava una principessa con quell’abito-.

Continuavo a correre quando la catenina del mio battesimo cadde rovinosamente; mi chinai, quindi, a raccoglierla e mi accorsi che il ciondolo si era aperto e subito mi vennero in mente le parole di mia madre:
“Di qualunque cosa tu abbia bisogno a Londra, vai all’indirizzo che trovi dentro il ciondolo” si preoccupava troppo, non vedevo l’ora di riabbracciarla.
Camminai per più di due ore sotto ad una pioggia incessante a piedi nudi (le decolté le avevo tolte da un pezzo e le tenevo in mano) quando arrivai in un quartiere pieno di ville da milioni di sterline. Forse avevo sbagliato, ma vidi un cartello che riportava la via che cercavo e infine una casa col numero civico indicato dal biglietto custodito dal ciondolo.
Suonai al campanello in ottone.
Inutile dire che mi trovavo davanti ad una casa talmente bella che anche le parole di un poeta sarebbero riuscite a rovinarla. Era ovvio che avevo sbagliato indirizzo: molto probabilmente a Londra esistevano più vie con quel nome.
Stavo per andarmene quando l’abitante della casa si fece avanti nel vialetto fino a raggiungere il cancelletto in ferro battuto. E proprio in quell’istante mi resi conto di non aver guardato il nome e il cognome di chi avevo interpellato nel bel mezzo della notte. Vidi la scritta. Lessi.
“Simon Cowell” oh mamma! Mi vergognavo talmente tanto del mio aspetto che non osai alzare il capo quando iniziai ad implorarlo di perdonarmi, ma fui interrotta:
-Claudia?!- rimasi scioccata. Come diamine…
-Conosci il mio nome?!-
-La catenina che hai al collo è un mio regalo di battesimo! L’ultima volta che ti ho visto avevi appena compiuto un anno! E…quanto sei cresciuta!- era lui quel Simon di cui mi parlava tanto la mamma!
Poi si accorse del mio aspetto stravolto.
-Ehi! Ma stai bene?- mi domandò preoccupato.
-No- dissi di nuovo tra le lacrime.
-Entra- e mi avvolse nel suo accappatoio in velluto bordeaux.

Mi medicò. Mi fece fare una doccia calda nella vasca idromassaggio. Mi diede dei vestiti puliti. E mi lasciò addormentare tra le morbidi coperte di un letto gigante senza chiedermi cosa mi fosse successo di così grave.
Molto probabilmente aveva capito che quello non era il momento adatto.
Mi sentivo a casa. Finalmente.

Non piangevo così da anni ormai. Non ricordavo più neanche il sapore delle lacrime.
Poche ore fa' avevo toccato del tutto il fondo; ma quando si tocca il fondo si comincia a risalire.
Da quella sera diventai più matura, la mia vita cambiò radicalmente.  

 


Angolo Autrice:
Ciao a tuttiiiiiii...:P
Volevo  precisare che i dialoghi scritti in grassetto/corsivo sarebbero quelli in italiano mentre quelli in grassetto in inglese...
Lasciate commenti susu!..:P

 

  
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