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Autore: _Mirya    06/01/2013    4 recensioni
Questa fanfiction è stata riscritta in modo diverso e migliore.
Titolo: Distance makes the heart grow cold. ❆
Seguitela, grazie ♥
Erano ormai passati due anni dall'ultima volta che Zoro vide i suoi Nakama. Due anni interi lontano da lei: la sua musa. Ma "la distanza rende freddo il cuore", e non solo quello dello spadaccino. Egli verrà a conoscenza di una dura verità da parte della bella navigatrice. Come andrà avanti fra di loro?!
Genere: Avventura, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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(l'ordine dell'arrivo non è giusto per un motivo)

La distanza rende freddo il cuore.

 

Erano passate ore da quando avevo abbandonato il “Rip-Off Bar”.
Ero in cammino verso il Grove 41 per raggiungere la Sunny custodita da Duval. Ma ahimé non ero migliorato in una cosa: l'orientamento. Eppure non mi ero perso nel arrivare al bar, oppure mi era andata di fortuna. Andai a finire nel Grove 64, base dei Marine. Ho avuto “fortuna”, ma era meglio non farsi notare anche se, non avevo paura di battermi con loro. Mi guardai attorno, non c'era traccia di quegli uomini in divisa tutti perfetti sdenza neanche un capello fuori posto. In ogni caso dovevo trovare la strada per tornare indietro e raggiungere il 41. Continuavo a camminare senza sosta, ero ormai arrivato al Grove 69, ancora qualche passo ed sarei stato fuori da quella base finché non venni fermato da una voce, sicuramente appartenente a Marine.

« Ah, Roronoa Zoro. E' da tanto che non ci vediamo » la voce era ferma e rauca, ma alle volte sembrava come se avesse qualcosa di metallico tra i denti.

« Vedo che sai il mio nome » non mi girai.

« Come potrei dimenticare un nome come questo. Il cacciatore di pirati, alla fine »

« Ah, vedo che ricordi tutto di me » feci un ghigno

« Saranno passati anche due anni, ma non mi scordo le facce di chi incontro » la sua voce cambiò e divenne familiare a quella di un robot

« Ahah, nemmeno io, Franky. Ho sentito la tua presenza da lontano, anche se all'inizio credevo fossi uno dei Marine »

« Mi hai riconosciuto allora, bene. Come ti sembra il mio corpo? »

« Ehm, metallico?! » mi girai e ridemmo.

« Già, ora non ho neanche più una parte umana. Sono imbattibile »

« Senti, mi accompagni alla Sunny? »

« Con piacere, è da tanto che non vedo la mia piccola. E poi non posso far vagare uno come te da queste parti »

« E con questo cosa vorresti dire ? »

« No niente, solo che dal 13 sei arrivato al 69. Tutto qui » rise di gusto mentre io lo guardavi torvo.

Decidemmo di tornare indietro e passare dal 69 al 41. Nel mentre speravo che anche gli altri fossero arrivati, ma gli unici che trovammo sulla strada furono Chopper e Nico Robin. Erano cambiati anche loro: Chopper portava un cappello azzurro e rotondo e passava più tempo a quattro zampe mentre Robin aveva optato per un abbigliamento più comodo che le faceva risaltare le forme ma allo stesso tempo le nascondeva (?).

« Franky, da quanto tempo »

« Robin, stai benissimo così. »

« Robin, Chopper felice di vedervi »

« Zoro, ma che hai fatto all'occhio? »

« Questo? Ah, niente. Dai, incamminiamoci »

« La Sunny ci aspetta! »

Appena arrivammo salutammo Duval e lo lasciammo andare a riposare e a rimettersi in sesto per tutte le ferite che si era procurato. All'appello mancavano ancora cinque elementi: Sanji, Brook, Rufy, Usop e lei, Nami. Brook ci raggiunse poco dopo, aveva appena terminato il suo concerto facendosi incoronare “Suol King”.

« Testa d'alghe, ti si vede da lontano » si portò una mano in tasca e tirò fuori una sigaretta, la portò alla bocca e l'accese.

« Ah, Sopracciglione coi mustacci, sei appena arrivato e già vuoi batterti? » feci un ghigno, mancava quel cuoco di serie c.

« Ahah, come hai vecchi tempi, amico. Hai imparato a non perderti? »

« Su questo avrei da dire qualcosa, prima dal 13 è arrivato al 69 invece che al 41 » si intromise Franky e tutti gli altri risero mentre io gli urlavo contro.

« Non è vero, volevo solo camminare un po' di più! »

« Ahahah, saranno passati anni, ma tu sei sempre il solito spadaccino da quattro soldi »

« E tu un cuoco di serie c »

« Ehi voi due, sempre a litigare eh? » disse una voce lontana proveniente da dietro a una pianta. Il tizio si affacciò sorridendo, lo sguardo basso coperto da un cappello color bianco-panna. Aveva le braccia conserte, il torso era più muscoloso di quel che mi ricordavo. Era più robusto e anche più forte, ne sono sicuro, del resto l'aveva promesso a tutti che sarebbe diventato così.

« E tu chi sei? » chiese sospettoso Chopper

« Non mi riconosci? Mi deludi, Chopper. Sono Usop » si spostò e la luce lo illuminò rivelandolo.

« Usop, alla buon ora » gridò Franky andandogli incontro

« E non è solo, ci sono anch'io » disse una voce femminile dall'altra parte dell'albero. Era inconfondibile, l'avrei riconosciuta tra mille. Era calda e morbida, niente di più bello. Sorrise e si mise una mano dietro la nuca, camminò verso di noi in modo molto sensuale. Come sempre Sanji si piombò su di lei e iniziò a pavoneggiarsi finché non cadde a terra perdendo sangue dal naso. Chopper lo raggiunse e lo medicò mentre lei salutava tutti, tutti tranne me. Mi passò accanto come se non fosse niente, come se non ci fossimo mai conosciuti. Perché faceva così? Non riuscivo ad essere del tutto arrabbiata con lei. Perché? La guardai meglio, era splendida in tutto: il suo sorriso, qualcosa di unico; il suo corpo, seducente e ipnotizzante; ero incantato dai suoi occhi azzurro cielo. Mi passò di nuovo accanto, mi ignorò. Rideva con gli altri e ogni tanto mi guardava per poi abbassare lo sguardo. Non capivo perché facesse così, perché non mi calcolava. Ero distratto così tanto che anche Robin se ne accorse, ma decise di non intromettersi per il momento. Il mio cervello era così disconnesso che non notai l'arrivo del mio capitano, Rufy. Franky mi diede una gomitata facendomi segno di guardare avanti. Quanto mai l'ho fatto. Vidi Nami correre verso Rufy e abbracciarlo forte, non si staccò subito. Io e gli altri ci avvicinammo a lui e lo salutammo, la ignorai.

« Ciurma, prima di salpare devo dire una cosa... SANJI, quando è pronto il pranzo? »

« Eh? Ma sei appena arrivato! » rispose il biondo con la sigaretta in bocca

« Appunto perché sono appena arrivato, ho FAMEEE! »

« E va bene, preparerò qualcosa per tutti, ho imparato piatti nuovi » sorrise e salimmo sulla nave. Sanji si diresse in cucina, Robin e Chopper nella stanza dell'acquario, Franky nella stanza dei macchinari, Rufy si sedette sulla polena mentre scherzava con Usop, Nami era sotto l'albero dei mandarini che scrutava il mare ed io ero seduto al mio solito posto, occhi chiusi e le katane alla mia sinistra. Tutto questo accompagnato dalla melodia del violino di Brook. Tenni gli occhi chiusi, ma mentalmente riuscivo a percepire tutto quel che stava succedendo sulla nave. Ad un certo punto sentii una voce, non so da dove provenisse, ma tentava di dirmi qualcosa. Sussurrava delle parole, riuscì a distinguere solo qualcosa:

“la distanza è il vero nemico degli innamorati, ma è anche la che più delle altre ci fa capire quanto amiamo”

Aprii gli occhi e spostai il mio sguardo in alto, su di lei. La fissai e spontaneamente mi apparse un sorriso, ritornai in me nel momento in cui incontrai il suo sguardo. Mi stava fissando anche lei. Aveva gli occhi strani, tristi. Distolsi lo sguardo, Sanji uscì dalla cucina chiamando tutti avvertendoli del pranzo pronto. Si mossero tutti e si diressero verso lo stesso punto. Io non mi mossi da lì.

 

* Angolo Autore *

 

Scusate l'enorme ritardo, ma ho avuto problemi.

In ogni caso, eccovi il terzo capitolo. E' più lungo rispetto a quelli precedenti.

Con l'inizio della scuola non so quando avrò tempo di scrivere e aggiornare la storia, spero questa domenica.

In tal caso non succedesse, mi scuso in anticipo.

Spero che vi piaccia questo capitolo, se volete lasciare una recensione è ben accetta :)

Grazie soprattutto a chi finora ha recensito, grazie *.*

Grazie per aver letto, vostra Mirya ♥

   
 
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