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Autore: Mahiv    06/01/2013    2 recensioni
Un Dio degli Inganni è sotto custodia di un genio miliardario playboy filantropo, ma la cosa non dispiace poi troppo ad entrambi.
Raccolta di momenti importanti o quotidiani della loro vita insieme.
[Ironfrost]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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.Enjoy the Silence

Silenzio.
Si lasciò scappare un sorriso.
Amava riuscire ad avere anche un solo momento di totale tranquillità nella giornata.
Un solo momento ritagliato unicamente per lui.
Beh, per lui, ed eventualmente...
«Stark.» Appunto.
Lui si sistemó meglio sul divano, pronto a subire qualche stupida lamentela su chissà cosa.
Perché, sì, sapeva riconoscere la particolare sfumatura nella voce dell'altro che precedeva un qualche sciocco rimprovero, e cercó di imitarla, fallendo miseramente.
«Loki.»
L'altro emise uno sbuffo irritato.
«Potresti, gentilmente, smetterla? Mi distrae, e  mi mette in disordine i capelli.»
Il miliardario ridacchió, guardando l'uomo sdraiato sul suo divano. Sapeva essere così vanitoso!
«Smettere di fare cosa, piccolo cervo?»
Il Dio rispose subito, ignorando di proposito il soprannome propinatogli.
«Sai esattamente di cosa parlo. Smetti di toccarmi i capelli.»
Lui continuò imperterrito.
«Ma piantala. So che ti piace.»
Stark non capiva quell'uomo, il momento prima poteva essere addirittura dolce -per il concetto che poteva avere Loki di dolcezza, ovviamente- ed il momento dopo era capace di tornare freddo e distaccato come si mostrava al resto dei Vendicatori.
«No, è fastidioso. E lo sei anche tu.»
Loki occupava tutto il suo divano, costringendolo a stare seduto sull'angolo, con la sua testa sulle gambe.
«Tsk, ma se poco fa facevi le fusa.»
Il Dio alzò gli occhi su di lui, fulminandolo.
«Io non faccio le fusa, Stark. Non sono un gatto.»
Lui rispose allo sguardo con una smorfia divertita.
«Certo che non lo sei.» Sogghignó.
Non era davvero il caso che gli dicesse di quanto in realtà gliene ricordasse uno. Non solo in quel momento, ma ogni volta che camminava, si muoveva, o semplicemente stava seduto, con quell'eleganza e portamento che pur provando non avrebbe saputo eguagliare.
«Davvero non vedo cosa ci sia di divertente.»
Stark rimase a guardarlo, borbottando un "Nulla, nulla." appena accennato, riprendendo a giocare con i suoi capelli, mentre l'altro fissava il soffitto con l'aria di chi è stato impunemente offeso.
«Perchè senti il bisogno di accarezzarmi? Te l'ho già detto, non sono un gatto.»
Soffió il Dio, tendendosi leggermente verso le carezze, cosa che fece sorridere l'inventore.
«E smetti di ridere di me, è sconveniente.»
Il modo oltraggiato con cui lo disse fece solo sorridere Stark più apertamente.
«É solo che sei quasi...carino, quando ti togli di dosso quell'aria da 'ti sono superiore in ogni insignificante sfaccettatura' che ti porti dietro.»
L'Asgardiano sorvoló sulla voluta provocazione del terrestre, aggrottando le sopracciglia.
«Pensi che sia carino?»
Non c'era il bisogno di sentirsi adulare nascosto dietro quella domanda, e nemmeno era stata pronunciata con sdegno, solo con sincera curiosità.
Questo colpì Stark, che dovette distogliere lo sguardo da quello indagatore del Dio.
«Beh...io...a volte. Molto poche volte.»
L'altro non sembrò particolarmente contento della risposta.
«Dovrei essere intimidatorio, non carino
«Allora non ti sta riuscendo molto bene.» Disse lo scienziato, concentrato nel movimento delle sue dita.
«Dovrei offendermi o era un patetico quanto maldestro tentativo di farmi un complimento?»
Stark gli tiró un po' i capelli, sbuffando dal naso.
«Prendilo come ti pare. Per di più, hai  perso, quindi a che ti servirebbe ora sembrare intimidatorio?»
Loki si irrigidì sotto il suo tocco.
«Smetterei di tirare la corda, se fossi in te, o finiró decisamente di sembrarti 'carino'.»
Stark si complimentò mentalmente con se stesso per la sua innata capacità di far innervosire quell'instabile soggetto.
«Potresti, ma ti perderesti alcuni privilegi.»
Il Dio sogghignò, guardando fuori dalla vetrata.
«Oh, ma davvero?»
«Ovviamente.»
La nota di ironia nella voce dell'Aesir si tramutó in strafottenza -arte che aveva assottigliato grazie alla vicinanza di Tony Stark-.
«Non sarebbe un problema. Torneresti da me, implorando, in un attimo.»
Stark accolse la sfida, facendo appello alla sua rinomata fama da playboy, sapendo che l'altro ne sarebbe stato indispettito.
«Non ne sarei così sicuro. Infondo qui su 'Midgard' potrei avere chiunque.»
Come previsto il Dio emise un sibilo infastidito, ma mantenne un leggero ghigno compiaciuto.
«Certo, ma nessuno è come me, dico bene? L'hai detto tu stesso.»
L'inventore capì dove sarebbe andato a parare il maledetto che si trovava sul suo divano, e decise di prenderlo in contropiede.
Se avessero cominciato a parlare di quando gli aveva detto che era irrimediabilmente diverso da chiunque avesse mai avuto il pregio -o la sfortuna- di conoscere, Loki gli avrebbe certamente tirato frecciatine su frecciatine sulla "dichiarazione" che gli era sfuggita subito dopo.
Ed Anthony Stark non intendeva assolutamente cadere in quel tranello.
«Potrebbe anche essere una buona cosa, sai? Potrei trovare qualcuno un tantino meno possessivo, magari.»
In tutta risposta Loki ringhió: «Magnifico. Ti tenderesti solo conto di quanto chiunque altro impallidisca in confronto a me. Inoltre, io non sono sempre possessivo.»
L'Uomo di Ferro non riuscì a trattenere una risata, mentre i capelli del Dio gli passavano fra le dita.
«Mmmh, il Dio della Modestia, davvero. E, no, non sei sempre possessivo. Solo quando siamo soli, o quando io parlo con qualcuno, o quando io sono fuori con qualcuno, o quando io sono al lavoro con Pepper, o..-»
Un sibilo pregno di risentimento lo interruppe.
«Chiedo scusa, non sapevo che amarti fosse una qualche sorta di crimine.»
Stark arrestò per un momento il movimento delle sue dita, sentendo una piacevole fitta all'altezza del reattore Arc, per poi riprendere, più dolcemente. 
«Non riesco proprio ad abituarmici.»
Sussurró, abbozzando una risata per scrollarsi di dosso le varie sensazioni che quella frase, seppur detta con sdegno, aveva scatenato.
Loki, avvertendo chiaramente il tremolio della voce dell'altro, si arrese, e si abbandonò totalmente alle carezze del Midgardiano, chiudendo gli occhi.  
«Abituarti a cosa? Al fatto che ti amo?»
Di nuovo Stark fu sul punto di soffocare.
Non poteva prevedere quando Loki se ne sarebbe uscito con certe frasi, e ogni dannata volta aveva paura che il reattore potesse non bastare a mantenerlo in vita, sentendo il proprio battito rimbombare nelle orecchie.
Il Dio era fatto cosi.
Non si concedeva a momenti di romanticismo stucchevole -grazie al cielo, Stark l'avrebbe trovato inquietante-, ma nemmeno era del tutto distaccato.
Da una parte si comportava semplicemente in modo più...mansueto, di come faceva con qualunque altro essere umano -o fratello, eventualmente-, dall'altra si esibiva in perfette scenate da primadonna non appena l'attenzione del terrestre era catturata da qualcosa che non fosse lui.
E poi c'erano quei momenti.
Quei momenti in cui il Dio si lasciava sfuggire parole così importanti in un modo così innocente e privo di qualunque forma di vergogna, come se fossero solo ovvie per lui, che Stark non poteva far niente se non accogliere quella fitta di calore nel petto, e assaporarla.
«Sì, è  abbastanza...difficile da metabolizzare.» Soffió.
Loki si lasciò sfuggire la prima risata della giornata, alzando lo sguardo verso di lui. «Immagino di sì.»
Tony non potè che sorridere, mentre L'Aesir lo afferrava per il colletto della camicia sgualcita che indossava e lo tirava verso di sè, poggiando quelle gelide labbra sulle sue, prima delicatamente, poi con più convinzione.
Stark seppe solo che il suo ultimo pensiero razionale fu che non era poi tanto sgradevole, quando il suo "momento di silenzio" veniva interrotto, se nel giusto modo.


Nda
All'invasione di questo fandom! Aaaaargh!
Non so bene come io abbia partorito questa fic, so solo che erano le 4.32 am della notte scorsa, ed ero convinta di sognare di scrivere una Frostiron sulle note del telefono.
Quando mi sono svegliata, questa mattina, ho trovato il telefono sotto il cuscino, e le note aperte su questa.
E ho pensato qualcosa come "I folletti delle fanfiction slash mi hanno scritto qualcosa durante la notte, siano benedetti!", poi però l'ho letta, e ho capito che era troppo mediocre per essere opera loro.
Ho comunque deciso di postarla, in onore dei folletti slashers, perciò vi ringrazio se l'avete letta tutta, e vi abbraccio se avete addirittura letto codeste note.
Consigli e/o critiche sono come sempre ben accetti! Cercherò di postare un secondo capitolo a breve,
Adieu.

I am the Lightning, The rain Transformed
   
 
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