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Autore: Gloria Bennet    06/01/2013    9 recensioni
Bonnie si ritrovó a pensare a Damon, quello vero e, per puro caso o forse per destino, i suoi occhi si posarono sull'alta e stretta libreria a destra del camino. Tenendo in braccio il gatto si avvicinó e vide incise nel legno, all'altezza dei suoi occhi delle lettere. Formavano una parola, un nome. "DAMON"
In quel momento la serratura scattò...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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6. La dura verità

 

 

Quando una voce, che non era la sua, pronunciò il nome di Bonnie.

«Bonnie»
Era Zander. Lì. Con loro.
Bonnie non fece in tempo a realizzare la sua presenza concreta che lui se n'era già andato. Non aveva neanche sentito le sue parole («ti aspetto giù»). Guardò Damon con aria supplichevole.

«Non te ne andare, ti prego» gli disse, prendendolo per il braccio.

«Bonnie, non sono io a dovermene andare. Sei tu che devi parlare con lui. É il tuo ragazzo. Non il mio, grazie al cielo»
«Ti sbagli, non lo é più. L'ho lasciato l'altro ieri»

Damon la guardò, perplesso. E il suo stupore fu presto sostituito dalla meraviglia.

 

 

Il modo migliore per mantenere le promesse, è di non farne alcuna.

[Charles Régismanset]
 


Non c'era bisogno di chiedere quale fosse il motivo di quella rottura. Per Bonnie, lui era sempre stato la prima scelta. Questo era il miglior regalo di una vita intera. Perché pur avendola trattata male e non rispettata, Bonnie non aveva mai smesso di amarlo e aveva scelto lui, correndo il rischio più grande della sua vita. Essendo consapevole che lui da incostante qual era non le avrebbe dato le certezze di Zander, non le avrebbe dato le sue sicurezze. Eppure lei l'aveva lasciato per lui. Lui avrebbe potuto lasciarla, respingerla, ma lei l'aveva scelto lo stesso. Per questo avrebbe dovuto parlare con Zander. Le avrebbe dato la possibilità di chiarirsi con lui, di essere felice. O per lo meno di avere la possibilità di scegliere che lui, da quel momento in avanti, non le avrebbe mai più tolto.
«Promettimi che non te ne andrai» gli disse ancora la strega.

«Te lo prometto»
Bonnie lo guardò intensamente nei suoi occhi scuri e sperò con tutta se stessa che fosse vero.
«Sai, in questo momento vorrei tanto stare qui con te, e lasciare Zander fuori dalla porta. Ma so che non sarebbe giusto, quindi..»
Damon le prese il volto tra le mani con fermezza.

«Scendi Bonnie, vai da lui. Ti prometto che non me ne andrò»

Sapeva che si sarebbero potuti rappacificare e lui sarebbe rimasto solo, ancora una volta. Ma valeva la pena rischiare perché era giusto. Avrebbe voluto che Bonnie restasse lì con lui per sempre, ma era certo che presto o tardi lei avrebbe rimpianto di non essersi chiarita con il lupacchiotto. Perciò, seguì lo Stefan che c'era in lui e la incitò ad andarsene. Forse si sarebbe pentito per il resto dell'eternità, ma almeno non avrebbe avuto rimpianti. In qualunque caso, ci sarebbe sempre stato per lei. Forse si sarebbe limitato a vegliare su di lei, senza essere parte attiva della sua vita, ma non l'avrebbe mai lasciata sola perché anche se ancora non era certo di ciò che provasse, era sicuro che avrebbe mantenuto quella promessa.

 

 

E ti dico ancora: qualunque cosa avvenga di te e di me,

comunque si svolga la nostra vita, non accadrà mai che,

nel momento in cui tu mi chiami seriamente

e senta d'aver bisogno di me,

mi trovi sordo al tuo appello. Mai.

[Herman Hesse]

 

 

 

Non stava origliando, stava solo appollaiato su un ramo che, per puro caso, si trovava sopra Bonnie e Zander. Non stava neanche ascoltando se per questo. Stava solo udendo i rumori della natura, degli animali, delle piante e poi beh, avendo un udito più potente di ogni altra creatura non poteva fare a meno di sentire qualche parola. Ma solo un paio. Ed erano persino parole chiave. Come "Ho sempre provato qualcosa per Damon" questa era un'intera frase però. O "Non posso stare con te". Ascoltò per un po' la conversazione e poi, volendo dare loro un po' di privacy schiuse le ali e volò via per planare dritto in camera, la sua. Si ritrovò a bere bourbon e a camminare avanti e indietro per la stanza, folle e felice. Damon lo guardava, indifferente mentre continuava a lavarsi.

«Bonnie ha scelto me, game over gattaccio» gli disse.

Se solo avesse potuto rispondere, il gatto si limitò a squadrarlo dalla testa ai piedi e a continuare a lavarsi.

 

 

 

Quella sera, Bonnie ritornò in camera dopo una giornata lunga e intensa. Era stato un Natale movimentato. Dopo aver consegnato a Damon il suo collarino nuovo tempestato di brillantini rossi e oro si sedette sul divano e fissò il fuoco nel camino. Damon non c'era. Damon non c'era stato tutto il giorno e non lo biasimava. Aveva trascorso la giornata con Zander e la signora Flowers. Era andata meglio di quanto si aspettasse, ma anche peggio, decisamente peggio.
Prese il suo diario rilegato di pelle nera (glielo aveva regalato Elena per il suo compleanno) e lo aprì...


"Caro diario,
Ho lasciato Zander per telefono e ho avuto la stupidità di credere che se ne sarebbe andato per sempre dalla mia vita, come se non ci fosse mai stato, come se questi quasi due anni passati insieme potessero essere cancellati così facilmente. Non é così. É stato lui a ricordarmi la verità che ho celato in questi giorni. Oggi é venuto qui. Ha spalancato la porta di camera mia proprio quando Damon mi stava per baciare, di nuovo (Questa é un'altra storia!) e mi ha invitato a scendere con lui. La parte più pavida di me avrebbe voluto stare immobile, tra le braccia di Damon, ma la parte più giusta, incitata anche da Damon, mi ha fatto spostare. Una volta scesa, siamo andati in giardino. Non sapevo cosa dire dopo un saluto goffo e imbarazzato, ho seguito i suoi passi tra le piante di Theophilia.

«Così é Damon» é stato lui a spezzare quel silenzio.

«Sí, pensavo davvero di poterlo dimenticare. Tu sei riuscito a farmelo dimenticare Zan. Ma é come se l'incantesimo che mi teneva legata a te si sia spezzato nel momento in cui ho rivisto Damon»

«Non c'é niente che te lo possa far dimenticare? Io sono tornato per te.»

«Sono stata una stronza a lasciarti per telefono. Neanche Katherine l'avrebbe fatto e mi dispiace, mi dispiace davvero...»

«Ma?» i suoi occhi mi fissavano come in cerca di una risposta che non c'era , ancora.

«Ma per quanto possa sembrarti assurdo, stupido e idiota, io non ho mai smesso di provare qualcosa per Damon. Non posso stare con te, provando questi sentimenti per lui.»

«E come fai a essere certa che questi sentimenti non possano svanire?»

«Non lo sono, ma devo rischiare. É l'unica scelta che ho»

Zander si è messo a piangere, lasciando scorrere le lacrime che aveva a lungo trattenuto.

«Se dovessero svanire e se io fossi ancora pazzo di te, non esitare a ritornare da me»

Ho sorriso tra le lacrime. «Te lo prometto» e gli ho stretto le braccia al collo. Siamo stati cosi per un'eternità.. C'era il sole a scaldarci e a sciogliere la neve mentre un corvo gracchiava, sul ramo più alto della quercia. Prima che potessi riconoscerlo, guardandolo negli occhi, è volato via.

(Che si trattasse di Damon?) Zander mi ha sorriso, staccandosi da me

«Sei stata un'idiota davvero a pensare che ti potessi liberare di me così facilmente»

«Lo so. É per questo che devi trovarti qualcuno meno idiota»

Poi siamo ritornati dentro e la signora Flowers ci ha riempito di cibo per tutto il giorno. Appena dopo il tramonto Zander se n'è andato, per sempre. É andata meglio di quanto mi aspettassi perché temevo si potesse arrabbiare sul serio. Ne aveva tutto il diritto. Ma é andata anche peggio perché se si fosse sfogato, se mi avesse insultata, ora mi sentirei meno in colpa. Riuscirò mai a liberarmi di questo fardello? Pensavo che la scelta giusta potesse farmi stare meglio, ma mi sbagliavo. Pensavo che lasciarlo andare sarebbe stata la scelta migliore e che quindi non ci avrei sofferto. Ma rivedendolo, ho capito che non é facile. Non é facile lasciare qualcuno che é stato parte della tua vita, anche se sei cambiato, anche se i tuoi sentimenti per lui non sono più gli stessi, sarà sempre parte di te. É per questo che io ricorderò Zander, sempre. E quella parte di lui che é dentro di me resterà sempre custodita nel mio cuore."


Bonnie richiuse il diario e fissò il fuoco. Le fiamme guizzavano vivaci. Erano arancioni, gialle e viola. All'improvviso divennero grigie e scure per poi spegnersi del tutto. Una lacrima si posò sulla pelle nera del suo diario. Non sapeva ancora se si trattasse di una lacrima di gioia o dolore, in ogni caso trovò conforto nel pianto. Intanto Damon si sdraiò sulle sue gambe, facendo le fusa...

«Meno male che si sei tu, Damon» esclamò, nel silenzio della sera.


 


 

Ogni volta che decidi, perdi qualcosa.

Qualunque cosa tu decida.

E' sempre questione di capire

cos'è che non sei disposto a perdere.

[F. Stork]


 


 

Appena Zander si richiuse alle spalle la porta del pensionato, trovò Damon ad aspettarlo. «Buonasera Zander»
«Ciao Damon»
«Mi dispiace che sia finita tra te e Bonnie»
Zander gli si avvicinò. Il suo volto era vicinissimo a quello di Damon.
«A meno che tu non mi voglia baciare, non capisco perché mi stia così vicino»

Zander non gli rispose, ma il suo pugno lo fece. Dritto e forte contro il naso del moro. Damon, per la forza del colpo, stava per cadere a terra. Ma non aveva ancora perso la voce per parlare.

«Sfogati pure. Se non ti ripicchio, il che sarebbe alquanto facile visto che ti potrei spezzare con un dito, é solo perché mi dispiace, sinceramente»
Zander si voltò verso la notte e sparì tra le tenebre.

«E sappi che Bonnie non sarebbe venuta da te, se non gliel'avessi detto io» urlò verso l'oscurità. «Vaffanculo lupacchiotto»

Ormai Zander se n'era andato. E Damon, per quanto fosse arrabbiato con lui, si stupì di non averlo colpito e di essere veramente dispiaciuto per lui. Stava cambiando. O forse era sempre stato così? Era passato almeno un secolo bello e buono da quando non aveva risposto a un pugno, e in quell'occasione, aveva finto di dormire.


 

Le persone non cambiano, si rivelano

[David Lynch]


 

Quella notte, un lupo ululò alla luna, ma della sua voce non rimase che l'eco, destinato a essere inghiottito dalle tenebre.


 

 

A/N

 

Ciao a tutte!

Vi ringrazio immensamente per continuare a sostenere questa storia, leggendola, mettendola tra le preferite/seguite/ricordate e quant'altro. Ringrazio soprattutto tutti quelli che continuano a recensirla, permettendomi di migliorarmi grazie ai vostri pareri!

Questo sesto capitolo non piacerà a molte, ho questa sensazione. La verità è che anche a me sembrava di essere stata troppo affrettata nella separazione tra Zander e Bonnie, per questo motivo ho deciso di dare loro un po' di tempo da trascorrere insieme per chiarirsi.

Mi dispiace che non ci siano stati molti Bamon moments, ma vi prometto che nel prossimo capitolo mi farò perdonare ;)

 

Un bacio e buona lettura,

Gloria

   
 
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