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Autore: violetsugarplum    07/01/2013    8 recensioni
[Future!Fic] Blaine ha sessantotto anni quando decide di non voler più essere un peso per la famiglia e vede in Villa Liberty il luogo adatto in cui trascorrere gli ultimi momenti della sua esistenza. Non sa ancora che questa sua scelta cambierà la vita di molte persone, soprattutto quella di una sua vecchia conoscenza.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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15
. Epilogo

Se qualcuno fosse entrato a Villa Liberty negli ultimi tempi, non l'avrebbe riconosciuta.

Perché, da quando la direttrice McDillon se n'era andata in un'altra struttura in cui era decisamente meglio retribuita, le cose erano cambiate parecchio.

Certo, l'edificio era sempre lo stesso, imponente e maestoso, con un ampio porticato e un giardino rigoglioso sul retro. Nella sala comune c'era sempre il tavolo rotondo ingombro di carte da gioco, mentre sul divano giaceva abbandonato ancora aperto un romanzo fantasy. Ma i quadri antichi appesi nei corridoi erano stati sostituiti da disegni un po' meno curati, però sicuramente più personali, più una strana gigantografia di un ragazzo moro, bello come una divinità, che sembrava essere uscita da una rivista di moda.

Rose chiuse piano la porta dello studio della Goodman, lasciando la dottoressa e Mark, appena tornato dal suo viaggio di nozze, a gonfiare una nuova poltrona giallo fosforescente. Si avviò verso il salone fischiettando un motivetto gioioso, quello che era solito suonare Ralph al pianoforte per la sua Annie. E infatti li trovò seduti vicini sulla panchetta; lei intenta a schiacciare i tasti senza seguire nessuna melodia in particolare e lui che le pettinava i lunghi capelli castani con le dita, giocandoci teneramente.
Sorrise e voltò lo sguardo verso Lucille e Frank, che stavano comunicando tra di loro e ridevano sereni mentre si siedevano al tavolo, pronti per una nuova entusiasmante partita di ramino.

L'infermiera si avvicinò alla finestra per aprirla, in modo che il tiepido sole primaverile illuminasse e scaldasse la stanza. Su un ramo di un ciliegio scorse un nuovo nido di usignoli e non potè far a meno di buttare l'occhio al giardino, dove l'erba era già rispuntata dopo il rigido inverno.

Sulla panchina di legno sotto il gazebo, circondato dai cespugli di fiori colorati, c'erano Blaine e Sebastian.

Blaine scostò lo sguardo dal libro che teneva sulle gambe e notò che Sebastian non lo stava ascoltando e alla sua voce aveva preferito le note allegre del pianoforte suonato dalle mani esperte di Ralph che erano perfettamente udibili fin da lì. Ma il volto dell'uomo era girato nella sua direzione e le sue labbra erano curvate in un ampio sorriso.

"Sei stanco? Vuoi tornare dentro?", gli chiese cercando di capire il motivo di questa sua insolita disattenzione. Di solito stava ad occhi chiusi, appoggiato comodamente allo schienale della panchina e non parlava fino a quando Blaine non interrompeva la lettura.

"Lo sai che giorno è oggi?"

"Uhm..." Blaine ci pensò un attimo. "Sabato?"

"Sì, anche", rispose Sebastian non riuscendo a trattenere un ghigno soddisfatto.

"Se è sabato, vuol dire che oggi è giorno di visite... O sbaglio?"

"Corretto. Infatti più tardi verranno Zach, Virginie e i tuoi due nipotini. Tre, se contiamo anche quella in arrivo. Ma te lo sei ricordato! Bravo, Blaine!"

Blaine annuì sorridendo appena. Dimenticare anche le cose più importanti era ormai diventata una consuetudine e, purtroppo, ogni tanto non riconosceva più nemmeno i suoi cari. Ma Sebastian non smetteva mai di aiutarlo, nemmeno quelle mattine in cui gli augurava il buongiorno e si sentiva chiedere chi fosse.  Era sempre al suo fianco a dargli una mano a mantenere la mente allenata con i libri e le continue chiacchierate e Blaine non poteva che essergliene grato.

Quando Sebastian non aggiunse altro, Blaine lo guardò incuriosito e gli pizzicò il dorso della mano che era sul suo grembo. "Dai, non tenermi sulle spine! Dimmelo! Che giorno è?"

"Oggi è il quinto anniversario del tuo arrivo a Villa Liberty. Auguri!", ridacchiò afferrandogli la mano con un movimento rapido e gliela strinse forte, come se non avesse mai abbastanza di sentirlo vicino a sé.

Blaine non rimase sorpreso dal fatto di aver già trascorso ben cinque anni nella casa di riposo perché, in realtà, gli sembrava solo che fossero passati pochi mesi, ma fu piacevolmente stupito da come Sebastian lo ricordasse con così tanta precisione.

"Uh, davvero? E ci sarà una festa?", chiese. "Non mi ricordo se Rose mi ha detto che avrebbe organizzato qualcosa..."

Sebastian rise. "Se avessi voluto una festa, Blaine, avresti dovuto dirlo prima! Ma comunque non sarei riuscito ugualmente a impacchettarti il tuo regalo..."

"Regalo? Davvero mi hai fatto un regalo? Me lo dai ora?", domandò arrossendo, più contento di un bambino il giorno di Natale. Sebastian assunse un'aria fintamente pensierosa.

"Beh, sì, direi che posso dartelo adesso. Però, mi raccomando, occhi ben chiusi, eh! Non voglio che sbirci!", esclamò divertito prima di lasciargli andare la mano e avvicinarsi lentamente a lui.

"Va bene, Sebastian..." sussurrò quasi inconsapevolmente e lo vide sorridergli ancora per tranquillizzarlo.

Serrò immediatamente le palpebre e tremò appena quando avvertì le dita leggere di Sebastian sul suo collo prima di sentire le sue labbra poggiarsi piano, con un misto di timore, ma anche di dolcezza e delicatezza sulle proprie.

O quasi.

Aprì gli occhi sentendosi sfiorare il labbro superiore dal suo inferiore e percepì il suo naso strofinarsi poco gentilmente contro il proprio. Il tutto durò una manciata di secondi, sebbene a Blaine parve un'infinità, perché Sebastian allontanò lentamente il volto dal suo ridendo di gusto, con le guance lievemente arrossate.

"Cinquantacinque anni! No, dico, cinquantacinque anni che aspetto questo momento e sbaglio mira!", continuò a ridere accarezzandogli le guance coi polpastrelli; i loro volti sempre a pochi centimetri di distanza. Blaine poteva sentire perfettamente il suo respiro calmo sulle proprie labbra e quel profumo di fiori buonissimo che sicuramente non proveniva dal cespuglio dietro di loro.

Si unì alla risata e si specchiò nei suoi grandi occhi verdi, che non erano mai stati così belli prima di quell'attimo. Ormai riusciva a leggere ogni sua emozione, ogni pensiero che poteva attraversare la sua mente e si sentì invadere il petto da una sensazione fortissima, che credeva di aver sepolto sotto anni di lacrime e buio.

Gli prese il viso tra le mani e ridacchiò piano. "Puoi sempre riprovare."

"Posso?", domandò Sebastian con quell'immancabile tono malizioso che Blaine aveva imparato ad apprezzare perché capiva che stava solamente cercando di farlo ridere e fargli dimenticare tutte le cose brutte che, ogni tanto, riaffioravano tra i suoi ricordi sempre meno nitidi. E sapeva bene che quella, ormai, era una domanda superflua.

Blaine annuì ridendo. "Sì. Ma ricordati che è la tua ultima possibilità."

"Allora non me la lascio scappare", mormorò piano prima di baciarlo per la prima volta.


Fine






Non posso ancora credere di essere riuscita ad arrivare fino alla fine. 
Perché quando ho iniziato a scrivere era giugno, l'ho finita solo il mese scorso e adesso siamo già in un nuovo anno e finalmente la storia è terminata, tra mille difficoltà e, soprattutto, ripensamenti. Che ho ancora, perché so di aver fatto milioni di errori. Però, in fondo, non cambierei ciò che ho fatto (e poi gli errori servono a migliorare, no?) perché mi è piaciuto da matti scrivere e raccontare la storia di questi due personaggi persone, che meritano tanto, sono flawless e nel canon non avranno mai niente. Purtroppo e per fortuna.

Ringrazio voi, che mi avete sempre sostenuta nonostante tutto. Non metterò i nomi perché non mi piace fare elenchi in cui un nome va prima dell'altro e poi tanto sapete chi siete :) E questa storia è vostra, con le vostre letture, i vostri commenti, i vostri insulti, le vostre recensioni, che mi sono state di grande aiuto per capire se stavo facendo un buon lavoro oppure un casino imbarazzante. Grazie per avermi dato una possibilità e grazie a chi comunque ci ha provato e non mi ha mollata durante il percorso. Beh, grazie anche a chi l'ha fatto. E mi dispiace di non essere stata chiara fin dal principio e di non essere stata all'altezza, ma mi piace vivere nella confusione.

(Avevo scritto che non l'avrei fatto, ma... un grazie speciale alla mia beta silenziosa. Per esserci stata, per avermi aiutata a riordinare i pensieri, per quei guizzi di genialità, per avermi corretto i miei verbi e le mie preposizioni random. E, soprattutto, per non avermi riso in faccia mesi e mesi fa. Grazie per non leggere questi stupidi ringraziamenti.)

Non ci sarà un sequel perché sappiamo tutti benissimo dove si andrebbe a parare e no, grazie. Non escludo, tuttavia, qualche spin-off... Adesso come adesso non ho in mente niente -ho la testa completamente, da un'altra parte- ma non mi va di bloccarmi la strada perché Villa Liberty e i miei due vecchietti mi mancano già moltissimo. Quindi staremo a vedere!

Mi avete chiesto se ho in mente un'altra long e la risposta è: sì. Ho già iniziato a scriverla, ma voglio buttare giù più capitoli possibili prima di pubblicare, perché voglio esserne sicura al 200%, altrimenti so già che ci ripenso, mi perdo d'animo e blablabla. 

Vi ringrazio ancora, di cuore.
Davvero.


...posso finire di frignare o continuo? LOL

A presto,

-violetsugarplum

  
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