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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    07/01/2013    3 recensioni
[SiberianFamily][CamusxMilo]
Qualcosa mi dice che sì, vi sono mancato.” concluse il biondo con evidente soddisfazione, “Dai, su, non piangere, Hyoga... Ho fatto tardi perchè dovevo prendervi un regalo. Sapete com'è Camus, fa tanto il sostenuto ma se ti dimentichi qualche data importante o, peggio, se non ti ricordi di fargli un regalo...”
“Com'è che sarei?”
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Cygnus Hyoga, Kraken Isaac, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Siberian Tales'
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Fandom: Saint Seiya
Rating:
Verde
Personaggi/Pairing:
Hyoga, Isaac, Camus, Milo, CamusxMilo
Tipologia:
OneShot
Genere:
Fluff, Slice Of Life, Romantico
Avvertimenti: Shonen-ai
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono.

TOGETHER AS ONE

Nel cono di luce soffusa della lampada ad olio appesa accanto alla porta, Isaac e Hyoga stavano seduti sul tappeto davanti al caminetto della piccola isba nel cuore della pianura innevata che, ormai da alcuni anni, era la loro casa e il loro rifugio.

Attorno a loro, assieme a garze e cerotti, c'erano sparsi anche fogli disordinatamente compilati in una stentata calligrafia cirillica.

I compiti che il Maestro aveva loro assegnato, dal momento che, a causa della violenta bufera che infuriava all'esterno, non sarebbe stato loro possibile uscire neppure per allenarsi.

I compiti che, almeno in parte, erano già stati eseguiti e poi abbandonati in funzione di qualcosa di molto più importante.

E tra i fogli scritti, se si guardava con attenzione, era facile distinguere piccoli disegni coloratissimi, piccole immagini, frutto dell'ingenuità infantile e del bisogno di affetto, del desiderio di giocare...

Disegni di bambini.

Con le braccia rattoppate alla bell'e meglio, i due allievi di Camus stavano in silenzio, a gambe incrociate, con gli occhi puntati sulla finestrella quasi del tutto coperta dalla neve.

Con una manina graffiata, Isaac accarezzò distrattamente la caviglia scoperta di Hyoga: “Vedrai che starà bene. Milo-papa è forte, è un Gold Saint come il Maestro. Una nevicata così non gli farà nulla.” cercò di rassicurarlo il più grande, vedendo il biondino estremamente cupo e silenzioso.

Questi non rispose, non si mosse neppure, sembrava che la porta avesse catalizzato tutta la sua attenzione.

Ha detto che sarebbe venuto in tempo per il nostro compleanno, vedrai che ce la farà.”

E se non ce la facesse...?” pigolò all'improvviso il piccolo russo, stringendosi nelle spalle e abbassando la testa con aria spaventata: “E se la tempesta... o il mare... lo portassero via...?” sussurrò con gli occhi sbarrati, “Se facesse la fine di mamma...?” non potè trattenere il singhiozzo che lo scosse da capo a piedi con violenza.

Il finlandese si irrigidì sul posto, strabuzzando gli occhi con l'impressione di annegare nella lacrima che stava scivolando lungo la guancia del compagno, poi ne afferrò la manina con forza: “Non pensarci neppure!” esclamò con voce dura e severa, “Milo-papa non se ne andrà come la tua mamma, te lo giuro. E' troppo scemo per...-”

Lo sbattere violento della porta che si spalancava e l'ululare del vento che penetrava all'interno accompagnato dal ghiaccio interruppero le parole del piccolo, che alzò la testa, spaventandosi per l'apparizione inattesa sulla soglia, grande, massiccia... Eppure così familiare come la voce che giunse subito dopo.

Troppo scemo per cosa?”

Con una risata gorgogliante, e un colpo di tosse inopportuno, la figura mosse un passo all'interno, levandosi di dosso il pesante cappotto, che venne abbandonato sul pavimento in legno, e spalancò le braccia con un sorriso: “Vi sono mancato, piccoli?” rise lo Scorpione, accogliendo uno scalpitante Hyoga e accarezzando sulla testa un più pacato e tranquillo Isaac, che si allungò sulle punte per avvinghiarsi all'unico braccio rimasto libero: “Qualcosa mi dice che sì, vi sono mancato.” concluse il biondo con evidente soddisfazione, “Dai, su, non piangere, Hyoga... Ho fatto tardi perchè dovevo prendervi un regalo. Sapete com'è Camus, fa tanto il sostenuto ma se ti dimentichi qualche data importante o, peggio, se non ti ricordi di fargli un regalo...”

Com'è che sarei?”

Con un saltello, il bambino si districò dall'abbraccio del padre adottivo, spingendo il ragazzino più grande dietro la porta nell'esatto momento in cui, coi capelli rossi svolazzanti al vento freddo, Camus dell'Acquario comparve dal corridoio che conduceva nella piccola cucina dell'abitazione.

Dal loro nascondiglio, ridacchiando, i due bambini restarono ad osservare con curiosità lo svolgersi degli eventi, seguirono con lo sguardo il loro Maestro mentre si avvicinava alla porta, lo guardarono mentre pareva quasi voler rimproverare Milo con la sua espressione severa che invece nascondeva tutto l'affetto che provava per quel bizzarro greco che i bambini amavano come un padre e infine esultarono sottovoce nel vederli scambiarsi un bacio a fior di labbra.

Quando si staccarono, il francese gettò un'occhiata di disappunto verso il disordine lasciato dai due allievi: “Uscite da dietro la porta e mettete tutto a posto.” ordinò, dando un colpetto con le nocche alla struttura in legno prima di richiudersela dietro le spalle, una volta fatto entrare il compagno.

Facciamo subito!” esclamò Isaac, tirandosi dietro Hyoga.

Aquarius scoccò un'occhiata, a metà tra l'indispettito e il pensieroso, all'aspetto pietoso del biondo, i cui capelli splendevano per i cristalli di ghiaccio che vi si erano depositati sopra, poi raccolse l'indumento ancora abbandonato a terra e gli lanciò la coperta che stava poggiata sulla sedia giusto lì accanto: “Vatti a scaldare. E stai un po' con loro, credo che tu glielo debba.” sorrise prima di allontanarsi verso il corridoio da cui era venuto, fermandosi brevemente nell'ombra per sbirciare, non visto, nel piccolo salottino dove due bambini e un uomo adulto, non uniti da un legame di sangue ma da un legame del cuore, si scambiavano piccoli regali: un disegno, un abbraccio, una carezza...

Quella era la sua famiglia.

   
 
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