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Autore: XxWallflowerxX    07/01/2013    1 recensioni
A me NON piace Scorpius Malfoy. Non importa cosa dice Al. Non importa cosa è successo al termine della festa di fine anno dell’anno scorso.
Traduzione di "The Theory of Hate and Sexual Tension".
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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NdA - Questo capitolo è dedicato a Hairin (NdT Eldur - Su Fanfiction.net mi chiamo così) per essere così fantastica e perchè ha voluto tradurre la mia storia in italiano :) Grazie infinite per aver letto!


Capitolo 6

Rose Weasley

Sono così dannatamente stupida.

Corsi su fino alla mia Sala Comune, abbandonando il mio maglione nella corsa. Quando finalmente arrivai al ritratto e mormorai la parola d’ordine, ero sudata. Beh, più sudata di prima. Mi tolsi il cardigan e la camicia mentre arrivavo nella mia stanza. Mi buttai sul letto in gonna e reggiseno, respirando pesantemente. Pochi minuti dopo sentii dei passi nella Sala Comune, e ascoltai in un momento carico di tensione. Quando capii che non venivano dalla mia parte, mi rilassai un poco.

Toccai con una mano le mie labbra screpolate per il bacio che ancora pizzicavano. E le morsi per soffocare un sorriso.

***

Scorpius Malfoy

Quando mi alzai la mattina seguente, ricordai due cose. Uno; era domenica, il che significava che sarei stato nel letto tutto il giorno. E due; avevo baciato Rose. E lei aveva risposto al mio bacio. Ghignai da solo, e realizzai che le mie labbra erano un po’ screpolate. Rotolai fuori dal letto, e mi trascinai giù dalle scale fino al mio bagno poiché avevo bisogno di una doccia.

Inciampai in qualcosa di solido, e vidi che era Rose. Diventò rossa come i suoi capelli.

"Scusa." Borbottò, continuando a camminare. Era ancora in pantaloncini e in un’ampia maglia di una specie di gruppo musicale con cui aveva dormito. Uscì dal buco del ritratto con le mani sul collo.

Sorrisi compiaciuto; stava andando a fare colazione in pigiama. Voglio dire, non che a qualcuno potesse importare, ma comunque… Mi feci una lunga doccia calda, prendendomi del tempo. Quando finalmente uscii, mi vestii con un paio di jeans e una vecchia maglia. Rose era seduta dall’altra parte della Sala Comune.

"Ciao." Dissi, a disagio, attraverso la stanza. Mi maledissi per aver parlato, avrei voluto calciarmi da solo.

"Ciao, Malfoy." Lei non alzò gli occhi dal suo libro. Era rannicchiata nella sua poltrona ancora in pantaloncini ed era irresistibilmente carina. Cancellai quel pensiero dalla mia testa. Da quando pensavo questa merda?

"Quindi parlerai con me?" Le chiesi, solo per esserne sicuro.

"Sì." Non aveva elaborato ciò che aveva detto, ma si era sistemata gli occhiali sul naso. La montatura spessa, al contrario di quella da nerd, la rendeva ancora più carina.

"Davvero?"

Lei sospirò e mi guardò, "Sì, davvero."

Cercai di non ghignare, "Perchè?"

"Se continui a farmi queste domande, la perdo la voglia di parlare."

Ammutolii e mi lasciai cadere sul divano vicino a lei. Lei mi lanciò una moderata occhiata infastidita, ma non si allontanò. La presi come una vittoria.

Per un po’ di tempo rimanemmo così, lei che non alzava gli occhi dal suo libro di Babbanologia e che mi ignorava, io che scarabocchiavo su una pergamena di brutta.

"Mi sto annoiando." Le dissi a un certo punto.

"Allora vai a fare qualcosa." Mi guardò.

"Qualcosa come…?" Le chiesi.

Lei fece spallucce e immerse il suo dannatamente impossibile naso carino nel suo libro.

I suoi capelli scompigliati erano ammucchiati sulla sua testa come fossero viticci rosso fuoco. Arricciai una ciocca dei suoi capelli sul mio dito inconsciamente, e lei mi guardò ancora. Poi lanciò il suo libro e saltò su di me.

Risi, e avvicinai il suo viso al mio in modo che le nostre labbra si toccassero; lei afferrò i miei capelli e premette il suo corpo contro il mio. Era mezza seduta sul mio grembo con le gambe aperte e le ginocchia appoggiate una a sinistra e una a destra del mio corpo. Le baciai il collo e lei mi sfilò la maglia dalla testa. Afferrai il bordo della sua maglia e la tirai su fino al suo stomaco; sorrisi compiaciuto poi quando ricevetti un sussulto in risposta.

Rose si sdraiò su di me con le unghie che grattavano sul retro del mio collo. Avrebbero lasciato un segno, ma me ne sarei preoccupato in seguito. La feci appoggiare con la schiena al divano e lei mi sorrise flirtando, prima di spingere la mia faccia ancora contro la sua. Dei suoi occhiali, come della mia cintura, ce ne eravamo già sbarazzati. Le sfilai i pantaloncini e lei lasciò che venissero lanciati attraverso la stanza.

Sentii troppo tardi il buco del ritratto che si apriva, e saltai giù dal divano cercando di localizzare la mia maglia quando Al disse, "Ciao a tutti…"

Rose era seduta sul divano con i capelli in disordine, solo con la sua maglietta e l’intimo. Io avevo solo i jeans e tenevo in mano la mia maglia con una faccia che penso fosse veramente rossa. Al si girò e uscì dalla stanza. Indossai la mia maglia il più velocemente possibile e lo inseguii.

"Al!" Lo chiamai, mentre lui si allontanava velocemente con delle falcate. All’improvviso si girò così velocemente che quasi gli sbattei contro.

"Pensavo che voi due vi odiaste." Dichiarò, con le braccia incrociate al petto e un’espressione illeggibile in viso.

"Infatti." Risposi, né mentendo né dicendo la verità.

"Allora che cazzo era quello, amico?" Domandò, mezzo sorridendo adesso.

Non risposi, e lui scosse soltanto la testa con finta - o possibilmente reale - disapprovazione. Guardò i miei piedi e mi sentii arrossire di nuovo.

"Se le fai del male ti uccido, migliore amico o no." Disse seriamente.

"Non è come se stessimo uscendo," Sputai fuori quella parola come se fosse un veleno, "o qualcosa del genere."

"O qualcosa del genere." Ripetè lui, e rise. "Comunque, se lo fai sei morto."

"Dovresti dirlo a lei invece che a me." Ribattei io, e lui ridacchiò.

"Lei? Farti del male? Odio rovinarti la vita con questa rivelazione, ma sei tu il rubacuori qui." Disse e mi guardò negli occhi.

Feci un finto broncio e lui rise soltanto. Mi colpì una spalla e disse, "Ci vediamo dopo, è troppo strano parlare al mio migliore amico quando la cerniera dei suoi pantaloni non è tirata su."

Mi sistemai velocemente i pantaloni, diventando di un rosso veramente scuro. Al ridacchiò di nuovo e scomparve.

Tornai nella Sala Comune e trovai Rose seduta sul divano. I suoi pantaloncini erano di nuovo al loro posto, ma la sua maglia non era ancora ben sistemata. Aveva il naso immerso nel suo libro e, nonostante avesse gli occhiali perfettamente appoggiati sul naso, in qualche modo non si era accorta che il libro era al contrario. Sorridendo affettatamente, mi sedetti vicino a lei. Lei non mi guardò neanche per un secondo, ma vidi le sue orecchie tingersi di rosa.

Le spostai un’altra ciocca di capelli rosso fuoco dal viso e la spinsi ancora contro di me. Lei lanciò via il suo libro e si mise a cavalcioni su di me.

Avrei potuto davvero abituarmi a dividere questa Sala Comune.
  
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