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Autore: Lady of the Circus    07/01/2013    7 recensioni
Tutti conoscamo le viciende della Compagnia dell' anello. E se alla compagnia si aggiungesse un altro membro? E se questo membro fosse una ragazza "allieva" di Aragorn? E se questa ragazza fosse di razza sconosciuta? Spero di avervi incuriosito un minimo, vi lascio alla lettura ;)
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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III. Gran Burrone
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Il sonno di Frodo fu tormentato dagli incubi: il Grande Occhio che aveva visto quando si era messo l’ anello, il volto scheletrico e luminescente del Nazgul, la lama e l’ angoscia che aveva vissuto. Ricordava delle voci che aveva udito prima di perdere coscienza, forse erano parole sussurrate in una lingua a lui sconosciuta poi niente più.
«Dove sono?» chiese il piccolo Hobbit confuso ancora a metà tra il sonno e la veglia.
«Nella casa di Elrond. E sono le 10 del mattino del 24 ottobre, se vuoi saperlo.» gli rispose una voce sconosciuta. Per Frodo fu uno sforzo immane sollevare le palpebre, gli occhi gli facevano male e la luce che riempiva la stanza non invogliava certo a spalancare gli occhi.
«Gandalf!» esclamò sorpreso quando ebbe focalizzato la figura che gli sedeva accanto.
«Sì, sono qui. Anche tu sei fortunato ad essere qui, ancora poche ore e ogni nostro aiuto sarebbe stato vano. Ma tu ne hai tanta di forza, mio caro Hobbit.» gli rispose il vecchio mago con tono amichevole lasciando uscire dalla sua bocca sbuffetti di fumo. Frodo sembrava esser tornato subito lucido e pronto a chiedere spiegazioni. Non avevano trovato il mago a Brea e questo lo aveva fatto preoccupare ed ora era lì difronte a lui.
«Che è successo, Gandalf? Perché non ci hai incontrati?» gli chiese Frodo. Lo sguardo del mago si fece cupo «Oh, mi dispiace Frodo. Sono stato trattenuto» rispose lui, poco dopo gli occhi stanchi del vecchio erano distanti, lo sguardo perso in un ricordo.
«Gandalf? Cosa c'è?» domandò Frodo cercando di riportarlo alla realtà. « Niente Frodo» gli sorrise di risposta il mago tornando se stesso. Frodo stava per chiedere spiegazioni ma in quel momento nella stanza entrò Sam sorridente chiamando il suo amico. Anche Frodo fu felice di rivederlo.
«Eravamo in pensiero per voi. Vero vossignoria?» esclamò quasi commosso il biondino. Gandalf confermò ridacchiando felice: l’ allegria degli Hobbit era contagiosa. Poi arrivò un elfo, alto, fisico asciutto e lunghi capelli mori che gli scendevano sulle spalle ed un’ espressione cordiale sul volto.
«Benvenuto a Gran Burrone, Frodo Baggins» disse Elrond.
Frodo si era rimesso in forze presto, aveva visitato Gran burrone, aveva visto gli elfi e aveva incontrato Bilbo. Era molto invecchiato dall’ ultima volta che lo aveva visto, sia nel corpo che nello spirito. Era molto cambiato, si era fatto più malinconico e scettico. Frodo si accorse presto di ciò che l’ anello gli faceva e questo lo inquietava. Accadrà anche a me tutto ciò? L’ anello è davvero così pericoloso? perché proprio a me capita tutto questo? Le idee dell’ Hobbit erano confuse e continuava a porsi domande su domande. Non abbandonava mai l’ anello lo portava sempre al collo, freddo sul suo petto.
«Riacquista le forze» annunciò re Elrond osservando l’ Hobbit. Gandalf al suo fianco aveva un’ aria scettica
«La ferita non guarirà mai del tutto, la porterà con sé per tutta la vita.» disse il mago con tono cupo. «Tuttavia per essere giunto fin qui con l'anello l'Hobbit ha dimostrato una straordinaria resistenza alla sua malvagità» Gandalf si insospettì, capiva cosa aveva in mente l’ elfo e non poteva permetterlo. Non avrebbe mai dovuto portare quel fardello, per poco non era morto: non gli potevano chiedere altro. Il mago espose i suoi dubbi.
«Gandalf, il nemico si muove. Le forze di Sauron si ammassano a Est, il suo occhio è puntato su Gran Burrone e Saruman, tu mi dici, ci ha traditi. La lista dei nostri alleati si assottiglia» tentò di farlo ragionare il re degli elfi. Gandalf scosse la testa sconsolato al ricordo del tradimento di Saruman.
«Il suo tradimento è più profondo di quanto immagini. Con le arti malefiche Saruman ha incrociato gli Orchi con i Goblin, sta generando un esercito nelle caverne di Isengard. Un esercito che può spostarsi di giorno e molto velocemente, Saruman sta venendo per l'anello» constatò il mago cercando disperatamente un’ altra soluzione.
«Questo anello non può essere occultato per sempre dagli Elfi. Non abbiamo la forza di combattere sia Mordor che Isengard! Gandalf, l'Anello non può restare qui, il pericolo riguarda tutta la Terra di Mezzo. Ora decidano gli altri come farlo cessare. Il tempo degli Elfi è finito, il mio popolo sta lasciando queste sponde. A chi vi rivolgerete quando ce ne saremo andati? Ai nani? Si nascondono nelle montagne in cerca di ricchezza, indifferenti ai problemi degli altri.» rispose irato Elrond.
Re Elrond era molto saggio a volte come molto altero altre ,questo lo rendeva spesso cieco difronte alle molte possibilità che gli si mostravano davanti. «È negli uomini che dobbiamo riporre le speranze» cercò di spiegargli il mago.
«Gli uomini sono deboli. È a causa degli uomini che l’ anello vive ancora.  Io ero lì Gandalf, ero lì tremila anni fa quando Isildur prese l'Anello per se, ero lì il giorno in cui la forza degli uomini venne meno. Sarebbe dovuto cessare quel giorno ma al male fu permesso di perdurare, Isildur tenne l'Anello. La stirpe dei re fu spezzata, non c'è più forza tra gli uomini. Sono dispersi, divisi, senza guida.» rimbeccò l’ elfo stizzito, le speranze di Gandalf erano solo illusioni.
«Esiste qualcuno che può riunirli, uno che può rivendicare il trono di Gondor» rispose tranquillo Gandalf cercando gli occhi di Elrond. Questo distolse lo sguardo guardando fuori dalla lunga finestra vetrata. Lì, nel cortile sottostante stava l’ oggetto della discussione.
«Egli ha lasciato quella strada molto tempo fa. Ha scelto l'esilio.» disse con un po’ di amarezza nella voce. Gandalf sospirò sconsolato, re Elrond non avrebbe capito. Il mago si congedò poco dopo lasciando Elrond solo nella stanza. Questi si sedette nervoso sul trono bianco circondato da grappoli di fiorellini lilla e azzurri. Appoggiò scocciato il gomito sul bracciolo e prese a massaggiarsi le tempie. Quella discussione animata con Gandalf lo aveva irritato, nessuno si rendeva conto della gravità della situazione, nessuno capiva che un’ altra alleanza sarebbe stata inutile questa volta. Uno ed uno solo era il portatore dell’ anello e solo lui sarebbe stato in grado di portare l’ anello a Mordor e distruggerlo nella lava incandescente dalla quale era stato forgiato e lo avrebbe fatto da solo. Il filo delicato e sfuggente dei suoi pensieri fu interrotto bruscamente da un rumore assordante. Pochi secondi dopo nella stanza entrò Aragorn con un espressione affannata ed irata sul volto.
«Cosa ti porta qui Aragorn figlio di Arathor?» chiese il re degli elfi cercando di nascondere la sorpresa.
«Re Elrond, con Frodo ed Arwen c’ era un’ altra ragazza. Dov’ è?» chiese l’ uomo arrivando dritto al punto. Il re non fece fatica a ricordarsi della ragazza
«Quel brigante ora è nelle nostre prigioni e non ne uscirà prima di un processo se è questo che volete chiedermi» disse in tono autoritario.
«Non potete fare questo, ha aiutato Frodo e vostra figlia a scampare dagli spettri. Abbiate un minimo di riconoscenza» rispose subito l’ uomo con tono ostinato.
«Un’ azione bona non può cancellare anni di malefatte, quella ragazza ha saccheggiato per mesi carichi che si dirigevano a Gran burrone»
«La guerra incombe e voi vi preoccupate di una misera ladruncola?» sbottò Aragorn gesticolando furiosamente.
«La ragazza resterà dov’ è ramingo. Non intendo permetterle di intaccare ulteriormente i nostri commerci.» disse perentorio re Elrond. Lo sguardo di Aragorn non prometteva nulla di buono, era infuriato e sdegnato dal comportamento dell’ elfo. Aveva cresciuto Fiàin come fosse una figlia, le aveva insegnato a combattere, a tirare con l’ arco, a sopravvivere. Ora per aver aiutato Arwen l’ avevano imprigionata. Tutto questo non aveva senso!
«Posso almeno vederla?» chiese Aragorn scoraggiato. Il re acconsentì.
 
Le prigioni elfiche non erano poi tanto male: non puzzavano, il cibo non faceva vomitare e le guardie non ti sbeffeggiavano. Per quanto però potesse essere comoda era pur sempre una prigione e Fiàin non sopportava le prigioni. Quando riaprì gli occhi si accorse di avere un forte mal di testa, provò ad alzarsi ma dovette appoggiarsi al muro. La vista era velata e le veniva difficile tenere un filo di pensieri sebbene tentasse con grande sforzo di ricordare quel che era accaduto. Fece molti tentativi finché nella mente non le si stagliò l’ immagine di Grampasso, quattro Hobbit e degli spettri avvolti da scuri mantelli e poi… Arwen. Quella spregevole, insopportabile fastidiosissima elfa. Ora ricordava tutto o quasi, si ricordava di esser stata trascinata da qualche parte ma non sapeva dove e poi… Gaith! Dov’ era Gaith! Si sentì nuovamente crollare, non era mai stata separata dalla sua puledra ed ora si sentiva spersa più di prima. Le avevano fatto qualcosa? era ancora viva? Dov’ era? Si affacciò alle sbarre cercando di scuoterle. Doveva correre da lei, accertarsi della sua salute. E poi… si disse …non esiste ancora la prigione capace di rinchiudermi. Immersa nei suoi pensieri Fiàin quasi non si accorse dell’ ombra che la copriva, alzò lo sguardo.
«Grampasso!» esclamò sorpresa ma felice. «Fiàin ho parlato con re Elrond, non ha intenzione di lasciarti andare» disse subito serio l’ uomo. La ragazza si sistemò meglio la benda, «Grazie della bella notizia, dov’ è Gaith?» chiese, forse però più che una domanda era un ordine. Grampasso sorrise, quella ragazza era ostinata quasi quanto lui e quando si trattava della sua puledra era quasi spaventosa.
«Lei è al sicuro nelle scuderie di Gran Burrone. Fiàin ascoltami, non uscirai di qui per mano di qualcuno» le rispose abbassando la voce «dovrai fare per conto tuo» e le passò un fagottino chiuso da uno spago la ragazza lo prese e lo nascose sotto le vesti. «Ci troverai il necessario, una volta libera raggiungi l’ armeria poi potrai riappropriarti della tua cavalla.» Fiàin sorrise maliziosa ed annuì. Poco dopo Aragorn era già scomparso nella profondità di quei corridoi seguito dagli occhi luccicanti di lei. 



Rieccomi... l' incubo è tornatoXD ecco un altro capitolo, un po' più cortino ma pur sempre piacevole... VIVA ME!!!... ok sono scema. L' immy di copertina è by me ed anche il testo (ma daiiiiiiii!!!... -_- ... basta sclero >.<) ditemi che ne pensate
  
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