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Autore: _Jiyu_    07/01/2013    1 recensioni
Immaginate di entrare nel vostro più grande sogno, ce la fate? Ecco, ora pensate a come sarebbe entrarvici... Riuscite a vedervelo? Bene, questo è quello che succederà a quattro ragazze, che, di ritorno da scuola si ritroveranno immerse fino alla punta dei capelli in altri universi... tra avventure, amori, e casini si compirà il loro destino!
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akatsuki, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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POV Alex...UN NUOVO GIORNO. UN NUOVO RICORDO. UN NUOVO AMICO.

Aprii gli occhi di colpo, come se li avessi chiusi solo dieci secondi prima. Mi misi a sedere e iniziai a guardarmi intorno; tutto era ancora al suo posto, dove lo avevo lasciato la sera prima. Ora ero totalmente, completamente, euforicamente sicura che quello non fosse un sogno.

Guardai la sveglia sul cassettone: 5.03

Qualcuno bussava violentemente contro la porta. “Bene, scazzottate di prima mattina, molto meglio di una tazza di cereali, suppongo...” pensai, credendo fosse Kakashi venuto a svegliarmi per l'allenamento.

Mi alzai MOOOLTO lentamente, e trasportain il mio corpo ancora intorpidito verso la porta, rischiando di inciampare negli stivali. Continuavo a stropicciarmi gli occhi per farli abituare alla luce che filtrava dalla piccola finestra. Spalancai la porta.

Un ragazzino, alto poco più di un metro e venti, con indosso una sciarpa blu che arrivava a toccare il pavimento e lo sguardo di chi non perdona, mi fissava con le braccia conserte: “Non ti hanno insegnato che gli ospiti non si fanno mai aspettare?!?!”.

Se non lo avete ancora capito, ma penso proprio di sì, era Konohamaru.

I miei occhi stavano fiammeggiando a causa della presunzione di quel nanetto: “Prima cosa: SONO LE 5 DI MATTINA, NON URLARE, CHIARO!?!?; seconda cosa: che vuoi?”.

Il bambino rimase attonito di fronte alla mia reazione: “Sono il nipote del Terzo Hokage e niente popò di meno che il futuro Sesto Hokage, quindi, VEDI DI PORTARMI RISPETTO!!”

Sbuffai: “Allora, sua Altezza il Sesto Hokage, vuole cortesemente illuminarmi sul motivo della sua graditissima visita alle 5 di mattina? Così va bene?”

La sua espressione si addolcì: “Sì, così va meglio. Kakashi mi ha incaricato di portarti all'archivio, che è stato aperto in via eccezionale solo oggi per te, e sorvegliarti mentre studi le arti mediche.”

La mia espressione passò da adirata a seccata e infine a sconvolta. Studiare?!? Anche qui?!? No, vi prego...

Konohamaru non volle sentire ragioni: “Il maestro Kakashi ha detto che è bene per tutti che tu impari ad usare le arti mediche per curarti sul campo di battaglia, così sarai autosufficiente e non dovrai essere sempre vincolata all'unità medica”

Alzò il pugno, come per minacciarmi: “Se non farai come ti dico, dovrai subire la mia vendetta!” e fece un salto, tentando di colpirmi alla nuca.

Bloccai il colpo e gli girai il braccio dietro la schiena, mentre tenevo fermo l'altro.

Immobilizzato.

Mi avvicinai al suo orecchio e gli sussurrai: “Vedi di non fare lo sbruffone, con me non funziona. Se vuoi che tra noi vada tutto per il meglio, vedi di rispettarmi, e non perchè sono la prescelta che dovrà andare a combattere contro Madara Uchiha e chi altri, ma perchè sono una persona che respira, pensa e prova delle emozioni, e soprattutto perchè sono una persona che potrebbe farti molto male se non la finisci di sbraitare come una scimmia in preda al panico, chiaro?” Lasciai andare il suo braccio.

Si massaggiò il polso: “Ricevuto...” disse, con voce sommessa. Aveva la stessa espressione di un lupo appena stato battuto da un chiuaua.

Colpito e affondato. :)

Rientrai in camera; mi lavai e mi vestii di corsa, siccome Konohamaru continuava a urlare di sbrigarmi.

Richiusi la porta e ci avviammo verso le scale. Il sole era alto ma la sua luce era ancora debole. Il villaggio, tranne qualche operaio che usciva per andare al lavoro, dormiva ancora, avvolto nel torpore del sonno.

“Alloooora....il maestro Kakashi ti ha insegnato qualche tecnica super segreta? Se sì, quale? Me lo dici, eh? Dai, DIMMELOOOO!!!” Era un bambino di otto anni MOOOOOLTO petulante.

Non risposi, ma non per fargli un torto, semplicemente perchè la mia lingua non aveva ancora capito che mi ero svegliata e alzata dal letto, quindi stava continuando a dormire sul fondo della mia bocca.

“Dai, dai,dai!! Dimmelo! Tiii Pregooo!”

In compenso, le mie orecchie erano già sveglie da un po'...

Arrivammo davanti a un edificio abbastanza anonimo, di un colore indefinito. Aprii la porta e appena entrata vidi scaffali e scaffali pieni di libri, manoscritti e pergamene. Un ninja si avvicinò a noi: “Salve, io sono l'anbu addetto all'archivio e oggi vi farò da guida attraverso i grandi misteri del mondo dei ninja!!

Dal suo tono sembrava che avesse appena annunciato la fine del mondo.

Con aria stupita, gli chiesi: “Guida? E' solo una biblioteca, non penso rischieremo di essere mangiati da un coccodrillo o di perder....”

Mi interrupe: “Quanto ti sbagli, mia cara ragazza! Questa biblioteca è piena di tutto ciò che ci è pervenuto dai nostri antenati! Tutto il sapere di Konoha si trova tra queste mura! Ci sono così tante sezioni, che in un giorno non riusciresti a trovare neanche la stanza dove si trova il libro che stai cercando!”

- “Ok, ok, come vuoi! Ti seguiremo!”

Si voltò e prima di partire per quella “spedizione nella giungla” (o almeno così lo strano individuo si aspettava che fosse) ci chiese quale libro stessimo cercando.

Konohamaru rispose, eccitato come se fosse stato messo a capo di un esercito : “Cerchiamo tutto ciò che esiste sulle arti mediche! Alex deve imparare a usarle perfettamente entro stasera!”

Gulp. Era un'impresa leggermente impossibile visto che non sapevo neanche da che parte iniziare.

Il ninja, sorpreso dei miei propositi (che in realtà mi erano stati imposti) iniziò a camminare: “O-O-Ok , seguitemi e state attenti a non perdervi!”

Seee, come no.

In realtà, avevo totalmente torto. L'archivio sembrava un labirinto. Scaffali a destra e a manca. Scale, corridoi, stanze che si susseguivano all'infinito. Finalmente il ninja si fermò: “Eccoci arrivati! Stanza E, sezione 3B, scaffale 12, arti mediche. I libri proseguono fino allo scaffale 34”

La mia bocca si spalancò e rischiò di toccare terra. COOOOSAA?!?! 22 scaffali di libri da studiare? ENTRO STASERA?!? State scherzando, spero?!?

Non scherzavano affatto.

Mi misi (in realtà fu Konohamaru a “scaraventarmi” su una sedia) a sedere dietro a un tavolo e il bambino cominciò a riempire quest'ultimo di decine, non sto mentendo, e decine e decine e decine e.... cosa stavo dicendo? Ah, già. Decine e decine di libri.

Iniziai a leggere: “La prima cosa da sapere prima di tuffarsi nel mondo della medicina e che non si deve MAI trascurare i particolari. Dimenticare un canale di chakra aperto può portare alla morte del paziente e blah blah blah....”

Studiai per circa sei ore, poi supplicai Konohamaru di farmi fare una pausa. “Pause? Non esistono pause!! Studia!!” - “Ma me la sto facendo addosso!!” - “Avresti dovuto pensarci prima!! Va beh, vai.”

Mentivo, non dovevo andare in bagno, semplicemente mi stava scoppiando la testa.

Uscii dalla stanza e mi sedetti nel corridoio.

Gli occhi mi bruciavano e il cervello mi pulsava. Provai a ripassare mentalmente quello che avevo studiato e, a differenza di quello che mi succedeva quando studiavo a casa, mi ricordai ogni riga di ogni singolo libro che avevo letto. Inoltre avevo letto circa 20 libri in sei ore. Ma che cazz....!

I miei pensieri vennero interrotti dalla mano di Konohamaru che mi tirava un orecchio: “Non dovevi andare in bagno!?!?! Torna a studiare allora!!”

Lo allontanai e mi alzai, massaggiandomi l'orecchio. Mi sedetti e mi ributtai nello studio. Dopo due ore, il ragazzino mi sorprese con la sua gentilezza: “Ti ho fatto preparare il pranzo: spero ti piaccia!”

Gli sorrisi (strano!) e aprii il sacchetto: polpette di riso, una mela e una fetta di torta alla vaniglia. Mangiai con calma per tardare il momento in cui avrei ripreso a torturare la mia mente.

Gli porsi il sacchetto, completamente vuoto, e lo ringraziai.

Ripresi a leggere, ma dopo qualche riga, i pensieri cominciarono di nuovo a tormentarmi: “Come ho fatto a imparare così velocemente tutte queste nozioni? E se fosse un caso e domani dovessi dimenticare tutto? Come potranno contare su di me se non riesco nemmeno a curarmi? Forse il mio potere speciale mi aiuta anche nell'apprendimento?”

Decisi di riprendere a studiare seriamente. Le ore passarono e fuori iniziava a diventare buio. Improvvisamente avvertii il pericolo e sentii il bisogno di lanciarmi giù dalla sedia, verso destra, ed estrarre i kunai.

Difatti, sette kunai sfiorarono, sfrecciando, il volto di Konohamaru e si piantarono negli scaffali dietro la sedia sulla quale ero seduta un secondo prima. Un ninja dai capelli argentati entrò dalla porta: Kakashi.

“Volevo solo testare i tuoi riflessi. Promossa a pieni voti.”

Le lezioni di quel ninja erano leggermente pericolose.

Konohamaru mi guardò, con lo sguardo di qualcuno che appena evitato la morte: “C-C-Come diavolo hai fatto a evitarlo? Da quanto sei qui? Due giorni? Io è anni che mi alleno e non mi sono scostato!”

Kakashi si avvicinò e si sedette sul tavolo: “E' l'Akane. Il potere che la rende così forte si chiama Akane. Ogni volta che si allena, il suo potenziale aumenta di 20 volte. Quanti libri hai letto oggi, Alex?”

Mi rimisi in piedi: “Circa sessanta”

- “Hai imparato tutto quello che c'era da imparare?”

Avevo paura di rispondere: “Sì, io credo di sì...”

Prese un kunai dalla sacca attaccata alla cintura, lo impugnò e lo trascinò lungo il suo braccio.

Ecco che, come un pennello, il kunai disegnò una riga rossa sulla sua pelle, un rivolo di sangue iniziò a sgorgare lungo l'avambraccio.

Rimasi immobile davanti a quella scena macabra.

Rimase tranquillo e non sembrava provare dolore, nonostante avesse una ferita lunga quasi venti centimetri, che andava dal polso al gomito.

“Guariscimi” disse soltanto questo.

Mi sentii crollare addosso un enorme macigno. Lui si fidava così tanto delle mie capacità al punto di ferirsi e soffrire?

Non persi tempo a pensare. Mi avvicinai e misi le mani appena sopra la ferita. Riuscivo a sentire il calore del sangue che fluiva lentamente giù per il braccio e gocciolava sul tavolo.

Questa volta usai il chakra come un radar, lo feci entrare nella ferita, collegandomi al sistema circolatorio del maestro. Dopo aver raccolto i dati necessari per la diagnosi, smisi di cercare e concentrai il chakra sul taglio.

Doveva fare un male pazzesco.

Era come se avessi in mano ago e filo, attraverso la mia forza spirituale riuscii a richiudere i due lembi e a far cicatrizzare completamente la ferita. Infine cercai di far scomparire la cicatrice.

A lavoro compiuto, Kakashi mi guardò: “Come nuovo, no?”

Sorrise. Ero felice di aver assolto il mio compito.

Mentre si alzava, mi avvisò, con un tono severo e autoritario:

- “Domani mattina verrò io a svegliarti; si inizia alle quattro. Vedi di essere già pronta e vestita.”

La mia felicità si dissolse in un istante.Alle quattro?!?! Ueeee!!

Uscimmo e ci dirigemmo da Ichiraku, ormai era sera.

Konohamaru se ne andò appena finito di mangiare e ci salutò: “Sei stata grande oggi!! Non ti sei lasciata intimorire dal maestro! E hai schivato quei kunai come niente fosse!”

Vidi i suoi occhi brillare mentre pronunciava quelle parole. Forse cominciava ad ammirarmi?

Naaa, impossibile.

“Mi ricordi molto Naruto-kun...”

Naruto. Quel nome mi trapassò la testa come una freccia, un fulmine a ciel sereno.

IO?! PARAGONATA A NARUTO?!

Mi sentivo estasiata. Mi chinai e abbracciai Konohamaru.

Per qualche istante tutta l'angoscia che provavo, le domande che temevo non avrebbero mai ricevuto una risposta, la paura di non farcela, scomparvero.

“Ehi!! Da quando sei diventata così affettuosa, eh?” Si scostò ma guardandolo vidi, in un angolo nascosto del suo viso, un sorriso.

Ci salutammo e io tornai alla magione. Salii le scale pensando e ripensando a cosa mi avrebbe riservato l'indomani.

Entrai in camera, mi svestii e mi sedetti sul letto.

Guardando fuori dalla finestra vidi la luna brillare sul velluto nero della notte.

Un flash, un dolore accecante mi bucò il cervello.

Guarda! Stanotte c'è la luna piena! E' così sola...”

Di fianco a me un sorriso, luminoso più delle stelle, e un ciuffo di capelli biondi: “Ha le stelle che sono sue amiche e le tengono compagnia”

Ma quando le stelle non ci sono? Come fa?”

Il bambino ,di cui non vedevo il volto, come era successo con le mie amiche, mi prese la mano e mi disse: “Anche se non le vediamo, non è detto che non ci siano più. Gli amici ci sono sempre, anche se sono lontani, riesci comunque a sentirli...”

Allora tu sarai sempre vicino a me, anche quando non riuscirò a vederti?”

Sempre.”

Spalancai gli occhi. Il dolore era ancora forte. Mi strinsi la fronte con una mano.

Una visione? Da quando avevo le visioni? E chi era quel bambino che mi sorrideva? Avevo già visto quel sorriso.

Forse? No, impossibile.

Mi nascosi sotto le coperte, sperando che il mattino mi desse il tempo di sognare, e che non arrivasse tanto presto.

  
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