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Autore: dragon_queen    07/01/2013    3 recensioni
[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Se anche un solo bambino crede in loro, i guardiani continueranno a combattere e a vincere. Ma se la stessa cosa valesse anche per Pitch? Se esistesse qualcuno che prova una paura talmente profonda da risvegliare l'Uomo Nero?
Se vi ho incuriosito, vi invito a leggere :)
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio, Pitch, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Kim si risvegliò nella sua stanza al palazzo di Nord, stesa nel letto,coperta fin sotto al mento. Nonostante quell'accortezza, però, sentiva il suo corpo freddo come il ghiaccio. Lentamente si tolse la pesante trapunta di dosso, mettendo entrambe le gambe fuori dal letto. Era sola.

Ricordava ciò che era accaduto, anche se l'ultima parte delle immagini erano circondate da una strana nebbia.

Si alzò, barcollando per un attimo. Poi, con passo malfermo, si affacciò sul piccolo bagno comunicante e si poggiò al lavandino con entrambe le mani, il respiro corto, lo sguardo basso e una strana nausea ad attorcigliargli lo stomaco.

Quando finalmente si guardò nello specchio, per poco non rischiò il collasso. Alzò una mano, sfiorandosi il viso, la cui pelle era quasi del colore dell'avorio. I suoi occhi parevano scintillare di una strana luce, mentre i capelli avevano assunto dei riflessi chiaramente argentei. Spostò un paio di ciuffi che gli ricadevano sulla fronte, scoprendo un singolare disegno, il quale brillava come se emanasse luce.

-Che cosa mi è successo?- balbettò, più a se stessa che a qualcun altro, mentre gli occhi le si facevano lucidi.

-Ti sei svegliata- disse una voce alle sue spalle, la quale la fece sobbalzare.

Si voltò, incrociando lo sguardo di Jack, il quale se ne stava sulla soglia del bagno con una mano poggiata allo stipite e l'altra nella tasca della felpa blu. Per la prima volta, da quando l'aveva conosciuto, non aveva tra le mani il suo bastone ricurvo.

-Che cosa significa?- chiese ancora Kim, afferrandosi una ciocca di capelli quasi completamente d'argento, fissandolo smarrita.

-Gli altri ci stanno lavorando. Nemmeno noi guardiani abbiamo mai visto una cosa simile- rispose semplicemente lui, allungando una mano e sfiorandole un paio di ciuffi che le ricadevano sul viso, lo sguardo preoccupato.

Quel gesto la lasciò alquanto interdetta, facendola inevitabilmente arrossire.

D'un tratto iniziò ad avvertire i brividi di freddo che le scuotevano il corpo aumentare, quindi rientrò nella stanza e cercò qualcosa per coprirsi. Sentiva i passi di Jack seguirla in ogni movimento. Si guardava intorno come un'invasata, quasi come se il freddo stesse a poco a poco raggiungendole il cuore, rischiando di farlo fermare da un momento all'altro.

-Che succede?- le chiese.

-Ho freddo e non riesco a smettere di tremare-

-Tieni- disse lui, porgendole una sciarpa del colore della neve.

Lei la prese dalla mano tesa del guardiano, chiedendosi da dove mai l'avesse tirata fuori, e se la mise al collo, assicurandosi di essere ben riparata e di non correre il rischio di perderla.

-Va meglio?-

-Grazie- rispose Kim, arrossendo e nascondendo lo sguardo.

-Vieni. Gli altri hanno detto di raggiungerli non appena ti fossi svegliata- concluse il guardiano e si diresse verso la porta.

Senza fiatare la ragazza lo seguì per i corridoio della residenza di Nord. Lanciava occhiate lasciva alla sua schiena, leggermente ricurva, entrambe le mani di lui nascoste nella felpa. Il passo era svelto e leggero, come se Jack stesse camminando sull'aria. Rimasero in silenzio, non dissero più una parola, sino a rispuntare nella stanza dove si trovava il globo ricoperto di luci.

Al loro ingresso, i quattro guardiani, riuniti attorno ad un grande libro, si voltarono a guardarli.

Non appena Nord fece qualche passo verso di loro, Jack lasciò il posto al suo fianco per planare leggero sul parapetto di legno poco lontano.

Kim lo osservò per un attimo, non riuscendo a capire il perchè del suo strano atteggiamento, ma fu distratta dalla risata di Babbo Natale che la stava raggiungendo a braccia aperte.

-Tu stare bene, ragazza. Io contento di questo!!- e la afferrò, stringendola in un caldo abbraccio.

-Grazie Nord, ma adesso lasciami, altrimenti mi soffochi- disse lei sorridendo, ritrovando un po' di allegria per l'eccentrico comportamento dell'omone.

-Oh, scusa-

Una volta a terra, la ragazza fu raggiunta anche dagli altri. Dentolina, apprensiva come al solito, iniziò a svolazzarle attorno, chiedendole come si sentisse. Lei, sorridendo, rispose che nel complesso si sentiva bene, a parte il freddo che le invadeva il corpo.

Una volta rassicurati i guardiani, Kim azzardò con la domanda che dal suo risveglio le ronzava in testa.

-Voi sapete cosa mi è capitato?-

Il gruppo si fece serio di colpo, allontanandosi un poco da lei.

-Pensiamo di averne un'idea, ma non riusciamo a crederci neanche noi- intervenne Calmoniglio, mentre Nord si avvicinava con il grosso libro che poco prima stavano osservando.

La ragazza si avvicinò, leggendo ciò che la pagina aperta riportava. Un tuffo al cuore.

-Figli della Luna?!?-

 

Il silenzio calò nella stanza, nessuno osava muovere un solo muscolo, a malapena si sentiva il suono del respiro.

-Una volta ogni mille anni, l'Uomo della Luna sceglie una persona, maschio o femmina, al quale dona una parte dei suoi poteri tramite una pietra di luna. Il prescelto è destinato a grandi cose e pare che Manny stavolta abbia scelto te, Kimberly- disse Dentolina.

-Ma perchè?-

-Non c'è una ragione per il quale la Luna sceglie qualcuno. Quando una grande minaccia scuote la terra, la quale neanche i guardiani sono in grado di sconfiggere definitivamente, allora appare un Figlio della Luna, in questo caso tu, il quale ha il compito di riportare l'ordine-

Non poteva crederci. Era tutto incredibilmente assurdo che a malapena sembrava vero. Arretrò di qualche passo, talmente sconvolta che per poco non travolse il povere Sandman.

-Ma se davvero è come dite, dov'è la pietra di Luna?-

-Eccola-

Tutti si voltarono verso Jack, rimasto fino a quel momento in disparte, il quale mostrava un piccolo sasso luminoso poco più piccolo di un pugno.

-Questo confermare nostra teoria-

-Forse stavolta riusciremo a sconfiggere definitivamente Pitch-

I guardiani stavano già esultando, congratulandosi tra loro per la fortuna che avevano avuto, quando Kim esclamò:

-Scusate, ma io non ci sto!!-

Tutti si ammutolirono, guardandola.

-Non sono pronta a tutto questo- rispose lei, abbassando lo sguardo verso i suoi piedi e stringendo i pugni.

Dei passi leggeri le si avvicinarono, seguiti da una ventata di gelo, costringendola a tornare a fissare di fronte a sé. Jack le si fermò a pochi centimetri, fissandola serio.

-Sai, quello che non ti hanno detto è che gli effetti dell'incantesimo della Luna finiranno solo quando il prescelto avrà portato a termine il suo compito. Se tu non vuoi aiutarci, sono solo affari tuoi. Noi combatteremo comunque Pitch, con o senza di te. Tu però non pensare di potertene fregare e tornare alla vita di tutti i giorni: per quel che ne sappiamo, adesso sei una creatura proprio come noi che esiste solo nelle immaginazioni dei bambini. In altre parole, sei del tutto invisibile al resto del mondo-

Kim rimase impietrita da quelle parole, dal disprezzo insito in ogni sillaba, impossibile da pensare che potessero uscire dalla bocca di uno come Jack. Ma poi come si permetteva? Non la conosceva neanche e si permetteva di giudicarla?

Sentì le lacrime salirle agli occhi, mentre la mascella si serrava. Per puro istinto caricò la mano e mollò un sonoro ceffone al guardiano.

-Non provare a farmi la paternale. Da te non la accetto- gli ringhiai tra i denti.

Poi, senza guardare in faccia nessuno, scappò via.

 

-Jack, ma sei impazzito? Perchè le hai detto quelle cose?- gli chiese Dentolina, non appena Kim fu sparita dalla stanza.

-Ragazzo, tu avere esagerato stavolta- lo rimproverò invece Nord, incrociando le muscolose braccia sul petto.

-Non me lo sarei aspettato da te, amico- rincarò Calmoniglio.

Il guardiano dell'inverno non rispose a nessuno dei tre. Aveva ancora il viso voltato con la guancia lesa lasciata scoperta. Lentamente vi portò sopra una mano, cancellando il rossore provocato dallo schiaffo.

-L'ho fatto solo per motivarla. Abbiamo bisogno di lei e lo sapete anche voi-

-Ma non era necessario trattarla in quel modo-

-Se lei non combatterà con noi, stavolta credo che saremo noi a venire spediti in una fossa buia dai suoi incubi-

In quel momento Calmoniglio lo interruppe, dicendo:

-Ragazzi, dov'è Sandman?-

 

Avvertiva le lacrime scivolarle leggere sulle guance pallide, mentre un peso sul petto quasi la soffocava. Ciò che le aveva detto Jack le aveva fatto davvero male, più di quanto si aspettasse.

Prima si comportava bene con lei, ascoltava tutto ciò che aveva da dire, la consolava, si preoccupava, poi diventava arrogante e burbero, trattandola come una stupida.

Come poteva pretendere che quello che le era appena stato raccontato fosse facile da digerire? Figlia della Luna. Che assurdità.

Si era rifugiata sulla stessa terrazza dove avevano subito l'attacco di Pitch. Non conosceva altro posto e quello le sembrava il più adatto per stare da soli a pensare.

D'un tratto, davanti ai suoi occhi, una piccola pallina dorata prese a volteggiare leggera, per poi fermarsi all'altezza del suo viso, prendendo le sembianze di nonno Jamie.

Quanto le mancava...

Stupita, Kim tentò di toccarla, ma quella sfumò. La ragazza la seguì con lo sguardo, incrociando poi il viso tondo del piccolo Sandman.

-Hanno mandato te a convincermi?- chiese lei, sorridendo, ma allo stesso tempo sentendosi ancora più male.

Il guardiano sorrise a sua volta, avvicinandosi e mettendosi seduto accanto a lei.

In quel momento, un po' della sua sabbia dorata andò a formare stavolta il volto di Jack con un punto interrogativo.

-Si, è per lui che sto così. Perchè mi ha trattato in quel modo? Lo credevo diverso-

La figura del ragazzo fu affiancata da un piccolo cuoricino.

-Dici che l'ha fatto per il mio bene? Non ci credo. In questo momento vorrei tanto...-

Il cuore fu sostituito da un guantone da box che colpì il Jack in miniatura. Kim scoppiò a ridere.

-Esatto, proprio così-

Lo sguardo di Sandman allora cambiò e la sabbia dorata formò le parole BLA BLA BLA, come a voler intendere l'atto di parlare.

-Con Jack?- chiese lei, colpita.

Un cenno di assenso.

-Non credo che ora sia il momento. Anche se lo avesse fatto per il mio bene, ha usato il modo sbagliato-

La parola “STUPID” apparve sulla testa di Sandman.

-Hai ragione, lo è davvero. È proprio un ragazzino- e rise ancora.

Non sapeva spiegarsi bene il perchè, ma Sandman aveva avuto la capacità di farle momentaneamente dimenticare della lite di poco prima, lasciandole dentro un gran desiderio di parlare con Jack.

Così si alzò e sorridendo al guardiano dei sogni disse:

-Grazie. Il tuo non usare le parole è servito molto. A volte stare in silenzio è il miglior modo per dire tante cose- e d'impeto lo abbracciò, provocando un colorito ancora più dorato sulle guance del piccoletto.

Detto questo se ne andò, lasciandolo solo. Non avrebbe immediatamente parlato con Jack, forse ignorandolo per un po'. In fondo non era più realmente arrabbiata, ma aveva appena trovato un modo alquanto subdolo per farlo sentire terribilmente in colpa.

  
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