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Autore: Aitch    08/01/2013    11 recensioni
“Shhh…” mi sussurrò vicino all’orecchio e cominciò a baciarmi il collo. Con le braccia mi aggrappai alla sua schiena, mentre il suo viso si era spostato, le mie labbra danzavano con le sue, la sua lingua, ormai padrona, abbracciava la mia. Sentivo una leggera e piacevole pressione del suo bacino sul mio. In quel preciso istante non ero più Cora, non ero più un essere umano, ero semplicemente un’anima in balia di quell’angelo riccio. Non mi importava della gente che avevamo attorno a noi, forse avrebbero potuto perfino denunciarci. Sicuramente un luogo con così tanti bambini non era adatto per scambiarsi certe effusioni, ma tra le sue braccia nulla aveva più importanza. Il vocio della gente presente era scomparso, così come la musica di sottofondo. Eravamo solo io, lui e i nostri respiri leggermente affannosi. Restammo legati così per molto tempo, anche se sapevo che mai sarebbe stato abbastanza.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Cora! Bentornata bella!” si fiondò ad abbracciarmi Zayn non appena mi vide varcare la soglia del salotto.
“Ciao Zayn, come stai ciuffo?” lo salutai scompigliandogli leggermente i capelli sempre perfetti facendolo ridere. Gli schioccai un bacio sulla guancia prima che prendesse la mia valigia e la portasse in camera mia al piano di sorpa. Harry dietro di me era rimasto basito a bocca aperta per l'alta considerazione ricevuta,
“Si, è bello rivederti!” disse poi alzando leggermente il tono di voce perchè il moro potesse sentirlo e rincorrendolo poi su per le scale per sistemare la sua valigia. Poco dopo sentii un tonfo al piano di sopra, seguito da qualche risatina divertita dei due. Sorrisi e mi addentrai nella stanza alla quale mi trovavo difronte. Liam era seduto sul divano, stava leggendo un libro.
“Te l'ho riportato tutto intero, come avevo promesso...” gli dissi sporgendomi con il busto oltre lo schienale del divano, voltando la testa verso lo sguardo del ragazzo e stampandogli un bacio sulla guancia morbida.
“Cora! Che bello riaverti qui! Com'è andato il viaggio, tutto bene?” mi chiese chiudendo il libro e voltandosi leggermente verso di me, mentre io mi ero appoggiata con le braccia allo schienale.
“Benissimo, benissimo Liam...” risposi sognante.


Usciti dall'albergo prendemmo una fresca boccata d'aria parigina, pronti a camminare avanti e indietro fino a non sentire più i piedi. Il cielo era limpido e terso, qualche ciuffo bianco di nuvola lo decorava. Il sole splendeva. Il via vai di gente indaffarata era già cominciato da ore. Il profumo di baguette appena sfornate invase le nostre narici. Le risate di qualche bambino ci allietarono le orecchie.
Parigi sembrava sorriderci, mentre noi sorridevamo a lei.



“Giorno Liam!” intervenne il riccio alle mie spalle seguito dal moro.
“Tu, essere dal cervello privo di senno, hai intenzione di avvisarmi per tempo la prossima volta che avrai deciso di partire per tre giorni?” lo sgridò il castano, puntandogli l'indice contro,
“Ma non sono mancato a nessuno qui dentro?” protesto Harry sbuffando, accasciandosi sul divano vicino all'amico.
“A me si!” intervenne la squillante voce di Louis. Lui e Niall erano appena rientrati in casa e il ragazzo dai capelli castani e gli occhi azzurri era saltato in braccio all'amico ricciuto, schiacciandolo sul divano. Mentre Harry si dimenava sotto la sua presa, Louis lo riempiva di baci e gli scompigliava i capelli, facendolo morire dalle risate.
“Cora!” mi sorprese l'abbraccio dell'irlandese,
“Niall! Come stai?” ricambiai l'abbraccio.
“Ho fame... per il resto bene, ma voi?” chiese immediatamente,
“Dai raccontateci un po'! Bella Parigi?” continuò Louis spostandosi dal corpo di Harry e lasciandolo respirare,
“Romantica, vorrai dire...e con romantica intendo...” cominciò Zayn, con un tono che ben poco avrebbe fatto fraintendere, prontamente interrotto da Liam,
“Il Louvre! Avete visitato il Louvre?” chiese, lanciando un'occhiataccia al moro mentre Niall aveva già cominciato a ridere sotto i baffi.


Harry mi prese per mano e così, cominciammo la nostra vera vacanza. In pochi minuti arrivammo al Louvre e ci mettemmo in coda per acquistare il biglietto. Quel museo enorme, intricato come un labirinto a causa dei mille corridoi costellati di opere d'arte meravigliose, sembrava quasi un luogo in cui il tempo e lo spazio non esistevano. Lì dentro, l'arte pareva aver preso completamente il sopravvento. Stupita dallo splendore del luogo, non avevo dato pace alla mia macchina fotografica, cercando di racchiudere nella sua memoria quanti più fotogrammi possibili: ero rapita dal candore del marmo e dal colore delle tele. Poi, il mio obiettivo mise a fuoco una statua di Canova, “Amore e Psiche”. Era sempre stata un'opera che mi aveva profondamente attratta, e vederla dal vivo, mi riempì di gioia. Seguendo le lezioni di storia dell'arte all'università, conoscevo alla perfezione il mito di quei due giovani ragazzi ritratti da Canova. Quello che però mi sfuggiva ogni volta che osservavo un'opera di quell'artista, era la bellezza immensa che aveva saputo donare ad un semplice blocco di marmo bianco. Abbassai la macchina fotografia e rimasi qualche minuto a contemplare quell'oggetto, fino a quando, due braccia calde non mi avvolsero da dietro.
“Ti piace?” mi domandò il riccio schioccandomi un bacio sulla guancia,
“E'...meravigliosa...” confermai senza staccare lo sguardo dagli occhi bianchi di Amore che guardavano con infinita tenerezza, dolcezza, trasporto e passione quelli dell'amata. Non potei fare a meno di notare quanto Amore assomigliasse a qualcuno che conoscevo fin troppo bene. A qualcuno che mi guardava con la stessa passione negli occhi e che riusciva a farmi perdere il controllo di me stessa ogni volta che con quelle sue iridi mi raggiungeva. A qualcuno che non aveva le ali, ma che aveva tutte le fattezze di un angelo. Un angelo dannato, coperto di tatuaggi, dal sorriso impertinente e sicuro, ma pur sempre un angelo.



“E questi sono Amore e Psiche di Canova...” spiegò Harry mentre Liam teneva in mano la mia reflex e scorreva le fotografie una dopo l'altra con lo sguardo perso e lievemente sognante.
“Io non riuscirei mai a stare chiuso in un museo per più di mezzora...” sbuffò Louis,
“A me verrebbe fame...” intervenne anche Niall toccandosi lo stomaco. Di lì a poco sarebbe di sicuro andato in cucina per recuperare qualche spuntino dal frigorifero o dalla dispensa.
“Sai che c'era di buono da mangiare oltre alle crêpes?” chiesi al biondo attirando la sua attenzione,
“Cosa? Cosa?” domandò come un bambino mosso dalla curiosità.


“Quelli sono, sono macarons, Harry!” esclamai spiaccicandomi contro la vetrina di una pasticceria in pieno centro città. Lo sguardo del riccio mi raggiunse piuttosto dubbioso,
“Quelle...palline colorate?” chiese indicando i dolcetti scettico. Mi voltai verso di lui annuendo con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
“Oh ti prego, ne prendiamo qualcuno? Così li portiamo anche a Niall, li gradirà di sicuro!”
“E va bene, ma chèrie” acconsentì lui. Mi meravigliavo di quanto il suo accento francese stesse migliorando minuto dopo minuto. Aveva imparato solo qualche semplice parola, ma gliele avrei sentite pronunciare all'infinito solo per bearmi del suono della sua voce, a tratti roca, dal timbro basso e sensuale. Al solo pensiero di quelle note che solo lui sapeva cantare in quel modo, mi venivano i brividi.
Uscimmo dalla pasticceria con due sacchettini pieni di dolcetti per poi sederci su una panchina all'ingresso di un giardino pubblico. Aprii la prima confezione ed assaggiai un macaron rosso, ma non feci in tempo a prenderne un secondo morso perchè Harry me lo rubò e lo spedì dritto in bocca, masticando con un'espressione pensosa dipinta sul volto.
“Lampone?” mi chiese dopo aver deglutito,
“Si, buono vero?” chiesi sorridendo,
“E quanti gusti ci sono lì dentro?” domandò spiando nel sacchettino,
“Una quindicina credo...”
“Ah beh, Niall diventerà matto!”
“Lo credo anche io” annuii ridendo.



“E questo sa di...menta!” annunciò l'irlandese dopo aver pensato per qualche secondo,
“Sei perspicace Niall, era verde, cosa avrebbe potuto essere?” lo apostrofò Zayn afferrando un dolcetto marrone al gusto di cioccolato,
“Mela verde, per esempio...” si prese gioco di lui il biondo,
“Ne avrai mangiati cinque, ancora non sei sazio?” chiese Liam guardando l'amico che, incurante, si stava avvicinando al piattino che avevo preparato per i ragazzi, coperto di macarons, per sceglierne un altro.
“No, questo arancione non l'ho ancora provato per esempio...” disse Niall candidamente, facendomi scoppiare a ridere.
“Hai fatto bene a portarne così tanti Cora...” farfugliò con mezzo dolcetto in bocca,
“Tanto lo sappiamo tutti che domani saranno già finiti...” constatò Louis afferrando la reflex e sbirciando dal display luminoso qualche altra foto mentre anche Zayn si era sporto per vedere qualcosa,
“Che camera meravigliosa che avevate!” esclamò il moro ad un tratto,
“Hai fatto le foto anche alla camera?” mi chiese stupito il riccio,
“Si, insomma...quando mi ricapita di ritrovarmi in una camera d'albergo così bella?” affermai timidamente.


Quella sera, dopo la meravigliosa giornata passata in giro per la città eravamo entrambi distrutti. Buttai la borsa sul letto stendendomi supina sul materasso. Harry si tolse le scarpe e si avvicinò, stendendosi al mio fianco e poggiandosi su di un lato. Calmo e rilassato, cominciò ad intrecciarmi qualche ciocca di capelli.
“Che dici, ti va un bagno caldo?” mi propose dopo qualche minuto, sorridendo furbo,
“E saresti capace di prepararmelo?” gli chiesi un po' scettica guardandolo negli occhi. Senza nemmeno rispondere il riccio si alzò e si diresse verso il bagno. Poco dopo sentii l'acqua scorrere e il ragazzo canticchiare qualcosa. Mi misi a sedere sul letto dando un'occhiata al cellulare:
-Come procede la vacanza romantica, piccioncini? Divertitevi. Qui vi salutano tutti. xoxo-
Sorrisi pensando a Louis dattilografare sul cellulare e sghignazzare il secondo dopo a causa di tutte le probabili frecciatine allusive su noi due che Zayn non era stato capace di trattenere.
-Noi tutto bene, Parigi è meravigliosa. Un bacione, ci sentiamo presto-
Continuai a fissare lo schermo del cellulare finchè il riccio non me lo tolse dalle mani e lo gettò sul materasso, poco distante dal mio corpo. Il ragazzo si piegò e dopo avermi accarezzato il polpaccio, mi tolse prima la scarpa destra e poi la sinistra e fece lo stesso con i calzini. Dopo di che, tornò in posizione eretta. Alzai gli occhi verso i suoi mentre le sue mani afferravano delicatamente le mie. Quel suo sguardo su di me mi metteva i brividi, mi intrigava, mi eccitava. Lo seguii in silenzio fino alla porta del bagno che il ragazzo aprì per farmi entrare e richiuse alle nostre spalle. Sentii il suo respiro farsi più vicino, fino a quando non raggiunse il mio collo. La sua mano aveva delicatamente spostato i miei capelli su di un lato, scoprendo la mia pelle bianca. Le sue labbra erano a qualche centimetro dal mio collo, immobili. Sapeva bene quanto, semplicemente il suo respiro, mi mandasse in estasi. Lentamente, cominciò a lasciarmi qualche bacio lì dove aveva scostato i capelli mentre innumerevoli scariche elettriche mi percorrevano il corpo, dalla testa ai piedi. Chiusi gli occhi. Le sue mani mi accarezzarono la vita fino ad arrivare ai miei fianchi, afferrandoli saldamente. Con un movimento deciso mi voltò verso di lui, inchiodandomi con i suoi fari brillanti di una luce troppo verde perchè appartenessero ad una semplice creatura mortale. Deciso, tranquillo e confidente, sciolse dal suo incastro ogni bottone del cardigan che avevo messo quella mattina, aprendolo del tutto e sfilandomelo delicatamente, per poi farlo scivolare a terra. Lo guardai implorandolo di fermarsi, nonostante desiderassi con tutta me stessa che continuasse. Probabilmente, Harry notò in me la mia solita insicurezza e compiaciuto, sicuramente divertito, si morse le labbra, prima di afferrare entrambi i lembi della mia maglietta e togliermela lentamente, costringendomi ad alzare le braccia, per poi tornare ad abbassarle e posarle sulle sue spalle. La presa del ragazzo tornò sui miei fianchi per farmi avvicinare di più al suo corpo. La sua fronte poggiava sulla mia, i suoi riccioli cominciavano ad inumidirsi così come la mia pelle, a causa del vapore che l'acqua calda nella vasca produceva. Piano e con infinita attenzione, come stesse avendo a che fare con preziose miniature di vetro, sbottonò i jeans e abbassò la lampo della cerniera. Cominciò a baciarmi all'altezza della clavicola destra per poi scendere sempre di più, mentre le sue labbra continuavano a segnare la mia pelle bianca che al suo tocco si faceva progressivamente più incandescente. Mi tolse anche i jeans e si rialzò, per guardarmi, guardarmi tutta questa volta. Sorrise mentre le mie guance si coloravano di un rosso porpora. Sapevo che non si sarebbe fermato, solo stava compiacendosi dell'agitazione che era in grado di mettermi addosso. Harry si voltò a controllare che il livello dell'acqua e la temperatura fossero giuste: si sedette sul bordo della vasca e dopo essersi assicurato che tutto era come l'aveva programmato, chiuse il rubinetto. Senza alzarsi, si voltò verso di me, facendomi sprofondare in quel suo magico e denso mare verde. Quel richiamo mi fu impossibile da ignorare e abbandonando la mia posizione statica, mi avvicinai a lui, entrando con entrambi i piedi in vasca. I brividi mi percorsero la schiena non appena entrai in contatto con l'acqua calda. Harry mi guardò stranito, prima che mi posizionassi davanti a lui e abbassandomi quanto bastava, cominciai a baciarlo. Le mie dita tra i suoi capelli, la sua mano destra sul mio fianco. Sapevo che stava piuttosto scomodo seduto di lato, e sapevo, o piuttosto speravo, che ben presto sarebbe caduto nella trappola che per la prima volta gli avevo teso io. Mi compiacqui, quando si dimenticò di essere vestito, e rimanendo seduto voltò il busto, entrando con le gambe in vasca. Prima un piede e poi l'altro. Sorrisi sulle sue labbra mentre finalmente, entrambe le sue mani stringevano, accarezzavano, graffiavano, i miei fianchi. Entrambi avevamo capito che non avremmo potuto temporeggiare ancora, lo sentivamo sulla pelle, come una scarica di adrenalina, che prepotente ti impedisce di fuggire e ti incita a combattere, lanciando impulsi nervosi al cervello, aumentando il battito cardiaco e amplificando i sensi. Senza pensarci, lo attirai a me tirandolo per il colletto della camicia. Harry non si fece pregare e si alzò facendo combaciare perfettamente la mia vita al suo bacino. Sentivo le sue dita percorrermi la schiena, mentre la sua lingua ancora non lasciava in pace la mia che mai avrebbe voluto lo facesse. Sentivo i bottoni della sua camicia bianca aprirsi sotto le mie dita, fino a quando quella stoffa che avvolgeva il suo busto non fu che un ricordo. Ben presto anche i suoi jeans scomparvero, cadendo semi fradici sulle mattonelle. Quando entrambi sprofondammo in quell'acqua calda, percepimmo ognuno i brividi dell'altro. La vasca, grande e spaziosa, consentiva ai nostri corpi di abbracciarsi e di muoversi, goffi per la novità della situazione, ma pur sempre liberi da troppe incertezze: quello che volevano lo sapevano ottenere, perchè entrambi capaci di comprendere i tempi e i movimenti dell'altro. Le dita del ragazzo sbottonarono facilmente i gancetti del mio reggiseno, esplorando il secondo dopo le mie curve, impossessandosene, e quando veramente ogni indumento fu gettato per terra a bagnare ancora di più le mattonelle chiare di quel bagno, Harry smise di stuzzicarmi il collo e arrestò il suo sguardo sul mio. Accarezzai la sua guancia vedendo i suoi ricci bagnati appiccicati alla fronte coprirgli leggermente gli occhi. Li scostai con una carezza e non appena il contatto visivo tra le nostre iridi ritornò ad essere privo di qualsivoglia ostacolo, il ragazzo non esitò a ricordarmi a chi appartenessi, non esitò a rifarmi sua, più e più volte, mentre l'acqua usciva dai bordi della vasca, mentre le mie dita si aggrappavano in cerca di un sostengo alla sua schiena, mentre l'acqua calda, sembrava evaporare al semplice contatto con i nostri corpi, mai stati così bollenti. Per una volta non mi preoccupai dei gemiti che uscirono dalle mie labbra, non mi vergognai a chiamare il suo nome per sentirmi sussurrare all'orecchia un ansimato “Sono qui...” da lui.
Non era di certo il bagno più tradizionale che avessi mai fatto. Ma in confronto, tutti i successivi sarebbero stati solo una vana imitazione.



“E la Tour Eiffel? Si siete saliti?” chiese Louis curioso,
“Certo, ma è più bella quando la osservi dal basso, a mezzanotte...” rispose Harry guardandomi e sorridendomi complice,
“Che ci facevate fuori a quell'ora?” la curiosità di Louis stava aumentando mentre Zayn diede una sbirciata alla foto successiva ridacchiando,
“Guarda il display Tomlinson, ecco che ci facevano...” e cominciò a tirare delle gomitate a Harry. Non appena Louis tornò con gli occhi sullo schermo digitale, lo voltò verso di me guardandomi a bocca aperta e passò la reflex anche a Liam e Niall,
“Quanto siete belli...” commentò Liam sorridendo e incarnando la dolcezza, mentre Niall sembrava stesse facendo le fusa.


“La serata non è finita” mi aveva sussurrato Harry quando entrambi ci eravamo asciugati dopo quel bagno. La mia testa ancora non riusciva a formulare pensieri che avessero un senso vero e proprio e lui mi sfiorava l'orecchia con le sue labbra porgendomi delicatamente il giubbotto? Forse non si rendeva conto di quanto stessi per morire fino a poche manciate di minuti prima, quando il piacere più profondo mi aveva pervaso il cervello, graffiato il cuore lasciando cicatrici indelebili, bloccato le vie respiratorie e incendiato il corpo.
“Che intendi dire? E' tardi...” gli chiesi seguendolo con gli occhi mentre apriva la porta della camera, già vestito per uscire.
“Questa volta vinco io...” mi disse provocante e con aria di sfida, ma prima ancora che potessi accorgermene, era già schizzato nel corridoio. Chiusi la cerniera del mio giubbotto e recuperai la borsa, per poi fiondarmi giù dalle scale con un immancabile sorriso ad illuminarmi il viso. Scendendo le rampe di corsa, mi resi conto di quanto il cuore mi battesse. Sapevo perfettamente che non era per colpa dell'attività fisica che stavo facendo in quel momento, perchè al ritmo accelerato di quel muscolo si accompagnava uno sfarfallio insistente, ma tutto sommato piacevole, che sentivo all'altezza dello stomaco. Era colpa sua, ancora una volta, se mi sentivo così. Ma così, come? Con la testa fra le nuvole, i passi leggeri e pesanti al tempo stesso, il cuore galoppante, lo stomaco arricciato. I sensi ampliati e in continua allerta
di un qualsiasi suo tocco anche fosse solo uno sfioramento, di un qualsiasi spostamento d'aria che mi faceva percepire il suo dolce profumo, di qualsiasi sua parola, detta o sussurrata, di qualsiasi suo sguardo. Quanto ancora e come avrebbe potuto devastarmi quel ragazzo? Veramente, pazzamente, profondamente. Ed esserne stupidamente e completamente innamorata era possibile, per me.
“Non vale Styles!” lo rimproverai tirandogli un insignificante pugnetto sulla spalla, facendolo ridere.
“Andiamo...” disse poi, prendendomi per mano e conducendomi verso l'uscita dell'albergo. Parcheggiato vicino al marciapiede, ci aspettava un taxi. Harry mi aprì la portiera facendomi salire e sedendosi a sua volta poco dopo. Non capii cosa disse all'autista, ma quello annuì e mise in moto.
“Dove andiamo?” sussurrai accucciandomi e appoggiando la testa sulla spalla del ragazzo. Harry, portando un braccio attorno alle mie spalle, mi portò più vicina a lui e a quel punto, sorridendo soddisfatto, mi rispose,
“Lo vedrai...” misterioso ed enigmatico come al solito sorrise, e senza aggiungere altro, guardò fuori dal finestrino.
Quando arrivammo a destinazione, Harry pagò l'autista e mi riprese per mano, diede uno sguardo all'orologio che portava al polso e in tutta velocità, cominciò ad allontanarsi dalla macchina. Dire che mai l'avrei capito, era dire poco. Decisi di assecondarlo e non proferii parola. Mi persi nel suo sguardo concentrato, mentre si guardava attorno senza fermarsi un attimo. Lanciava occhiatacce all'orologio e ogni tanto si voltava per guardare nella direzione da cui eravamo arrivati, lasciandomi sempre più perplessa.
“Hai perso qualcosa?” gli chiesi sarcastica, quando finalmente il ragazzo sembrò soddisfatto,
“Eccolo, eccolo questo benedetto ponte! Vieni...” e camminando sul marciapiede, mi fece strada. Arrivati più o meno al centro del ponte, mi accorsi di quanto la vista fosse meravigliosa. Davanti a noi, la Tour Eiffel splendeva nella notte.
“E' una vista mica male, no?” mi domandò lui appoggiandosi al parapetto,
“E' fantastico Harry! Ma chi ti ha consigliato questo posto?” gli chiesi curiosa,
“La ragazza giù in reception...” farfugliò e cogliendo la mia espressione leggermente accigliata aggiunse,
“E' stata molto gentile, ed è anche cari...” ma non finì la frase perchè un altro pugnò lo colpì all'altezza della spalla. Sghignazzando soddisfatto, afferrò il braccio teso e mi tirò a sé.
“Lo sai che non può competere con te, vero?” mi sussurrò, facendo sbattere i nostri respiri,
“Ti odio, scemo che non sei altro...” dissi abbassando lo sguardo. I suoi occhi stavano diventando sempre più pesanti sui miei e non potevo reggere quell'ondata di verde che ogni volta mi colpiva, massacrando le mie difese.
“Che ore sono? Tira fuori la macchina fotografica...” mi disse, distanziandosi da me e raggiungendo un passante.
“Quasi mezzanotte!” gli dissi alzando la voce perchè potesse sentirmi. Lui però stava già parlando con un ragazzo sulla trentina che passava di lì con una ragazza, probabilmente erano coetanei, magari fidanzati, o perchè no, sposati. Entrambi ascoltavano Harry sorridenti e quando il riccio si girò indicandomi ed entrambi mi sorrisero, accennai ad un saluto leggermente imbarazzato con la mano. Poco dopo i due si avvicinarono con Harry a seguito,
“Affideresti per qualche minuto la tua macchina fotografica a Adrien?” mi domandò mentre il tipo continuava a sorridere,
“Si, certo...” dissi. Dopo tutto, era una buona idea, ne avevamo fatte poche di foto insieme.
Adrien cominciò a scattare qualche foto con la Tour Eiffel come sfondo e poi, improvvisamente si fermò e fece un cenno ad Harry. Il ragazzo allora mi prese entrambe le mani e mi fece voltare. Davanti a me, uno spettacolo: la Tour Eiffel aveva cominciato a brillare come fosse un diamante. Miliardi di luci bianche si accendevano e spegnevano ad intermittenza, rendendo il panorama ancora più bello e il momento ancora più magico.
“Harry io sono...senza parole, come facevi a...” e poi lo guardai, la sua espressione mi bastò,
“La receptionist, dovrò ringraziarla...” aggiunsi,
“Cora...” cominciò lui prendendomi le mani,
“Io ti amo, e...credo che, non smetterò mai di farlo. Mi hai incastrato. Hai abbattuto ogni mia difesa e voglio che tutto questo non finisca mai...” i suoi occhi erano fissi nei miei, che piano si stavano appannando, sorrisi in preda all'emozione. Faceva sempre un certo effetto sentirsi dire quelle parole.
“Sono io quella che è incastrata...tutta colpa dei tuoi occhi Styles. Ti amo Harry.” gli dissi alzandomi sulle punte e baciando le labbra del ragazzo, sempre morbide e profumate, calde e accoglienti.



“E' stato bravo quell'Adrien a fare tutte queste foto.” commentò Louis,
“E' un bel bacio...” aggiunse Zayn malizioso, beccandosi un'altra gomitata, doppia questa volta: una da Liam e una da Harry. Pensavo proprio ad incorniciarla quella foto.
“Beh, siamo contenti che abbiate passato delle buone vacanze, ma ora...” cominciò Liam guardando Harry serio,
“Si torna al lavoro, testa vuota” terminò,
“Quel che è giusto, è giusto...” si rassegnò il riccio allargando le braccia,
“Ma ora c'è la partita, Liam!” sbuffò l'irlandese,
“Ma non intendevo dire ora, come adesso...intendo dire da domani!” gli spiegò Liam sorridente, mentre Louis era già scoppiato a ridere,
“Che dite se ce la guardiamo tutti insieme mangiando qualche schifezza?” proposi attirando l'attenzione di tutti e cinque. E in un baleno, ognuno stava sistemando qualcosa sul tavolino di fronte al divano, aprendo pacchetti di patatine o caramelle, preparando le bibite o sistemando i cuscini. Quel divano enorme si prestava perfettamente a quel genere di cose: comoda tra Harry e Louis, lanciavo pop-corn a Zayn mentre lui controbatteva con le caramelle gommose. Fu comica la scena quando Zayn sbagliò completamente mira e Louis ne approfittò prendendo al volo con la bocca quell'orsetto che aveva lanciato. Liam si stancò presto di rimproverarci e decise di abbuffarsi anche lui di patatine che continuava a rubare dal sacchetto di Niall. All'irlandese la cosa dava non poco fastidio, ma Liam sapeva scegliere i momenti più opportuni per infilare lestamente la mano nella confezione, per esempio, nel bel mezzo di un'azione portata quasi a termine, o durante un rigore. Harry non aveva smesso di giocherellare con le dita della mia mano meno impegnata a lanciare pop-corn, e la cosa mi piaceva con ogni cellula del mio corpo.
Avremmo potuto rimanere così, per l'eternità a guardare quella partita di calcio. Di sicuro, non mi sarei mai stancata della dolcezza di Liam, dell'appetito di Niall, della simpatia di Louis, della vanità di Zayn e dell'amore di Harry. Era tutto perfetto, anzi no, loro erano perfetti.


 

The End
 

Salve.
Allora, sì.
Come dire. Tadaaaan! Cioè, prima di tutto spero che il capitolo vi sia piaciuto e poi..si, insomma...

Image and video hosting by TinyPicE' stato l'ultimo.
Ammetto che anche a me dispiace aver messo un vero e proprio ultimo punto a questa ff, perchè mi ha fatta stare bene semplicemente scriverla.

Magari qualcuno si starà chiedendo perchè ho deciso di terminarla qui (oppure sono solo un po' egocentrica), e ora vi rispondo:
Ho adorato scrivere questa storia, mi sono impegnata e spero che il risultato sia stato gradito, però, a lungo andare, non volevo rischiare di ricadere nella banalità, nella noia di avvenimenti sempre uguali e nella troppa calma piatta, diciamo.
A questo punto, ringrazio veramente di cuore tutte coloro che l'hanno seguita, tutte coloro che l'hanno messa tra le ricordate e le preferite e ovviamente, un ringraziamento particolare a tutte quelle che hanno anche recensito.

Image and video hosting by TinyPicHo adorato leggere cosa ne pensavate della mia storia, quindi, grazie sul serio.
Se però pensate che sia finita qui, vi dico di no, assolutamente! (Muahaha, non riuscirete a liberarvi di me tanto facilmente!)
A breve (forse già questa sera) pubblicherò il primo capitolo di una storia completamente diversa e nuova: sì, sempre a base di Harry, Louis, Zayn, Liam e Niall, non preoccupatevi, però sarà dal rating rosso fuoco e dalle tematiche un pò più...come dire... "strong" ecco. Se voleste darci una sbirciatina, mi farebbe veramente tanto piacere, giàgià.
Che altro aggiungere?
Ancora grazie a tutte. Veramente.
Un bacio grande e chissà, magari un a presto.
Lots of love,
Fe.
 

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