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Autore: rosa_bianca    08/01/2013    3 recensioni
"Suo padre voleva che si sposasse. Nulla di più normale. Se fosse stata cresciuta come una ragazza, ovviamente.
Ma lei era speciale. Lei. Oscar François de Jarjayes, il “figlio” del Generale, il futuro erede di tutti i suoi possedimenti. Un soldato abile, determinato e capace."
Il Generale decide che Oscar si sposerà con Girodelle...ma, attenzione, la storia non è quella dell'anime! come vedrete, prenderà pieghe diverse...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Mi ha detto proprio così,sai… “Tu hai trovato la tua strada,Diane, ora è bene che io trovi la mia. Non ti dovrò più proteggere, da oggi in poi, ci penserà Philippe. Sei in buone mani, sorellina.” Mi ha dato un bacio sulla guancia e si è voltato, se n’è andato.-raccontò stupita Diane ad Oscar.
-E’ un grand’uomo, Alain…
-Ma capisci, Oscar?- ripeté lei all’amica che pareva non ascoltarla. -Non ci siamo mai separati per tanto tempo, ed ora lui è scappato, fuggito via!-continuò imperterrita la neo-sposa, alzando lo sguardo al cielo.
-Non ti preoccupare, sa il fatto suo,lui…e poi vi rivedrete! Non prenderlo come un addio, Diane, magari ha solo sentito il bisogno di crearsi una vita tutta sua…immagino che tu possa comprenderlo, giusto?
Diane si morse un labbro, ancora col viso rivolto al sole rosso del tramonto.
Le due erano arrivate davanti alla casa di Philippe, lui stava aspettando la moglie dentro.
-E’ ora di salutarci, Oscar. Sicura che i soldi che hai ti bastino per dormire in una taverna, queste notti?
Oscar le fece un sorriso rassicurante.
-Stai tranquilla, Diane, non c’è motivo di preoccuparsi. Vi verremo a fare visita tra due giorni, prima di partire.
-Va bene, in tal caso…-mormorò la ragazza, annuendo.
-Ah, aspetta…ancora congruatulazioni!
-Grazie,Oscar! Ci vediamo presto!
Diane chiuse la porta dietro di sé, lasciando l’amica fuori.       
Bene, ora è meglio che trovi un posto dove dormire stanotte…
 
                                                           ***
La sala di ricreazione era colma di soldati allegri e schiamazzanti, benché non fossero che le sette di mattina.
Tutti stavano aspettando, chi più e chi meno diligentemente, il loro turno per ricevere la posta inviata dalle famiglie,mentre consumavano la loro colazione.
Era domenica ed avrebbero iniziato le esercitazioni più tardi del solito, e stavano attendendo il momento di iniziare a lavorare conversando della misteriosa mancanza di Alain in caserma.
-Avrà fatto tardi, chissà, magari era così sbronzo che dei poveri sfortunati l’hanno dovuto ospitare a casa loro! Doveva tornare all’ ora di pranzo ieri, me secondo me si è rifugiato in qualche bettola a bere…- ipotizzava Pierre, leggendo svogliatamente la lettera consegnatagli.
-E pensare che tu non l’hai mai visto ubriaco! Una volta, dopo aver bevuto nove boccali pieni di birra, l’ho dovuto portare io in caserma, caricandomelo sulle spalle…e ti assicuro che non è un peso piuma!-raccontava François, storcendo il naso al ricordo.
Sono più civettuoli delle damine di Versailles! Santo cielo, quand’è che finiranno di parlare? Non possono neanche immaginare quello che è successo ieri pomeriggio..., pensò André.
-Hey, Andrè! C’eri solo tu con lui, l’altra mattina! Che fine ha fatto?- fu la domanda di Lasalle, seguita dal rumore di circa quindici teste che si voltavano contemporaneamente verso il moro.
-Già, André, che avete fatto?
Dannazione!
-Non mi ricordo, avevo bevuto troppo dopo la cerimonia…-la buttò lì lui, e tutti i commilitoni ci crebbero, dato che era abitudine dei soldati nelle giornate libere prendersi una bella sbronza per “dimenticare i problemi”.
-Grandier!- urlò il Comandante.-Ti è arrivata una lettera.
André non si mosse, gli sembrava troppo strano aver ricevuto della posta…a lui non arrivava mai niente.
Di chi può essere?
-Allora, Grandier, vogliamo muoverci o aspettiamo che te la porti io lì?!
Prese la posta dalle mani dell’uomo basso e grassoccio, che così poco somigliava alla loro vecchia Comandante, e si sedette per leggerla.
La rigirò, cercandone il mittente.
“Palazzo Jarjayes, Versailles”.
Che strano…la nonna non mi ha mai scritto finora!
Aprì la lettera con estrema scrupolosità, facendo attenzione a non strapparla.
Lesse subito la firma in fondo per capire di chi fosse.
“Generale François Augustin Reynier de Jarjayes”, c’era scritto,con la calligrafia del suo vecchio padrone.
Il Generale! Cosa vorrà da me?!
André iniziò a sudare freddo, l’unico volto non allegro in quella sala chiassosa.
Forza! Devo leggerla…, si ordinò, anche se gli tremavano le mani.
Calmo André,non è più il tuo padrone! Non può più darti ordini!, si convinse, respirando a fondo.
Non rabbrividiva più, mentre scorreva con gli occhi la missiva.
“André,                                                                                     13 maggio 1787
  ti chiedo di incontrarci a metà della strada tra Versailles e Parigi, la notte del 14 maggio.
P.S: non dire assolutamente nulla a mia figlia; deve rimanere una cosa tra noi due, e lei non dev’essere a conoscenza di niente.
 So che di te mi posso fidare.
Generale François Augustin Reynier de Jarjayes”
Voleva incontrarlo. Di notte. In una strada abbandonata. Non voleva che Oscar sapesse niente. La richiesta proveniva da lui, l’uomo che probabilmente lo stava odiando per aver “rubato” a sua figlia l’eredità che le spettava.
Ma è stanotte!
Tutto ciò era decisamente sospetto, ma André non ebbe dubbi.
Qualsiasi cosa mi attenderà lì, porterò con me una pistola…spero solo di riuscire a mirare anche al buio, anche se ormai non distinguo quasi più i contorni degli oggetti…
-André, che ti succede?- tuonò una voce al suo fianco, risvegliandolo dai suoi pensieri cupi.-Non preoccuparti per Alain,  vedrai che se la caverà, come ha sempre fatto, del resto. Dico bene?
Lasalle non ricevette nessun segno dall’amico, che si limitò a seguirlo verso il cortile degli addestramenti.
   
 
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