My Chance.
Ricordo che non avevo mai
amato molto le barbie da piccola,preferivo giocare con
il fango
assieme a mio fratello Niall.
Ricordo che odiavo con tutta
me stessa quando la mamma mi metteva gonne e fiocchetti nei capelli.
Ricordo che mi piaceva fare
gare su chi mangiava di più in mensa con gli amici di mio
fratello.
Ricordo che avevo una cotta
per un ragazzo.
Ricordo che preferivo
indossare le camicie enormi di mio padre,piuttosto che top e canotte
microscopiche.
Era forse per questo che non
mi aveva mai notata.
Ricordo che quando scoprii
che stava con Emily non mi chiusi in camera a piangere,ma corsi in
palestra per
dare pugni al sacco.
Ricordo che ormai sapevo di
non avere più nessuna occasione con lui.
Ricordo che la cotta per
quel ragazzo non mi passò al secondo anno,né al
terzo,né al quarto.
Ma quando Becky quella
mattina mi aveva detto che il suo migliore amico voleva voltare pagina
perché
era stufo dei continui tradimenti che riceveva, e che lei mi aveva
organizzato
un appuntamento con lui mi sentii la ragazza più fortunata
dell’universo.
Era un sogno o era la
realtà?Dio,non riuscivo ancora a credere che sarei uscita
con Harry Styles.
Quell’Harry Styles.
Ricordo quando lo vidi per
la prima volta nell’ora di educazione fisica che avevamo in
comune.
Erano tutti concentrati
sulla partita di pallavolo, la quale a malincuore ero stata costretta a
giocare
dal professor Simons per non prendere un bel tre al primo trimestre del
mio
primo anno,nonostante lo avessi avvertito delle mie scarse
potenzialità verso
tutto ciò che non implichi restare con il sedere su una
superficie pianeggiante.
Fingevo di essere
interessata al match alzando di tanto in tanto le mani in aria,cercando
di
colpire con scarsi risultati quell’affare tondeggiante.
All’improvviso sentii lo
scricchiolio stridulo del portoncino della palestra,e per distrarre gli
occhi
che seguivano la direzione della palla, spostai lo sguardo
all’entrata per
vedere chi stesse entrando.
Strabuzzai gli occhi quando
notai dei bicipiti scoperti da una canotta bianca,alcuni ricci
svolazzanti e
alcuni attaccati ad una fronte imperlata di sudore,due fossette appena
accennate e due fari verde acceso.
Stavo per sbavare sul
pavimento quando quel maledetto affare gommoso mi colpì lo
stomaco e mi fece
piegare in due dal dolore,causandomi un gemito rumoroso.
Mi inginocchiai a
terra,portandomi le mani alla pancia.
Le mie orecchie udivano
alcune risate,alcuni ‘stai bene?’ con tono
preoccupato e la voce del professore
che urlava ‘Styles,portala in infermeria!’.
Oltre al fatto che io
odiassi fare sport c’era anche il fatto che io odiassi gli
ospedali e tutto ciò
che li ricorda vagamente.
Styles,che non avevo ancora
degnato di uno sguardo,troppo impegnata a pensare ad una mossa di
difesa contro
l’infermiera, mi aiutò ad alzarmi e mi
accompagnò verso l’infermeria.
-Harry- una voce roca mi
arrivò alle orecchie ed una mano gigante mi si
posizionò sotto il naso.
Alzai lo sguardo prima sulla
mano e poi sul possessore.
Quasi mi strozzai con la mia
stessa saliva nel vedere chi fosse Mister mano
enorme.
Era il ragazzo sexy che mi
aveva fatto prendere la pallonata,brutto stronzo.
I miei istinti omicidi si
placarono all’istante quando le sue fossette comparvero
nuovamente sul suo
volto.
-Holly- sussurrai
continuando ad osservarlo con sguardo sognante e un leggero strato di
bava alla
bocca.
-Beh Holly lo sport non
è il
tuo forte- ridacchio osservandomi -sarà meglio che tu
entri,non mi sembra che
tu stia molto bene - constatò in fine poggiando la mano
sulla maniglia della
porta dell’infermeria.
-In realtà lo odio-
borbottai ancora paralizzata mordendomi il labbro inferiore.
Ma appena realizzai dove mi
trovassi,mi ricomposi.
-No,no,no,no, no! Io sto
benissimo..che scherzi?- dissi allontanandomi di un
paio di passi da
quella porta.
-Sei sicura?A me non sembra-
insistette grattandosi la nuca in modo confuso.
-Sicurissima,io li dentro
non ci entro..Ho paura!- urlai scappando dal
corridoio e inciampando
rovinosamente a terra.
Udii la risata del riccio
alle mie spalle,così mi alzai rossa in viso e scappai in
bagno,sperando che un
infermiera mannara non uscisse dal water.
Il giorno dopo,Emily mise in
giro la voce che io ero ‘cotta’ di Styles
urlandoglielo perfino in
faccia,mentre io entravo in mensa.
-Allora
Holly..perchè non
lo ammetti?Tutti hanno visto come lo guardavi incantata ieri!- mi
urlò la ragazza
ridendo –Se proprio vuoi essere calcolata da lui,mia
cara,comincia a vestirti
come una ragazza e non come un camionista e magari comincia a leggere
qualche
pagina di galateo-continuò fissandomi con i suoi occhi neri
e ricchi di
cattiveria.
Scappai dalla mensa con la
consapevolezza che tutto ciò che aveva detto era vero.
Ora ero al quinto anno,e
finalmente grazie a quella santa di Becky avevo una chance,la mia
chance.
Sapevo per certa che non si
ricordava di me,la cerebrolesa che scappò per non andare in
infermeria e che
aveva una cotta per lui.
Quei ricordi non mi
rendevano molto felice in realtà,ma ero stufa di rovistare a
cima e a fondo
nell’armadio in cerca di un vestito decente.
Beh oltre allo sport e gli
ospedali odiavo abbastanza anche i vesti.
Al termine della mia
ennesima ‘perlustrazione’ trovai solo un vestito
rosso e microscopico stile
‘Moira Orfei’ e un vestito bianco stile
‘Vestaglia della nonna’.
Optai per la
vestaglia,aggiungendo dei tacchi neri (per fortuna quelli non li
odiavo).
Slegai i miei capelli lunghi
e liscissimi e uscii di casa,per recarmi a casa di Becky.
Dopo avermi accolto in casa
con uno dei suoi sorrisi dolci,Becky andò in camera per
vestirsi.
Mi lanciai sul suo divano di
pelle enorme lanciando i tacchi da qualche parte.
E se si fosse ricordato di
me?
E se pensasse ‘oddio che
cessa’?
E se mi trovasse un po’
stramba?
E se avessi fatto una delle
mie figuracce?
E se mi trovasse un
maschiaccio con i capelli un po’ troppo lunghi?
Cominciai a mordicchiarmi le
unghie.
Qualcosa per distrarmi,mi
serviva qualcosa che non mi facesse pensare troppo.
Mi alzai dal divano,aprendo
i mobili del salotto di Becky.
Non ero maleducata,ero
soltanto intraprendente.
Cd,Dvd,riviste,liquori..cioccolatini!
Era quello che mi serviva,un
po’ di cioccolato mi avrebbe fatto calmare di sicuro.
Presi la scatola a forma di
cuore e mi rilanciai sul divano.
Ne presi uno,lanciandolo in
bocca e cominciando a muovere i piedi che pendevano dal divano
ritmicamente.
-Fatto!- disse Becky
riapparendo in salone più bella che mai.
Quella ragazza era uno
spreco per Josh.
Un vero spreco,e dire che il
professore Tomlinson se la mangiava con gli occhi..peccato.
-Ho rubafo qualche
cioccolafino- le farfugliai a bocca piena.
Venni interrotta dal suono
del campanello.
Presa alla sprovvista
rovesciai la scatola di cioccolatini sul divano.
Merda,non poteva essere
già
qui..mi serviva altro tempo per meditare sulla questione.
Becky mi rassicurò e mi
aiutò a raccogliere tutto,prima di andare ad aprire la porta.
Corsi verso il mobile con lo
specchio e controllai se fossi sporca di cioccolato.
Somigliavo ad un dugongo con
le mestruazioni ma almeno ero pulita.
Sentii delle voci e dei
passi avvicinarsi.
Misi alla svelta i
tacchi,rischiando di inciampare anche ma mi aggrappai al bracciolo del
divano.
Mi raddrizzai giusto in
tempo,quando Becky,Josh e Styles apparvero sulla porta.
-Lei è
la mia
amica Holly- disse Becky indicandomi.
Due paia di occhi si
posizionarono su di me.
-Piacere- sussurrai
imbarazzata,sorridendo appena.
Avvertii lo sguardo di
Styles percorrermi tutto il corpo,così come fece un brivido.
Mi si avvicinò
sorridendo e
mi strinse piano in un abbraccio sussurrandomi all’orecchio
–Il piacere è tutto
mio- con la stessa voce roca che aveva quattro anni fa.
Non morire Holly,non
morire..continuavo a darmi forza,cercando di non accasciarmi sul
pavimento.
-Bene,vogliamo andare?-
chiese Josh.
Uscimmo di casa mentre la
manona di Harry era poggiata sulla mia schiena.
Non morire Holly,non morire.
-Se non ti dispiace Holly,tu
dovresti andare in macchina con Harry visto che io sono in moto- disse
Josh
sorridendomi.
-Se per lui non è un
problema- risposi scoppiando di gioia all’interno.
-Figurati- mi sorrise il
diretto interessato aprendomi la portiera della sua auto.
-Mi dispiace non averti
conosciuto prima,sembri simpatica ma ho l’impressione di
averti già parlato
qualche volta- mi disse Harry mettendo in moto l’auto.
Ops..Holly hai un
piccolo,grande problema.
-Forse mi avrai visto per i
corridoi,qualche volta..io non ricordo di averti mai parlato-
risposi,sorridendo in modo nervoso.
Infondo sono solo quattro
anni che ti sbavo dietro peggio di una bavosa con gli spasmi
muscolari,che sarà
mai.
Lo vidi annuire e sorridere
ancora una volta,prima di non spiccare più parola per tutto
il breve e
imbarazzante tragitto.
-Eccoci arrivati- disse
Harry parcheggiando l’auto.
Scese e mi riaprì la
portiera,porgendomi la mano.
Non morire Holly,non morire.
-Abbiamo pensato a qualcosa
di poco sofisticato,se non vi dispiace- annunciò Josh mentre
scendeva dall’auto
e ci raggiungeva assieme a Becky.
Perfetto,pensai visto
che,si,odiavo anche i ristoranti a cinque stelle in cui avere un
comportamento
impeccabile e seguire tutte le regole del Bon ton.
Mi guardai intorno notando
solo uno squallido bar con le luci dell’insegna fulminate e
una pizzeria.
-Non è mica quel bar?Io
lì
dentro non ci entro- dissi indicando l’edificio.
-Tranquilla,non è quello
il
posto- mi rassicurò il riccio ridendo appena.
Ci dirigemmo al nostro
tavolo prenotato all’interno di una pizzeria abbastanza
accogliente,e mi
sedetti di fronte ad Harry.
Ogni volta che sorrideva mi
mandava in iperventilazione,ogni volta che incrociavo il suo sguardo
rischiavo
di morire per arteriosclerosi.
Parlava senza sosta,di
quando era piccolo,delle cose che amava,di quelle che odiava..e non
smetteva
mai di ridere o fare battute.
Mi chiedevo Emily come
facesse a tradirlo visto che non esisteva ragazzo più
bello,divertente e
gentile di lui.
-Parlami un po’ di te
Holly-
disse all’improvviso mentre giocava con i resti della sua
pizza.
Mi girai ad osservare Becky
in cerca di qualcosa da dire,ma la vidi intenta a parlare con
Josh…traditrice!
-Io?- chiesi,sperando che mi
rispondesse che no,in realtà ce l’aveva con la
cameriera che aveva il mio
stesso nome.
Ma lui annuì
semplicemente,regalandomi un altro dei suoi bellissimi sorrisi.
-Non..non c’è
molto da
dire..non sono tanto interessante- ammisi posando lo sguardo sul mio
piatto.
-Avanti..ad esempio..ti
piace lo sport?- mi chiese con tono incoraggiante.
-In realtà lo odio-
ammisi
mordendomi il labbro inferiore.
A quel gesto e quella affermazione
lo vidi strabuzzare gli occhi e tossire leggermente.
Prese un sorso d’acqua e
aprì la bocca per dire qualcosa.
-Harry!Andiamo a pagare su-
lo interruppe Josh alzandosi dal tavolo.
Il riccio sbuffando si
alzò,continuando ad osservarmi in modo strano.
Non si è ricordato,certo
che
no,forse gli è entrato un moscerino nell’occhio
per questo li ha
strabuzzati…si,sarà andata proprio
così.
I due ragazzi tornarono al
tavolo e uscimmo dal locale mentre io osservavo con tanta attenzione le
mie
unghia mangiucchiate al costo di non incontrare lo sguardo di Harry.
La leggera nebbia che
c’era
quella sera si posò sulle mie spalle,causandomi un piccolo
brivido di freddo.
Istintivamente mi portai le
mani sulle braccia,cercando di coprirle al meglio.
Quando sentii un tessuto
morbido e profumato mi guardai le spalle,notando la giacca grigia di
Harry.
Alzai gli occhi su di lui,di
fianco a me che mi sorrideva.
Ricambiai il
sorriso,stringendomi meglio in quel capo che emanava un forte profumo
di pino.
Dopo aver salutato Becky e
Josh rientrammo nella sua macchina, mi avrebbe riportato lui a casa.
Harry mise in moto l’auto
partendo.
Silenzio,un imbarazzante
silenzio.
Mi appoggiai con la fronte
sul finestrino,mentre osservavo le luci della città formare
uno spettacolo
mozzafiato.
-Ho capito chi sei!-
sbottò
all’improvviso il riccio increspando le labbra in un sorriso
malandrino,mentre
continuava a guardare la strada.
-Come?- chiesi
confusa,girandomi verso di lui e osservandolo con le sopracciglia
aggrottate e
gli occhi socchiusi.
-Si,tu sei quella che aveva
paura dell’infermeria!- continuò lanciandomi
un’occhiata divertita.
La mia bocca prese la forma
perfetta di una ‘o’.
-Come..come fai a
ricordarti?- chiesi sorridendo in modo nervoso.
-Beh all’inizio non lo
ricordavo per niente,ma quando hai detto ‘Io lì
dentro non ci entro’ indicando
quel bar con la tua voce preoccupata mi si è accesa una
scintilla..e quando hai
detto di odiare lo sport ho realizzato chi fossi- spiegò
assumendo l’aria di un
perfetto detective.
-E va bene,così hai
scoperto
che sono la cretina che ha paura dell’infermeria che
inciampò rovinosamente
d’avanti ai tuoi occhi…ma ero piccola!- ammisi
piagnucolando sperando che non
ricordasse almeno il resto.
-In realtà ho ancora
paura
degli ospedali,e spesso mi capita ancora di inciampare..-confessai
abbassando
lo sguardo.
Udii la risata di Harry.
Bene Holly,complimenti..ora
che sa chi sei,ovvero una cretina con fobie
strane ti sei giocata la
tua unica chance.
-Se non sbaglio avevi una
cotta per me- disse all’improvviso lanciandomi
un’altra occhiata.
Questa è davvero la fine
per
te,Holly cara.
Annuii diventando
completamente rossa in viso.
-Ma..ma ora non
più..-balbettai mordendomi il labbro inferiore.
Lui annuì trattenendo un
sorriso.
L’abitacolo ricadde nel
silenzio totale,interrotto soltanto dal suono del motore.
-Svolta a destra- dissi
quando arrivammo finalmente nel mio quartiere.
Non ne potevo più di
quel
silenzio imbarazzante.
-Ecco è lei- dissi
indicando
una villetta con le pareti verniciate di bianco.
Harry accostò di fronte
al
cancelletto,spegnendo l’auto.
-Ti accompagno- disse
solamente scendendo dalla vettura e aprendomi la portiera.
Ci fermammo sul portico,era
tutto completamente buio..solo la lanterna posta sotto al soffitto di
legno
emanava un leggero bagliore soffuso.
-Allora vado- disse
infilando le mani nelle tasche dei jeans ma non muovendosi di un passo.
Annuii mordendomi il labbro.
-Ah..la giacca- dissi
sfilandomi l’indumento dalle spalle e respirandone il profumo
un ultima volta
prima di porgerla.
Le mie dita affusolate
sfiorarono per un secondo i suoi palmi morbidi e una scossa mi fece
raddrizzare
la schiena.
Rimise la
giacca,sorridendomi.
-Ehm..posso salutarti?- mi
chiese titubante,dondolandosi da un piede all’altro.
Annuii semplicemente.
Goffamente allargò le
braccia e mi strinse i fianchi in una morsa leggera.
-E’ stata una bella
serata-
mi sussurrò all’orecchio,sfiorando il mio lobo con
la punta del naso e
permettendo ad un'altra scossa di percorrermi il corpo.
-Già- sospirai dandogli
un
colpetto sulla schiena.
-Allora ciao- mi disse
staccandosi da me.
Per un breve ma stupendo
istante, posò le labbra sulla mia
guancia,prima di sorridermi un
ultima volta e allontanarsi,per poi salire in macchina ed andare via.
Rientrai in casa.
Cercando di fare
silenzio,passai le dita sulla scia umida che ancora era conservata
sulla mia
guancia prima di sorridere come un ebete,lanciare i tacchi in un angolo
indefinito e fare un salto agitando il pugno all’aria.
Finalmente avevo avuto la
mia chance.
Allora
ce l’ho fatta a scriverla,o è un miraggio?
Non
immaginate cosa mi ci è voluto per scrivere questa OS e poi
è
davvero lunghissima..e diciamolo fa anche abbastanza cagare,ma lo avevo
promesso.
L’ho
cancellata e riscritta almeno un centinaio di volte..forse esagero,ma
è per
dare un idea lol.
Ah
ho dimenticato di avvertire che questa Os in realtà
è un missing moment della
mia long ‘Science
can be just what is, not what it could be.’
So che
probabilmente adesso tutti coloro che sono
arrivati fino
alla fine di questo supplizio vorranno mangiare
il mio
cervello ‘feel like a zombie’ ma perdonatemi..
*occhi dolci*
Se invece vi
và di annoiarvi ancora un po’ vi lascio il link
della long su
Louis,su cui è basata questa Os
(http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1377936&i=1)
E questo è il
link di
un’altra mia long su Liam
(http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1176389&i=1)
Mi scuso
ancora,
lasciatemi una
piccola recensione se vi va..
Anto
Xx