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Autore: freakout    08/01/2013    3 recensioni
E se tutti i protagonisti (giocabili e non) dei giochi di pokémon si ritrovassero a condividere la stessa classe liceale, in un mondo completamente normale?
Se fossero tutti dei semplici ragazzi con le loro esperienze adolescenziali? Chi s'innamorerebbe di chi? Chi sarebbe amico di chi? Venite a dare un'occhiata e, se vi aggrada, continuate a seguire le loro storie.
P.s. Se potesse interessarvi, anche solo un pochino, la coppia base della mia storia è crossover, ovvero tra due personaggi di giochi diversi.
Note: Incompiuta.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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1.      RABBIA.     [TOUYA - MEI]

Touya si svegliò allarmato dalla sveglia puntata per non ritardare a scuola, si vestì di fretta, aspettò gli amici e la sorella e si avviò.
La sorella.
Guardandola sorridere e scherzare non riuscì a pensare ad altro che al compito che si era auto-imposto di non far sparire quella serenità dai suoi meravigliosi occhi azzurri.
Il loro padre non era violento ma non era affatto uno dei padri modello, ecco.
Lui e Touya non andavano affatto d’accordo e si ritrovavano spesso a litigare, capitava inoltre che tornasse ubriaco la sera, di tanto in tanto, e allora eccedeva a parlare e se Touko commentava lui la insultava e questo faceva ribollire il sangue del ragazzo.
Touko gli era veramente molto affezionata e lui doveva proteggerla, doveva farla sorridere, sempre.
Ma lui, normale sedicenne, cosa poteva fare? Come poteva proteggerla?

 Come al solito si recò in classe e, sedendosi al proprio posto davanti a quello di Touko, cominciò a seguire le lezione ma era ancora infuriato per l’accaduto del giorno prima e proprio non riusciva a dimenticarlo, però notò Touko, che doveva essere sicuramente ancora scossa, sorridere e scherzare: lo nascondeva davvero troppo bene. Così bene che, per un attimo, anche Touya cadde nell’inganno e quasi crebbe che a Touko non importasse nulla e che lui fosse l’unico a preoccuparsene, ma si riprese arrabbiandosi con se stesso, come poteva pensare questo di Touko?
Ma il fatto era innegabile: lui era arrabbiato.
Con chi, poi, aveva ben poca importanza.
Il ragazzo sapeva fin troppo bene che se qualcuno gli avesse regalato anche la più piccola occasione di scatenare la sua furia l’avrebbe accettata al volo.
Giunse finalmente la pausa e i ragazzi si rilassarono tuttavia Green, come suo solito fare, cominciò ad infastidire Touko e a discutere con Kotone che, contemporaneamente, andava dietro Red.
Era tutto normale, la solita routine di cui Touko faceva parte: com’era possibile che fosse sempre la stessa? Come poteva semplicemente dimenticare e andare avanti?
Touya la sentiva salire, sempre più prepotente ed esplosiva, una terribile rabbia che avrebbe voluto sfogare sulla sua amata sorella, ma non poteva farlo, allora notò Green disturbarla ancora e accettò quell’occasione sbagliata per sfogarsi, per incolpare qualcun altro all’infuori della sorellina.
Ebbe troppo poco tempo per pensare a quanto fosse sbagliato ciò che stava per fare, si ritrovò così a litigare con il ragazzo quando gli altri cercavano di frenarli, finché una voce non li raggiunse: “Basta, smettetela! Touya, che ti è saltato in mente?!”.
Allora il ragazzo sentì che la furia non si era affatto calmata, anzi, la voce della sorella che lo incolpava ancora non faceva che alimentarla, così decise di scappare via da quell’aula.

 Più tardi Touya si trovava seduto su una vecchia panchina che dava sul fiume, mentre sorseggiava una lattina di succo d’arancia.
Tornare a casa, dove c’era Touko, non era una brillante idea, ma non lo era nemmeno andare da Komor, Belle o N, in quanto a loro Touko stava a cuore, e molto.
Così non gli rimaneva altra scelta che rimanersene seduto bevendo la sua bibita, con gli occhi rivolti verso il cielo.

-          “ Touya? Che ci fai qui, solo e depresso? ”

-          “ …Mei ”

-          “ Cos’è? Ti stai allenando per diventare emo? E poi cos’è quel tono scocciato?! ”

-          “ Mei, non sono proprio dell’umore adatto ”

-          “ Lo so! Ed è per questo che bisogna fartelo cambiare! ”

-          “ Non credo che, adesso, ci sia un modo per farmi sentire meglio ”

-          “ Mamma, come sei depresso! Suvvia, fammi un bel sorriso! ”

Touya si voltò verso Mei e, fissandola, cominciò a pensare e giunse alla conclusione che la ragazza aveva proprio ragione, essere così giù di morale non era affatto da lui.

-          “ Come potrei sentirmi meglio? ”

-          “ Magari potresti raccontarmi cos’hai, con me sei in una botte di ferro! ”.

Sì, Mei era un’amica, ma non così tanto intima da poter raccontarle una cosa del genere, ma aveva davvero bisogno di sfogarsi e a quelli a cui avrebbe potuto parlare liberamente Touko stava a cuore. Poi, ironia della sorte, l’unico fuori da quel gruppo con cui era stato in grado di parlare di argomenti più o meno seri era Green. Decise così che parlarne a Mei, dopotutto, poteva non essere un’idea da scartare completamente:

-          “ Il problema è Touko, e non mi sarei mai immaginato di pensare una cosa del genere. Touko è mia sorella e allo stesso tempo un mia grande amica ma, ultimamente, c’è qualcosa che non va. Io non faccio altro che proteggerla e spesso, facendolo, mi metto nei guai o magari mi capita di soffrire, ma lei… sembra non accorgersene o, se lo fa, non gliene importa nulla. Non voglio certo renderla in debito con me ma vorrei solo che… mi ringraziasse ”

-          “ Touya! Touya! Anch’io conosco un po’ Touko e, da quel che so, lei non è molto brava in questo genere di cose, le cose le capisce ma non riesce ad esprimersi. Io non so se ti debba o meno arrabbiarti con lei, però, certamente, dovresti parlarle ”.

Ma per Touya parla di questo a Touko era tutt’altro che facile.

 
Mei, sdraiata sul letto nella sua camera, ripensava al discorso di Touya indecisa se riferirlo a Touko o meno ma scelse bene di tener la bocca chiusa e mantenere la promessa fatta al ragazzo.
Si sentì poi chiamare dalla madre che le chiese di andare a comprare certe cose al supermercato così, contro voglia, uscì di casa.
La sera era già calata da un pezzo e le strade erano desolate, fatta eccezione per alcune macchine che passavano di tanto in tanto.
Dunque Mei, improvvisamente, si sentì un po’ impaurita e sperò di poter tornare a casa il più in fretta possibile, accelerando così il passo, tuttavia la strada era ancora lunga e a ogni macchina che passava la paura della ragazza aumentava e allora, per scacciar via quei pensieri, si rimproverò a voce alta: “Ma guarda un po’ se devo preoccuparmi così tanto!”

-          “ Preoccuparti di cosa? ”.

Una voce maschile fece saltare in aria la povera Mei, già abbastanza spaventata di suo ma, a suo gran sollievo, voltandosi scoprì si trattava solo di Hue. Cominciò così ad urlargli contro:

-          “ Hue! Stupido idiota! Non farmi spaventare così! ”

-          “ Sei per caso spaventata perché stai camminando da sola al buio? ”

-          “ Lasciami in pace! È causa del mondo, non mia! ”

-          “ E allora perché te ne vai in giro? ”.

Mei spiegò dunque all’amico la situazione e lui subito si propose di accompagnarla, guadagnando da lei un si con falsa riluttanza.

-          “ Hue, tu hai un sogno? ”

-          “ Mh, non saprei. Non credo di essere particolarmente bravo in qualcosa ”

-          “ Sei sicuramente bravo in qualcosa, solo che non cerchi di scoprirlo! ”

-          “ Dici? Allora perché non mi aiuti a trovare quel qualcosa? ”

-          “ Sicuramente! E ti aiuterà anche Kyohei, vedrai… ”

-          “ Ma io l’ho chiesto a te, Mei ”.

E con l’ultima affermazione il ragazzo si perse in un largo sorriso, accompagnato dall’inevitabile imbarazzo dell’amica che certamente, per reagire così, vedeva Hue sotto un aspetto un po’ particolare.
Capendo che la ragazza non avrebbe più proferito parola, Hue avanzò domanda:

-          “ E tu? Hai dei sogni? ”

-          “ Anch’io devo ancora pensarci, o meglio, trovare ciò in cui sono brava ”.

Hue rimase un po’ sorpreso dalla risposta e chiese:

-          “ E allora da cosa nasce il discorso? ”

-          “ Da nulla in particolare. Ma senti, sai che tra poco viene qui la mia banda preferita e che io non posso andarci? Sono finiti i biglietti! ”.

I due erano ormai arrivati al supermercato quando Hue capì che Mei, parlando di sogni, non si riferiva affatto a quel genere di ambizioni lavorative, ma cose come quella di incontrare i propri idoli, così si promise che le avrebbe trovato quel dannato biglietto.
Comprarono ciò che dovevano e tornarono nelle rispettive case, quando Mei giunse alla sua poggiò il sacchetto sul tavolo della cucina e salì in camera senza dir parola, per poi chiudersi la porta alle spalle e sprofondare sul letto con le guance arrossate e il cuore perso in una moltitudine di veloci battiti che segnavano qualcosa che Mei conosceva bene.
Perché sì, la ragazza aveva una bella cotta per l’amico d’infanzia, ma non ha mai avuto il coraggio di dichiararglielo o, in alternativa, di accettare le sue continue sottospecie di dichiarazioni. Difatti anche Hue era innamorato perso ed entrambi lo sapevano e, se fosse dipeso solo da lui, starebbero già insieme.
Fin adesso Mei ha continuato a vivere con lui come sempre ma adesso le cose erano cambiate, perché i suoi sentimenti si facevano sempre più grandi e doveva assolutamente dirglielo, ma come fare?

 
Intanto Touya, appena tornato a casa, ancora abbastanza irritato, si precipitò in camera senza neanche dare un’occhiata alla famiglia seduta a tavola e, con questo suo comportamento, istigò un’altra lite col padre e, ancora una volta, Touko cercò di fermarli trascinando il fratello fuori dalla casa, ma una volta uscita Touya si liberò dalla stretta della ragazza e le gridò di lasciarlo andare, cominciando a discutere con lei mentre l'impeto di rabbia che cominciava a farsi sentire non gli faceva prevenire nulla di buono:

-          “ Touya, ma che diavolo ti succede?! Ti diverti per caso? Hai anche litigato con Green! ”

-          “ Mi diverto?! Tu non sai niente! ”

-          “ E allora coinvolgimi, dannazione! ”

-          “ Vuoi davvero che te ne parli?! D’accordo! C’è che è colpa tua, Touko! Io continuo a litigare con papà a causa tua, perché ti difendo ogni volta, e non me ne pento, perché sei la mia sorellina! Ma tu sembri fregartene! Vivi felicemente lasciando tutto il peso sulle mie spalle e non mi hai mai ringraziato, nemmeno una sola volta! ”

E lo sfogo liberatorio si interruppe quanto notò il volto di Touko rattristirsi e sforzarsi di trattene le lacrime:

-          “ Hai ragione, mi dispiace. Mi dispiace davvero tanto ”.

Così dicendo Touko corse via e prima che Touya potesse chiamarla lei era già andata via, lasciandosi alle spalle il fratello con gli occhi sgranati, tremante e pieno di vergona e rimorso.
Sprofondò per terra sedendosi, con i denti serrati e con un senso di colpa che gli assillava l’anima.
Che fine aveva fatto la sua sorellina? Tra quali braccia era andata a piangere lacrime provocate da lui?
Rimase così seduto lì per tutta la notte ad aspettarla.

ANGOLO AUTRICE.
Salve e grazie tante per aver letto il capitolo ma, soprattutto, mi scuso per il ritardo ma diciamo che durante le vacanze (che spero abbiate passato alla grande) non ho avuto molto tempo.
Touya è un personaggio che ho imparato ad apprezzare col tempo e, devo ammettere, mi ci sono affezionata giusto un po', per Mei ed Hue, invece, la cosa è un po' diversa. Sono due personaggi abbastanza nuovi e non li ho particolarmente a cuore quindi beh, spero di averli resi simpatici a qualcuno XD
Vi ringrazio ancora e vi saluto andando a sclerare per casa a causa della notizia della Game Freak sulla sesta generazione, dio cane sdgsdg.

" Non mi fate arrabbiare... " [cit.] (chi vuol capire, capisca AHAHAHAHAH)

   
 
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