1.
RABBIA. [TOUYA
- MEI]
Touya si svegliò
allarmato dalla sveglia puntata
per non ritardare a scuola, si vestì di fretta,
aspettò gli amici e la sorella
e si avviò.
La sorella.
Guardandola sorridere e scherzare non riuscì a
pensare ad altro che al compito che si era auto-imposto di non far
sparire
quella serenità dai suoi meravigliosi occhi azzurri.
Il loro padre non era violento ma non era affatto
uno dei padri modello, ecco.
Lui e Touya non andavano affatto d’accordo e si
ritrovavano spesso a litigare, capitava inoltre che tornasse ubriaco la
sera,
di tanto in tanto, e allora eccedeva a parlare e se Touko commentava
lui la
insultava e questo faceva ribollire il sangue del ragazzo.
Touko gli era veramente molto affezionata e lui
doveva proteggerla, doveva farla sorridere, sempre.
Ma lui, normale sedicenne, cosa poteva fare? Come
poteva proteggerla?
Ma il fatto era innegabile: lui era arrabbiato.
Con chi, poi, aveva ben poca importanza.
Il ragazzo sapeva fin troppo bene che se qualcuno
gli avesse regalato anche la più piccola occasione di
scatenare la sua furia
l’avrebbe accettata al volo.
Giunse finalmente la pausa e i ragazzi si
rilassarono tuttavia Green, come suo solito fare, cominciò
ad infastidire Touko
e a discutere con Kotone che, contemporaneamente, andava dietro Red.
Era tutto normale, la solita routine di cui Touko
faceva parte: com’era possibile che fosse sempre la stessa?
Come poteva
semplicemente dimenticare e andare avanti?
Touya la sentiva salire, sempre più prepotente ed
esplosiva, una terribile rabbia che avrebbe voluto sfogare sulla sua
amata
sorella, ma non poteva farlo, allora notò Green disturbarla
ancora e accettò
quell’occasione sbagliata per sfogarsi, per incolpare qualcun
altro all’infuori
della sorellina.
Ebbe troppo poco tempo per pensare a quanto fosse
sbagliato ciò che stava per fare, si ritrovò
così a litigare con il ragazzo
quando gli altri cercavano di frenarli, finché una voce non
li raggiunse:
“Basta, smettetela! Touya, che ti è saltato in
mente?!”.
Allora il ragazzo sentì che la furia non si era
affatto calmata, anzi, la voce della sorella che lo incolpava ancora
non faceva
che alimentarla, così decise di scappare via da
quell’aula.
Tornare a casa, dove c’era Touko, non era una
brillante idea, ma non lo era nemmeno andare da Komor, Belle o N, in
quanto a
loro Touko stava a cuore, e molto.
Così non gli rimaneva altra scelta che rimanersene
seduto bevendo la sua bibita, con gli occhi rivolti verso il cielo.
-
“
Touya? Che ci fai qui, solo e depresso? ”
-
“
…Mei ”
-
“
Cos’è? Ti stai allenando per diventare emo? E poi
cos’è quel tono scocciato?! ”
-
“
Mei, non sono proprio dell’umore adatto ”
-
“
Lo so! Ed è per questo che bisogna fartelo
cambiare! ”
-
“
Non credo che, adesso, ci sia un modo per farmi
sentire meglio ”
-
“
Mamma, come sei depresso! Suvvia, fammi un bel
sorriso! ”
Touya si voltò verso Mei
e, fissandola, cominciò a pensare e giunse alla
conclusione che la ragazza aveva proprio ragione, essere
così giù di morale non
era affatto da lui.
-
“
Come potrei sentirmi meglio? ”
-
“
Magari potresti raccontarmi cos’hai, con me sei
in una botte di ferro! ”.
Sì, Mei era
un’amica, ma non così tanto intima da poter
raccontarle una
cosa del genere, ma aveva davvero bisogno di sfogarsi e a quelli a cui
avrebbe
potuto parlare liberamente Touko stava a cuore. Poi, ironia della
sorte,
l’unico fuori da quel gruppo con cui era stato in grado di
parlare di argomenti
più o meno seri era Green. Decise così che
parlarne a Mei, dopotutto, poteva
non essere un’idea da scartare completamente:
-
“
Il problema è Touko, e non mi sarei mai
immaginato di pensare una cosa del genere. Touko è mia
sorella e allo stesso
tempo un mia grande amica ma, ultimamente, c’è
qualcosa che non va. Io non
faccio altro che proteggerla e spesso, facendolo, mi metto nei guai o
magari mi
capita di soffrire, ma lei… sembra non accorgersene o, se lo
fa, non gliene
importa nulla. Non voglio certo renderla in debito con me ma vorrei
solo che…
mi ringraziasse ”
-
“
Touya! Touya! Anch’io conosco un po’ Touko e, da
quel che so, lei non è molto brava in questo genere di cose,
le cose le capisce
ma non riesce ad esprimersi. Io non so se ti debba o meno arrabbiarti
con lei,
però, certamente, dovresti parlarle ”.
Ma per Touya parla di questo a
Touko era tutt’altro
che facile.
Mei, sdraiata sul letto nella sua camera, ripensava
al discorso di Touya indecisa se riferirlo a Touko o meno ma scelse
bene di
tener la bocca chiusa e mantenere la promessa fatta al ragazzo.
Si sentì poi chiamare dalla madre che le chiese di
andare a comprare certe cose al supermercato così, contro
voglia, uscì di casa.
La sera era già calata da un pezzo e le strade
erano desolate, fatta eccezione per alcune macchine che passavano di
tanto in
tanto.
Dunque Mei, improvvisamente, si sentì un po’
impaurita e sperò di poter tornare a casa il più
in fretta possibile,
accelerando così il passo, tuttavia la strada era ancora
lunga e a ogni
macchina che passava la paura della ragazza aumentava e allora, per
scacciar
via quei pensieri, si rimproverò a voce alta: “Ma
guarda un po’ se devo
preoccuparmi così tanto!”
-
“
Preoccuparti di cosa? ”.
Una voce maschile fece saltare in
aria la povera Mei, già abbastanza
spaventata di suo ma, a suo gran sollievo, voltandosi scoprì
si trattava solo
di Hue. Cominciò così ad urlargli contro:
-
“
Hue! Stupido idiota! Non farmi spaventare così! ”
-
“
Sei per caso spaventata perché stai camminando da
sola al buio? ”
-
“
Lasciami in pace! È causa del mondo, non mia! ”
-
“
E allora perché te ne vai in giro? ”.
Mei spiegò dunque
all’amico la situazione e lui subito si propose di
accompagnarla, guadagnando da lei un si con falsa riluttanza.
-
“
Hue, tu hai un sogno? ”
-
“
Mh, non saprei. Non credo di essere
particolarmente bravo in qualcosa ”
-
“
Sei sicuramente bravo in qualcosa, solo che non
cerchi di scoprirlo! ”
-
“
Dici? Allora perché non mi aiuti a trovare quel
qualcosa? ”
-
“
Sicuramente! E ti aiuterà anche Kyohei, vedrai…
”
-
“
Ma io l’ho chiesto a te, Mei ”.
E con l’ultima
affermazione il ragazzo si perse in
un largo sorriso, accompagnato dall’inevitabile imbarazzo
dell’amica che certamente,
per reagire così,
vedeva Hue sotto un aspetto un po’ particolare.
Capendo che la ragazza non avrebbe più proferito parola, Hue
avanzò
domanda:
-
“
E tu? Hai dei sogni? ”
-
“
Anch’io devo ancora pensarci, o meglio, trovare
ciò in cui sono brava ”.
Hue rimase un po’
sorpreso dalla risposta e chiese:
-
“
E allora da cosa nasce il discorso? ”
-
“
Da nulla in particolare. Ma senti, sai che tra
poco viene qui la mia banda preferita e che io non posso andarci? Sono
finiti i
biglietti! ”.
I due erano ormai arrivati al
supermercato quando
Hue capì che Mei, parlando di sogni, non si riferiva affatto
a quel genere di
ambizioni lavorative, ma cose come quella di incontrare i propri idoli,
così si
promise che le avrebbe trovato quel dannato biglietto.
Comprarono ciò che dovevano e tornarono nelle
rispettive case, quando Mei giunse alla sua poggiò il
sacchetto sul tavolo
della cucina e salì in camera senza dir parola, per poi
chiudersi la porta alle
spalle e sprofondare sul letto con le guance arrossate e il cuore perso
in una
moltitudine di veloci battiti che segnavano qualcosa che Mei conosceva
bene.
Perché sì, la ragazza aveva una bella cotta per
l’amico d’infanzia, ma non ha mai avuto il coraggio
di dichiararglielo o, in
alternativa, di accettare le sue continue sottospecie di dichiarazioni.
Difatti
anche Hue era innamorato perso ed entrambi lo sapevano e, se fosse
dipeso solo
da lui, starebbero già insieme.
Fin adesso Mei ha continuato a vivere con lui come
sempre ma adesso le cose erano cambiate, perché i suoi
sentimenti si facevano
sempre più grandi e doveva assolutamente dirglielo, ma come
fare?
Intanto Touya, appena tornato a casa, ancora
abbastanza irritato, si precipitò in camera senza neanche
dare un’occhiata alla
famiglia seduta a tavola e, con questo suo comportamento,
istigò un’altra lite
col padre e, ancora una volta, Touko cercò di fermarli
trascinando il fratello
fuori dalla casa, ma una volta uscita Touya si liberò dalla
stretta della
ragazza e le gridò di lasciarlo andare, cominciando a
discutere con lei mentre l'impeto di rabbia che cominciava a farsi
sentire non gli faceva prevenire nulla di buono:
-
“
Touya, ma che diavolo ti succede?! Ti diverti per
caso? Hai anche litigato con Green! ”
-
“
Mi diverto?! Tu non sai niente! ”
-
“
E allora coinvolgimi, dannazione! ”
-
“
Vuoi davvero che te ne parli?! D’accordo!
C’è che
è colpa tua, Touko! Io continuo a litigare con
papà a causa tua, perché ti
difendo ogni volta, e non me ne pento, perché sei la mia
sorellina! Ma tu
sembri fregartene! Vivi felicemente lasciando tutto il peso sulle mie
spalle e
non mi hai mai ringraziato, nemmeno una sola volta! ”
E lo sfogo liberatorio si
interruppe quanto notò il volto di Touko
rattristirsi e sforzarsi di trattene le lacrime:
-
“
Hai ragione, mi dispiace. Mi dispiace davvero
tanto ”.
Così dicendo Touko corse
via e prima che Touya
potesse chiamarla lei era già andata via, lasciandosi alle
spalle il fratello
con gli occhi sgranati, tremante e pieno di vergona e rimorso.
Sprofondò per terra sedendosi, con i denti serrati
e con un senso di colpa che gli assillava l’anima.
Che fine aveva fatto la sua sorellina? Tra quali
braccia era andata a piangere lacrime provocate da lui?
Rimase così seduto lì per tutta la notte ad
aspettarla.
Salve e grazie tante per aver letto il capitolo ma, soprattutto, mi scuso per il ritardo ma diciamo che durante le vacanze (che spero abbiate passato alla grande) non ho avuto molto tempo.
Touya è un personaggio che ho imparato ad apprezzare col tempo e, devo ammettere, mi ci sono affezionata giusto un po', per Mei ed Hue, invece, la cosa è un po' diversa. Sono due personaggi abbastanza nuovi e non li ho particolarmente a cuore quindi beh, spero di averli resi simpatici a qualcuno XD
Vi ringrazio ancora e vi saluto andando a sclerare per casa a causa della notizia della Game Freak sulla sesta generazione, dio cane sdgsdg.
" Non mi fate arrabbiare... " [cit.] (chi vuol capire, capisca AHAHAHAHAH)