Fanfic su artisti musicali > Big Bang
Segui la storia  |       
Autore: Myuzu    09/01/2013    7 recensioni
Vi siete mai chiesti come sono i nostri adorati Big Bang nella vita privata? Immagino di si, come ho fatto io tante e tante volte. Questa storia probabilmente è banale, ma mi andava di scriverla e così ho cominciato, lascio a voi i commenti.
Em è una ragazza coreana di vent'anni che ha per miglior amico niente di meno che GD! I due sono amici d'infanzia e si supporteranno in vari momenti difficili della loro vita tra battibecchi e sfuriate varie. Em ci farà conoscere quindi il "vero" GD. A fare loro compagnia ci sono gli altri Big Bang, ovviamente, il cane Gaho e un gatto tutto nero che GD odia Mr. Wingle! Spero piaccia... (ho aggiunto la nota OOC in quanto non credo che i Big Bang di questa ff rispecchino quelli reali :) detto ciò, buona lettura! )
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

*OdIo*



«Hyung! Sbrigati o non arriveremo mai per le quattro!» urlo chiamando Seung-Hyun che sta perdendo più tempo del solito. Io non sto più nella pelle! E lui invece perde tempo a scegliere quale camicia indossare. E dico: cavolo! Ripeto: cavolo! «Andiamo hyung! Non posso permettermi di fare aspettare la mia adorata Giulietta!»
«Arrivo, arrivo. Un momento! Che fretta hai?!» mi dice scendendo le scale a due e due, rischiando così di cadere.
«L’amore mi chiama! Non posso farlo aspettare.» volteggio all’ingresso nel mio giubbino marrone lisciandomi i jeans chiari.
«Daesung … credo che a te serva un consulto con un bravo psicologo …» sospira lui, infilandosi la giacca.
«Ho già uno psicologo …» comincio io, guardandolo radioso. «… porta il pannolino, ha un paio d’ali e distribuisce amore … Cupido!» batto le mani e inizio a canticchiare uscendo dalla porta d’ingresso, ignorando le imprecazioni a mezza voce dello hyung. «Sbrigatiiiiiiii!» urlo mettendo le mani a mo’ di megafono.
«Se non stai zitto, giuro che ti sgozzo!» mi minaccia sistemandosi cappello e sciarpa.
«Dove state andando?» chiede YongBae, arrivando alle mie spalle seguito dal nostro leader dall’aria annoiata.
«All’università.» gongolo, ciondolando sui piedi. Osservo Ji Yong: mani nelle tasche anteriori dei jeans, occhiali da sole scuri, sguardo basso e cappuccio alzato in testa da cui si intravede uno strano cappello di lana che non gli ho mai visto prima. «Da Em e Juno!» aggiungo sorridendo. Ji Yong calcia un sassolino, fingendosi indifferente. Ma io so che lui è vittima dell’amore, esattamente come me. Mi domando perché gli altri si facciano tutti questi problemi ad esprimere i loro sentimenti. Se un sentimento è puro, non c’è nulla di sbagliato. Nulla da nascondere. Ma mi tengo questo pensiero per me, già mi ritengono un pazzo da manicomio! Se dicessi una cosa del genere, mi lincerebbero, Ji Yong per primo!
«Quindi oggi rivedi la tua bella, eh, Daesung?» sogghigna Taeyang, dandomi una pacca sulla spalla, mentre io arrossisco lievemente. «Stendila, mi raccomando!» mi fa l’occhiolino.
«Yay!» esclamo prima di tirare Seung-Hyun per la manica, invitandolo ad andare.
«Sì, sì … ora andiamo!» brontola Top, scrollandosi la mia mano dal braccio.
«A dopoooooo!» saluto gli altri contendo scuotendo una mano e correndo verso la macchina.
«Hyung?» la voce placida del leader ci fa arrestare. Anche se penso si stia riferendo a Seung-Hyun, mi volto anch’io e noto che lo hyung grande gli dedica un’occhiata curiosa. «Salutami Em.» dice e dopo un secondo di silenzio, Top annuisce.
Ci allontaniamo verso la macchina dove mi metto alla guida, voglio arrivare sano e salvo dalla principessa dei miei sogni.
Nonostante la contentezza nel rivederla, mi sento … confuso. Il nostro leader o meglio le sue parole mi hanno scombussolato. Ha davvero detto: salutami Em? Non riesco a capire … Quale motivo avrebbe di chiedere a Seung-Hyun di salutargli la sua migliore amica? E sottolineo sua, come ha sempre ribadito.
Metto in moto mentre Top resta in silenzio e si rilassa sul sediolino.
«Hyung …» lo richiamo senza distogliere lo sguardo dalla strada.
«Mh?» mi rivolge lo sguardo annoiato.
«Ji Yong ha per caso litigato con Em?» ipotizzo.
«Non credo …» risponde.
«Per caso è successo qualcosa tra te ed Em?» domando avanzando un’altra ipotesi.
«No.» dice serio fissando davanti a sé.
«Perché ti ha detto di salutargli Em?» chiedo ancora, sinceramente curioso. Non riesco proprio a capire.
«Non lo so.» replica semplicemente, volgendo lo sguardo fuori al finestrino.
«Come non lo sai?» la domanda mi esce fuori stridula, quasi isterica, mi sta di certo nascondendo qualcosa. Ma io, Kang Daesung, apprendista di Cupido, scoprirò di cosa si tratta, ad ogni costo!
«Non lo so.» ripete atono.
«Tu ed Em state uscendo?» chiedo senza peli sulla lingua.
«N- no!» balbetta lui e qualcosa mi dice che sta decisamente mentendo. Sì, sì, è proprio Cupido che me lo sta dicendo. Inizia l’operazione: smascheriamo lo hyung con la forza dell’amore!
«E allora non c’è motivo che tu venga con me.» dico all’improvviso, arrestando la macchina accanto al marciapiedi. «Scendi.» gli ordino serio. Probabilmente torno così serio per la prima volta da quando ho incontrato Juno, ma questi sono dettagli. Al cuor non si comanda. Daesung! Non distrarti!
«Daesung … non essere ridicolo.» sbotta lui rivolgendomi lo sguardo stanco.
«Ok, ok. Ti riaccompagno a casa.» ribatto deciso, mettendo la freccia per fare inversione.
«Ma smettila!» urla quasi arrabbiato.
«Bé avrai di sicuro di meglio da fare, no? Se non devi vedere Em …» spiego io ovvio.
«Ma io voglio venire.» mormora accigliandosi.
«Perché?» chiedo fissandolo in volto.
«Perché … perché … voglio passare un po’ di tempo con il mio dongsang preferito.» sorride falso, guardandomi negli occhi. Come può mentire così al suo migliore amico?!
«Non ti voglio! Sei d’intralcio» sbotto in risposta incrociando le braccia, offeso per la bugia rifilatami.
«Come d’intralcio?!» afferma quasi scandalizzato spalancando gli occhi e dedicandomi una delle sue espressioni allibite. «Ti giuro che ti starò il più lontano possibile, parola di hyung!» promette alzando la mano sinistra e poggiando l’altra sul cuore, proprio come un bambino. Non posso non farmi sfuggire un sorriso a questa scena. Il grande Choi Seung-Hyun che per amore o per un sentimento simile, si riduce a fare promesse come un bambino delle elementari. Che tenerezza! Ah, che forza che è l’amore! Ma Daesung! Mantieni la concentrazione!
«Non è questo il punto! Non posso portare con me un bugiardo, Juno potrebbe sentirsi offesa dalla presenza di uno che mente perfino al suo miglior amico.» dico con aria altezzosa.
«Ma io non ti sto mentendo.» si lagna.
«Bugia.» affermo secco.
«Voglio solo passare del tempo con te.» continua a mentire.
«Altra bugia.» dico serissimo.
«Ma è la verità ti dico. Em non c’entra nulla …» borbotta.
«Ma che razza di inguaribile bugiardo!» lo accuso fissandolo sorpreso dal suo accanimento nel nascondere quello che prova. «Basta! Ho deciso: ti accompagno a casa.» metto di nuovo le mani sul volante e faccio per accelerare.
«No, aspetta, fermo!» mi blocca un braccio ed io mi volto piano verso di lui con aria di sufficienza. «Ok, ok, voglio venire per vedere Em.» ammette imbarazzato ed io sorrido soddisfatto di me. «Ma non è che mi piaccia …»
«Casa, Top sta arrivando!» urlo accelerando.
«Ok, ok, va bene! Mi piace, ok? Em mi piace. L’ho detto ora, contento?» mi blocca di nuovo e a questa strampalata confessione, scoppio in una fragorosa risata, mentre lui mi fissa imbronciato.
«Ecco una buona ragione per sbrigarci!» annuncio gioioso ingranando la marcia e facendo una partenza fin troppo pericolosa. Ma sono tranquillo, ho Cupido dalla mia, che mi protegge. O almeno spero …
 
«Le 4 e un minuto. Tempismo perfetto.» gongolo soddisfatto scendendo dalla macchina.
«E poi ti lamenti della mia guida … Dì un po’, ti sei visto tu?» domanda una volta chiusa la portiera Seung-Hyun, mantenendosi una mano sullo stomaco.
«La mia è una guida sicura.» replico incrociando altezzosamente le braccia.
«E se ti dicessi che sto per vomitare?» mi domanda con il volto verdastro.
«Ti direi che è per l’emozione di rivedere la tua bella!»  sogghigno dandogli una gomitata allo stomaco.
«Ma sta zitto!» impreca, rosso per l’imbarazzo facendomi ridere gaiamente. Non capisco davvero cosa ci sia di male nel amare qualcuno … Eppure lo hyung è solo uno dei tanti a farsi questi problemi. Amare è così bello! Chissà cosa c’è nelle loro teste vuote. «Dov’è che dobbiamo aspettare?» domanda poco dopo in mancanza di un mio responso.
«Em ha detto sul retro accanto alla panchina sotto l’albero …» spiego mentre saltello allegramente facendo oscillare le braccia alternatamente.
«Sembra tanto l’inizio di un romanzo …» bofonchia Seung-Hyun scocciato, immergendo le mani nelle tasche della giacca.
«Oh, sì! Lo sarà! L’inizio di due bellissime storie d’amore!» confermo, voltandomi verso di lui senza smettere di saltellare. Non importa se non vedo dove vado, c’è Cupido che mi guida! O meglio, è il mio cuore la mia guida!
«Tu sei fuso, amico mio.» sorride lo hyung divertito.
«Pensi sia quella la panchina?» chiedo indicandola appena la scorgo.
«Bé, è l’unica sotto un albero.» conferma lui ovvio.
«Facciamo a chi arriva prima?» gli chiedo con gli occhi che brillano. «1,2, via!» urlo entusiasta, sperando che oltre all’amore si sia risvegliato anche la voglia di movimento del mio hyung.
«E tu sei davvero convinto che io corra?!» esclama. Ma nonostante quello che ha appena detto, Seung-Hyun inizia a correre sul serio. E qui mi preoccupo … Se vi dicessi che mi ha battuto in velocità vi mentirei, ma potete avere la mia parola, il mio cuore innamorato ne è testimone, che ha sfoggiato una velocità che non gli ho mai visto prima.
«Oh, hyung! Il tuo cuore ti ha messo le ali!» grido contento osservandolo mentre si lascia cadere di peso sulla panchina.
«Quando hai finito di sparare cazzate, me lo fai sapere.» sbuffa lui respirando a fatica. Mi accomodo anch’io e non posso fare a meno di osservare con occhi orgogliosi il mio hyung che nel frattempo butta la testa indietro e chiude gli occhi provando a regolarizzare il respiro.
«Bello, vero?» chiedo di punto in bianco.
«Cosa?» domanda lui sempre ad occhi chiusi.
«Essere innamorati.» rispondo.
«Daesung …» sospira. «… io non sono innamorato.» replica, aprendo gli occhi e dedicandomi un’occhiata annoiata.
«Hyung!» il richiamo di Em in lontananza lo mette sull’attenti e scatta a sedere composto. «Ciao!» saluta lei, urlando per farsi sentire.
«Oh … io direi di sì invece.» sogghigno, ribattendo alla sua ultima affermazione e la sua espressione ebete, forse perfino più ebete della mia, è la conferma di quello che dico. «Ciao anche a te, figlia del sole!» urlo per salutare Em, scattando in piedi e sbracciandomi fino a che non ci raggiunge con una mano sul petto e il fiatone.
«Scusate il ritardo …» si scusa.
«Ma se sei puntualissima!» rispondo io, mentre Seung-Hyun resta in silenzio alzandosi piano dalla panchina.
«Juno ci aspetta al bar. Andiamo?» chiede Em entusiasta fissando prima me e poi lo hyung.
«Ovvio!» esclamo alzando un pugno in aria, prima di prendere Em a braccetto e incamminarmi con lei.
Ora quel testardo di Seung-Hyun passa in secondo piano, sto per vedere la mia bella: Juno. Comincio a sentire le farfalle nello stomaco ancor prima di vederla …  E se non le piacessi? E se facessi figuracce? E se pensa che io sia brutto? Oh my gosh! Cupido, help me!

 

~*~*~*~*~

 
Seduta al tavolino aspetto Em, ansiosa di conoscere i suoi amici. Ad essere sincera non pensavo ne avesse, è sempre così riservata e chiusa, scostante. Nonostante l’abbia sempre ritenuta una ragazza dal cuore d’oro, mi rendo conto che a primo impatto sembra scontrosa o un completo maschiaccio, ma non lo è. Proprio per questo, approfondire l’amicizia con lei non può farmi altro che piacere. Mi domando solo chi siano questi suoi amici …
«Juno!» la voce di Em mi scuote dai miei pensieri. Alzo lo sguardo e incontro il suo sorriso. Trovo che se sorridesse di più avrebbe più successo con l’altro sesso, magari dovrei dirglielo oppure dovrei farmi gli affari miei …
Dietro di lei scorgo due ragazzi tutti imbacuccati. Uno ha solo gli occhi scoperti e si nasconde timido dietro la piccola figura di Em e l’altro, del quale si scorge solo il naso tra occhiali da sole e sciarpa, li segue a passo strascicato. Oddio, Em ha per amici una coppia di rapinatori di banche! O forse peggio: assassini! O ancora peggio: esponenti della criminalità organizzata reincarnazione dei primi figli del diavolo stesso! Ma Juno, che cavolo dici! Da oggi, niente più polizieschi o film horror! Scuoto la testa, sorpresa dalla mia stessa scemenza.
«Eccoti!» sorrido disinvolta, cacciando via i miei assurdi pensieri.
«Hai aspettato molto?» mi chiede lei togliendosi la sciarpa.
«No, no, sono appena arrivata.» scuoto piano la testa continuando a sorridere, mentre sento i piccoli occhi del ragazzo dietro di lei scrutarmi. Ok, ora sono in soggezione.
«Meno male.» sorride Em a sua volta. «Juno, ti presento due miei amici …» comincia lei scansandosi e tirando avanti quello che si nascondeva dietro di lei. Aguzzo gli occhi per osservarlo meglio. Mi è familiare …
«Ah!» esclamo battendo le mani. «Tu sei il ragazzo che l’altra volta mi ha aiutato ad alzarmi!» esclamo ricordando i suoi piccoli occhi e lui, o meglio la piccola parte visibile di lui, diventa color rosso pomodoro.
«Sì, sì, è lo stesso.» conferma Em gioiosa. «Il suo nome è Kang Daesung.» lo presenta ed io allungo una mano verso di lui per stringere la sua.
«Piacere, il mio nome è Kim Juno.» lui avvicina la sua mano alla mia e la stringe timidamente abbassando leggermente il capo. Sorrido, cercando di non dar troppo peso al fatto che la sua mano sia un po’ sudaticcia, ma d’altronde, conciato in quel modo in un posto chiuso non può far altro che sudare!
«Invece, lui è Choi Seung-Hyun.» mi presenta l’altro che si avvicina, facendo un breve e rispettoso inchino. Un po’ perché lui mantiene le mani in tasca, un po’ perché la mia è ancora stretta da questo strambo e timido ragazzo, non ci stringiamo la mano.
«Il piacere è mio.» sorrido anche all’altro, prima che mi viene un tuffo al cuore improvviso … Aspetta, aspetta, aspetta … aspetta un nanosecondo! Ci sono voci, voci fondate e testimoniate, che Em sia amica di un certo Kwon Ji Yong, meglio conosciuto con il nome d’arte G-Dragon, leader del famoso gruppo Big Bang. Ed oggi la stessa Em si presenta qui, con due amici, imbacuccati peggio dei rapinatori, i quali nomi corrispondono ad altri due membri del gruppo. Ma è solo una coincidenza, vero? Non è possibile che mi ritrovo ad un bar con due celebrità di fama internazionale, no? Em me l’avrebbe detto, vero? Oh, diamine, una persona normale me l’avrebbe detto.
Mi volto verso Em con una faccia tra il disperato e il sorpreso e il suo sorrisino divertito mi fa ricordare che, bé, Em non è tanto normale! Mi rivolto piano verso il ragazzo che continua a stringermi la mano e lo fisso negli occhi piccoli e sorridenti, uguali a quelli di D-Lite, membro del gruppo.
«T-tu sei … D-Daesung?» la mia voce tremolante esce come un sibilo appena udibile. Ed è l’unica cosa che riesco a dire, prima di svenire …

 

~*~*~*~*~

 
«Grazie per averci permesso di usare questa stanza, ajusshi (* modo confidenziale per chiamare un uomo anziano, letteralmente “zio”).» ringrazio il proprietario del bar, che con le sue sopracciglia color perla come i capelli, non abbandona mai la sua espressione accigliata.
«Datele dell’acqua!» ci ordina con la sua voce roca. «Ah, le donne! Svenimento facile e isterie continue!» brontola prima di uscire dalla stanza tossendo.
«Simpatico …» commenta sarcastico Seung-Hyun, fissando la porta dalla quale è appena uscito.
«È un po’ burbero, ma è un brav’uomo.» replico con un sorriso.
«Oh mio! Oh mio! Aiutiamola! Cosa posso fare? Cosa posso fare? Em! Cosa posso fare?» mi chiede Daesung andando in escandescenza e camminando in tondo come impazzito.
«Inizia con lo stare zitto.» gli suggerisce Seung-Hyun calmo.
«Ma … ma … ma … io devo salvarla!» esclama l’altro, battendosi un pugno sul petto e guadagnandosi un ceffone dietro la testa dall’amico.
«Non sta mica morendo!» aggiunge poi Top, cercando di stare calmo.
«Daesung, sta calmo. Ok? È solo svenuta per l’emozione …» spiego calma, osservando Juno stesa sul divanetto. «Tra poco si riprenderà, non è nulla di grave.»
«Ok. Ok. Ok.» Daesung fa un bel respiro profondo, prima di annuire e sedersi gambe incrociate sul pavimento e viso rivolto a quello addormentato della mia amica. «Vorrà dire che rimarrò qui, nella trepidante attesa che si svegli! A nessuno mai permetterò di avvicinarsi a tale bellezza e so di esser forte, poiché c’è Cupido dalla mia!» annuncia con fare teatrale. Seung-Hyun ed io ci scambiamo un’occhiata confusa e a tratti preoccupata. «Orsù andate! Godetevi una bevanda calda senza di me. Se mi volete sono qui, a far la guardia a cotanta bellezza! Non mi serve nient’altro che guardare lei.»
«Ok, allora a dopo, eh.» afferma Seung-Hyun afferrandomi per un polso e tirandomi verso l’uscita.
«Aspetta. Sicuro che non vuoi nulla?» chiedo a Daesung, preoccupata. Insomma, è vero che non è nulla di grave, ma Juno è comunque svenuta!
«Sicurissimo!» conferma lui.
«Resti qui allora?» domando ancora.
«Nessuno sarà in grado di smuovermi, sono una montagna!» dice con fare fiero.
«Ok … allora noi siamo di là … per qualsiasi cosa, chiamaci.» gli sorrido.
«Non mi servirà niente! Agli uomini non serve nulla.» afferma fiero, così mi lascio trascinare dalla delicata presa di Seung-Hyun.
«A dopo …» lo saluto.
«Em!» prima che io uscissi completamente però, Daesung mi chiama, così gli rivolgo nuovamente lo sguardo. «Ma comunque se mi potessi portare una cioccolata calda con una bella cialda con panna, ne sarei contento. Grazie!» mi dice con voce bambinesca e sorrisone a trentadue denti e non posso fare a meno di ridere, mentre Seung-Hyun si copre scoraggiato il volto con una mano.
«Arrivano subito.» gli dico tra le risate, uscendo definitivamente.
«È un caso perso.» sospira oppa Seung-Hyun.
«Io lo trovo tenero.» commento sincera. «Guardandolo mi fa credere davvero che l’amore sia una cosa meravigliosa.» dico più tra me e me che a lui.
«Bé forse non sarà meravigliosa, ma è comunque una cosa che vale la pena provare.» replica Seung-Hyun e lo fisso un attimo dubbiosa, mentre ci accomodiamo al bancone su due sgabelli alti vicini.
«Oppa, sei mai stato innamorato?» chiedo senza malizia, curiosa di sapere come possa affermare una frase del genere.
«Cos-  … io che?» arrossisce subito agitandosi e per sbaglio urta con il braccio un contenitore per lo zucchero riversandolo tutto sul ripiano. «Aish!» esclama osservando il bel po’ che ha combinato.
«Tu!» appare il proprietario del bar che lo addita con fare minaccioso, ma chi lo conosce sa che è la sua faccia ad essere sempre così. «Razza di elefante, quale sciagura ti ha mai portato da me?» sbraita andando dietro al bancone per armarsi di strofinaccio e pulire.
«Oh, andiamo ajusshi! Non l’ha mica fatto apposta.» dico ridendo sotto i baffi.
«Baggianate! Apposta o non apposta, ha fatto un macello! Aish! Screanzato!» inizia a pulire imbronciato, prima di gettare lo strofinaccio nel lavandino e poggiare un gomito sul bancone proprio di fronte a Seung-Hyun. «Dì un po’, tu, il tuo nome?» gli chiede fissandolo burbero negli occhi.
«Choi Seung-Hyun.» si presenta chinando leggermente il capo. A questa scena mi scappa un risolino.
«Mmm …» mugugna l’altro. «Chang Dae-Ho, per te master Chang.»
«Ma- master?» balbetta Seung-Hyun confuso.
«Qualche problema?» domanda Dae-Ho.
«No, no, nessuno, master Chang.» risponde subito oppa Seung-Hyun ed io continuo a ridere sotto i baffi.
«Ora va meglio.» afferma l’altro mettendosi dritto e volgendosi verso di me. «Occhi limpidi, cuore puro. Ha la delicatezza di un elefante è vero, ma non è un cattivo ragazzo. Non sei poi così sprovveduta, ragazzina.» mi dice serio e posso sentire Seung-Hyun mormorare qualcosa nel sentire la parola “elefante”.
«Ajusshi! Non mi chiami ragazzina. Le ho già detto e ripetuto che mi chiamo Em.» ribatto, fintamente offesa.
«Zitta, ragazzina. Già è tanto che ti lasci chiamarmi ajusshi!» sbotta alzando un po’ la voce. «Allora, cosa vi porto? Non potete restare qui senza ordinare.»
«Vorrei un caffè e una delle sue brioche al cioccolato, grazie.» rispondo sapendo già cosa voglio.
«E tu, elefante anoressico, cosa prendi?» chiede a Seung-Hyun.
«Un ca- caffè … grazie.» chiede lui, chinando ancora il capo in segno di rispetto.
«Solo un caffè?» il signor Chang sgrana gli occhi, assomigliando sempre più ad uno psicopatico. «E tu vieni al bar solo per prender un caffè?! Muovi quel tuo bel culo fuori da qui, se non vuoi altro.»
«Un caffè e … una graffa.» si corregge il mio oppa fissando l’altro intimorito.
«Ora ragioniamo.» replica Dae-Ho prendendo appunti sul suo block notes. «E per lo stralunato di là?»
«Una cioccolata e una cialda con panna.» rispondo io tranquilla.
«Quello sì che sa andare al bar, non come certi elefanti anoressici di mia conoscenza.» afferma infine ajusshi, apprestandosi a preparare l’ordine.
«Grazie, ajusshi.» lo ringrazio in anticipo mentre lo sento mormorare qualcosa.
«È sempre così?» mi chiede in un sussurro Seung-Hyun avvicinandosi un po’ senza farsi vedere.
«Il più delle volte.» affermo ridendo e lui scoppia a ridere con me.
Dopo qualche minuto, torna con le ordinazioni e ci scruta col solito cipiglio, prima di scomparire nella stanza dove sono Daesung e Juno lasciandosi dietro profumo di cioccolata e cialda.
Addento la mia brioche avidamente e solo dopo un po’ mi accorgo che Seung-Hyun scruta con sguardo accusatorio la povera graffa che giace inerme nel piatto.
«Non credo che riuscirai a farla sparire con la forza dello sguardo.» commento attirando la sua attenzione. Sorride sghembo. «Ancora a dieta?»
«Qualcosa del genere.» risponde lui amaro.
«Per una volta non succede nulla, dai.» lo invoglio. Non sarà certo una graffa a rovinargli la forma!
«Bé non è che questo sia il primo sgarro alla dieta …» confessa colpevole.
«Ah, no?» chiedo sorpresa, in genere è puntualissimo.
«Già da un po’ di tempo mangio cose che non dovrei …» afferma sofferente. Piccolo! Mi fa quasi pena … perché deve sopportare tutto questo?! Se io non potessi mangiare tutto quello che voglio probabilmente impazzirei!
«Oh!» esclamo schioccando le dita. «Allora sei tu il ladro di cioccolata in casa Bang!» sorrido nel vederlo agitarsi di nuovo e per poco rovesciare la tazza di caffè.
«Sssh!» mi tappa la bocca e a questo contatto inaspettato smetto di ridere, rendendomi per la prima volta conto della nostra pericolosa vicinanza. I nostri due corpi sono naturalmente protesi l’uno verso l’altro e  la distanza tra i nostri due volti e minore di due palmi. Un piacevole disagio si insinua dentro di me. I suoi occhi scuri, ora leggermene dilatati, rendendo il suo volto estremamente buffo, mi trafiggono rendendomi difficili anche le azioni più semplici, come respirare. Lo stomaco si è contratto in una morsa e nonostante lui stia parlando, non riesco a sentirlo. Le sue labbra si muovono, ma nessun suono raggiunge le mie orecchie. Cosa mi sta succedendo? Mi sento come se stessi affogando, tuttavia non mi va di essere salvata …
Un lontano e fastidioso rumore mi raggiunge ovattato, come se io fossi in una bolla divisa da tutto il resto. Seung-Hyun toglie la mano dalla mia bocca e indica la mia borsa.
«Em?» mi chiama e risentire la sua voce così all’improvviso mi fa trasalire.
«Sì?» domando confusa.
«Il tuo cellulare.» risponde.
«Ah, sì!» lo strano e ovattato rumore è il mio cellulare, lo recupero e rispondo. «Pronto?»
«Astronave alfa? Qui è l’astronave zia, mi ricevete? Passo!» mormora zia Jun a bassa voce.
«Zia Jun?»
«No, no! Qui astronave zia! Mi ricevete?» ripete.
«Sì, sì, ti ricevo astronave zia. Qui astronave alfa.» sto al gioco e Seung-Hyun inizia a guardarmi con aria divertita.
«Bene! Qui un buco nero si è impossessato della base e parla di inghiottire anche te, astronave alfa! Vuole che tu ti arrenda e che ti aggreghi ad un’astronave nemica anche se io non la considero nemica ma questo il buco nero non può farlo perché va contro il principio di libertà delle navicelle spaziali!» mi spiega mia zia tutto d’un fiato ed io stavolta ci ho capito ben poco.
«Astronave zia, non ho capito.» affermo e Seung-Hyun sbuffa una risata, mentre il  signor Chang ritorna e mi osserva cupo. «Chi è il buco nero?» chiedo, ma nemmeno il tempo di chiederlo che sento la voce di mio padre chiamarla e mi viene un tuffo al cuore. Cosa ci fa a casa a quest’ora?
«SOS! Emergenza! Codice rosso! Siamo stati scoperti! Ripeto, siamo stati scoperti! L’astronave zia vi porge i più sentiti addii galattici, passo e chiudo!» dice mia zia attaccando la telefonata e rimanendomi perplessa.
Mi volto verso Seung-Hyun che mi guarda curioso.
«Scusami … scusami, ma devo andare, salutami gli altri!» dico lasciando in fretta delle banconote sul bancone e uscendo dal bar senza nemmeno salutare.
Mio padre è a casa e mia zia è sveglia, da sola con lui. In preda al panico inizio a correre e prendo l’autobus al volo, ignorando del tutto Seung-Hyun che chiama a gran voce il mio nome.

 

~*~*~*~*~

 
Il fatto che è svenuta è una cosa buona o cattiva? Nhé Cupido? Perché non rispondi mai quando ho bisogno di te?! Capisco che sei silenzioso come l’amore che si insinua, ma una risposta ogni tanto la vorrei …
Butto giù un altro sorso di cioccolata, tanto per digerire meglio la cialda, stipata nel mio stomaco già da un po’. Ancora a gambe incrociate, poggio i gomiti su di esse e il volto tra le mani, per contemplare meglio la ragazza dei miei sogni.
Ripensandoci non avrei mai creduto che proprio io potessi prendermi una cotta tanto forte a prima vista. Non sono uno che dà tanta importanza all’aspetto fisico … ma stavolta sono stato come folgorato da questa ragazza, dal suo sorriso, dal suo volto tondo, dalla gentilezza straripante dai suoi occhi. Non si tratta solo di aspetto fisico, si tratta di feeling, un feeling tra le nostre anime. Perché nell’attimo in cui i nostri sguardi si sono incontrati per la prima volta, ho potuto vedere la sua anima, bella e pura. E me ne sono innamorato. Perdutamente.
«You’re like cotton candy, my heart melts …» inizio a canticchiare la mia canzone, oscillando la testa a destra e a sinistra sui palmi delle mani. «Just looking at your fluffy face makes me melt. What if I blow and you fly away, what if I touch you and you melt. I’m so disappointed when you disappear with the blink of an eye. You’re like cotton candy, you melt on my lips. Should I fly away with you, our lips gently touching …» questa canzone sembra fatta apposta per lei, così dolce e capace di farmi sciogliere.
La vedo strizzare leggermente gli occhi e voltarsi piano.
«Oh, my princess, sei sveglia?» domando, mettendomi sulle ginocchia e avvicinandomi ancora un po’ al suo volto.
Apre piano gli occhi e i nostri sguardi si incontrano. Sbatte piano le palpebre due o tre volte per mettere a fuoco poco prima di schizzare a sedere, lasciandosi scappare un urlo. Urlo che mi spaventa a morte, facendomi ritrarre e così cadere sedere a terra.
Restiamo per un attimo così, impauriti a fissarci senza dire nulla. Cosa dovrei fare? Sono in procinto di avere un infarto! Non pensavo che il mio cuore potesse battere così forte.
Mentre mi osserva, Juno inclina leggermente la testa di un lato, prima di farsi pensierosa e scendere carponi sul pavimento. Mi si avvicina e quando è a pochi centimetri mi pizzica entrambe le guance con forza.
«Ahi, ahi, ahi, ahia!» mi lamento, così mi lascia con aria soddisfatta. Si sistema sulle ginocchia e mi sorride. Un sorriso bellissimo, dolce come miele che si riversa sul mio cuore scalpitante, assopendolo lentamente.
«Canta ancora.» mi dice con la sua voce angelica e gli occhi vispi.
«Eh?» chiedo sorpreso, sistemandomi a sedere.
«Potresti cantare ancora, per me?» mi domanda ed io a questa gentile e tanto dolce richiesta non posso che acconsentire, ricominciando a cantare. La vedo chiudere gli occhi e sorridere gioiosa, sentendo la mia voce e il mio cuore ricomincia a martellare. Vengo sommerso da una sensazione bellissima, di appagamento, di felicità. Cantare per gli altri lo faccio sempre, ma cantare per la persona che t’interessa … wow, è tutta un’altra cosa! Vedere che effetto fa su di lei e vedere che lei è contenta di sentire la tua voce è probabilmente la sensazione più bella che io abbia mai provato. «Sei bravissimo!» esclama battendo le mani e riaprendo gli occhi non appena finisco di cantare. Al ché arrossisco e mi strofino la nuca con una mano, preso dall’imbarazzo. «Da vicino, la tua voce è ancora più bella.» sorride entusiasta.
«Mai bella quanto te.» mi lascio sfuggire e il vivo rossore che le illumina il viso mi fa perdere un battito.
Se questo non è amore a prima vista, allora cos’è?

 
~*~*~*~*~

 
Divorato dalla preoccupazione, è questo il mio stato attuale. È corsa via senza dire nulla, avrei potuto accompagnarla almeno. Rientro nel bar strascicando il mio umore nero sotto le suole delle scarpe, calpestandolo e sgualcendolo ulteriormente. Perché quando credo di avvicinarmi a lei succede sempre qualcosa che la fa allontanare? E peggio ancora: è successo qualcosa a casa? A sua zia forse? C’entra suo padre?
Mi sento così irreparabilmente impotente che mi verrebbe voglia di picchiarmi. Mi abbandono sullo sgabello di prima e afferro la graffa dandole un morso che la dimezza.
«Abbiamo capito chi è la cura dell’elefante anoressico, eh?!» borbotta master Chang, asciugando un bicchiere.
«Io non ho proprio idea di come faccia!» esplodo all’improvviso ancora a bocca piena.
«Chi?» chiede l’uomo, passando ad un altro bicchiere, per niente sorpreso dalla mia affermazione di certo non a bassa voce.
«Ji Yong! Come fa a vederla soffrire così e nonostante ciò restare zitto e non fare nulla? Eh? Come diamine fa?» mi spiego meglio, coprendomi la bocca con la mano per evitare di sputacchiare pezzi di grafaf sul bancone pulito.
«Evidentemente la ragazzina non vuole che il decerebrato faccia qualcosa.» si limita a rispondere con la sua voce roca e minacciosa.
«Ok, ma io non capisco, sul serio! Se tu vedessi una persona a cui vuoi bene che cammina su di un filo rischiando continuamente di cadere in un burrone, tu non la salveresti? Non faresti di tutto per farla scendere prima che sia troppo tardi?» domando esasperato, rischiando per l’ennesima volta di rovesciare quella dannata tazza di caffè.
«Vedi mio caro elefante Choi …» comincia l’uomo con lo sguardo rivolto al soffitto. «… se si vuole davvero bene una persona, la si rispetta. Si rispettano le sue scelte e con esse i rischi che comportano. Rifletti. Cos’è più importante: che tu sia tranquillo sapendola al sicuro o che lei faccia quello che si sente di fare, quello che le dice il suo cuore?» mi domanda ed io resto fermo a fissarlo senza sapere cosa dire. «Quella ragazzina è più forte ti quanto t’immagini … e probabilmente quel decerebrato ama più di quanto dimostra la sua ragazzina. Ma forse io sono solo un vecchio brontolone che non vuole saperne di andare in pensione e tu un povero imbecille che se non si muove a sloggiare verrà cacciato fuori a suon di bastonate.»
Guardo master Chang allontanarsi e non sapendo come controbattere, affogo la mia amarezza nella graffa, ingozzandomi come non mai. Ci sono ancora tante cose che non so e che non capisco, ma mai come ora voglio imparare e spero sia proprio Em ad insegnarmele. E poi che significa quel “sua ragazzina”?! Em non è mica di Ji Yong?! Vecchio pazzo da ricovero!

 

~*~*~*~*~

 
Apro la porta di casa in fretta e mi catapulto in soggiorno dove trovo mia zia che tranquilla guarda la televisione. Possibile che mi sia immaginata la voce di mio padre? Io l’ho sentita, ne sono certa. Tuttavia, la calma di mia zia mi incuriosisce. Mi avvicino piano e le carezzo dolce la testa.
«Ehi, astronave zia! Scampato pericolo?» le chiedo sorridendo, ma nell’attimo in cui si volta, vengo investita da due pupille nere dilatate ed espressione vuota. «Zia Jun?» nonostante io la chiami e parli con lei, non reagisce come dovrebbe, anzi non reagisce affatto. È come se fosse in trance. Il tremore lieve delle sue mani mi svela il tutto … «Che cosa le hai dato?» chiedo a mio padre non appena lo sento mettere piede in soggiorno.
«Qualche tranquillante preso dalla credenza, non ricordo bene quale.» risponde atono, versandosi del brandy in un bicchiere massiccio.
«Quanto gliene hai dato?» domando ancora, preoccupata per mia zia. Mi rivolgo nuovamente verso di lei, scoccandole le dita davanti agli occhi, ma non reagisce.
«Qualche compressa …» sospira poggiandosi alla scrivania e bevendo un sorso.
«Quante?» insisto e mi sorprendo io stessa del coraggio che ho a rivolgermi a lui con tale insistenza.
«Tre o quattro … o magari erano cinque … non ricordo esattamente.» sogghigna continuando a bere. Gli dedico un’occhiata di puro disprezzo, prima di afferrare la cornetta del telefono e comporre il numero del medico che oramai conosco a memoria. L’unico medico con il quale riesco ad avere una conversazione senza l’irreparabile desiderio di correre a nascondermi. L’uomo che segue mia zia e che mi ha insegnato a vivere con lei e a proteggerla.
«Pronto?» la voce della segretaria mi fa temere che il dottore non ci sia, ma provo comunque.
«C’è il dottor Jeong, per caso?» chiedo iniziando a mordermi il labbro nervosamente e a battere un piede a terra.
«Sì, è appena arrivato, un secondo che glielo passo.» risponde la donna, gentile.
«Grazie infinite.» sorrido nervosa, come se potesse vedermi.
«Non farne un dramma, non muore mica per una compressa in più.» sbotta mio padre, riempiendosi di nuovo il bicchiere.
«Il dottor Jeong all’apparecchio, prego.» il medico risponde e mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo.
«Salve dottore, sono Em.»
«Ancora problemi con sua zia?» mi chiede l’uomo, cortese.
«Quanta confidenza. Quando ti presenti, devi usare il tuo cognome, razza di sgualdrina.» mi rimprovera mio padre con disprezzo e in cuor mio spero che il dottore non lo senta.
«Bé sì … ha assunto una dose eccessiva di tranquillante.» dico semplicemente, evitando dettagli.
«Quanto eccessiva?» domanda lui.
«Non lo so.» rispondo sincera.
«Quale tipo di tranquillante?»
«Non lo so.» ripeto esasperata.
«Che cretina sei, è questa a cui sta pensando ora il dottore.» sogghigna mio padre malignamente.
«Em, come fa a non saperlo?» mi domanda il medico con una nota di rimprovero nella voce.
«Non gliel’ho dato io.» affermo velocemente, il respiro corto. Non so cosa inventarmi.
«Attenta a quel che dici, figlia cara.» mi avverte mio padre, riempiendo quel “cara” con tutto il veleno che ha in corpo.
«E chi gliel’ha dato?» chiede insistente il dottor Jeong.
« … è stato …» deglutisco non sapendo cosa dire. «L’ha preso da sola dalla credenza. Credevo non sapesse dove fosse ed invece ha scoperto il posto.» dico poi, veloce.
«Brava la mia bugiarda, degna figlia di tua madre.» ghigna mio padre tra i denti, scaraventando il bicchiere ai miei piedi, mancandomi per un soffio. Il bicchiere, come ovvio, si frantuma fragorosamente.
«Cos’è stato?» domanda il dottore preoccupato, mentre mio padre raccoglie una delle schegge più grandi.
«Nulla, mi scusi. Ho … ho rotto un bicchiere.» rispondo, cercando di non cominciare a piangere. Sento il cuore in gola, salito su per la paura.
«Ma che sbadata!» commenta mio padre con un ghigno, facendomi un taglio con il pezzo di vetro sullo zigomo destro. Taglio che inizia immediatamente a sanguinare e bruciare.
«Stia attenta a non farsi male! Mi dia tempo un quarto d’ora e sono da sua zia.» mi avverte il medico. Stringo i denti nel tentativo di non lasciarmi sfuggire nessun gemito di dolore.
«Gr- grazie dottore.» balbetto prima di riagganciare, tremolante e timorosa di quello che potrebbe farmi mio padre da un momento all’altro.
«Fatti medicare anche quello … è un brutto taglio, sai?» inizia a ridere lui, allontanandosi. Per fortuna, aggiungerei. «Tesoro, hai impegni per domenica? Sì, bè, non m’importa, cancellali. Abbiamo un appuntamento o meglio, tu hai un appuntamento» mi avverte lui recuperando la lunga giacca in pelle dall’appendiabiti. «Un appuntamento con il tuo futuro marito, contenta?» continua voltandosi verso di me e dedicandomi un sorriso glaciale. Futuro … cosa? «Non è che tu abbia molta scelta: o sei contenta o sei contenta.» ride poi sguaiatamente, mentre inizio a sentirmi mancare le gambe. «Su, su, cos’è quella faccia? Sei fortunata cara. Infondo Soo è un bel ragazzo, non trovi?» cosa? Soo? Ha detto Soo? Quindi avevo ragione, non scherzava … Vi prego svegliatemi! Se questo è un incubo, svegliatemi! Ora! «A più tardi, cuore di papà. E non lasciarti nemmeno attraversare dall’idea che tu possa opporti.» conclude mandandomi un bacio e uscendo di casa sbattendo la porta.
La voglia di piangere si impadronisce di me fulminea e mi ritrovo ginocchia sul pavimento, sui frantumi del bicchiere, incurante che mi feriscano, mentre le mie spalle sono smosse da violenti singhiozzi.
Non gli basta quello che mi ha fatto fino ad ora, no. Lui vuole torturarmi, vuole distruggermi! Vuole vedermi soffrire per il resto della mia miserabile vita. Mi vuole logorare piano in modo che io possa agonizzare sotto la pressione di questo dolore che non andrà mai via.
Cerco di alzarmi, di smettere di piangere e di farmi forza, a breve arriverà il medico ed io devo stare bene e rimanere cosciente. Devo farlo per mia zia, almeno per lei. Ma non posso riuscirci, non da sola.
Afferro il cellulare e, dimentica del fatto che io sia arrabbiata con lui, digito il suo numero pregando con tutta me stessa che risponda.
«Em?» la voce di Ji Yong mi avvolge e mi sembra che un filo di ossigeno riesca finalmente a raggiungere i miei polmoni assiderati.
«Ji …» lo chiamo tra  i singhiozzi. Non riesco a fermarmi, non riesco a trattenere le lacrime, non riesco ad ingoiare l’amaro sapore dell’odio e del dolore.
«Stai piangendo? Em cosa è successo? Dove sei?» mi domanda allarmandosi.
«Ji … ti prego … vieni qui.» riesco solo a dire.
«Qui dove, Em? Em! Dove sei?» chiede sempre più agitato.
«A … a casa …»
«Cosa è successo?» mi chiede.
«Non ce la faccio più, Ji … aiutami …» sono le ultime cose che riesco a dire, prima di scoppiare in un pianto convulso che non riesco a fermare.
«Sto arrivando!» e queste sono le ultime sue parole prima di riagganciare, le uniche in grado di farmi resistere ancora un po’.

 

~*~*~*~*~

 
Non l’ho mai vista così. Mai. Da quando la conosco, Em non è mai stata così distrutta. Appena entrato in casa sua, ho trovato il pavimento del soggiorno ricoperto da frantumi di vetro, zia Jun in completo trance e Em percossa da singhiozzi tanto violenti da non permetterle nemmeno di respirare. In più, un profondo graffio sotto l’occhio, volto, collo e felpa ricoperti di sangue e le ginocchia bucherellate dal vetro.
È arrivato il dottore di zia Jun e ci ha rassicurati dicendoci che la quantità di tranquillanti assunta non causerà danni gravi o permanenti. Probabilmente dormirà più del dovuto, ma niente di grave. Il medico ha disinfettato il graffio di Em senza chiedere nulla, nonostante sul suo volto ci fossero impressi i suoi dubbi e le sue domande, dopodiché se n’è andato, lasciando a me le raccomandazioni. A me poi! Che non so nemmeno la differenza tra una compressa e una supposta!
Sta di fatto che ho ripulito in fretta il soggiorno come meglio ho potuto e ho aiutato Em a mettere a letto la zia. Ora Em è gambe al petto e schiena contro il muro, seduta sul letto impegnata ad ignorare alla bella e meglio me e Mr. Winglie.
«Come va?» le chiedo entrando in camera sua e porgendole un bicchiere d’acqua e zucchero. Lei continua a fissare il vuoto senza muoversi, così con un sospiro, lascio il bicchiere sulla scrivania, prima di sedermi sulla sedia davanti a lei. «Em? Mi senti?» le chiedo, ma lei continua ad ignorarmi. Non riuscirò mai ad abituarmi a questo senso di impotenza ed inutilità. Non riuscirò mai a non soffrire vedendola in questo stato. A volte mi chiedo come io sia capace di resistere senza fare nulla … «Vuoi che me ne vada?» le domando e finalmente mi volge lo sguardo. Due occhi ricchi di rabbia, odio e lacrime.
«Perché hai detto a Seung-Hyun di mio padre?» inizia a chiedere di punto in bianco con voce colma di astio. «Perché gli hai raccontato della mia famiglia?» domanda alzando la voce, sempre più arrabbiata. I suoi occhi arrossati mi fissano accusatori e in cuor mio so che mi sta facendo queste domande pur di non pensare a quello che è appena successo, ma io non so come comportami. «Perché non rispondi, eh? Perché? Non sai nemmeno mantenere una promessa … che razza di amico sei?!» urla scattando in piedi e ricominciando a piangere.
«Em … puoi fidarti di Seung-Hyun … sono sicuro che …» comincio a dire giustificandomi.
«Questo non c’entra niente, Ji! Il punto è che mi hai tradita!» dice continuando a piangere ed io non so come consolarla. Mi alzo in piedi, ma lei fa un passo indietro continuando a riversarmi addosso la sua rabbia. «Mi hai tradita. Hai rotto la promessa che mi avevi fatto. Non posso fidarmi nemmeno di te! Non posso fidarmi di nessuno. Nessuno!» urla ancora, colpendomi con i pugni chiusi sul petto. «Esci. Vattene. Non voglio vederti mai più!» grida cercando di spingermi fuori dalla sua stanza.
«Em … Em, calmati! Non ti ho tradita, puoi fidarti di me, lo sai.» cerco di rassicurarla e di scansare i suoi colpi.
«No, no! Non posso fidarmi di nessuno!» ripete continuando a colpirmi con tutta la forza che ha in corpo. «Vattene! Ti odio. Io ti odio!» mi grida fissandomi negli occhi e ad essere sinceri non avrei mai creduto che facesse così male sentirsi dire “ti odio”.
E per un attimo resto impassibile a tutti i suoi colpi senza fare nulla. Non sento più nemmeno le sue urla e penso sul serio di andarmene … tanto lei mi odia.
Non pensavo facesse così male …
«Em, ora basta. Fermati!» urlo, riprendendomi e afferrandole i polsi con forza. La fisso negli occhi e cerco di farla calmare. «Va tutto bene, Em. Ci sono qui io … calmati.» sento che non si oppone più alla mia presa, ma continua a piangere senza freni.
«Ti odio … odio tutti … tutti …» mormora sempre più a bassa voce, stanca e sconfitta. La stringo in un abbraccio, mentre continua a singhiozzare contro il mio petto dolorante per i troppi colpi.
«Mi odierai da domani … per ora lascia che io stia qui con te.» le sussurro carezzandole i capelli disordinati. Lei annuisce e si lascia coccolare come una bambina impaurita, continuano a piangere fiumi di lacrime che non si prosciugheranno certo per ora.
La paura di perdere la zia , l’aggressività del padre, il senso di impotenza per non poter aiutare la persona a cui vuole bene, è stato troppo per lei. Troppo tutto insieme. Non regge più questa situazione … Ho paura per lei, ho paura che possa cedere, che possa fare qualcosa di sciocco. Ho paura di perdere la mia Em. Ho paura come non l’ho mai avuta …





NOTA DELL'AUTRICE:
ed ecco che dopo tipo 30 anni giungo ad aggiornare nella speranza che non vi siate dimenticati di me e che vi interessi ancora sapere cosa succede a questa povera disgraziata di Em. Questo capitolo è pallosamente chilometrico, strano, scritto male, mentre è troppo zuccheroso e a tratti fa vomitare, poi arriva la parte TotalDepressionModeOn O.o cioè in pratica, mi fa schifo :D yeeeeeeeah! Come molti sanno o hanno avuto l'occasione di notare, non sono per niente al mio massimo -_-" Ad essere sincera, sono in totale crisi e fino a ieri (e non è una bugia!) non ero riuscita a scrivere nulla che potesse almeno lontanamente passare per decente. Questo capitolo è il frutto di questa giornata . . . Spero che a qualcuno piaccia XD Ad ogni modo, vi lascio con l'augurio di un prossimo capitolo migliore e ringraziando tutti i lettori, chi amorevolmente mi rencensisce <3 e chi mi supporta sempre e continua a credere in me :') grazie di <3, siete voi la mia forza! Spero di non aver deluso nessuno ... :'( Un bacione affettuoso e riconoscente ...

la vostra triste e per niente ispirata Myuzu
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Big Bang / Vai alla pagina dell'autore: Myuzu