E la domenica pomeriggio arrivò, ma l’attesa sembrava fosse durata un mese. Alle 3 in punto tutti erano nella loro sala privata ai Tre Manici di Scopa. Gli invitati erano tutti quelli del 7 anno di Grifondoro, i gemelli Weasley che erano venuti a trovarli, Cho, Luna e Ginny, oltre che Harry e Ron. Si sistemarono nel bel salottino, ordinarono un mare di burrobirra ed altrettanto idromele (e qualcuno osò anche del Whisky Incendiario) ed sacco di dolci magici, il tutto coronato dal greatest hits delle Sorelle Stravagarie, un cd portato da Cho. E giù a mangiare e bere, ballare, chiacchierare, cantare, scambiarsi pettegolezzi, chiedere appuntamenti…dopo un’ora, Malfoy ed Hermione erano entrati nel locale, e ovviamente notarono il trambusto della sala vicina. –Mi scusi, Rosmerta, sa dirmi cosa succede di là?- chiese Hermione all’ostessa. –Oh, i ragazzi del 7 anno di Grifondoro stanno facendo festa!- rispose la signora, con un sorriso dolce. –Fanno festa? E non mi hanno invitata? Uffa!-. Calì e Ginny erano vicino alla porta, che si trattenevano le risate e facevano gesto agli altri di venire. All’improvviso Hermione iniziò ad avvicinarsi alla porta, e tutte le ragazze della festa capirono che era il momento giusto. Presero Ron per le braccia e lo buttarono su una poltrona, per iniziare a coccolarlo, sbaciucchiarlo ed adularlo. Hermione spalancò la porta, e rimase a bocca aperta. Trovò Harry che ballava con Ginny, altri ragazzi che facevano i fighi tra di loro, e…Ron, intento a baciarsi sulla bocca con Cho. Harry strinse i denti, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per far arrabbiare Hermione, anche vedere il proprio migliore amico baciarsi con la sua ragazza. La traditrice di Grifondoro si portò una mano alla bocca, e poi, rivolta a Harry e passandosi una mano tra i capelli, disse:-Bè, possiamo venire anche io e Draco? Insomma, anch’io sono una Grifondoro!- Harry rise, anche Ginny rise. –Facci vedere il tuo invito-. –Quale invito? Io sono Grifondoro e posso entrare e uscire quando mi pare!- disse lei spazientita. Harry ribattè ancora più arrabbiato:vieni dai tuoi amici, per modo di dire amici, solo quando c’è occasione di mondanità e di farsi vedere! Se avessi trovato, che so, Calì che piangeva perché gli è morta la nonna…- -Harry! Mia nonna è viva!- urlò Calì. –Calì, dicevo così per dire! Insomma, se noi avessimo tentato di consolarla, tu non saresti venuta ad aiutarci! Tu vieni soltanto quando tutti ti possono vedere! Eh no, ora sparisci da qua e lasciaci festeggiare!- Ron, nel frattempo, aveva già cambiato due baciatrici, e ora Lavanda aveva iniziato a sbottonargli la camicia, sempre con le labbra incollate alle sue. Hermione alzò la testa, per trattenere le lacrime che le stavano facendo gli occhi lucidi. –Andiamo via, Draco-. Ed uscirono in fretta dal locale. Appena furono abbastanza lontani, tutti urlarono all’unisono:-EVVIVA!-. Continuarono a fare baccano per un altro po’, fino a ora di cena, per poi tornare nel castello. Ron era un po’ ubriaco, aveva provato del Whisky Incendiario, ma per fortuna nessun prof se ne era accorto. Hermione era al tavolo di Serpeverde, nell’atto di baciare Malfoy, ed ogni tanto gettava occhiate al tavolo di Grifondoro. Questi ultimi facevano continue smorfie di disgusto, e poi prendevano a parlottare e ridere fra di loro. Alla fine della cena, Cho e Luna si erano unite ai Grifondoro, perché dovevano decidere che fare per il Ballo, che si sarebbe tenuto poco tempo dopo. Dovevano anche decidere con chi mandare al Ballo Ron, dovevano trovare una ragazza davvero carina tra di loro. Si guardarono un po’ intorno, tra gli altri tavoli. No, sarebbe stato il caso di sistemare un po’ una delle ragazze che avevano partecipato alla festa. La scelta cadde su Luna Lovegood. Dopo essere stata sottoposta ad un trattamento di bellezza, truccata e lisciata bene, sarebbe stata una delle ragazze più carine della scuola. –Nei prossimi giorni ci mettiamo al lavoro!- disse Cho, e tutte le ragazze si entusiasmarono, e Luna era felicissima. Ron ed Harry erano soddisfatti dell’idea. Sarebbe stata un’altra arma infallibile.