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Autore: ChiaraTommo    09/01/2013    0 recensioni
" La consapevolezza di provare una fitta al cuore perchè non ho ancora cancellato il tuo ricordo. E' durata poco, neanche il tempo di poter contare i giorni, ma ero felice, leggera... Poco dopo c'è stata la delusione, una delusione causata dalla tua troppa sincerità e dalla mia troppa voglia di giudicare. Sei entrato nella mia vita velocemente e allo stesso ne sei uscito. Ora sono qua a cercare di trovare un modo per ritornare quelli di un tempo, ma non ci riesco. Forse non era destino o forse semplicemente non ci abbiamo provato abbastanza "
" La bocca dice una cosa, ma i tuoi occhi non sanno mentire"
" Forse hai ragione tu, forse tutto è stato uno sbaglio, forse noi siamo uno sbaglio, ma ti giuro se potessi tornare indietro li rifarei tutti perchè mi hanno condotto all'unica cosa sensata della mia vita : TE "
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Sentivo le sue parole rimbombarmi nella testa. " E' stato un errore, uno sfogo, mi dispiace, ma non ti ho mai amata ". Delle coltellate nel cuore non sarebbero state nulla in confronto al dolore che provavo in quel momento. Sentivo il cuore squarciarsi nel mio petto. Provavo un peso nello stomaco assurdo, le lacrime incominciavano a farsi strada prepotentemente sulle mie guance pallide, le gambe mi tremavano, gli occhi bruciavano. Stavo soffrendo. Avevo già provato quel tipo di sensazione molti anni prima, esattamente dodici anni fa, quando persi entrambi i miei genitori e mia sorella maggiore Abbie in un incidente stradale. Al telegiornale fui nota come la "bambina miracolata" ,se per miracolata si può intendere una bambina di sei anni che ha perso tutta la sua famiglia.
Le gambe mi cedettero e crollai a terra in lacrime, nessuno poteva sentirmi, ero sola, lo ero sempre stata, ma in quel momento l'unica cosa di cui avevo bisogno era un abbraccio di conforto da mia madre, ma quello lo potevo avere solo nei miei sogni. Lo vidi andarsene e scomparire lungo la via. Lo seguii con lo sguardo e quando non riuscii più a percepirlo mi alzai e mi asciugai le lacrime con la manica del maglione. Tirai su col naso e con gli occhi ancora arrossati e desiderosi di sfogarsi entrai in casa mia. O meglio casa dei miei nonni. Furono gli unici a volersi prendere cura di me, gli altri mi rifiutavano, dicevano che portavo sfortuna, che se probabilmente io non fossi nata, quella sera non saremmo stati di ritorno dalla pizzeria per festeggiare il mio compleanno e la mia famiglia non sarebbe stata travolta da un ubriaco mezzo drogato di ritorno da un rave party. I miei nonni invece mi accettarono, mi fecero diventare una ragazza forte, sana e indipendente. Volevano che quando un domani li avrei persi fossi stata in grado di cavarmela da sola e così è stato. Circa due anni fa è morta mia nonna di tumore alle ovaie, le avevamo provate tutte, ma dopo un calvario durato circa cinque mesi, è morta. Mio nonno ha provato a superare la perdita, ma non ce l'ha fatta, il suo cuore già debole aveva retto la perdita della figlia, del genero e di una delle due nipoti, ma non poteva reggere anche quello della moglie. Così pochi mesi dopo la scomparsa di mia nonna è morto anche lui lasciandomi da sola ad affrontare la vita con tutte le sue sofferenze.
Adesso ho diciotto anni, sono forte e sana, tutti questi lutti hanno rafforzato il mio spirito e mi hanno resa più diffidente, ma evidentemente ho commesso un grave errore, quello di fidarmi di un ragazzo. Già, si chiama Harry, Harry Styles per la precisione. Esatto le parole che mi hanno trafitto erano le sue. Siamo stati insieme per cinque mesi e lui mi ha sempre ingannata facendomi sentire importante e bella, quando invece non sono nulla di tutto ciò. Una cosa che ho imparato nella mia vita è che non bisogna mai arrendersi e che se si cade ci si rialza. Avrei fatto ancora così, mi sarei rialzata e sarei andata avanti a camminare a testa alta.
Chiusi la porta alle mie spalle tirando un sospiro profondo andai sul divano. La televisione era la migliore distrazione che in quel momento potessi avere. Un'ora delle trasmissioni che venivano mandate in onda e il tuo cervello era fritto e non capivi assolutamente più nulla di quello che ti accadeva intorno. In fondo era quello l'effetto che desideravo. Per tutto il pomeriggio non feci altro che girare da un canale all'altro, finché delusa non spensi la tele. Piegai le gambe, infilai la testa fra di esse per poi emettere un grido di liberazione. Quando qualcosa non andava l'unico mio modo di sfogarmi era quello di urlare, non so perché, ma avevo un effetto  tranquillizzante. Dopo l'urlo, che probabilmente sentì tutto il vicinato, mi alzai e mi diressi verso il frigorifero in cucina nella vana speranza che ci fosse ancora qualcosa di commestibile. Come volevasi dimostrare esso era vuoto, vi era solo un po' di latte. Poco male. Lo presi e con avidità ne bevvi la metà. Il mio corpo necessitava di solidi, però, non solo di liquidi. Sarei andata a fare la spesa l'indomani e quella sera avrei ordinato una pizza e una birra per passare l'intera serata sul letto di camera mia ad ascoltare musica e a guardare il pc. Quelli sarebbero stati i miei futuri programmi serali se non avessi ricevuto una chiamata. Poco prima che io salissi le scale vidi lo schermo del mio cellulare illuminarsi. Mi stava chiamando Faith, la mia migliore amica. Non so perché lei voglia essermi amica. Insomma tutti sapevano della mia storia, sapevano che prendevo anti-depressivi perché senza di essi sarei probabilmente morta in un tentativo di suicidio, ma lei fin dal primo momento mi era stata accanto. Ci siamo conosciute in prima elementare. Avevo da poco perso i miei genitori, ma allora non me ne accorgevo e quando mi chiedevano di loro dicevo che erano a casa che mi aspettavano e che passavo le giornate con loro. Sono stata per tanti anni presa di mira e schernita per questo avvenimento, mi mandarono da molti psicologi perché mi ritenevano matta, ma tutti capirono che il mio era un modo particolare per affrontare un lutto così enorme. Lei fu l'unica ad accorgersi che dietro i miei occhi grigio/chiari si nascondeva un animo ferito a morte che stava provando a rialzarsi in tutti i modi. Mi tese il suo particolare salvagente d'aiuto e io lo accettai. Da quel momento abbiamo frequentato le stesse scuole medie e lo stesso liceo, ma poi io a sedici anni avevo dovuto lasciare lo studio per cercarmi un lavoro per poter pagarmi da vivere. Faith non ha una famiglia alle spalle, o almeno è come se non esistesse. Suo padre e sua madre sono sempre via per lavoro, gestiscono molti alberghi sparsi qua e là per il mondo, quindi la loro presenza in casa è uguale al nulla. Ha solo suo fratello, Dane. Vivono loro due insieme, lui ha quasi vent'anni, fa' il meccanico e riesce a pagarsi da vivere, al resto pensano i genitori. Guardai lo schermo illuminarsi per un po' e finalmente decisi di rispondere.
" Hope "
Adoravo quanto pronunciava quel nome con tutta quella felicità e allegria, mi faceva pensare che il mio nome fosse importante.
" Ciao Faith, senti sono in un momento di crisi quindi....."
" Hope prendi le pillole "
" Adesso le prendo tranquilla "
" Comunque stasera Malik dà una festa a casa sua, ci andiamo? "
" Veramente non sono dell'umore "
" Dai Hope! Andiamoci! Magari incontri qualche bel ragazzo e va' a finire che te lo porti a letto "
" Ok Faith, però ora corri qua "
" Subito amore "
Una festa a casa di uno dei quattro amici di Harry. Fantastico pensai sarcastica. Probabilmente ci sarebbe stato anche lui alla festa. Ah! Dovevo imparare a dire di no a Faith, ma semplicemente non ce la facevo. Corsi in bagno e cercai fra le varie medicine finché non le trovai, la ragione per cui ero ancora viva, le mie pillole. Ne presi una e nello stesso momento in cui deglutii sentii suonare il campanello. Scesi le scale lentamente e aprii la porta. Vidi il sorriso enorme di Faith e subito dopo il suo corpo caldo che mi abbracciava. Disse qualcosa relativo a quella sera, probabilmente dovevo essere super bella così tutti sarebbero morti ai miei piedi e avrei riso alla faccia di Harry. La cosa straordinaria era che lei riusciva a intuire cosa pensavo guardandomi semplicemente negli occhi. Più volte le avevo chiesto se aveva qualche potere di veggenza, ma lei mi aveva semplicemente risposto dicendo: " La bocca dice una cosa, ma i tuoi occhi non sanno mentire"
Dopo ore, che mi sembrarono interminabil,i fummo pronte. Lei con un vestito straordinariamente sexy, nero, che poteva sembrare innocente da un lato, ma anche infinitamente provocante; io invece con un vestito bianco di tulle assolutamente innocente. Fece ad entrambe un trucco che mi pareva eccessivo e come al solito usò la scusa del " così i maschi ti notano meglio". Lasciando perdere le sue credenze sulla moda, che non condivido nel modo più assoluto, scendemmo le scale e ci avviammo alla festa camminando su due paia di tacchi vertiginosi. Fin da lontano si poteva udire la musica, odiavo quel genere, si prospettava una serata terribile. Faith mi guardò e intuendo il mio stato d'animo mi prese per mano stringendomela  facendomi capire che quella sera ci saremmo divertite. Le feci un sorriso forzato. Incominciai a scorgere della gente nel cortile della casa, le porte aperte e la musica assordante. Entrammo, la festa era appena iniziata, ma c'era già gente ubriaca, mezza drogata, che si limonavano su un tavolo, puzza di canne ovunque, insomma uno vero e proprio schifo. Ci venne incontro Zayn e dopo aver fatto i suoi apprezzamenti sul seno di Faith ci condusse al bancone per offrirci da bere. Presi una birra, non volevo ubriacarmi, al contrario di Faith che si scolò tre vodka. Stava per bere la quarta, ma io la fermai e lei annuì. Zayn voleva evidentemente portarsi a letto la mia amica, così decisi di togliere il disturbo e di andare in giardino. Mi sedetti sull'altalena e incominciai a dondolarmi bevendo quel poco di birra che rimaneva nella bottiglia. Sentii dei passi avvicinarsi e delle risatine, un ragazzo e una ragazza, lui la zittiva, le diceva che l'amava e lei rideva, evidentemente ubriaca. Quando uscirono dal buio li riconobbi, erano Harry e Kate, la cheerleder della scuola che frequentavo. Sentii una fitta al cuore, le lacrime stavano per rincominciare a scendere, ma decisi di rientrare, quella sera mi sarei dovuta divertire.
  
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