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Autore: AyrinL    09/01/2013    3 recensioni
AU Seblaine, long tratta dal film One Day.
Blaine e Sebastian sono migliori amici fin dai tempi del liceo. Cosa accadrà ai due nel corso degli anni? Quanto tempo ci vorrà prima di capire che sono fatti l'uno per l'altro? Cosa riserverà per loro il destino?
"- Blaine, gli amici ti chiedono come stai, anche se poi non gliene importa davvero a nessuno. I migliori amici invece parlano con te esattamente come un bravo psicologo che scava nell’animo di un suo paziente. Solo che lo fanno gratis."
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo prevalentemente di passaggio :)




15     luglio 1989

 
 
 
 
- Dio mio Blaine, sono stanco, non ce la faccio più!
- Forza, è solo un divano Seb!
Sebastian appoggiò sull’asfalto il divano scaricato due minuti prima dal camion dei traslochi, portandosi una mano sulla fronte e asciugandosi il sudore.
- Come hai fatto a convincermi ad accompagnarti a Londra? A Londra! Io che non ho mai offerto un passaggio in macchina neanche a mia madre.
- Beh, ma io sono il tuo migliore amico.
Blaine si avvicinò per dargli un leggero pugno sulla spalla e sorridendogli divertito.
- Per farti perdonare dovrai venire il prima possibile da me a Parigi.
Sebastian gli sorrise, per poi alzarsi e riprendere con fatica il divano da portare dentro l’appartamento. Quando furono dentro, sul tavolo di legno vi era un foglio. Quel foglio, qualche riga stampata sopra, avevano cambiato il destino di Blaine.
- Davvero Blaine, ancora non riesco a crederci come tu ce l’abbia fatta.
- Grazie mille per avere fiducia nelle mie capacità Sebastian.
- No, dico sul serio, insomma, è la Oxford! La migliore università che ci sia al mondo. Potevano scegliere chissà tra quanti altri migliaia di studenti e invece hanno scelto te. Non credi sia un po’… destino?
- Destino?
- Oh Blaine, tra i due sono io quello meno intelligente, fatti valere. Ti trovavi così male in America? Perché sei scappato dall’altra parte dell’oceano?
- Per lo stesso motivo per il quale tu sei andato a Parigi un anno fa.
- Io ho seguito la mia famiglia.
Blaine si azzittì, guardando a terra e indugiando sul pavimento in moquette. Sospirò, ormai cosciente di dover parlare e di esternare i propri sentimenti. Non poteva far finta di nulla con Sebastian, non con lui, che lo capiva anche solo attraverso uno sguardo.
- Il fatto è che…  avevo bisogno di cambiare aria. Tutti i ragazzi fanno esperienze all’estero, no? Io ho voglia di viaggiare e conoscere il mondo.
- Sicuro che sia solo questo?
- Tu non demordi mai?
- Blaine, anche se eri lontano milioni di chilometri da me, sentivo bene la tua voce al telefono e ti sentivo… strano.
Certo che ero strano, pensò Blaine. Pensò a quei mesi trascorsi in quell’orribile appartamento a Pittsburgh, in quell’orribile campus universitario dove non si sentiva affatto a suo agio. Tutti sembravano felici. Perché lui non era come loro? Blaine conosceva bene la risposta, nel suo cuore, era lì custodita da sempre, eppure non aveva il coraggio di ammetterlo a sé stesso.
- Non mi trovavo bene all’università.
- Non ti trovavi bene?
- La smetti di ripetere quello che dico io? E’ una chiacchierata con un amico o una seduta dallo psicologo?
- Blaine, gli amici ti chiedono come stai, anche se poi non gliene importa davvero a nessuno. I migliori amici invece parlano con te esattamente come un bravo psicologo che scava nell’animo di un suo paziente. Solo che lo fanno gratis.
- E questa perla di saggezza dove l’hai imparata?
- Dalla mia mente contorta, modestamente.
- O forse hai visto troppi film di Woody Allen.
Sebastian sbruffò, andandosi a stendere sul divano.
- Per favore Blaine, sai che non sopporto quel genere di cose. Numero uno, non sono abbastanza intellettuale come te per capirlo. Punto secondo, ho tutta la vita davanti a me per annoiarmi.
- Hey! Woody Allen non è noioso!E’… è…
- Pessimista? Depresso? Cinico? Si, mi ricorda proprio te.
- Mi credi pessimista, depresso, cinico?
Blaine lo raggiunse aggrottando le sopracciglia e interessandosi al discorso che aveva cambiato improvvisamente piega.
- Beh, vedi… è che certe volte proprio non riesco a decifrarti. Sei, non so… è come se ci fossero ancora un sacco di cose che vuoi tenere dentro di te. È come se ci fosse un’altra persona, lì, nascosta.
Blaine fissava il suo amico con la bocca schiusa, il respiro fatto pesante.
“È come se ci fossero un sacco di cose che vuoi tenere dentro di te”.
Blaine decise di spezzare quel breve, seppur intenso, silenzio. Non voleva più sentire cose del genere.
- Ci siamo dati ai sentimentalismi eh? – e prese un cuscino gettandolo in faccia a Sebastian.
Lotta di cuscini: era da sempre il loro modo preferito con cui cambiare discorso.
- Blaine… Blaine basta, ti prego!
Blaine si rialzò, diventando serio tutto un tratto.
- Che ore sono?
- Le quattro e mezza. Perché?
- Merda, sono in ritardo.
- Cosa devi fare?
- Ti ricordi di quel mio zio che vive qui a Londra? Quello di cui ti ho parlato una settimana fa?
- Oh… già, il lavoro. Avanti Blaine, sei appena arrivato, non puoi goderti un po’ Londra?
- Seb, sai che mi servono soldi, e che mi serve quel posto di lavoro. E poi, credo proprio che sarà divertente.
- Certo, ore e ore di lavoro in uno squallido ristorante di cucina messicana.
- A me piace la cucina messicana!
Sebastian si arrese, non volendo infierire oltre. Si sorprese quanto loro due fossero diversi.
Appartenevano a pianeti distanti anni luce, eppure, si erano incontrati. Ed erano diventati migliori amici.
- D’accordo, ti accompagno io.
- Beh, dove vorresti andare?
Sebastian riprese un cuscino caduto a terra lanciandoglielo in piena faccia, e ripresero la loro usuale lotta.
- Signore qui abbiamo finit… oh.
L’uomo dei traslochi si presentò dentro la stanza, con scartoffie e documenti in mano.
- Scusate, la porta era aperta.
L’uomo era visibilmente imbarazzato, abbassò lo sguardo e fece per andarsene.
- No aspetti, venga qui.
- Scusate, non volevo disturbare lei e il suo compagno. La porta era aperta e…
L’uomo fu interrotto dalla risata forte di Sebastian. Blaine lo guardò confuso, alzando un sopracciglio.
- Io e Blaine? Compagni?
Continuava a guardare il suo amico ridendo. Blaine però, abbassò lo sguardo, firmando dei fogli sotto i suoi occhi.
- Grazie mille signore, arrivederci.
Recuperò le chiavi, Sebastian ancora che sghignazzava al suo fianco.
- Avanti cretino, andiamo.
   
 
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