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Autore: Dreamers Group    09/01/2013    2 recensioni
[Anime/manga Inventati]
[Anime/manga Inventati]A un sogno ne segue sempre un altro.
E quando cadiamo in balia dei sogni,basta un volo, in questo mondo onirico, e i Dreamers sono a un passo da noi.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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DREAMERS di Andrea F e Andrea M (Dreamers Group)

Capitolo 1 – “Vorrei che i miei sogni, diventassero realtà”


«Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni.» Diceva Shakespeare. E, se per assurdo fosse il contrario? Se fosse la sostanza… ad essere fatta di sogni?
 
La sveglia suonava mentre una mano sbucava fuori dalle coperte per cercare di spegnerla
“Un altro faticoso giorno di lavoro, eh?” Pensava Ayumementre si copriva gli occhi a causa dei raggi di sole che filtravano dalla finestra della sua stanza.
Preparatosi in fretta e furia , dato che era  in ritardo come  al solito, prese la bici e partìspedito.
 
Il sole splendente e l’aria che profumava di salsedine, davano al ragazzo la giusta energia per andare in spiaggia, al chiosco, a servire i clienti con un sorriso. Stava percorrendo il suo tratto di strada preferito, dove gli alberi primeggiavano su tutto il resto ed il vento, attraversandoli, scompigliava i suoi capelli.
Ayume, decise che si voleva godere quel momento rigorosamente ad occhi chiusi, ovvero nella posizione in cui  passava la maggior parte della sua giornata.
Tuttavia non aveva previsto un ostacolo su quella strada solitamente deserta. Si alzò da terra dopo la caduta e si trovò davanti un viso bellissimo, capelli lunghi, di un castano chiaro, occhi blu come il cielo, come il mare; questo era ciò che riusciva a vedere della ragazza a terra, di fianco a lui.
Lei lo guardava e lui ,con quegli occhi verdi, la guardava. “Scu…” Driiin! Non fece in tempo a chiederle perdono che la sveglia l’aveva interrotto.
Ayu si alzò di sobbalzo mettendosi a sedere: “ Cosa?! Un sogno?! Un misero e vuoto sogno?!” - Urlò tirando un pugno al pavimento -“Io li odio… i sogni. Loro… loro mi illudono sempre!!! Come vorrei che i miei sogni diventassero realtà, una buona volta!”
 
E così la giornata cominciava di nuovo, sempre nello stesso modo. Ayume era ormai arrivato su quella strada, dove l’aveva incontrata e chiuse gli occhi, pensando: “Spero di colpire qualcosa e cadere dalla bici! Lo spero con tutto me stesso!!!”.
Era ormai quasi alla fine della strada e aveva quasi perso ogni speranza;  ormai non gli rimaneva che aprire gli occhi, ed era ciò che stava per fare quando: “Sto…volando?! Sto volando!!!” pensò, fino ad un attimo prima di sbattere la faccia sull’asfalto. Aprì gli occhi e…accanto a lui c’era… “Niente?! Ma…ma… dov’è la ragazza? Non c’è… Sono, sono un idiota! Sarò caduto su un sasso!” Disse Ayume cercando di consolarsi mentre si massaggiava la testa dolorante. 
Raccolse la sua bici, e non fece in tempo a salire che, “Sì! Sei solo un povero idiota!!! Allora mi avevi visto eh??? Cosa sei? Un investitore di ragazze? Non ti vergogni? Adesso chiamo la polizia! Ma guarda te, se l’unica che volta che vengo in vacanza in un bel posto come questo devo trovare della gente come questo tizio!!!”
Ayume si girò lentamente con gli occhi sbarrati. La voce veniva da dietro. C’era una ragazza distesa a terra, con una gamba un po’ malandata, sembrava essere stata colpita da qualcosa.
 “O da qualcuno su qualcosa, come un ragazzo su una bici, eh?” Pensò lui compiaciuto.
Non c’era dubbio, era lei,quella esile ragazza con occhi color del mare, grandi e blu, un viso dalla forma incantevole incorniciato da lunghi capelli castani che ricadevano dolcemente sulle sue spalle.
Si affrettò a soccorrerla e, con un accentuato, teatrale modo da gentiluomo le chiese :” Hey, ti sei fatta forse male?”
Cosa poteva rispondere una dolce ragazza se non “ Che?! Ma sei forse uscito di senno?! Mi hai investito e mi chiedi se mi sono fatta male? E poi chi ti conosce?” Disse scostando la mano del ragazzo.
Ayume non riuscì a trattenersi :“Senti un po’, bella, tu eri nel mio sogno! Mi sembra che sia violazione di proprietà, ma non vengo certo ad urlarti contro come fai tu eh!”
 
Un sogno, una strada, un giovane ragazzo dai capelli corvini un po’ arruffati con gli occhi smeraldo. Ora ricordava, nella sua mente i ricordi si fecero spazio con una violenza inaudita
 “No… non è possibile! Stammi distante tu!” e così dicendo la ragazza si alzò di fretta, spingendo Ayume, e corse via, zoppicando un po’.
 
 
Il ragazzo mentre si toglieva la polvere dai pantaloni, raccolse la sua bici pieno di allegria dato che aveva capito che poteva rincontrarla, in fondo era stata lei a dire che era lì in vacanza. 
Si mise in sella e a tutta velocità pedalò fino al chiosco del padre, sulla spiaggia, per cominciare l’ennesima giornata di lavoro.
Era il 25 Luglio 2013  e le vacanze estive erano cominciate da poco. Anche se Ayume pensava di spenderle dormendo, doveva aiutare il padre, ormai vedovo da 2 anni.
Non era molto entusiasmante per un ragazzo di 17 anni, ma era giusto farlonei confronti del padre, che si prendeva cura di lui nonostante la situazione non fosse delle migliori.
 
Tornato a casa dopo una giornata molto pesante a causa dell’afa e delle ondate di clienti accaldati che prendevano d’assalto il chiosco durante le ore più torride, decise di farsi una doccia fredda per chiarirsi le idee. Appena uscito dal bagno si legò un asciugamano intorno alla vita, prese una bottiglietta d’acqua dal frigo e uscì sul balcone per rilassarsi un attimo. Era una notte tranquilla, si sentiva il frinire dei grilli tra gli alberi, il rumore delle onde che si infrangevano sulla battigia e alcune voci lontane di persone che chiacchieravano. Quella sera suo padre tornava tardi a causa di una festa sulla spiaggia, ma Ayume non era dell’umore giusto per andare a divertirsi. Un vento caldo muoveva i suoi capelli ancora bagnati e Ayume socchiuse un attimo gli occhi pensando: ‘’Sarà meglio che rientri in casa prima di prendere freddo’’.
Dopo essersi vestito, si gettò sul suo futon e abbracciò il cuscino come fosse il suo unico, vero ed eterno amore.
Ci volle poco perché si addormentasse, nonostante nella sua testa vorticassero una moltitudine di pensieri.
 
Buio. Quando gli occhi si abituarono all’oscurità Ayume capì di trovarsi in un corridoio. Una sola porta shoji si scorgeva, socchiusa, e questa, dopo pochi istanti si aprì da sola, lentamente, rivelando alla vista uno splendido giardino. Un tiepido vento spingeva petali di fiori all’interno del corridoio; c’era anche lei: la ragazza che aveva incontrato quel giorno. I due si guardarono con gli occhi spalancati. 
 
“Assurdo! Sei ancora qui per torturarmi?” Disse lei con un espressione fortemente indignata.
“Cosa?! Sei tu che entri nei miei sogni! Sicuramente sei solo un frutto della mia immaginazione e nonostante ciò esisti. Bah, tutto questo non ha senso!” Ribadì lui portandosi le mani sulla testa.
“Tu non hai senso!” Sbraitò la ragazza.
 
Quando Ayume stava per controbattere si accorsero della presenza di un altro individuo che si era seduto  in mezzo al giardino, appoggiato ad un albero , che si era messo a fumare disegnando nel cielo giochi di fumo, che andavano verso la luna.
Gli sbuffi di fumo erano cosi pallidi, irregolari, soffiati da una bocca che sembrava ormai disinteressarsi di qualunque cosa fosse diversa dal dar loro forma.
S’intrecciavano e si disperdevano, perdendosi nello stesso buio che li rendeva visibili in quel mondo onirico, in una danza inquietante quasi quanto la figura misteriosa, surreale che sembrava divertirsi ad osservarli.
Cominciò a parlare con voce pacata : Ayume Ayumi, 17anni – e il ragazzo si mise sull’attenti- e Shizuka Momoi. Vi siete già conosciuti dunque, cosi possiamo saltare le presentazioni. 
In ogni caso, procediamo con calma, il tempo è l’unica cosa che non ci manca. Sedetevi pure qui con me’’ disse mentre li invitava ad accomodarsi con un gesto della mano.
 
Prima che l’uomo finisse di parlare, Ayume sedeva a gambe incrociate davanti a lui e lo guardava con uno sguardo truce.
- Non c’è bisogno di essere così turbati. Bevi un po’ di tè; sarà stata dura oggi al chiosco eh?- L’uomo misterioso alzò una mano e dei petali cominciarono a vorticare lasciando spazio a una piccola tazza – ‘’ prego si sieda anche lei, signorina, non vorrei sembrare scortese. Dunque, da dove possiamo cominciare? -
  
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