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Autore: Lue    10/01/2013    4 recensioni
"John Hamish Watson nasce in una notte di maggio. È completamente pelato e leggermente sovrappeso".
La vita di John Watson in drabble: l'infanzia, l'adolescenza, la guerra e poi, all'improvviso, Sherlock.
Quanta forza ci vuole per non arrendersi mai, nonostante tutto il dolore?
Quanto coraggio per ammettere, a se stesso più che agli altri, di essere innamorato del proprio migliore amico?
Quanto amore per andare a comprargli il tè, anche quando non si ha voglia di uscire? E non smettere mai di aspettarlo, nonostante tutto.
"Uno può anche evitare di ammettere a se stesso di essere innamorato. Basta non formulare mai il pensiero compiuto: io amo Sherlock Holmes. E un conto è lasciare che l’idea galleggi, tenuta a bada, nella tua testa, un conto è invece se la voce della verità è alta dieci centimetri più di te, non ha un cane e parla con l’accento del Sussex. Un conto è se si chiama Janette e uscite insieme da tre settimane. Se ha una sorella avvocato (o infermiera? Non riesci proprio a ricordarlo) e spende un sacco di soldi in scarpe. Se, la sera di Natale, ti dice chiaramente che sei innamorato di Sherlock Holmes".
Genere: Introspettivo, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Mycroft Holmes , Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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About John



Fiori

Il negozio di fiori in Baker Street è ancora aperto, anche se è sera e il sole sta calando. La signora Miller indossa ancora uno di quei cappellini rossi e, quando John e Harry entrano, li riconosce subito.
“I fratelli Watson, da quanto non vi vedevo insieme!”.
John ha il terrore che lei chieda come sta la loro madre, ma ci pensa Harry a evitare che succeda.
“Nostra madre è morta”, dice con voce piatta.
John rabbrividisce, la signora Miller sbianca.
“Io non … non sapevo … mi dispiace così tanto”, si ferma un istante “Cosa posso fare per voi?”.
“Girasoli”, mormora John, tenendo lo sguardo basso, “Vorremmo tanti girasoli”.
 

Quando?

Quand’è successo, tutto questo? Quand’è che John si è ritrovato solo, senza una madre, senza una sorella, senza piani per il futuro?
Quand’è che John è diventato grande, adulto?, lui che era sempre il più piccolo, il bambino che giocava a fare l‘astronauta e si perdeva nel profumo di bucato dei suoi maglioni colorati. Quando? John non ha potuto nemmeno scegliere, si è ritrovato solo, seduto al bordo del letto, con una terribile voglia di piangere incollata alle labbra. Ma non può fare niente. E allora rimane seduto, al buio, e si chiede quando, quando le cose si metteranno a posto.
 

Scelte

Non c’è un momento preciso in cui John decide che vuole entrare nell’esercito. Succede solo che, quando George va ad arruolarsi, John va insieme a lui. Hanno ventisei anni. Quando John trova il coraggio di dirlo a Harry non è troppo sicuro che lei abbia capito, o anche solo ascoltato, perché è troppo presa a cullarsi tra le braccia la bottiglia di brandy. John rabbrividisce e a un tratto si sente soffocare da quella casa impregnata d’alcol e di ricordi che fanno male. Corre fuori, scappa via nella notte fredda e per un momento si sente un’idiota, perché non sa dove andare. Poi, senza una ragione precisa, va da Rachel.

 
Come?

Rachel abita a dieci minuti a piedi da casa sua e John, correndo, non ce ne mette nemmeno cinque. Lei apre la porta, sorpresa di vederlo: dopotutto escono solo insieme, non sono fidanzati e onestamente neanche John sa bene quale motivo lo abbia spinto lì, ma Mike è in vacanza e George abita troppo lontano.
Quando Rachel vede John scoppia a ridere.
“Ma come ti sei vestito?”.
John guarda in giù: ha addosso il suo maglione arancio. Un misto di stanchezza e delusione gli scivola addosso, mentre si stringe nel suo adorato maglione. Volta le spalle a Rachel, e ricomincia a correre per le strade di Londra.
 

Stelle

John dorme in tenda con dieci soldati, due sono medici, come lui. Parlano nel sonno, quasi tutti. Mormorano nomi, contorni e profumi di amanti, madri, figli che li aspettano a casa. Lui si sente piccolo e solo: non ha nessuno di cui sentire la mancanza. Allora si alza ed esce dalla tenda, senza fare rumore.
Le notti scure di Kandahar sono stranamente silenziose. In cielo John vede tante stelle quante non ne ha mai potute vedere, tra le insegne luccicanti e i lampioni di Londra.
È rimasto il solito ragazzino romantico. Stanotte pensa a qualcuno per lui che, da qualche parte, stia guardando il cielo. È un bel pensiero.
 

Compagni di squadra

Il primo compagno che John perde si chiama Marcus e ha ventitré anni, il viso ancora segnato dall’acne. Hanno attaccato il suo camion mentre cercavano di raggiungere la base vicina, e lui, semplicemente, è morto.
John per un attimo pensa che sarebbe dovuto succedere a lui. Non perché quel tale Marcus fosse suo amico, no, è più perché John reputa la propria esistenza piuttosto inutile: nessuno gli ha mai fatto una festa a sorpresa, nessuno si è mai innamorato di lui, nessuno piangerebbe più di tanto la sua morte. L’unica cosa che gli spiace è che, morendo, chissà a chi andrebbero i suoi maglioni.




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eccomi qua :) è un po' un capitolo di passaggio, ma a volte ci vogliono!
alla prossima, un bacio!

   
 
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