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Autore: Cilyan    10/01/2013    3 recensioni
Tratto dal primo capitolo :
“Narciso” sbiascicò stretto tra i denti, quasi con quella stessa aria beffarda dell’amico poco prima.
“ Bambino “ la risposta non tardò ad arrivare e Niall, a quel punto si chiese come fosse riuscito soltanto a pensare la domanda “Zayn mi insegni a fumare?”
L’aveva detta diretta, è vero, ma Niall non era uno diretto, non in quel senso per lo meno.
Diceva tutto quello che pensava, si, ma in tempi diversi non avrebbe mai detto a niente e nessuno una cosa del genere.
Già in tempi diversi,quando nessuno dei suoi “fratelli” si faceva di qualche droga, quando nessuno aveva tatuaggi da camionista, quando nessuno beveva, quando nessuno si tagliava e quando nessuno soffriva.
Una volta, forse, non lo avrebbe mai fatto, ma non in quel momento, non quel giorno, né quelli seguenti, no.
Ziall, slash, se non vi piace non passate. Accenni Nouis e Narry .
Genere: Angst, Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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ATTENZIONE PLEASE!

Ringrazio infinitamente il mio amico Pierre per il banner meraviglioso! ^__________^
Passate da lui vero? *occhioni dolci*
NON contraddite fat oggi u.u
*forse ho imparato a mettere i collegamenti diretti, spero*


Capitolo 4- “Irresistable”
 

Don’t
Make me stay the night
Or ask if I’m alright
I don’t have the answer
 

 
Liam Payne era un ragazzo come tanti altri, un ragazzo di quelli che Louis avrebbe definito d’oro, fin troppo  “ a posto” per i suoi gusti,con la testa sulle spalle e buoni propositi per la testa, una volta forse, una volta.
Da quando la band si era ridotta anche Liam, il dolce Liam aveva preso una cattiva strada.
Con unaparte delle rendite ricavate dal primo disco si era comprato un casinò e da li era entrato in quel circolo tanto dispendioso quanto proficuo che tutti conoscono come la droga. 
Eh già Liam James Payne, proprio quel Payne era caduto in un circolo vizioso di vendite all’ingrosso e di enormi elargizioni di denaro per i suoi clienti. Payne, il dolce Payne, era diventato uno strozzino.
Ancora sveglio?” un sussurro, un sussurro da parte di quello che una volta era colui che gli faceva mille scherzetti e che in quel momento sembrava soltanto qualcuno pronto ad elemosinare l’ennesimo centesimo di birra: Louis William Tomlinson.
Mister Payne era ancora intento nel contare i soldi della giornata quando si era ritrovato alle spalle quel giovane ubriacone che Zayn aveva allegramente buttato fuori di casa sua dopo la doccia, perché “non ammetto prediche da uno che non sa nemmeno ricordare il proprio nome” aveva detto.
Si perché? Non lo sai che chi dorme non piglia pesci?” ridacchiò tra sé e sé.
Si, ma se non dormi la tua bellezza sfiorirà!“ e così dicendo cominciò a massaggiare le spalle del compagno “mmm...Payne non ti ricordavo così ...così...così...”
Così come?” fece il finto ingenuo l’altro.
“Così forte, bello, muscoloso e ...mmm...vigoroso “ la mano di Louis osò scendere in scendere in basso, troppo in basso fino a toccare la patta dei pantaloni dell’amico già rigonfia per l’eccessiva attrazione fisica che ormai da tempo – e non lo negava – provava per l’amico.
Sai Tomlinson io penso invece che tu abbia ingurgitato un po’ troppe birre in questi giorni, per cui smettila di strusciarti addosso a me come una gatta in calore e non ti asciughi invece che sei bagnato fradicio?” il naso di Tomlinson strusciò impercettibilmente sulla nuca dell’amico per poi fermarsi quasi nel movimento lento che vedeva il giovane Louis intento a muoversi su e giù con lingua e palato sulla pelle candida del collo del castano.
Mmm … basta Tom…” non fece a tempo a scostarsi irato che si ritrovò l’amico tra le braccia e in lacrime:
“Non mi ama. Lui … lui mi ha buttato via … lui non mi sopporta, non mi vuole più bene … eppure sembrava così dolce prima di … prima di buttarmi nella doccia ed io… io voglio... voglio bere … solo bere …” la disperazione ormai aveva preso il posto della ragione e Louis si era ritrovato a piangersi addosso quei mille cristalli di sale che la vita gli amava far produrre.E cadevano giù, giù, giù, infrangendosi tra i sogni sperduti di un giovane ragazzo di poco più di vent’anni, svanendo tra i ricami dorati della camicia dell’amico, il vecchio e fidato amico, forse anche lui insensibile come gli altri davanti alla miseria in cui tutti erano caduti per la mancanza di …
Lou …” non appena sentita quella voce, la voce di colui che lo aveva sempre amato prima di provare qualcosa anche per Zayn, prima che il suo mondo cascasse a pezzi e l’unica cosa che gli era rimasta era stata appoggiarsi al giovane pakistano: Harry Edward Styles.
Con gli occhi paurosi, vuoti, di chi ha visto per la prima volta il terrore, Harry fissava quello che una volta era il suo Lou negli occhi, cercando di soppesare ogni parola che gli sarebbe potuta uscire di bocca ed ogni singola lacrima che quella visione paradisiaca e devastata gli suggeriva.
Harry tentata, in vano, di auto convincerci che no, non era Louis quello tra le braccia di Liam e che no, non era lui la causa di tutto quel dolore su quel volto e parzialmente era vero.
“Lou …”ripeté di nuovo “ ero venuto per … “ ma si interruppe non appena la mano di Payne gli fece cenno di sedergli accanto.
Eri venuto per che cosa? Per vedermi piangere a dirotto perché prima tu, poi Zayn mi avete usato e buttato via al vento come se fossi polvere, eh? “ l’alcool che ancora gli scorreva nelle vene gli faceva dire cose che non avrebbe mai voluto dire e, di conseguenza, lo faceva inveire contro chi meno se lo meritava, contro chi se ne era andato pensando solo di fare il suo bene.
Ma … ma io…” non fece a tempo a dire nulla che le lacrime gli avevano cominciato a  solcare il viso e le grosse braccia di Payne già lo accoglievano, portando a far cozzare la spalla sinistra del riccio con quella destra del castano che, spaesati, si guardarono piangendo per poi allontanarsi di scatto l’uno dall’altro.
“Ma che...” Liam, rimasto in silenzio fino a quel momento, si mosse di scatto e li afferrò entrambi per i polsi cominciando ad inveirgli contro.
Uno non si può essere gentili con voi due che fate subito i ragazzini e due perché mai sei venuto Harry? Sono due mesi che non ti fai vedere, io ti tratto come sempre e tu ti allontani? Mi faccio schifo. Io e la miseria in cui sono caduto facciamo una pena immensa e voi, voi invece di essermi grato per il trattamento privilegiato che ancora vi riserbo vi comportate così? Un ubriacone “ indicò Louis “ed un depresso” sputando a terra, si perse a fissare Harry nelle iridi verde prato, finché questi non abbassò lo sguardo affranto.
La situazione rimase statica per un po’, finché Louis non decise di andarsene barcollando e sbattendo la porta e Payne, calmato il respiro affannoso e ,sbollita la rabbia, si avvicinò all’amico cingendogli i fianchi in un abbraccio che però non aveva nulla di caloroso.
Era anzi un abbraccio distaccato, fatto più per pena che per affetto, perché quei cinque ragazzi, ormai, dell’amore non sapevano nulla se non che fosse una reminescenza del loro passato, reminescenza cui però erano ancora attaccati.
E “Liam …” Harry, l’unico fidanzato dei cinque, l’unico che era riuscito a mantenere un rapporto con qualcuno, con quel ragazzo che nessuno aveva mai conosciuto tranne il suo nuovo partner Misha, si ritrovava ora ad inspirare il dolce profumo di Payne, preso dalla smania di provare un corpo nuovo, proprio come gli accadeva ogni singola sera.
Harry non riusciva a rimanere lontano dal sesso per più di ventiquattro ore. Era diventata una vera e propria ossessione per lui, una malattia, un qualcosa che lo faceva pentire di essere nato.
Harry che stai …” ma non fece a tempo a controbattere che la vena carnale di Harry aveva preso il sopravvento ed il povero Liam si era trovato spinto contro la parete del suo casinò, quella parete bianco panna che presto si sarebbe macchiata di ben altro colore.
Mmm … nulla … scusami” ma le mani del riccio erano già ricadute sull’eccitazione dell’amico, mentre le lacrime continuavano a bagnargli il viso e gli “scusa” a ricadere tra le orecchie del castano.
Scusami, scusami, scusami “ e i gemiti già riempivano la sala, mentre Harry si muoveva esperto, spogliando l’amico e cominciando a prepararlo per la penetrazione.
“scusami” e l’altro già giaceva inerme, gridando e ansimando il suo nome.
scusami “ e finalmente venne, sgranando gli occhi non appena Harry, tolti anche i suoi indumenti, lo penetrò con forza, prendendo a spingersi in quel corpo muscoloso, mentre con le mani continuava a dar piacere all’altro che, la guancia destra a schiacciarsi contro la parete, cercava di trattenere i gemiti e di non farsi prendere dalla situazione.
Ma quanto “Harry!” in un urlo strozzato, venne, non furono più necessarie scuse, perché il gioco era fatto, perché quelle mani continuavano a “frustarlo”, a toccarlo, a lambirgli ogni strato di pelle.
Vi fu però un solo e piccolo momento di impasse in cui tutto sembrava essere tornato calmo, anche i loro respiri, prima che Harry, preso da una nuova smania, si muovesse nuovamente, collaudando nuove e precise pose, mentre, i gemiti strozzati dai morsi sulla spalla dell’altro, e le immagini dei suoi errori a scorrergli davanti agli occhi, gli facevano capire quanto in realtà fosse inutile e patetica la sua esistenza.
Ed ennesimo “scusami”, ennesima spinta, ennesimo “non lo faccio a posta”, ennesima leccata sul collo, ennesima supplica, ennesimo bacio sull’attaccatura dei capelli, ennesimo sbaglio.
Harry Styles, il corpo a spingersi violentemente dentro l’altro, non capiva il perché dei suoi gesti, non capiva perché ogni notte finisse al letto con qualcuno, perché ogni mattina si ritrovasse ad inventare scuse col suo ragazzo, perché fosse così tanto malato e perché quello stupido psicologo che frequentava non lo aiutava per nulla.
Mille perché, uno dietro l’altro, si susseguivano veloci nei suoi pensieri insieme alle lacrime che, copiose, colavano giù per la parete insieme allo sperma di Liam, insieme alla speranza persa di Harry, insieme alla perdita di sé stessi.
Una volta che si è caduti in quel tunnel senza fine che chiamano malattia , si può più risalire? Desiderio irresistibile della mente umana, non è forse la perdita di noi stessi? Non è più facile perdersi piuttosto che uscire dal labirinto in cui si ci è introdotti?

 



Buona sera! Scusatemi mi serve un corso di grafica accelerato! Ho cercato di fare la layut decente per una volta e mi ritrovo a ligare col computer! Rendiamoci conto!
Detto questo, scusate se non aggiorno da mesi O.O
*potete anche uccidermi, ma sono un po' in crisi, quindi mi perdonate vero? *
Dunque volevo ringraziare  Bluelikethesea  che ha avuto la grossa pazienza di leggere il capitolo in anticipo ! ^_^ E' una ragazza fantastica, avrebbe solo bisogno di un po' di autostima in più ;)
Vorrei chiedere scusa ad Eli perchè non ho ancora postato e temo sia arrabbiata con me. Le faccio pubblicità ora e questo sicuro la farà arrabbiare... * si prosta in ginocchio* SunshineInTheMoonlight 

E poi vorrei ringraziare immensamente quella fantastica ragazza d_Alexid che è dolcissimissima! ^___________^

 

Buona notte e buona lettura!
Love You all 
fat **

p.s. ho modificato una piccola cosa nel capitolo prima perchè avevo scritto che fosse Louis ad aver rifiutato Harry, mentre qui ho scritto il contrario! Scusatemi!
  
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