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Autore: SimmyLu    30/07/2007    7 recensioni
Esiste veramente qualcosa di assolutamente imperfetto o completamente perfetto? Che differenza c'è in fondo fra il bianco e il nero?
Genere: Malinconico, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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... di Simmy-Lu ...


Capitolo Tredicesimo: IL GATTO


Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato,
[...]

[C. Baudelaire, “Il Gatto”, dalla raccolta “I Fiori del Male”]




Dora esitava nell'ufficio di Piton guardando malissimo la porta che conduceva al corridoio, come se le avesse fatto chissà quale torto. Si avvicinò ad essa, si ritrasse, fece un giro su se stessa, come una tigre in gabbia. Detestava farlo, ma non c'era altra scelta. Si avvicinò di nuovo, si fermò e sbuffò. Fece un passo indietro e finalmente si decise: con un salto ad occhi chiusi attraversò il confine della porta che delimitava anche il raggio d'azione concessole senza che l'incantesimo a protezione del castello avesse effetto.
Aprì un occhio, e poi l'altro; si guardò le mani. Erano normali. Si guardò il resto del corpo: era normale anche quello.
Imprecò e maledisse, tornando a grandi passi nello studio e ripetendo l'operazione una seconda volta, ma nemmeno allora qualcosa cambiò nel suo aspetto.
«Che seccatura!» ringhiò tornando nello studio una terza volta, «Ecco cosa succede quando perdi l'abitudine!» aggiunse frustrata, portandosi le mani alle tempie.
«Calma, Dora, calma...» si disse, «Prova a ricordarti come hai fatto l'ultima volta a far funzionare questo stupido incantesimo!»
Si spremette le meningi per un po' fino a quando fece ricadere le mani lungo i fianchi. Mosse un passo lentamente verso la porta, ad occhi chiusi, sperando che tutto andasse nel verso giusto: non poteva attraversare il castello con le sue normali sembianze, doveva ad ogni costo lasciare che la magia agisse su di lei, anche se non ne aveva il potere.
Finalmente il suo corpo si ricoprì si una luce verdognola, la solletico irritandola e scomparve con un sonoro -puff!- lasciando al suo posto una nuvola di fumo e una gatta nera.
L'animale inarcò la schiena soffiò e poi si sedette dedicandosi un momento al proprio pelo prima di avviarsi verso le scale.


* * *

Rabbia. Ecco cosa provava Severus Piton mentre percorreva a grandi falcate scale e corridoi. C'era qualcosa che non aveva notato, qualcosa che gli era sempre stato sotto al naso, ma a cui non aveva mai prestato attenzione.
Spalancò la porta senza darsi la pena di bussare ed entrò nell'ufficio di Alhena Inimeg.
«Tu!» sbraitò Piton, gli occhi ridotti a due fessure.
Alhena si trovava in piedi di fronte alla piccola libreria, reggeva un grosso volume fra le mani e pareva dovesse farlo cadere a terra da un momento all'altro.
«Pro... professor Piton...» balbettò sorpresa e spaventata.
La stanza era piccola e poco arredata, su un trespolo vicino alla scrivania stava Kirck, il gufo della professoressa, il quale, non appena Piton entrò nella stanza arruffò le piume con un acutissimo strillo e poi, come se nulla fosse, passò ad occuparsi della pulizia del proprio piumaggio.
Il professore di Pozioni lo ignorò: «Come lo sai?» chiese minaccioso, avvicinandosi di un passo alla donna.
Gli occhi spalancati e i capelli arruffati che contornavano il viso parlavano per lei: non aveva la più pallida idea di quale fosse l'argomento della violenta conversazione.
«Come fai a saperlo?!» ripeté Severus.
«Cos..?» biascicò lei, ma non riuscì a finire la frase perchè, incalzante e fuori di sé Piton continuò: «Come fai a sapere di mia madre?! Cosa è successo quando...»
Ma il professore non cocluse mai la domanda, con uno scoppio e qualche colpo di tosse, la stanza si riempì di fumo e una voce li interruppe: «Sei sempre il solito, Severus!»


Dora tossì, agitando la mano davanti a sé per disperdere il fumo.
«Magia.» disse quasi disgustata «Che seccatura!»
Alhena fece un passo indietro, facendo aderire la schiena alla libreria e stringendo fra le braccia il volume.
«Vai via...» sussurrò rivolta al vampiro.
«Muori, maledetta!» sibilò Dora acida mentre Kirck la fissava con i grossi occhi tondi.
«E cos'hai tu da guardare?!» ringhiò contro all'uccello che rizzò il collo come una gallina.
Piton sfoderò la bacchetta puntandola contro Dora: «Dimmi che cosa diavolo hai combinato, Dora!»
«Abbassa quell'affare, mi dai fastidio... Severus!» disse, aggiungendo il nome di Piton come nota canzonatoria; «Di cosa vogliamo parlare, eh?! Di come ti ho preso per i fondelli, magari!?» disse alzando il tono della voce.
«Farà bene a rispondere signorina Maden...» tutti i presenti si voltarono riconoscendo nella voce il Preside Silente, bacchetta alla mano, sulla soglia della stanza, «...o mi vedrò costretto ad intervenire personalmente.»
«No...» disse Dora sorridente, «...lei non farà nulla del genere. Perché presto avrà problemi ben più numerosi di me.»
Alhena cominciò a singhiozzare e Severus notò ancora una volta quell'espressione persa e stanca sul volto della donna.
«Signorina Inimeg...?»
Alhena si afflosciò scivolando a terra, come un involucro vuoto; Silente le fu subito accanto, sorreggendola. Le mise una mano sulla schiena e subito la rialzò guardandola: Piton notò con spavento che era ricoperta di sangue.
«Albus...» disse un'altra voce, chiamando il preside dalla porta: Minerva McGranitt stava sulla soglia, ma non era sola, la professoressa teneva per le spalle Harry Potter, gli occhi vuoti, apparentemente privo di conoscenza.
«Ridammela.» disse Harry con voce atona.
«Serve a me, la riavrai presto, non scocciarmi!» protestò Dora irritata avvicinandosi a passo indietro alla finestra.
«Minerva, Harry starà meglio fra non molto, non appena la signorina Maden avrà la benevolenza di restituirgli quello che gli ha sottratto.»
Piton avrebbe voluto replicare, dato che si sentiva l'unico nella stanza ad essere all'oscuro di quello che stava succedendo, ma si bloccò: senti improvvisamente freddo all'altezza del petto, così come quando avvertiva la presenza di Dora, ma questa sensazione era molto, molto più intensa.
Il vampiro raggiunse la finestra e la spalancò: il cielo era scuro, ma c'era qualcos'altro in esso, qualcosa di piccolo, distante, numeroso e pericoloso.
«Senza tanta fretta, Silente.» disse Dora, contemplando quello che pareva essere per lei uno spettacolo sublime.
«Folle!» strillò Severus ad occhi spalancati, «Cosa hai fatto per...?»
«Ho sterminato il consiglio.» rispose lei, lentamente, assaporado ogni parola con un sorriso beato sul volto.
Alhena mugolò e serrò i denti agitandosi, come se stesse lottando contro qualcosa di invisibile.
«Vogliono ucciderti...» disse Piton, comprendendo il senso di quella spiegazione.
«Nei suoi piani fin dall'inizio, scommetto.» intervenne Silente.
«Sì, stupido vecchio! Nei miei piani fin dall'inizio, sì!» disse come un serpente che sputa veleno.
«Potter... cosa c'entra Potter?» chiese Severus come se gli fosse venuto in mente solo in quel momento.
«Non troppo saggio da parte tua, Dora.» disse Silente, poi si rivolse alla professoressa di trasfigurazione: «Dobbiamo portarla subito in infermeria...» disse riferendosi ad Alhena.
«Saggio!?» sbraitò Dora, «Silente, lei forse non capisce la situazione: questa cosa è positiva per entrambi!»
Alhena lanciò un grido di dolore contorcendosi.
«Non resisterà ancora a lungo.» aggiunse Silente aiutando la McGrannit a sollevare la donna.
«Positiva?» chiese Minerva cercando di non far procedere nella stanza Harry che sembrava completamente privo di coscienza.
«Sì, vecchia bacucca! PO-SI-TI-VA! Ma perché dovete ripetere sempre tutto quello che dico?! Provate a ragionare: i vampiri non si uniranno mai a voi! Io li ho portati qui, voi mi date una mano... quale occasione migliore per togliervi di mezzo tutti questi vampiri?!»
«Hai sterminato il consiglio, ma allora... tu sei il loro...?» Severus stava ancora cercando conferme della teoria che pian piano stava elaborando.
«Ovvio, Severus, anche se userei il passato, dato che da questa sera non mi obbedisce più nessuno, credo di averli fatti arrabbiare un tantino...» sbuffò Dora.
«Da quanto progetti tutto questo?» chiese ancora Piton.
«Dal giorno in cui sono morta. Cerco vendetta da qual giorno! Proprio tu dovresti riuscire a capirmi... Perseo.» rispose gelida.
Silente intervenì: «Perché non ti unisci a noi, ne ricaveresti sicur...»
«A voi... unirmi...?» lo interruppe Dora come se il preside avesse appena detto la cosa più orribile che potesse sentire, poi, inaspettatamente, urlò come in preda ll'ira più devastante: «IO NON SONO LA SERVA DI NESSUNO!!»
Dora si voltò verso la libreria che stava vicino alla finestra, la afferrò e scaraventò a terra tutto quello che conteneva. I libri, non appena raggiunsero il pavimento, presero fuoco e si incenerirono all'istante.
Piton spalancò gli occhi tanto che credette che potessero uscirgli dalle orbite.
Dora, ansante, si arrampico sulla finestra dando a tutti le spalle, poi si girò, mostrando il profilo: bellissima e perfetta, al di sopra di tutte le cose mortali.
«Io non sono la serva di nessuno.» ripeté piano, come se volesse riferirlo solo a se stessa. Poi si lasciò cadere, precipitando; i suoi abiti fluttuarono nel vento della notte.



[...]
Il suo sguardo, profondo e freddo come il tuo, amabile bestia,
taglia e fende simile a un dardo, e dai piedi alla testa
un'aria sottile, un temibile profumo
ondeggiano intorno al suo corpo bruno.

[C. Baudelaire, “Il Gatto”, dalla raccolta “I Fiori del Male”]





Fine Tredicesimo capitolo.



N.d.A.: Manca poco ormai alla fine della storia, anche se ci sono ancora molti misteri. Chiedo scusa per il ritardo che riesco ad accumulare fra un capitolo e l'altro. E chiedo perdono anche per tutti i piccoli errori di battitura che posso esserci stati nei capitoli, per le ripetizioni e per alcune frasi davvero intricate che ho scritto in precedenza, spero che il capitolo vi piaccia.


# Harry Potter (C) J.K. Rowling


Risposte alle recensioni:

x SeventJ: ti ringrazio dei complimenti, mi piace scrivere i dialoghi! Ci ho messo un tempo indefinito, ma alla fine sono riuscita ad aggiornare!
x Sihaya10: beh, ti ringrazio, ma in effetti la motivazione, non è più molta... è passato molto tempo da quando ho cominciato! Mi piace scrivere, ma questa fic non è proprio venuta come avrei voluto. Me lo dici spesso che scrivo in modo cinematografico, forse dovrei scrivere sceneggiature per orribili film, invece che orribili fanfic! XDD Il paragone rocrdi-sabbia, mi è venuto sul momento, ogni tanto sbatto la testa, sai...Le tue recensioni sono sempre graditissime! Baci!^^
   
 
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