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Autore: MrMurkrow    11/01/2013    3 recensioni
"Il presente è imperfetto se è possibile cambiarlo."
Siamo al Capitolo 23: "La Massima Forma di Fiducia + ...???"
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Jack Of Spades'
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Questo capitolo è……..boh…….non lo so xD. Mi dispiace davvero tante per l’enorme tempo di attesa che avete dovuto sorbirvi prima di questo nuovo capitolo, ma lo studio viene prima (lo so, purtroppo è così). Comunque c’è davvero di tutto in questo capitolo, spero di non averlo reso troppo contorto, spero che vi piaccia :D. Ancora una volta grazie mille per tutte le recensioni, i complimenti i consigli e ci sentiamo a breve perché devo leggere e fare le recensioni in diverse storie che ho un po’ tralasciato (chiedo umilmente venia).
 
 
CAPITOLO 17: I DIMENTICATI
 
“È dimenticando i ricordi che le persone riescono a vivere. Ma vi sono cose che non si devono assolutamente dimenticare.”  -Evangelion
 
 
Danny Ross è morto.
 
Danny Ross era uno di noi. E come noi, combatteva, uccideva e commetteva ogni genere di atrocità. Però, era nostro amico. Abbiamo condiviso ferite, proiettili, imprecazioni, pensieri e le nostre storie con lui. E soprattutto, Danny Ross non abbandonava mai i suoi compagni. Quella volta su Krudar salvò la vita a me e a Bum Bum. Io e quel pazzo di un Salarian eravamo rimasti indietro per coprire la ritirata verso il mezzo al sergente e agli altri. Bum Bum fu ferito alla spalla e così cercammo riparo in un affossamento del terreno. I maledetti Krogan ci tenevano sotto scacco contando sul fattore numerico. Quel coglione di Bum farfugliava qualcosa sui suoi figli, io, più scemo di lui, gli davo corda dicendogli che non aveva figli e lui mi diceva di andare a cercare in cantina. Sono questi i momenti che odio di Bum, un momento farnetica di equazioni differenziali a tre condizioni determinate mentre tira granate sulla gente e l’altro spara scemenze casuali come un vero squilibrato. Ad ogni modo, stavamo per soccombere sotto il fuoco delle squadre Krogan, pensando che niente poteva andare peggio, quando arrivò uno Scavafossi. Gli Scavafossi sono degli enormi mezzi corazzati adibiti in principio allo scavo di tunnel per le miniere, ma poi, in periodi di guerra, convertiti a scava trincee e trasporto truppe. Quell’affare monta sul davanti ben quattro ruote dentate del diametro di 3,5 metri forgiate attraverso il ripiegamento di dozzine di migliaia di volte dell’acciaio e del Laurenzio, saldate e irrobustite nel calore a più di 1200 gradi centigradi. Qualunque cosa si trovi dinanzi al suo passaggio viene tritato e sminuzzato come un pulcino in un gigantesco frullatore. La società che li produceva, la Blend-Tec, li definì come il loro più grande successo in due campi lavorativi così differenti tra loro, ovviamente il modello militare era più corazzato e montava pertugi dove piazzare armi pesanti, cingoli più robusti che avrebbero retto anche a due raffiche del lanciagranate M-100 e vantava di una torretta blindata nella cima munita di due canne rotanti costruite dalla Kassa Fabrications appositamente per quel modello. “Stranamente” gli Scavafossi persero presto il ruolo di scava-trincee e furono usati come corazzati d’assalto spesso affiancati da supporto aereo e terreste, si rivelarono infatti eccellenti mezzi di sfondamento delle linee nemiche garantendo risultati sicuri e molto soddisfacenti di cui i migliori macellai sarebbero stati fieri. Come ogni macchinario però, aveva il suo punto debole. La base del mezzo non era rivestita di alcuna protezione, rendendolo così facilmente eliminabile da mine o altre trappole simili, celeberrimo ideatore della mina anti-Scavafossi, anche nota come “Ugly Betty”, fu l’ingegner Thomas J. Roman. La simpatica bastardella era munita di una piccola carica posta nel proprio centro che serviva a penetrare la debole corazza alla base dello Scavafossi così da aprirsi un varco al suo interno, a quel punto la mina saltava letteralmente dentro il cingolato ed, esplodendo a mezz’aria, rilasciava frammenti metallici che sbudellavano l’equipaggio del mezzo, a patto che l’esplosione non gli avesse già eliminati. Nel giro di qualche settimana era praticamente impossibile usare gli scavafossi come mezzi d’assalto, visti gli enormi campi minati che si formavano quando quei mezzi venivano avvistati. Un vero peccato che in quel momento ne io ne Bum avessimo quel tipo di mina. Così mentre ci preparavamo all’idea di diventare frattaglie, fummo sorpresi di vedere che il corazzato cambiò traiettoria per dirigersi verso i Krogan che, manco a dirlo, furono travolti e smembrati dal possente veicolo. Dopo la carneficina lo Scavafossi emise un sonoro e rabbioso sbuffo e si fermò, dalla cima del automezzo si aprì uno sportello e finalmente spuntò il nostro salvatore: Danny Ross.
“Avanti ragazzi, salite! Non ho tutto il giorno….e credo di aver parcheggiato nel posto degli Handicappati”, ci disse, ridendo come un matto, Danny,
Aprii il portello laterale e Danny mi aiutò a caricare Bum Bum adagiandolo su un lettino.
“Perché sei tornato a prenderci Danny?”, gli chiesi quasi in un rimprovero, “Potevi crepare. Non potevi aspettare di passare con la navetta del sergente?”
Entrambi sapevamo bene che, se avessimo aspettato l’arrivo della navetta, saremmo sicuramente morti, così Danny non spese parole vuote al riguardo, ma mi gettò uno sguardo fugace con la coda dell’occhio e mi disse:
“Siamo Sacrificabili Jack”, la voce dura e velatamente malinconica, “A chi importa se viviamo o muoriamo? Io ho qualcuno e voi?”
Consapevole, risposi, “A nessuno”
“Già”, continua lui, poi si gira e mi elargisce un largo sorriso, “E’ per questo che sono tornato”
Come colpito da quelle parole, lo lasciai guidare e mi volsi a Bum Bum che si teneva la spalla dolorante.
“Coraggio Bum Bum! Presto potrai rivedere i tuoi pargoletti”
Il Salarian non rispose, si limitò ad abbozzare un sorriso, mentre la faccia gli si contorceva in una fitta di dolore, feci un cenno con la testa e poi mi voltai per fissare la distesa polverosa che attraversammo per raggiungere il cargo di Dillon. Quella volta tornammo tutti a casa…..ma oggi non è così.
 
Cast a cold eye
On life, on death
Horseman, pass by!
 
Ce ne stiamo immobili davanti alla tomba. Una tomba spoglia, fatta di terra e rocce poiché non avevamo altro posto dove seppellirlo. Non è una tomba onorevole. Non è la tomba che Danny si merita. Si meritava un funerale da vero soldato, con bandiere, inno nazionale, la banda e spari a salve. Meritava di vedere sua moglie un’ultima volta prima di morire…..così non è stato. Lui era con noi solo per i soldi, non per un egoistico desiderio personale, ma per dare una vita dignitosa alla sua consorte ed a un suo futuro figlio. Siamo tutti uomini più bravi a sparare che a parlare, così tutti tacciono. Le teste basse, gli sguardi cupi, cuori di ghiaccio che non riescono più ad esternare i propri sentimenti. Il cielo è scuro sopra di noi. Gigantesche nuvole nere cariche di pioggia gorgogliano sopra di noi, come se aspettassero che noi ce ne andiamo per scaricare la pioggia su quel vacuo e tetro momento di raccoglimento. Il vento soffia a brevi e lievi raffiche muovendo la vegetazione e alzando la polvere attorno a noi. Siamo immobili, nessuno se ne vuole andare, tutti vorremmo dire qualcosa per Danny…..ma non abbiamo la forza. Siamo militari, uomini duri, abituati alla morte, a vedere scomparire amici e compagni sotto il fuoco nemico, quando non c’è tempo per i funerali e ci riduciamo a prendere una targhetta col nome di chi abbiamo perso. Uno stormo di corvi si alza in volo. Li vedo gracchiare furiosi, come se il nostro rumoroso silenzio avesse rotto la loro pace quotidiana. Corvi. Per un solo istante quelle bestie nere richiamano alla mia memoria altri vecchi e tristi ricordi del passato, non così lontano da essere dimenticato, così che possa bruciare attraverso il simbolo della mia vita passata. Corvi. Ritorno sulle rocce che custodiscono il corpo del mio amico. Fredde rocce squadrate, bianche e grigie, sporche di terriccio. Una croce sta a fatica in piedi, incastrata in quell’ammasso di tristezza e dolore. Non so se Danny era credente, ma per alcuni di noi quella croce è priva di significato. Richiama un Dio lontano, al di fuori dell’Universo ed al di fuori della nostra comprensione. Un Dio che si è fatto uomo e che si è sacrificato per noi. Alcuni dicono che Dio è lontano dalle sofferenze umane, ma io credo che, se egli si è fatto Uomo più di duemila anni fa, abbia sofferto come noi ora. Nella Bibbia, uno scritto religioso umano, si dice che il Figlio di Dio si è sacrificato per gli uomini, per loro che lo hanno denigrato, insultato ed ucciso, è stato crocifisso e credo che qualunque padre, celeste o meno, non possa che soffrire per la perdita del proprio unico figlio. -Dio pianse quel giorno-, mi diceva Jen, -Ha pianto perché ha visto suo figlio morire e supplicarlo in punto di morte….e tutto questo per la razza umana-. Ognuno di noi, nelle proprie culture, ha i propri dei, che si chiamino Dio, Antenati, Spiriti, Antiche Macchine, Cerchio della vita o il Vuoto, ma tra noi pochi credono davvero. Forse Razor crede, ma su Bullbog e Bum Bum non ci metterei la mano sul fuoco per niente al mondo, Krogan e Salarian non sono famosi per la loro indole religiosa e, visti i soggetti, non credo che loro siano l’eccezione che conferma la regola. Il Colonnello Angelo è davanti alla tomba, serioso, lo sguardo d’acciaio come sempre, ma non ha il basco in testa, non ha con se alcuna arma. Stringe tra le sue stanche mani le piastrine dell’ex-Sacrificabile, cupo alza lo sguardo verso di noi, il petto gonfio d’ira e gli occhi incandescenti, ma dura un attimo, alza le piastrine in modo da farcele vedere: solidi pezzi di metallo trapassate da due proiettili. Sembra che urlino di dolore, ma in realtà ci ricordano qual che siamo: soldati allo sbaraglio, dediti alle missioni più pericolose che ci vengono affidate solo per fingere di avere ancora un’identità, solo per fingere ancora un istante di essere vivi. Il Colonnello prende fiato e comincia:
“Denny Ross era un bravo soldato……Uno dei migliori giovani promesse ai gradi di ufficiale che io abbia mai incontrato. Aveva commesso degli errori……ed era qui per cercare di espiare in qualche modo le sue colpe”
Lo ascoltavamo attenti ad ogni sua parola, come per analizzare e abbeverarci di ogni singola frase con cui quell’uomo dinanzi a noi tentava di ricordare un nostro amico. Il vento soffiò ancora ed un tuono risuonò nell’aria, presto i cumulonembi avrebbero fatto ciò per cui la natura li ha formati.
“Sapete tutti che, tre settimane fa, Danny si è sposato. Sono stato felice per lui, in un modo che non ricordavo di poter esprimere o solo pensare nella mia testa. Mi diceva che voleva accumulare più soldi possibili per la sua famiglia e poi se ne sarebbe andato. Non lo volevo fermare, meritava tutta la felicità di questo mondo”
Una goccia cade sulla tomba e rimbalza schizzando con microscopiche parti di se le altre rocce circostanti. Il suono del suo schianto con la pietra risuonò come un terremoto nelle mie orecchie. Dolce e terribile suono, come trombe che annunciano la Cavalcata delle Valkyrie. Il cielo è quasi pronto a far sentire il suo lamento.
Angelo rivolge un’occhiata di rabbia e disprezzo verso di noi, “Perché, tra tutti noi, se ne vanno sempre coloro che hanno di più da perdere e coloro che invece non meritano di stare qui a calpestare il suolo rimangono vivi…….Mi chiedo quale sia il messaggio……Deve essere la nostra maledizione…….vedere morire i propri compagni e non poter fare nulla per salvarli e rimanere su questa terra per morire infine……soli”
Toccò la tomba e si fece un rapido gesto della croce, poi andò verso il cargo, seguito poi lentamente dagli altri. Io non andai subito. Mi avvicinai alla tomba, mi misi su un ginocchio e poggiai una mano sulla pietra. Le gocce iniziavano a tamburellare tutto intorno a me, emettevano un suono come di tamburi da guerra. Al loro arrivo i pilastri del pianeta tremavano e gli animali, intimoriti, speravano nella pietà del cielo…..ma non io. Rimanevo fermo, mentre le gocce scendevano su di me, mentre percorrevano la corazza e scendevano, come facendo una gara tra loro, lungo la canna del mio Intervention. Lei era lì. Cupa e nera, con quel suo mantello nero che tutta l’avvolge. Mi guarda con occhi vuoti e tetri. Mi scruta, quasi a voler cercare paura o incertezza difronte alla sua imponente e spaventosa figura. La Morte stava a fissarmi accanto alla tomba. La falce, con cui ha portato via la vita a infinite unità di esseri viventi nell’Universo, sembra anch’essa fissarmi con oscuro desiderio, riflessi argentati si proiettano da essa evocando fantasmi di ere passate che vogliono tornare a calcare il suolo di quello che un tempo era il loro mondo. La Morte mi desidera e sento il suo desiderio penetrarmi le ossa e gelarmi il sangue nelle vene….ma oggi la morte non è qui per me…..era qui per Danny ed ha avuto ciò per cui era venuta…..il Tristo Mietitore fa per andarsene, impassibile dinanzi al dolore ed alla sofferenza che gli sta attorno. La chiamo cercando di gridare, tuttavia le mie parole non prendono forma eppure lei si volta ed appare quasi come interrotta da un moscerino fastidioso.
-Morte, oggi hai avuto il tuo pegno……ma non andare prima che io ti chieda una cosa-, è ciò che dissi nella mia testa sperando che il mio tentativo di dialogo non fosse muto.
Ella si volta incuriosita e cerca di carpire le mie intenzioni, la falce pronta a ricordare la sua autorità.
-Ti rivolgo un umile richiesta…..che io possa vendicare il mio amico-
Silente ed oscura, la glaciale signora non muove un passo. Studia le mie parole silenziose con spietata attenzione. Scruta ogni centimetro della mia anima, mentre io continuo ad attendere una risposta.
-Se mi farai questo dono, ti porterò le anime di coloro che l’hanno ucciso…..e quale miglior premio che delle anime strappate alla vita dalla vendetta?-
Un ombra nera si posa su tutto ciò che sta attorno a me. Il vento e la pioggia cessano. Il Cupo sogghigna malefico e con gesto deciso conficca la falce nel terreno. Un tremito attraversa la terra, sembra che il suolo si debba sgretolare sotto la solennità e la sicurezza di quel gesto, aprendo un varco per l’Inferno, ma nulla accade, se non che una pallida luce illumini l’affilata lama. Si volta e sale sul suo enorme e possente cavallo verdastro. Il Cavaliere osserva un’ultima volta il suo servo. Il volto pallido è scavato dalla sicurezza che presto avrà il suo tributo e così si muove lentamente in groppa al suo destriero per poi sparire nelle fugaci ombre. Mi avvicino all’arma che il Mietitore mi ha lasciato ed ammiro la sua forma. Potente e letale arma che non ha risparmiato ne i più deboli ne i più forti. Smetto di esitare ed afferro la falce.
Apro gli occhi.
Non c’è nessuno attorno a me. Piove a dirotto, fulmini e lampi si susseguono furibondi e rapidi nel cielo. Ogni bestia ed ogni uomo è al riparo tranne me. Non vi è falce tra le mie mani, ma il desiderio di vendetta è ancora li. Allucinazioni o semplice fantasia? Non importava. Alzo lo sguardo su un albero poco distante dalla tomba del mio amico…..e allora lo vedo. Il Corvo. Mi osserva quasi con aria di supplica. –Torna al Nido- mi dice –Torna a casa-. Ma io non ho più una casa al Nido. Il Corvo sembra leggere nei miei pensieri e così si alza in volo malinconico gracchiando più forte dei fulmini, affinchè io senta il suo grido di rabbia e dolore: -Nevermore! Nevermore! Nevermore! (Mai più! Mai più! Mai più!)- Vola via sotto la pioggia battente e mi lascia solo. Serro le mani in un pugno e mi dirigo a passo svelto al cargo.
 
Danny Ross è morto. E noi andiamo a vendicarlo.
 
 
 
“I corvi cominciano a cantare, in quel luogo fatto di menzogne e segreti, che tiene l’umanità all’oscuro della sua vera esistenza, rendendola sempre più povera per arricchire colui che si fa seguire da milioni di illusi, che continuano a credere ad una verità che non arriva mai, i corvi cantano, e faranno indebolire ciò che ci rende schiavi e deboli, facendoci aprire gli occhi davanti alla realtà.” –Ejay Ivan Lac
 
Circa 12 ore prima……
Posizione: Nebulosa di Athena. Sistema Parnitha
Pianeta: Thessia
Località: Arcipelago della “Grande Madre”. Sito archeologico Prothean della dottoressa Neria Cantus.
Obbiettivo: Sottrarre manufatto nell’accampamento centrale. Su richiesta del cliente, evitare spargimenti di sangue con i Commando Asari sul luogo.
Infiltrati: Picche e Bum.
 
Thessia. –Gioiello della Corona Galattica-, -Apice della Democrazia- e –Cuore pulsante dell’amore Galattico-. Bisogna dire che i soprannomi le Asari li sanno scegliere, anche se esagerano talvolta. Thessia è un bellissimo pianeta, nulla da dire al riguardo, ma i dissidi politici, i dislivelli sociali e l’odio razziale sono presenti qui come in tutto il resto della Galassia. La società Asari pare, e deve apparire, perfetta agli occhi della Galassia e, soprattutto, del Consiglio della Cittadella. Tutti esaltano il popolo blu come un punto cardine della società intergalattica, sono qualcuno a cui fare appello in caso di bisogno e ferree sostenitrici della pace tra le specie….. come direbbe un noto comico: -Ma mi faccia il piacere!-. Mi sono bastate due ore nella capitale del pianeta per capire che, sotto il manto di purezza e perfezione, la società Asari ha gli stessi problemi di qualunque altra popolazione Galattica. Certo, bisogna avere occhio attento per cogliere i segnali, ad esempio i poveri ed i mendicanti vengono trovati, rastrellati dalla polizia e portati in centri, lontani e nascosti alla popolazione, in cui vengono stipati come fossero animali. Le autorità dicono che è per dargli un tetto e un letto, un posto da chiamare casa, ma la verità è che si vergognano di loro. Gli fissano orari per uscire e rientrare, se arrivi in ritardo ti pestano a sangue e ti buttano in gattabuia, ma lo farebbero lo stesso se, ad un mese dall’internamento, non hai trovato un lavoro. Ditemi se questa può definirsi democrazia. Spocchiose ed altezzose bastarde. Se chiedi di criminalità ad un abitante della città, ti dirà che non ricorda nemmeno l’ultima notizia di un tentato furto…..questo perché le autorità Asari insabbiano tutto alla velocità della luce. I criminali vengono arrestati, interrogati e processati in meno di quattro ore e solitamente il verdetto è il carcere duro a vita. Non gli viene data neanche l’opportunità di avere un avvocato, per quanto detesti i ladri e gli assassini devo dire che esistono delle regole base che dovrebbero essere riconosciute ad un imputato e, tra queste, figura sicuramente un avvocato, almeno d’ufficio. Senza parlare dello schiavismo, già su Illium era sviluppato, ma qui è davvero esagerato. Quando io e Bum siamo andati a recuperare l’attrezzatura per la missione, ci si è affiancata un Asari che chiese al mio compagno la cifra per acquistarmi…..eravamo in un vicolo non sorvegliato e, poteri biotici o no, niente mi impedì di spezzare un braccio alla stronza. Bum si fece delle grasse risate dicendomi che comunque non avrebbe ricavato molto dalla mia vendita…..ci mancò poco che non rompessi un braccio anche a lui.
Mentre eravamo in volo verso il campo archeologico, potei godere della magnifica vista offerta dal paesaggio di Thessia. Almeno su quello le Asari avevano ragione, la flora e la fauna del pianeta erano davvero incredibilmente varie e spettacolari, persino il mare, la cui composizione di eezo era superiore al 45 %, era popolato di forme di vita dalle dimensioni e sembianze più strane che avessi mai visto. Mentre i riflessi del sole del sistema si infrangevano sul muro d’acqua, enormi esseri simili a balene terrestri saltarono fuori dall’acqua compiendo balzi sorprendenti. In generale tutte le forme di vita del pianeta si erano evolute in connessione con l’eezo, ciò che sorprendeva e che, oltre alle Asari, perfino alcuni animali potevano utilizzare poteri biotici, benché in misura minore rispetto alla specie dominante del pianeta, anche un felino avrebbe avuto l’occasione di sprigionare onde biotiche, il che rendeva letali, o comunque pericolosi, la maggior parte di esseri nativi del pianeta. Così tante forme differenti si trovano anche nelle piante che, in anni di studi approfonditi, si era scoperto avessero una sorta di coscienza limitata e che potessero comunicare tra loro mediante alcune radici. Non avevano ovviamente un vero e proprio cervello, ma era comunque una cosa sorprendente.
Per certi aspetti Thessia mi ricordava la Terra. Molti dei dati astronomici dei due pianeti combaciavano, pensiamo alla distanza orbitale (0,94 AU per Thessia e 1 AU per la Terra), al periodo orbitale (365 giorni per la Terra e circa 354 per Thessia), al raggio (6378 km per la Terra e 5940 per Thessia), alle ore del giorno (23,9 per la Terra e 27,6 per Thessia), alla pressione atmosferica ( 1 atm per la Terra e 0,96 atm per Thessia), temperature superficiali che si aggirano tra i 25 e i 23 gradi Celsious, la gravità sulla superficie di circa 1.0 g sulla Terra e poco più alta su Thessia (1.1 g) ed infine la massa, cui Thessia è di poco inferiore (o.947 masse terrestri). L’unica cosa che rende la Terra diversa da Thessia, sempre rimanendo a livello astronomico, è la presenza della Luna, il che è tutto dire. Thessia non ha satelliti ed ho sentito molte Asari, ma anche altri individui d’altre specie, invidiose della compagna della Terra. Della Luna si sono dette, narrate e scritte talmente tante cose che molti rifiutano di vederci semplicemente una palla di roccia che orbita attorno al Pianeta Azzurro, c’è chi dice che quando la Luna è in fase di Opposizione, o Plenilunio se preferite, alcune persone si trasformino in lupi, altri ipotizzarono che la Luna fosse fatta di formaggio, altri dicono che porti sfortuna fotografarla quando è in fase di Plenilunio. La cosa migliore della Luna è, però, ammirarla con la propria compagna, una leggenda nordica afferma che due amanti che si scambiano parole di amore eterno alla luce della Luna Piena saranno per sempre uniti…..un peccato che spesso queste leggende abbiano torto…..altrimenti Jen sarebbe ancora qui con me.
Il pilota della navetta mi riporta alla realtà, un sobbalzo dei motori di stazionamento mi dice che stiamo atterrando. Bum e io ci scambiamo un occhiata complice e scendiamo dal mezzo. Il sole era già alto nel cielo e ci mostrava per bene l’estensione del campo di scavi Prothean. Circa cinque chilometri di terra venivano costantemente ed incessantemente smossi, ripuliti e detonati per riportare alla luce nuovi reperti su quell’antica civiltà di cui ancora sappiamo ben poco. Una Asari seguita a ruota dalle sue due assistenti ci venne incontro per presentarsi.
“Il dottor Kreel presumo”, disse in modo affabile e solare,
“Precisamente. E lei deve essere la dottoressa Neria. Giusto?”
Ancora una volta mi dovetti sorprendere di Bum Bum, in quel momento si atteggiava esattamente come un vero dottore, qual’era stato tempo addietro, e non pareva assolutamente mostrare i tic o l’eccentricità tipica a cui ci aveva abituato in altri ambienti. Matto o no, quel Salarian era un vero dottore e quando eravamo seduti a studiare i due da infiltrare nell’accampamento sapevamo perfettamente che Bum era quello giusto. Volle, tra l’altro, a tutti i costi ampliare le sue vedute in campo archeologico e, in meno di quattro giorni, sapeva a memoria più di dodici trattati sui Prothean e sull’archeologia in generale. A vederlo studiare tutti quei volumi pareva di vedere un lupo spolpare una carcassa, analizzava e memorizzava ogni minuscola lettera di quei dati e, a volte, si concedeva pure il lusso di riformulare alcune ipotesi di studiosi esprimendo le proprie e, ritenendole inconfutabili, le inviava ai suddetti affinchè correggessero quello che secondo lui erano obrobri e scempiaggini.
“Lui invece è Brandr. Mio assistente. Tecnico. Informatico. Ingegnere…ma no schiavo”, concluse in un largo sorriso.
La dottoressa capì cosa intendesse Bum e non pose domande al riguardo. Si girò e, sorridente, mi strinse la mano.
“E’ un piacere avere lei anche qui…..Spero non avrà altri disagi”, affermò sinceramente l’Asari,
“Si immagini dottoressa….abitudine”
Mentre ci dirigevamo al centro di controllo dell’accampamento, la dottoressa fece qualche domanda di rito a Bum, tipo dove aveva studiato, i suoi più recenti lavori sul campo, argomento di interesse principale nel loro campo, opinione riguardo ad alcuni scritti di altri colleghi archeologi, robe così. Sicuramente tentava di sondare l’esperienza del nuovo arrivato e sicuramente sarà rimasta più che colpita dalle conoscenze del nostro Salarian. Tutto si poteva dire di Bum, ma quando lavorava, e specialmente quando si trattava di scienza, lui non sfigurava mai, si sarebbe ucciso piuttosto. Osservai con attenzione i dintorni dell’accampamento mentre camminavamo: oltre agli operai, i tecnici, gli ingegneri e altri studiosi, la cosa che si notava maggiormente era la massiccia presenza di commando Asari in tutto il campo. Pattuglie a piedi, in mezzi di terra e aria si spostavano continuamente su tutto il campo, sempre armate e guardinghe. Varie sentinelle erano anche piazzate in punti strategici per avvisare i le varie squadriglie in caso ci fossero movimenti al di là del loro campo visivo. Certamente ingaggiare uno scontro a fuoco contro quell’esercito in miniatura avrebbe certamente portato alla morte. Le assistenti della dottoressa rivolsero anche a me qualche domanda: competenze, domande di carattere tecnico, attrezzatura che portavo con me, domande anche riguardo a Bum e poi alcune cose riguardanti il più e il meno. Approfittai dell’occasione per rivolgere anche io qualche domanda, le assistenti parlarono tranquillamente riguardo alle misure di sicurezza, il lavoro che si svolgeva nel campo e si lasciarono anche andare ad alcuni pettegolezzi su alcuni individui del campo.
Arrivati a destinazione la dottoressa Cantus ci parlò della situazione. Avevano ritrovato un grosso ed importante manufatto Prothean, una sonda pare, e volevano riuscire ad attivarla per scoprire se vi erano stipati all’interno dati preziosi, ma, vista la mole di sicurezza, qualcosa doveva pur esserci e di importante pure. Normalmente alle Asari non piace avere individui di altre specie che gironzolano nei loro siti segreti e la prova era che, oltre a noi, vi era solo qualche operaio di bassa lega estraneo alla razza Asari.
“Chiariamo solo una cosa”, affermò seria Neria Cantus, “Questo è un sito segreto, qualunque cosa scopriremo rimane qui a Thessia. Nessun dato vi verrà lasciato e dovrete giurare di non rivelare niente a nessuno”
La faccia di Bum si contorse in un movimento di rabbia, “Dovrebbe aver letto i fascicoli sul mio conto. Segretezza. Professionalità. Correttezza. Io sono qui per la scienza!”, affermò il Salarian, il quale probabilmente si era offeso sul serio,
“Si rilassi dottore. Ho letto i vostri dossier……ma, come ben sa, siete qui solo come aiuto, nient’altro. Non interferite e non vi muoverete se non interpellati. La Matriarca avrà anche voluto il vostro consiglio perché siete suo vecchio amico……ma io non sono vostra amica. State al vostro posto e avrete tutta la scienza che vorrete dottore”, si voltò rapida verso di me e mi squadrò, “lo stesso vale per lei”,
“Come ha detto lei siamo qui per aiutare”, dissi tranquillamente, “E finchè il dottore mi paga farò il mio lavoro. Nient’altro”
Neria fece un segno d’assenso e ci invitò a seguirla verso la grande struttura situata a poco più di trecento metri dall’accampamento, “Circa un mese fa abbiamo riportato alla luce una grande sonda Prothean insieme ad un muro pieno di iscrizioni. Ci lavoriamo giorno e notte, ma non siamo ancora riusciti ad attivare la sonda ne a capire qualcosa di quelle iscrizioni. Voi siete qui per ovviare questi problemi”
Spostò una tenda posta prima del corridoio che ci avrebbe portato alla sonda, esibimmo tutti il pass alla porta elettronica lasciando sull’uscio due guardie armate e entrammo ad ammirare il reperto.
Era gigantesca. Sarà stata alta tra i 6 e i 7 metri. Una figura imponente e grigia, ma allo stesso tempo snella e illuminata da una sorta di aura verdastra. Non c’erano dubbi, era una sonda Prothean. Non facemmo in tempo a riprenderci da tale spettacolo che la dottoressa Neria ci incalzò.
“Siete qui per rimanere a guardare o lavorare? Dottore le affido i geroglifici e a lei”, disse rivolgendosi a me, “Lascio il compito di configurare la sonda con la nostra apparecchiatura. Ci sarà sempre qualcuno con voi ad aiutarvi, chiedete se avrete bisogno”
Un altro modo per dirci che non ci avrebbero perso di vista neanche per un istante. Io e Bum ci mettemmo subito al lavoro e continuammo a farlo fino a tarda serata. Verso le 21:34 molti se n’erano ormai andati, ma noi continuavamo a lavorare ed allora la dottoressa ci richiamò:
“Smettete di lavorare. Ormai è notte, riprenderete domani quando sarete riposati”
Bum non spostò lo sguardo dai geroglifici e rispose, noncurante delle parole appena proferita dalla Cantus, “Salarian possono continuare a lavorare efficientemente dopo solo un ‘ora di riposo. Io mi sono fermato poco fa. Non ho bisogno di riposare. Ma lei si dottoressa. Ci tiene d’occhio da quando siamo arrivati e così oggi non ha ricavato nulla di utile”
La dottoressa si avvicinò fino a essere a un solo metro da Bum, “Meglio così, per me. Vada a dormire dottore o la farò scortare dai commando”, disse minacciosa.
Bum si girò verso di lei e sorridente affermò: “Sa bene che sono un ex delle STG dottoressa. Evitiamo incidenti intergalattici di questo tipo per favore. Io starò qui a lavorare. Sue guardie saranno li a controllarmi”
“A controllarVi”, sentenziò l’Asari,
Bum cercò di soffocare una risata, “Troppo ansiosa. Mio assistente già andato mentre noi parliamo”,
La Cantus si girò di scatto ed, effettivamente, io non c’ero. Un poco incerta si rivolse nuovamente al Salarian, “Dottore…..I commando rimarranno sulla porta tutta la notte e faranno il loro dovere se necessario”, tuonò minacciosa,
“Di che ha paura? Non sono qui per rubarle la scoperta. Sono qui per fare un favore ad una vecchia amica. Non avrà problemi da me Neria. Gliel’assicuro. Inoltre troppa sicurezza. Sarebbe impossibile portare via qualcosa”
La dottoressa stanca ed affaticata dalla lunga giornata se ne andò a riposare, ma, per sicurezza sigillò la porta di ingresso.
“Come se non potessi disattivare il blocco”, affermai rivolto a Bum, mentre spegnevo il programma di mimetizzazione e ricomparivo agli occhi del mio compagno.
“La dottoressa è preoccupata. Forse lecito. La riservatezza delle Asari è nota in ambito scientifico”
“Avevi già avuto accoglienze del genere da parte delle Asari?”, chiesi incuriosito,
“Certamente. Però Neria davvero irritata della nostra presenza”, poi si voltò verso una telecamera posta poco più in alto della sonda, “Hai hackerato le telecamere?”
“Per chi mi hai preso? Già fatto tutto, abbiamo campo libero fino a domattina”
“Eccellente. Contatto Colonnello Angelo”
Premette sul suo auricolare e subito la voce si fece sentire anche attraverso il mio dispositivo.
“Alla buon ora ragazzi. Qua stavamo per morire di noia. Che avete scoperto?”
“Manufatto Prothean richiestoci è una sonda. Imponente. Dovremo agire con cautela per non farci individuare”, disse Bum,
“Tranquillo Doc. La vecchia BoneBreaker ha sollevato pesi peggiori e poi abbiamo un Krogan che potrebbe spostare una montagna qua dietro. Vero Bull?”, si sentì un grugnito poco lusinghiero in sottofondo, “Iniziamo l’avvicinamento, così facciamo quello che dobbiamo e ce ne andiamo. Razor scenderà per ripulire un po’ le vicinanze, in questo modo non avremo curiosoni a mandarci a monte l’operazione”
Tempo un quarto d’ora e qualcuno bussò alla porta del laboratorio. Sbloccai la porta e Razor entrò trascinando un paio di Commando Asari svenute.
“Tranquilli non le ho uccise”, sentenziò, “Le ho solo messe a nanna per un po’. Lo so che il cliente ha detto niente morti”
In quel momento la BoneBreaker fu esattamente sopra di noi. Il portellone retrostante si aprì e ne uscì fuori Bullbog, il quale ci urlò contro: “Aggrappatevi alla sonda, imbecilli, così facciamo prima!”
Dopo che avemmo fatto ciò che ci aveva detto, Bull si concentrò ed un intensa aura viola e nera si emanò dal suo corpo. Le abilità biotiche naturali di Bull erano già di per se eccezionali, ma dopo il trattamento di Cerberus era diventato un vero mostro. Da quanto mi raccontò Dillon, a Bull era stata data la qualifica di biotico di livello 4, difatti esisteva una scala con cui si dividevano i biotici, i livelli base erano 3, ciò significa che Bull era un livello fuori scala a cui solo le Matriarche Asari erano individuate, ma Dillon credeva che fosse troppo poco classificarlo al livello 4. Cerberus aveva applicato sul nostro compagno gli impianti sperimentali L7X, questo sistema potenziava le normali capacità biotiche del circa 40%, ma produce effetti collaterali atroci che un normale essere vivente non potrebbe sopportare, però qui parliamo di un Krogan. La sua pelle coriacea e i multipli organi interni consentono a questa specie di avere una resistenza molto superiore alle altre razze, ciò non implica che Bull non senta dolore, ma si adatta meglio ai traumi che gli impianti gli causano. Sprigionando un’incredibile quantità di energia, il Krogan riuscì a sradicare letteralmente la sonda da terra e, lentamente, la caricò sull’astronave. Un po’ affaticato, Bullbog ricevette i nostri elogi ed una volta chiuso lo sportello ce la filammo da quel postaccio archeologico.
“Cazzo Bull!”, esclamò Dillon, “Ci sarà in tutta la Galassia qualcosa che non puoi spostare?”
“Credo che un pianeta sia il mio limite massimo”, ridacchiò il Krogan sputando un grosso grumo di sangue,
“Bull ultimamente stai esagerando”, disse Danny, “Sembra che per te sia una cazzo di sfida. Prima o poi il tuo corpo cederà”
“Ma E’ una sfida per me stronzo!”, esclamò inviperito Bull, “Se non mi metto alla prova non capirò mai quanto sono forte”
“Danny ha ragione Bull”, mi intromisi, “Questa tua sfida ti porterà alla tomba”
Il Krogan mi ruggì contro puntandomi un dito sul petto, “Chi non ha questi poteri non può capire un cazzo di tutto ciò”
“Ehi! Ehi! La dietro! Finitela immediatamente! Sembrate dei cazzo di bambini che discutono sul che gioco fare”, ci rimproverò il colonnello Angelo, poi si rivolse a Bull, “Vai a riposarti Bull….E vedi di non rompere più i coglioni!”
Bullbog grugnì cattivo, ma si allontanò per andare a sedersi in fondo al cargo.
Ci sarebbero voluti circa quaranta minuti per riuscire a lasciare l’orbita del pianeta, complici le torri di controllo Asari che scandagliavano il cielo, avremmo dovuto fare la strada lunga per riuscire ad andarcene da Thessia.
La BoneBreaker era silenziosa come non mai in quel momento. Incredibilmente Bum Bum si era addormentato su una branda improvvisata. Dormiva come un angioletto, non sembrava affatto il Salarian che avevo visto fare esperimenti con miele e elemento zero alla base. Quando tentai di chiedergli cosa faceva lui rispose semplicemente che tentava di creare un nuovo tipo di carburante. Lo so, lo so, vi starete chiedendo: -Carburante con del miele?!?!-, vi assicuro che questa è una delle cose meno strane e con più parvenza di significato a cui Bum mi abbia abituato. Poco in là, alla mia destra, sta Razor che giocherella con dei coltelli mentre guarda il panorama all’esterno. Razor è forse troppo solitario, ma come dargli torto? Eppure in generale è un tipo tranquillo che chiacchera volentieri se l’argomento gli è interessante. Bisogna dire che ha anche gusti parecchio strani in fatto di argomenti di discussione. Una volta Dillon stava mangiando uno Yogurt e Razor gli si avvicinò raccontandogli di quella volta che aveva cavato l’occhio di un Umano con un cucchiaio simile a quello che il sergente teneva in mano. Dillon gli sbraitò contro tirandogli lo yogurt addosso e dicendogli che dopo quella storiella avrebbe dovuto mangiare, per riprendersi, almeno una o due pizze. Bisogna dire che il sergente ci sta dando davvero dentro col cibo. Una volta gli stavo facendo da coopilota e gli feci notare il suo problema, per tutta risposta tirò fuori un biscotto dalla tasca e disse: “Mi sono messo a dieta. Questa è la volta buona!”. Quando gli chiesi del biscotto lui disse, mooolto titubante, che quello era in realtà un orologio. Per smascherarlo gli chiesi l’ora e lui affermò, in tutta tranquillità che era ora di merenda, ingurgitando il biscotto quasi senza masticare. “Sergente…..vi siete appena mangiato un orologio?”, come per non tradire tutta quella sorta di teatrino, Dillon prese dalla sua sinistra una piccola busta ed affermò: “Tranquillo ne ho un sacchetto pieno!......Oh guarda! Questo è indietro di cinque minuti. Ora lo aggiusto!” ed ingurgitò in questo modo tutto il sacchetto in mezz’ora. Anche il sergente, come avrete capito, ha i suoi momenti di follia.
Mancavano pochi minuti per riuscire finalmente a lasciare il pianeta, quando, all’improvviso, la nave fu colpito da un missile classe Hydra. L’urto fu violentissimo e ci fece volare letteralmente dentro l’abitacolo. Scossoni violenti percorsero ogni fibra metallica della navetta, mentre il colonnello Angelo cercava di riottenere un assetto di volo decente, un altro missile colpì il cargo frantumando parte della paratia sulla destra. Lo squilibrio di pressione si fece subito sentire con un forte risucchio verso l’esterno ed infine i motori collassarono trasformando la navetta in un enorme palla di fuoco che precipitava girando a spirale verso il suolo.
“Porca puttana! Che cazzo succede?”, urlò Danny,
“Precipitiamo!”, gridò di rimando Angelo,
“Maledizione! Rimetta in assetto questa merda Colonnello!”, disse Dillon cercando di farsi sentire dal suo superiore,
“Bull! Crea un campo di forza attorno alla nave presto! O qui siamo tutti fottuti!”, sbraitai contro il Krogan,
“Vedi Picche? Questa E’ una sfida!”, esplose in una risata mentre si concentrava per creare il campo di forza,
“Tenetevi cazzo!!!”
Fu l’ultima cosa che sentii. Non ricordo neanche chi lo disse. Ricordo che la nave sbattè con violenza inaudita al suolo e iniziò a rotolare per quelle che sembrarono ore. Nella sua corsa la nave perse diversi pezzi, lamiere e parti di metallo. Ricordo che il Colonnello Angelo mi soccorse e quando rinvennì completamente mi disse di stare giù, a quanto pare avevamo altri guai in arrivo.
 
Ricordati che tutti si dimenticano.
 
Erano in quattro. Armati di tutto punto e pure incazzati. Di solito ci aspettiamo resistenza durante le nostre missioni, diamine, ci annoieremmo nel caso contrario. Talvolta però è bello avere una missione tranquilla….speravo che oggi fosse una di quelle. Mai mi sono sbagliato così tanto.
“Cercate i sopravvissuti e portatemi la testa di quel bastardo di Angelo! Viva o morta!”
Il suo nome era Stephan Dranjavic, ma gli amici lo chiamano Isabella…..e Stephan Dranjavic non ha amici. Un tempo Stephan era un uomo buono e gentile con tutti, poi un giorno divenne un feroce assassino. Lui dice che succede a chi è Bilancia con ascendente Leone. Molti pensano che l’Astrologia sia una sciocchezza….poi incontrano Stephan Dranjavic e lo chiamano Isabella. Tipico di quelli Scorpione con Luna in Pesci. Stephan Dranjavic è il capo. Nessuno ha mai disobbedito ad un suo ordine. Un giorno ha ordinato, mentre assaltava un villaggio, di bruciare le donne, uccidere le case e violentare gli uomini. Nessuno ha disobbedito e controbattuto a tele ordine. Lui è il Capo dei Dimenticati, essi sono ex-Sacrificabili, troppo estremisti, troppo violenti, troppo incontrollabili persino per i Sacrificabili. Lo so che anche noi siamo assassini, ma, per quanto strano, noi abbiamo delle regole e un codice d’onore…..i Dimenticati no. Essi furono banditi quando, durante una missione, attaccarono contro gli ordini di Angelo il bersaglio che gli era stato assegnato, mentre vi erano anche bambini tra di loro. Stephan e i suoi fecero una fera carneficina, riuscendo persino a staccare le teste ai bersagli e metterle su un palo a ricordare, a chi sarebbe passato di li, che Stephan Dranjavic aveva compiuto quel massacro. Angelo, furente con i suoi ex commilitoni, li attaccò insieme agli altri Sacrificabili. Li ridusse in fin di vita, ma li risparmiò, poiché voleva che venisse arrestato e processato dagli abitanti del pianeta che, per la cronaca, erano tutti Batarian e sapete bene l’odio dei Batarian verso gli umani. A quanto pare erano sopravvissuti ed avevano formato la loro squadra, forse, col preciso intento di vendicarsi dei Sacrificabili. Il nome che gli era stato affidato era: i Dimenticati, poiché tali orrori compiuti da così biechi soldati sparissero dalla memoria e dai registri dell’Universo. Ora, però, erano tornati ed eravamo con la merda fino al collo.
Stephan usava come arma una GAU-8 Avenger, per intenderci, era una mitragliatrice con venti canne rotanti impiegata solo su mezzi corazzati pesanti o aerei come il nuovo A-12 Thunderbolt dell’Alleanza. Stephan si era allenato giorno e notte per sopportare il peso di quell’arma, ma alla fine, ne era diventato un esperto, tanto da ricombinare i pezzi dell’Avenger e renderla più potente e letale che mai ribattezzandola Tritacarne. Quest’arma è l’unica che quando ti spara riesce a farti esplodere come un enorme fiore rosso. Se sei nella sua traiettoria spera che ti colpisca prima in un punto vitale, altrimenti rimarresti squarciato a metà soffrendo le pene dell’inferno.
Il secondo membro del gruppo è Bel Pupone, lo chiamano così perché ha una cicatrice che gli attraversa diagonalmente il volto, se l’è procurata quando un branco di venti Varren lo ha assalito. Lui è sopravvissuto, ma l’ultimo dei cucciolotti gli ha lasciato un ricordino del loro incontro. E’ molto pericoloso per via del fatto che nessuno mai cosa sta pensando. Nemmeno lui stesso. Si vanta di essere il migliore nelle arti marziali. E’ talmente egocentrico, e schizzato aggiungerei, che una volta ha sfidato se stesso, ma non si è presentato all’incontro ed ha vinto a tavolino. Dillon, a suo tempo, gli diede due o tre lezioncine niente male, per questo è il Sacrificabile che odia di più.
Il terzo è Schilla, un Asari dalla pelle viola intenso. Ha una curiosa malformazione genetica: bicromia (o eterocromia in alcuni testi ndMrM) delle iridi, nel senso che ha le iride degli occhi di due colori diversi, uno nero come la pece e l’altro bianco come la neve. Potente biotica, è stata sopraffatta da Bullbog nel loro duello finale. Non ha mai accettato che un essere potenziato con impianti potesse battere una biotica naturale, così si è allenata duramente ricorrendo anche a droghe, ad esempio la sabbia rossa, per potenziare le sue abilità. Ciò la resa instabile e dipendente da tali sostanze psicotrope.
Ultimo, ma non meno pericoloso, è Karrydi. Un Vorcha di circa vent’anni, roba rara per la sua specie. Di pelle giallastra e tatuaggi neri e color sangue, questo Vorcha è un granatiere assolutamente letale. Possiede, ed inventa di continuo, nuovi tipi di granate: fumogene, velenose, stordenti, elettriche, a diffusione, ad EMP, a reti acide, ad aculei e così via. L’unica cosa che non manca a questo essere orripilante è la fantasia. Per tutto il resto, inclusa la sanità mentale, c’è Maxicard. Ha avuto spesso screzi con Bum Bum, ma i loro dialoghi erano come se un sordo e un muto cercassero di intendersi sulle leggi quantistiche. Bum spesso andava a parare in argomenti scientifici e Karrydi, la cui intelligenza era pari a quella di un cassetto in ogni campo dello scibile (a parte in tema granate ovviamente), finiva spesso per lanciare insulti a Bum e ai suoi parenti che non è assolutamente il caso di riportare.
“Vieni fuori Angelo! Lo so che sei ancora vivo!”, urlò spavaldo Dranjavic, “Non vorrai che faccia del male al tuo soldatino vero?”
In quel momento, potei vedere chiaramente la sagoma di Danny in ginocchio con la canna della Tritacarne a pochi centimetri dal volto. Anche il colonnello la vide e fece cenno a me e agli altri, posizionati dietro un mucchio di lamiere vicino a noi, di rimanere nascosti.
“Cosa vuoi Isabella?”, disse di rimando Angelo,
“Perché non esci di li e parliamo dei tempi passati colonnello?”, affermò pacatamente il Leader dei Dimenticati, “Eravamo tutti Sacrificabili no?”
“Noi lo siamo ancora”
Rabbuito Stephan estrasse una clip termica dalla tasca e disse convinto di se, “Pensi che non possa venire a prenderti se lo volessi? Pensi di riuscire a fermarci tutti e quattro? Un tempo saresti riuscito a colpire questa clip dalla distanza a cui ti trovi ora con un colpo solo, ma non sei più quello di una volta Angelo”
Per tutta risposta, il Colonnello estrasse la sua Smith & Wesson e, in quelli che furono pochi attimi, uscì dalla copertura, mirò, sparò alla cartuccia facendola letteralmente saltare di mano al suo ex-soldato e ritornò in copertura.
Fui incredibilmente colpito dal tiro del colonnello, “Un colpo impressionante Colonnello. Davvero!”
“No”, mi disse cupo Angelo, “Ha ragione lui. Non sono più quello di una volta. Un tempo avrei mirato alla testa”
“Spavaldo come sempre Colonnello!”, rise Stephan, “Vediamo se anche io ho ancora una buona mira”
“Cosa?!.....No! Aspetta!”
In quel momento Stephan Dranjavic si posizionò dietro a Danny Ross ed esplose innumerevoli colpi della sua arma contro di lui. Danny si trasformò subito in un grande fiore rosso, mentre centinaia di proiettili gli trapassavano il torace. Cercammo tutti di sparare per difendere il nostro compagno, ma diversi colpi dell’Avenger colpirono la fusoliera della nostra navetta creando un esplosione che fece crollare le rocce su cui ci eravamo bloccati. Cademmo per una trentina di metri e neanche so come facemmo a sopravvivere. So solo che quando ci risvegliammo i Dimenticati non c’erano più e neanche la sonda Prothean. Avevamo appena visto quei bastardi fare a pezzi il nostro amico. Dovevamo almeno fargli una tomba in sua memoria.
 
In questo preciso momento……
 
Appena rientrai nel cargo feci la fatidica domanda: “Qual è il piano signore?”
Angelo si girò verso di me, l’Inferno negli occhi, “Andarcene da qui, prendere tante armi, trovarli e trucidarli tutti”
Fummo tutti d’accordo, “Per Danny”, disse Dillon,
“Per Danny!!!”, rispondemmo tutti ad una sola voce,
“Però”, chiese Razor, “Abbiamo una vaga idea di dove andare a trovarli?”
“Io so dove quel bastardo ha piazzato la sua base”, sentenziò Angelo, “La casa di mio padre”
“E cioè dove signore?”, lo incalzai,
“Dillon si torna a casa!”
“Cazzo signore!”, esclamò quasi impaurito Dillon, “Non intenderà forse…”
“Preparatevi gente! Rotta per la Terra!...........Andiamo a Gerusalemme
“Merda…..”, disse poco dopo Dillon, “Ho un calo di zuccheri. Mi dovrò mangiare qualche barretta di cioccolato per riprendermi”
 
 
Signori! Preparatevi al combattimento del secolo! Qui a Gerusalemme: Sacrificabili VS Dimenticati! Lasciate a casa le vostre preghiere! Qui non ci sarà onore e regole che tengano! Chi sopravviverà? Lo saprete solo se ci sarete nell’evento della: “Battaglia a Gerusalemme!” Consiglio vivamente di andare ad ascoltare la canzone che trovate qui: http://www.youtube.com/watch?v=oW9VxYXT6k8 per prepararsi al prossimo capitolo ;)
  
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