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Autore: Kamusa    30/07/2007    8 recensioni
"L’eterno scorrere del tempo sembrò bloccarsi in quel singolo, spaventoso attimo, l’attimo in cui quell’ombra tetra attraversò i suoi occhi: la cruda consapevolezza di un sogno che si infrange… l’attimo in cui tutte le sue certezze caddero a terra, vividi frammenti dell’elaborata vetrata della sua esistenza."
Three-shot incentrata sui capitoli 245/280
Pairing: SasorixDeidara
Genere: Drammatico, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akasuna no Sasori , Deidara
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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contradiction
Salve!!! Questo è l'ultimo capitolo, sigh! E sarà anche molto triste T___T" (ehi! Tu l'hai scritto! NdTutti ; ma che ci posso fare se la storia è così?!? NdMe)
Ma prima di cominciare, l'angolino dei ringraziamenti! Grazie infinite a tutti coloro che hanno recensito, letto e/o messo tra i preferiti questa fic, grazie davvero!
Poi devo ringraziare Tinebrella che si è letta questa mattonata in anteprima dandomi tanti preziosi consigli, e infine il mio nii-chan (Conte su EFP) per essersi sorbito tutta la storia pur non amando lo yaoi e le mie interminabili descrizioni... grazie mille a tutti, e alla prossima fic!

Capitolo3


CONTRADICTION

La pioggia oscura del disfacimento scivolò, inoffensiva, sul corpo della giovane kunoichi, mentre i micidiali dardi magnetici si sgretolavano davanti agli occhi attoniti del marionettista.
“No, è impossibile! Non può averlo fatto!” era l’unica cosa che la sua mente scioccata fosse in grado di pensare.
Struggente contraddizione, la sua arte di equilibrio e perfezione era finita in mille pezzi, il meraviglioso corpo meccanico del Sandaime distrutto in meno di un istante dal pugno di una bambina, il pezzo più maestoso e potente della sua intera collezione giaceva ora in mille pezzi sotto la sua stessa sabbia pesante e velenosa… mentre quella peste rosa dall’apparenza così inoffensiva si muoveva ancora
“Perché riesce a muoversi?” si chiese, gli occhi frementi di rabbia puntati sulle due che confabulavano dietro un masso. I pensieri si susseguirono veloci nella sua mente, e tuttavia lo Scorpione ancora non riusciva a spiegarsi l’accaduto… la battaglia con Kankuro, le abilità della vecchia… no, nulla di tutto questo poteva aver curato quella furia…
“No… non dirmi che è stata lei!” si disse, preso dall’ira, osservandola medicarsi le ferite che le rigavano le braccia graffiate
“Mpf! Riconosco che è una ragazza notevole” ammise infine, preparandosi alla battaglia finale.
Uno dopo l’altro, fece scattare i bottoni della casacca nera. Lentamente, l’oscuro cielo annuvolato di rosso scivolò per l’ultima volta sul suo corpo meccanico, splendente alla nuova luce del sole.
Due lunghe braccia irte di lame si materializzarono dietro la robusta schiena, scintillanti ventagli di luce a circondare tanta perfezione.
Sasori si rialzò lentamente sulla lunga coda avvelenata che si dipartiva dal ventre meccanico, osservando compiaciuto la propria immagine riflessa nelle affilatissime lame.
Il minaccioso ideogramma dello Scorpione svettava maestoso nella parte sinistra dell’ampio petto, unico elemento scuro in quella splendente visione. Al suo fianco, pronta a scattare, la più terribile delle sue trappole
-Era veramente da tanto che non usavo me stesso- declamò, davanti agli occhi sgranati delle kunoichi.
Cento marionette dovette sfoderare, per tenere testa alla tecnica della nonna, la sua tecnica finale rivelata alle sue peggiori avversarie. Un’intera nazione aveva ceduto sotto i colpi di quelle marionette, eppure la realtà non sembrava voler lasciare alternativa all’assurdo.
Uno dopo l’altro, gli imperiosi guerrieri caddero davanti ai suoi occhi, e nemmeno l’ultimo tentativo di colpire la vecchia si rivelò efficace, anzi, quel suo ultimo disperato attacco servì solo a rivelare la sua posizioni agli spietati occhi della nonna.
Due scuri lampi si mossero fulminei alle sue spalle
“No… non può essere…” riuscì solo a pensare la marionetta, i fili di chakra immobilizzati da una sorta di amaro presentimento.

Non ci fu alternativa all’assurdo, nulla che potesse più evitare l’incredibile esito di quella battaglia…
Lo schianto improvviso delle lame risuonò nell’aria, mentre il rosso vivo del sangue imperlava il legno dorato.
“No… non è vero…” si disse, sgranando gli occhi scuri alla vista dei due assalitori “Non… non può aver usato voi…” pensò, sull’orlo della disperazione, mentre il freddo pungente delle lame si faceva strada nel suo cuore spezzato. Una terribile sensazione di soffocamento lo prese alla gola, facendo tremare i sottili filamenti di chakra intorno al suo corpo.
Lento e inesorabile, un solitario rivolo di sangue risalì per i dotti meccanici, indugiando sull’angolo della bocca per poi scivolare sulla pelle eburnea del mento. Anche la sua vista andava mano a mano oscurandosi, gli occhi attoniti bloccati in quell’espressione incredula.
Lentamente, riuscendo a mala pena a controllare i movimenti delle pupille, spostò lo sguardo sulla vecchia, apparentemente intenta a curare la ragazzina dai capelli rosa.
Qualsiasi cosa avesse detto poi, faticava sempre più a connetterla… qualcosa riguardo un’arte di resurrezione… sì, doveva aver detto qualcosa del genere… qualcosa di sconvolgente, intuì, sentendo il proprio cuore sanguinante ribellarsi alla stretta impietosa delle lame.
A mala pena percepì il potentissimo pugno di Sakura, inutilmente spese le sue ultime energie nella speranza di ficcarle in testa la propria superiorità… “che superiorità, poi?” si chiese, sentendo la stretta gelida della morte straziargli l’animo… ed era dunque quello l’ultimo abbraccio che i suoi genitori potevano dargli? Dov’era il calore che per tanto tempo aveva desiderato?
“Deidara…” si disse, cercando di mettere a fuoco un ricordo confuso, leggero sollievo in quel vortice di disfacimento che era la sua mente “...dove…” pensò, quasi cercandolo con lo sguardo.
Ma davanti ai suoi occhi spenti stava solo l’ombra delle sue assassine
-Tu… cosa diavolo sei?- una voce, probabilmente femminile, si disse.
“Io cosa sono?” si chiese, rimettendo lentamente a fuoco la realtà per l’ultima volta -Direi che sono…- mormorò
“Un fallimento, che cosa vuoi che ti risponda?” pensò, disperato, osservando la sua avversaria stagliarsi davanti a sè, stupida umana ancora in vita, mentre lui…
-Non sono né un essere umano né un burattino- ammise “E va bene, hai vinto tu, mocciosa” si disse, rivelandole la pista che l’avrebbe condotta da Orochimaru. Per quel che poteva importargliene, ormai…
Infine, una spaventosa sensazione di vertigine lo pervase, mentre le due marionette, prive di un qualunque sostegno, lo trascinavano a terra… mille sogni si infransero, in quella caduta, mentre i ricordi, uno a uno, precipitavano nel buio baratro dell’oblio.
“No… non voglio…” sospirò, ancora aggrappato ad un sogno inesistente.
E come un lampo, il suo incantevole sogno volò via.

La terra tremò leggermente, scossa dal piccolo terremoto che l’aveva squarciata.
Finalmente libero di respirare, l’artista riemerse dal terreno polveroso, i lunghi capelli dorati sparsi sul mantello scuro.
Rabbioso, pestò i piedi a terra, cercando di sistemarsi la casacca sulle spalle, operazione alquanto problematica quando il nemico se n’è andato portandosi via le tue braccia…
“Dannazione, l’anello!” gli sovvenne improvvisamente mentre cercava di mettere a fuoco le proprie condizioni.
Per essere vivo era vivo, su questo non c’erano dubbi… certo, aveva affrontato il Kazekage di Suna, spaventoso esperimento di un villaggio dominato dalla follia, terrificante guerriero in grado di dominare le sabbie… l’aveva affrontato in pieno deserto, portandosi via la monocoda in cambio di un braccio… ok, ci poteva stare…
Aveva affrontato un altro Jinchuuriki… ecco, quello era stato un tantinello più problematico, riconobbe, ripensando alla violenza dei suoi colpi…
Aveva affrontato Maito Gai, il ninja che aveva osato tenere testa a Kisame, e i suoi terribili ragazzi… il Byakugan, la più potente arte oculare di cui Konoha potesse disporre al momento…
Aveva affrontato Kakashi dello Sharingan, e quell’occhio maledetto era riuscito a portargli via l’altro braccio, e con quello tutte le sue tecniche. La sua sublime arte di distruzione era andata quasi completamente perduta… ecco, quella non era stata esattamente una trovata felice…
E tuttavia era ancora vivo, lui che agli occhi di tutti si era fatto esplodere nel disperato tentativo di affermare la sua arte. Aveva dovuto fuggire davanti a quegli insidiosi nemici… nemmeno il suo grande capolavoro improvvisato, nemmeno quello avevano lasciato esplodere!
Lui, che sarebbe dovuto morire in uno sfuggente attimo di gloria, era ancora vivo… “ Ma Sasori…” inesorabile, il suo ricordo si fece strada nella mente dell’artista, l’immagine di quelle due donne terribili che confabulavano con Kakashi… eppure non riusciva ancora a crederci, per quanto ci provasse, trovava ancora assurdo che l’invincibile Scorpione della Sabbia Rossa fosse stato sconfitto da quella sottospecie di fossile e da quella marmocchia dai capelli… “Lasciamo perdere!” si disse, maledicendole un’infinità di volte lungo il cammino.
Attraversò a fatica la foresta, spossato dai tremendi colpi del Kyuubi, lasciandosi ricadere sui ruvidi tronchi degli alberi, scuotendo energicamente la testa nel vano tentativo di svegliarsi da quell’opprimente incubo che non gli lasciava respiro.
“Sasori-danna… dimmi che non è…” improvvisamente, una vocetta concitata e incredibilmente irritante gli giunse alle orecchie “Il posto è questo…” si disse, avanzando col cuore in gola verso la radura dove molto probabilmente Sasori…
-Sarà morto sicuramente in un’esplosione- sentì dire dalla nota fastidiosa vocetta, giusto prima di scorgere Tobi che stuzzicava quel che rimaneva del suo braccio vicino ad un rassegnato Zetsu…
Poteva ancora sentire i contradditori rimproveri che il vegetale rivolgeva alla peste arancione, quando mestamente si avvicinò alle tre marionette
-Sasori-danna…- mormorò, osservando con orrore i volti dei burattini che l’avevano trafitto, i loro tratti così terribilmente simili a quelli del figlio, le loro fattezze, inconfondibili segni della sua arte, meravigliose creazioni rivolte contro il loro stesso creatore… il loro dolce abbraccio, fonte di vita trasformato in massacro “Come possono aver usato…” pensò l’artista, sconvolto, osservando un solitario rivolo di sangue confondersi col rosso della sua chioma distesa.
-Non immaginavo che Sasori avesse ancora una parte non meccanica…- commentò Zetsu, comparendo improvvisamente alle sue spalle giusto prima che un’insistente lacrima osasse solcargli le guance pallidissime
-Dopo tutti i litigi con Orochimaru su quanto fosse grandioso possedere un corpo meccanico… immortale…- aggiunse tristemente, posando un occhio dorato sulla marionetta stesa a terra
-Bah, una pianta può vivere più di 5000 anni!- lo interruppe l’altra metà, decisamente meno delicata della prima
-Sempre che qualcuno non la ammazzi prima- saltò su Tobi
-Deidara, ma perché l’hai lasciato vivere?- si lamentò il bicolore, fulminando con lo sguardo il bravo ragazzo
-Bella domanda…- mormorò appena il biondo, non riuscendo a staccare lo sguardo dalla sagoma distesa del suo Danna
-Andiamo… il leader vorrà sapere che fine avete fatto…- gli disse Zetsu più gentilmente del solito, vedendolo muovere inconsciamente le spalle verso il rosso -Che… che fine ha fatto l’altro braccio?- chiese, posandogli dolcemente una mano sulla schiena, distogliendolo da quella macabra visione
-A Suna, suppongo…- biascicò l’artista, lanciando un’ultima occhiata alle marionette mentre la pianta lo spingeva a camminare avanti
-Che ti succede? Niente esplosioni?- rispuntò Tobi, parandosi davanti ai due
-Posso ucciderlo davvero?- chiese l’artista con tono piuttosto inquietante
-Certamente!- rispose Zetsu, tappandosi l’altra metà della bocca con una mano.

La notte era sopraggiunta da un pezzo, ormai, ma come prevedibile, Deidara non era più riuscito a prendere sonno. Cercò di rigirarsi nel futon, bloccandosi immediatamente quando sentì l’ennesima fitta di dolore risalirgli le braccia ricucite da poco. Lentamente, se ne ritornò alla posizione iniziale, lasciando sprofondare la testa nel cuscino tra irripetibili imprecazioni. Spostò lentamente lo sguardo sul futon accanto al suo, lottando con tutte le sue forze per non lasciarsi sopraffare dallo sconforto…
-Sasori-danna- sospirò, osservando il suo nuovo compagno di stanza agitarsi continuamente nel sonno, l’esatto contrario della tranquilla marionetta.
“Dannazione!” pensò, perdendosi nuovamente nei ricordi…
“…una pianta può vivere più di 5000 anni!
…è quello che succede a non essere immortali…
…è perché aveva un cuore solo…
…l’arte è immortale, Deidara!”
Le voci di Zetsu, di Hidan, di Kakuzu, tutte insieme si sovrapponevano a quella calma e inconfondibile dello Scorpione…
Dopo tutti i litigi con Orochimaru su quanto fosse grandioso possedere un corpo meccanico… già… ora ricordo…” si disse, mettendo finalmente a fuoco un pensiero che per tutto il giorno gli aveva ronzato per la testa…

L’infuocata luce di un tramonto si materializzò davanti ai suoi occhi, i contorni sfumati di quella lontana campagna lentamente ripresero le originarie tinte sgargianti che avevano in quel lontano momento. Le rovine del vecchio covo di Orochimaru presero posto in quel nostalgico quadretto…
-Allora, l’hai trovato?- chiese annoiato l’artista, la schiena appoggiata ad un muretto diroccato.
-Lasciamo perdere…- si lamentò Sasori, uscendo pigramente dal manto nero di Hiruko e scompigliandosi i capelli scarlatti -Sembra che anche stavolta sia riuscito a far perdere le proprie tracce…- mormorò seccato, lasciandosi ricadere di fianco al biondo -Comincio a dubitare seriamente che quel Kabuto stia facendo il suo lavoro…- mormorò, scocciato -E se questo è il suo modo di seminare indizi, lasciati dire che sono piuttosto forvianti… può essere che la mia tecnica non... ehi, ma mi stai ascoltando?- si interruppe improvvisamente, voltandosi verso il compagno che osservava il sole scivolare oltre l’orizzonte, disperdendo i raggi fiammeggianti come un ultimo, disperato appiglio alla luce del giorno
-Non lo vedi, il sole? Se n’è andato in un istante…- replicò, sognante
-Il sole è eterno!- borbottò la marionetta, scuotendo leggermente la testa
-Ma và! Guarda, non c’è più!- continuò imperterrito il biondo
-Deidara… è solo notte!- mormorò stancamente il rosso
-Che c’è? Non mi dirai che anche la notte è eterna, perché sai benissimo che domattina l’alba tornerà a stravolgere la bellezza della notte… e in un attimo anche le stelle svaniranno nello splendore del sole…- continuò, gli occhi fissi su quegli ultimi bagliori di luce
-Tsk! Lo vedi, anche la natura ha la sua eterna bellezza- replicò lo Scorpione, preparandosi mentalmente una lunga predica sull’eternità
-Non è vero… guarda quei fiori, ora si stanno chiudendo…- disse l’artista indicando un cespuglio poco distante
-E questo cosa vorrebbe dire?!?- sbottò il rosso, non volendo rassegnarsi, gli occhi stupiti fissi sull’ispirato compagno -Dei…- mormorò, interrompendosi nel vedere uno strano luccichio attraversare le iridi color cielo dell’artista.
Sorridendo leggermente, si appoggiò al polveroso muretto, osservando lo sguardo dell’altro perdersi in chissà quali pericolosi pensieri alla vista di quegli ultimi, fulminei sprazzi di luce, contemplandone gli occhi chiari specchiarsi di quel cielo opalescente, i capelli dorati ondeggiare, intarsiati d’ambra, luccicante cornice sul volto illuminato dall’ispirazione. Sgranò gli occhi, improvvisamente colto da una sorta di dubbio, osservando la fredda luce del crepuscolo scivolare sul corpo statuario del compagno, tingendone le pallide spalle di bronzei riflessi sotto la casacca semiaperta… bellissimo, su questo non c’era alcun dubbio, pensò, e tuttavia restava un semplice essere umano…
-Non hai mai desiderato avere un corpo meccanico?- chiese improvvisamente, rompendo quell’atmosfera sospesa
-Uh…- mormorò il biondo, distogliendo pigramente lo sguardo dall’orizzonte -Cosa… che stai dicendo?- replicò, sorpreso, quasi credendo di aver frainteso la sua domanda
-La giovinezza non è eterna…- spiegò il rosso, fissandolo intensamente con gli occhi scuri
-La giovinezza fiorisce per poi appassire, è questa la sua bellezza- gli rispose l’artista come fosse la cosa più ovvia del mondo
-Quindi vorresti…- fece per chiedere lo Scorpione
-Ce l’hai tanto con Orochimaru… ma anche lui non cercava l’immortalità?- lo interruppe il compagno, squadrandolo curioso con l’occhio azzurro, ansioso di sentirne la risposta
-Orochimaru…- mormorò Sasori, sorridendo alla domanda dell’artista -Orochimaru non ha mai capito niente! Lui e suoi stupidi esperimenti!- rise, alzando gli occhi al cielo tinto dal crepuscolo -Passare di corpo in corpo per prolungare la vita… deve essere un folle, perché affidarsi a dei corpi destinati a morire, quando si può averne uno eterno?- continuò, scuotendo la testa di fronte alla stupidità di quel piano, accarezzandosi inconsciamente le giunture delle ginocchia piegate.
E Deidara lo osservava, non potendo fare a meno di sorridere a quei discorsi per lui tanto privi di senso, ma evidentemente fin troppo importanti per l’ambiziosa marionetta.
Senza mai abbassare lo sguardo, Sasori continuava imperterrito il suo appassionato discorso
-…e Orochimaru continuava a sostenere che un corpo meccanico non sarebbe mai in grado di impastare il chakra…- mormorò, in tono di disprezzo, gli occhi scuri ridotti a due fessure non la smettevano di luccicare alla sola idea di riuscire finalmente a raggiungere il suo scopo
-…certo, un sistema biologico sarebbe infinitamente meglio, se non fosse già di per sé avviato alla distruzione…- sospirò, perdendosi in quegli intricatissimi dettagli tecnici su cui lui e Orochimaru dovevano aver discusso per anni e anni
-Aha… certo…- mormorò Deidara, poco convinto, in realtà più interessato all’incredibile bellezza che la figura del rosso aveva assunto nell’estasi dell’ispirazione che al noiosissimo discorso in sé.
-…Orochimaru non fa che ritardare la morte, alle volte mi veniva quasi da pensare che il suo obiettivo non fosse l’immortalità…- continuò lo Scorpione, accarezzandosi le braccia traslucide con le dita smaltate -…e poi è saltato fuori con la storia del corpo perfetto, lui e quella sua assurda mania di andare in cerca di una vittima sempre più potente…- si interruppe, spostando lo sguardo sul volto rapito del biondo -…ma Itachi era una vittima decisamente troppo forte per lui…- sogghignò, rabbuiandosi improvvisamente in volto -…eppure ha sempre avuto il coraggio di contestare le mie teorie…- mormorò, la voce segnata dal profondo disprezzo, lanciando un’occhiata fulminea alla scura componente sul suo petto.
Deidara osservò curioso l’ideogramma dello Scorpione, ignorando totalmente gli sprezzanti discorsi della marionetta
-Diceva sempre che non sarei mai riuscito a liberarmi di tutte le componenti organiche, ma…- si lamentò, seccato, interrompendosi di colpo quando notò le dita del compagno sfiorarne la pelle cupa.
-Ehi, tieni le tue manacce linguacciute lontano da quello!- sbottò, allontanandone le dita con i fili di chakra
-Uff… ma lo tieni lì in bella mostra…- si lamentò l’artista
-Lo tengo lì perché è il punto più comodo!- ribattè seccato lo Scorpione
-E’ troppo evidente- mormorò il biondo, scrollandosi di dosso i fili luminescenti
-Non ammetto commenti sulla mia arte, ora vedi di non seccarmi!- si limitò a dire il rosso, esausto dopo quella giornata
-Ah sì, sul tuo teatrino di marionette…- lo provocò Deidara, riuscendo perfettamente nell’intento.
Un attimo dopo, tanto per cambiare, stavano allegramente litigando…
-Allora, dove sarebbe il teatrino, piromane pazzo!- rise Sasori, intrappolando il biondo in una ragnatela di chakra
-Le mie esplosioni sono la vera arte!- replicò l’altro, divincolandosi dalla pioggia di fili giusto in tempo per schivare la lunga coda dello Scorpione
“Uhm… è migliorato…” ammise il rosso, scagliandosi contro di lui “Ma non mi sfuggirà!”
-Uhm… Danna, così non vale!- replicò l’artista, nascondendo una mano dietro la schiena -Non me la cavo proprio nel combattimento ravvicinato…- mentì, lasciandosi ricadere all’indietro all’assalto del rosso, che riuscì a intrappolarlo a terra tra le lunghe lame che sporgevano dalla schiena.
-L’avevo detto…- biascicò il biondo, i capelli dorati sparsi sull’erba umida e scura.
La marionetta sorrise, cominciando ad intuire ciò che l’altro aveva in mente
“E va bene… starò al gioco” si disse, osservandolo per un istante mentre il suo braccio urtava le sottili bave di chakra tra le lame “Quale animaletto mi striscerà addosso questa volta?”.
-Beh, ti arrendi già?- lo provocò, gli occhi sprezzanti a pochi centimetri dal suo viso
-Non credo proprio…- sorrise l’artista, sostenendone perfettamente lo sguardo
“Ah, è così?” pensò il rosso, scorgendo con la coda dell’occhio l’aquilotto d’argilla che gli si era appena appollaiato sul dorso. Velocissimo, bloccò le braccia del biondo evocando un terzo arto all’altezza del proprio gomito, mentre con la mano libera lanciava una ragnatela luminosa verso l’ignaro volatile.
Il pallido capolavoro rotolò nel cielo, riprendendosi all’istante dalla batosta e scacciando i  fili di chakra con un sol battito d’ali.
-Oh, non credo proprio!- sbottò il rosso, sorridendo a quella nuova sfida, mentre il rapace puntava dritto verso di lui. Fulmineo, tentò nuovamente di prendere il controllo sul volatile per portarlo a tiro della lunga coda
-E’ inutile- rise l’artista, controllando il suo ultimo capolavoro in modo da schivare all’ultimo momento la pericolosa trappola di Sasori.
“Maledizione!” si disse il marionettista “La sua argilla è impregnata di chakra… per questo i miei fili non riescono ad aderire a quel maledetto affare!” realizzò, facendo per ritirare la mano, quando, inaspettatamente, notò l’aquilotto seguire i propri movimenti.
“Ma che diavolo…” si chiese, scrollando velocemente le dita. Immediatamente, il rapace battè le lunghe ali bianche. Docilissimo, si lasciò planare attorno ai due contendenti, fendendo l’aria con le curiose ali geometriche.
“Il flusso di chakra… si è come calmato…” avvertì il marionettista, saggiandolo coi lunghi fili
-Ora lo lascerò andare- mormorò il biondo, facendo cessare all’istante il movimento del chakra all’interno del modellino.
Sasori lo osservò precipitare nel vuoto per un istante, prima di riprenderne definitivamente il controllo. Il rapace battè goffamente le ali, riprendendo immediatamente quota
-Decisamente preferisco le marionette…- sorrise il rosso, mentre i fili scivolavano lentamente sulla fresca argilla
-Nah!- rise l’altro di rimando, osservando le dita dello Scorpione muoversi con sempre maggiore sicurezza.
L’aquilotto planò elegantemente sulle loro teste, osservandoli coi profondi fori dei suoi occhi.
Lentamente, Sasori si alzò a sedere, liberando il biondo dalla raggiera delle sue trappole. Deidara lo seguì, senza mai staccare gli occhi dal volatile.
Dopo una perfetta virata, la statuetta si posò con naturalezza sulle rovine poco distanti, prendendo a sistemarsi le penne dell’ala col becco ricurvo.
Sorridendo alle prodezze del marionettista, l’artista posizionò le mani, riprendendo il controllo del rapace.
Sasori rafforzò la stretta dei fili, sentendo il chakra incandescente del compagno tornare a fluire nel pallido modellino.
E come un antico eroe da tragedia, l’aquilotto aprì le ali in posa, stagliandosi fiero contro il cielo scuro.
-Katsu!- sussurrò Deidara, facendo esplodere il proprio capolavoro.
Nel giro di un istante, la rossa corolla di fiamme svanì nel nulla insieme alla statuetta in un’abbagliante nuvola di fumo rilucente.
“Tu sei proprio pazzo…” pensò lo Scorpione, interrompendo il flusso di chakra dei suoi fili. Le stringhe luminose rifulsero un istante nel cielo, sbalzate dalla violenta onda d’urto
-E ora?- lo provocò, risistemandosi la lunga coda.
-E ora… si torna al covo!- tagliò corto l’artista, andando a pescare dell’altra argilla nella borsa per ricavarne una gigantesca civetta.
-Spero per te che almeno questa non esploda…- ironizzò lo Scorpione, trascinandosi dietro Hiruko mentre saliva sulla coda
-Uhm… non saprei…- scherzò il biondo, saltando a bordo dopo di lui.
Velocissimo, il rapace notturno prese il volo, lasciandosi alle spalle il rifugio diroccato
-Ehi, guarda che è la direzione sbagliata!- protestò il rosso
-Lo so…- mormorò Deidara, tranquillissimo, osservandolo alzare al cielo i rassegnati occhi scuri
-Vedrai, ti porterò a vedere quanto esplosiva può essere l’alba!-.

-Sasori-danna…- mormorò, trattenendo a stento una lacrima al ricordo di quell’episodio.
E subito le visioni più recenti ne approfittarono per assalirlo, e l’immagine dell’ideogramma trafitto dalle lame lampeggiò, nitidissima, nella sua mente
“Maledette!” pensò, tentando nuovamente di rigirarsi, invano, venendo colto dall’ennesima fitta.
“E adesso?” si chiese, tentando di muovere le dita intorpidite “Non è giusto…” riuscì solo a rispondersi, nello sconnesso delirio dei suoi pensieri, riscoprendosi ancora incapace di realizzare che il suo Danna non c’era più, che non sarebbe mai più stata la stessa cosa…
Ma soprattutto che il sogno di Sasori era andato distrutto, quell’aspirazione all’immortalità che gli faceva ardere gli occhi scuri quando ne parlava, che lo spingeva a ricercare metodi sempre nuovi per perfezionare la propria arte… già, quell’arte marionettistica che Deidara non sarebbe mai riuscito a capire.
“Eppure Sasori era un artista” continuava a ripetersi “Sasori ha vissuto fino all’ultimo come un vero artista!” si disse, imprecando mentalmente contro le sue assassine. E non riusciva ancora a crederci, che quel Sasori che solo poche notti prima aveva cercato il suo abbraccio fosse finito così. E per quanto poco ne sapesse della storia del suo Danna, gli era bastata quella fugace occhiata alle marionette accanto a lui per comprendere l’inumana crudeltà del suo destino.
“E’ tutto inutile” si disse, non riuscendo più a trattenersi dal piangere. Per quanto potesse restare a pensarci, nulla avrebbe più potuto cambiare il fatto che Sasori era stato sconfitto, che quel giorno il suo corpo giaceva davanti ai suoi occhi, il cuore trafitto da chi gli aveva dato la vita, che il suo bellissimo, incomprensibile sogno, il suo ideale di vita, la sua arte…
“Ma per che cosa abbiamo litigato finora?!?” si chiese, preso dalla rabbia “Non dovevi crollare così! Tu dovevi essere eterno, è in questo che credevi!” singhiozzò, sfinito, il petto dolorante per i colpi del Kyuubi.
-Uhmf… Deidara-sempai…- mormorò nel sonno il ragazzo arancione, muovendosi leggermente nel futon.
“Oh parla, ti prego…” si ritrovò a pensare, facendo per svegliarlo, quando le nuove cicatrici gli ricordarono la loro presenza.
Provò a muovere gli arti, ma solamente poche dita rispondevano al suo richiamo, mentre le traumatizzate lingue si affacciavano appena sui palmi delle mani
“Parla, dannazione a te!” pensò, rigirando la testa nel cuscino nel vano tentativo di asciugarsi le lacrime “Non fai altro che parlare tutto il giorno, perché ora te ne stai zitto?!?” provò a urlargli contro, realizzando che non solo i suoi occhi avevano ceduto alla disperazione, che non solo il suo corpo era scosso da spasmi improvvisi, e che dalla sua bocca in quel momento sarebbe uscito solo un rantolio confuso.
Rassegnato, lasciò ricadere il volto all’indietro “Ma perché non parli?” continuò a ripetersi, mentre il baratro oscuro dei ricordi incombeva nella sua mente. Ma invano, nemmeno l’irritante vocetta di Tobi, nemmeno l’ultima effimera distrazione sembrava volerlo salvare da quel nero abisso.
“Sasori-danna… no, non meritavi una fine così…” pensò, pregando di essere preso dal sonno prima che le angoscianti ombre lo afferrassero nuovamente nella propria soffocante stretta.
Spossato da quella tetra giornata, si lasciò scivolare nel reticente torpore dei sogni, dolce, leggera, effimera fuga dalla pesante realtà, estrema difesa di quel vano barlume di cieca speranza.
Immobile, precipitò in quella pace momentanea, il respiro irregolare lentamente si calmò, gli occhi chiusi imperlati di lacrime salate, la mente annebbiata da ricordi e speranze. Fugace e invisibile, l’ultima, consolatoria consapevolezza, di aver assistito alla morte di un genio.

Sasori-danna, il tuo sogno vivrà, arte immortale, tra le mura di Suna”.







RISPOSTE:

Lou Asakura: Grazie! Spero ti sia piaciuto anche questo! ^^" Come dico sempre, un po' d'azione ci vuole... ma l'introspezione è più divertente! XD

cdm: Uh che bello, mi fa molto piacere che si sia notato il rapporto fra i due come compagni di allegre imprese criminali! ^^" Grazie!

Kira7: Sì, in effetti la vegliarda se lo poteva risparmiare, con tutte le marionette che aveva doveva usare proprio quelle?!?... di per sè non mi dispiace come personaggio, ma in questo è stata davvero perfida, hai proprio ragione! U.U"
Deidara... credo sia davvero impossibile non sbavargli dietro ogni volta che compare ^//^"
Grazie mille!

tinebrella: Sì, devo ammettere che la prima stesura era più mattonata del solito, e grazie mille per avermi avvertito! ^^" Uh... "parole sgargianti", mi piace l'idea! XDDD
Per descrivere l'esplosione ci avrò messo un'eternità, altro che fugace attimo! Però non ho proprio saputo resistere, sono contenta che si sia notata ^___^"
Idem per le immagini, sono moooooolto felice che risultino così vivide, grazie! ^//^"

Noelle: Grazie grazie! *me si commuove, ma stavolta di nascosto* eh purtroppo la storia è andata così, sigh! T___T" In effetti la vecchia in questo è stata piuttosto perfida, per usare un gentile eufemismo... comunque, spero che anche il terzo capitolo ti sia piaciuto, e meno male che esistono i flashback ^^" Grazie mille di nuovo!

Aly ChAn 92: Nessun problema, ritardataria è il mio secondo nome (Kakashi docet!) Grazie!

Le risposte alle prossime recensioni verranno aggiunte di seguito modificando la pagina... cercherò di fare più in fretta che posso! ^^"
Grazie a tutti e alla prossima fic!!!

BIS DI RISPOSTE! XDDDD

Lou Asakura:
Grazie mille! ^///^" Sì, il perchè me lo chiedo anch'io, misteri del manga... ti sei commossa... ma graaaazie! Sono quasi certa che ne scriverò ancora, ma non so dove nè quando, forse nella mia raccolta, o forse in una nuova fic... non so, ci pensero! ^^"

cdm: Urka, anche tu commossa... grazie grazie! Sì, spero di riuscire a scriverne altre così, mi darò da fare (purtroppo non so quando però ^///^")

tinebrella: Sigh! Fa un certo effetto pure a me, mettere il "sì" su "completa"... T___T" Urka, ma tu vuoi farmi commuovere sul serio!!! Che aggettivi magnifici, grazie grazie! ^///^" La scena dell'aquilotto... sì piace tanto anche a me... insomma, con tutto il tempo che hanno passato nell'Akatsuki, avranno pur combinato qualcosa insieme quei due, artisticamente parlando (seeeeee, artisticamente... NdTutti), quella di Tobi invece... beh, la trovo tristissima persino io, nemmeno quel casinista a distrarlo T___T"
Mille grazie invece per gli "strapignolissimi appunti" XD

Aly ChAn 92: Grazie mille, sono molto contenta che ti sia piaciuto! Art is a bang!!!

Kira7: Grazie grazie! ^///^" Sigh, non lo so neppure io per chi provare più tristezza... T___T" Angosciante sì, mi è venuto in mente proprio scrivendo la fic, a questi poveri criminali non ci pensa mai nessuno, forse è per questo che è bello pensare che almeno tra di loro provino a capirsi ^^" ...e ancora meglio è scriverci delle ff! =3
Oh, la scena con Zetsu! Sono proprio contenta che qualcuno l'abbia citata ^^" Zetsu è un personaggio che adoro, sarà che all'università vivo tra le piante transgeniche, ma mi è subito balzato all'occhio ^^" e poi la doppia personalità... insomma, almeno una delle due dovrà averlo un lato dolce, dico io =3
Grazie ancora per i complimenti!

Bad Devil: Ma sai che ora che me lo fai notare è vero... Sasori e Deidara, Haku e Zabusa... una coppia stupenda anche quella T___T" Grazie mille per i complimenti!

xXUcHiHaChIdOrIXx: Grazie mille, ora fai commuovere anche me! ^///^" Credo che scriverò ancora su questo pairing, solo non so quando... grazie ancora per la recensione!

devilish92: Grazie mille de complimenti! ^^ Eh, non me ne parlare, il vecchio Kishi non ha proprio cuore! U.U L'ultimo capitolo l'ho scritto con la lacrimuccia pure io, sono contenta che risulti così realistico... in quanto allo scriverne ancora, attualmente sto pubblicando una long-fic sull'Akatsuki che comprende praticamente tutte le coppie, da Hidan e Kakuzu a Orochimaru e Kabuto... e ovviamente Sasori e Deidara, se vuoi darci un'occhiata! ^^ Grazie ancora dei complimenti, sono commossa! ^^


  
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