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Autore: BlacK90    30/07/2007    1 recensioni
Un nuovo alchimista accompagnerà Edward e Alphonse nel loro viaggio alla ricerca della Pietra Filosofale.
Nuovi segreti verranno svelati, ma qualcuno o qualcosa trama nell'ombra.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La cosa che Ed sentì dopo quello che per lui fu qualche secondo, fu una cosa morbida, che lo faceva sentire bene, non voleva aprire gli occhi e si mosse un po’ per trovare una posizione più comoda.
Si sentiva come se fosse in paradiso, ma una mano costrinse la palpebra di Ed ad alzarsi. Subito ci fu una fortissima luce che lo accecò. La luce si muoveva e la sua pupilla dorata si spostava con lei, cercando di capire che cosa fosse.
Poi, dopo qualche secondo, la luce si spense. Per diversi momenti Ed non riusciva a vedere chiaramente cosa fosse. Poi incominciò pian piano a mettere a fuoco, rivalendo il dottor Marcoh che gli rivolgeva un grande sorriso.
- Come va, tutto bene?- chiese Marcoh, vedendo che Ed si era ormai risvegliato.
Ed non rispose, perché era ancora imbambolato a causa del risveglio condizionato. Avrebbe voluto riposare ancora per molte ore, ma con forza appoggiò le mani sul letto e alzò il busto per vedere dove si trovavano.
Erano nella camera di un ospedale. La luce entrava dalle ampie finestre semiaperte, insieme a un leggero venticello che muoveva leggermente la tenda. Poi rivolse il suo sguardo a destra, dove riposava Alphonse, con il suo vecchio corpo. L’armatura dove era stata legata precedentemente la sua anima era posta di fianco al suo letto, appoggiata vicino al muro.
Di fianco a lui, il dottor Shild visionava dei dati vicino all’apparecchio che era collegato al corpo di Al e controllava se fosse tutto a posto.
Shild, vedendo che Ed si era svegliato, si avvicinò al suo letto e con un ampio sorriso e disse- Ehi Ed, finalmente ti sei svegliato! Sono quattro giorni che dormi!-
Ed aprì bocca per parlare, ma fu anticipato da Shild – Non ti devi preoccupare di Alphonse. Sta bene, solo che a causa di ciò che avete passato, avete consumato molte energie. Tu hai dovuto recuperare solamente il braccio e la gamba, lui tutto il corpo, quindi è normale che impieghi più tempo per riprendersi.-
Ed, sentendo quelle parole divenne più rilassato e appoggiò nuovamente la testa sul cuscino e in pochi secondi riprese sonno.

Dopo qualche ora di sonno, anche se per Ed sembrò che fossero passati solo pochi istanti, udì delle parole.
- Ora stanno riposando, ritornate domani.- disse Marcoh a delle persone che Ed non riusciva a vedere.
- Ma io voglio vederli!- strillò una voce femminile.
Ed conosceva fin troppo bene quella voce, ma a causa del pesante sonno non riusciva a emettere alcun suono.
- Dai Winry, non ti preoccupare. Li verremo a trovare domani.- disse un’altra voce femminile, anch’essa familiare a Edward.
- Si, verremo a trovare domani Alphonse e quel fagiolino…- disse un’altra voce, ma non ebbe il tempo di finire la frase che Ed, completamente sveglio, urlò- CHI SAREBBE L’INSETTO MICROSCOPICO; EH, BASTARDO DI UN GENERALE?!?!-
Silenzio dall’uscio.
- EHI GENERALE, VENGA UN MOMENTO QUI, CHE HO UN CONTO IN SOSPESO CON LEI!!!- urlò nuovamente Ed verso l’uscio nascosto da una tendina.
Poi la tendina si scostò, rivelando le persone che erano venute lì a trovarli.
Winry in testa al gruppo formato da ( per disappunto di Ed ) Mustang, i suoi sottoposti, Robert e il maggiore Armstrong, che sovrastava tutti con la sua immensa stazza.
- Ehilà Fullmetal, il dottore aveva detto che stavi riposando, invece sei vispo…- commentò Roy con la sua solita voce da superiore.
- Bastardo di un generale, appena si avvicina un po’ qui, le faccio vedere quanto sono vispo!- esclamò Ed, cercando di alzarsi.
Però non fu in grado di alzarsi completamente, perché il maggiore Armstrong si gettò su di lui in uno dei suoi abbracci, così forte che le ossa di Ed scricchiolarono.
- Mi…sniff…avete fatto…sob…ancora…sigh…PREOCCUPARE, BUHHHHH- disse Armstrong stringendo Edward in una morsa di ferro.
- Maggi…ore, la pre…go…mi las…ci. Devo picch…iare Mustang.- disse Ed, con le ossa che stavano per spezzarsi come grissini.
L’intervento congiunto di Robert e dei sottoposti di Mustang, evitarono a Ed una degenza più lunga in ospedale.
Mustang invece era rimasto a guardare divertito la scena.
- Generale, perché non ci ha aiutato?- chiese Riza, dopo aver fatto desistere il maggiore a trasformare Ed in poltiglia.
Mustang assunse una posa pensierosa, poi rispose a bassa voce- In questo modo potrò continuare a sfotterlo, senza preoccuparmi di ripercussioni sul mio corpo…-
-…-
- Che c’è? Non ti soddisfa la risposta?-
Riza preferì non rispondere a parole, ma con la sua pistola sparò un colpo che evitò di poco l’orecchio sinistro di Mustang. Un colpo di pistola valeva più di mille parole.
Intanto Edward era stato nuovamente posto a forza sul letto, continuando a strepitare – STO BENISSIMO E SE MI FATE PICCHIARE MUSTANG STARO’ ANCORA MEGLIO!!!-
Winry gli ficcò una chiave inglese in fronte, lanciandola con tutta la forza che la ragazza aveva in corpo. La chiave inglese fece desistere Ed dall’alzarsi dal letto, almeno finché Winry fosse stata vicino a lui, con tutto il suo arsenale di strumenti per sistemare gli automail.
- Winry, per favore, fammi alzare. Torturo un po’ Mustang e ritorno a letto.- gli disse Ed, con sguardo supplichevole.
- Se provi ad alzarti, io ti strappo nuovamente braccio e gamba.- rispose di rimando Winry, lucidando un paio di cesoie.
Ed non si fece intimorire dalla vista delle cesoie e continuò imperterrito la sua sceneggiata.
- E daiiii.-
- NO!- disse Winry, guardandosi nel riflesso delle cesoie appena lucidate.
Roy guardava divertito Ed che tentava in tutti i modi di convincere Winry ad alzarsi, per poi picchiarlo, ma anche se fosse riuscito a convincerla, si era premunito indossando i suoi speciali guanti.
“ Se tenta solamente di toccarmi, stasera faccio un barbecue di nano…” pensava Mustang, ghignando.
Riza guardava il colonnello che fissava con sguardo sognante Ed e che teneva le dita delle mani in posizione di schiocco all’interno delle tasche.
- Generale, sta pensando a qualcosa che la fa stare bene?- chiese Riza, anche se sapeva perfettamente a cosa stava pensando Mustang.
- Eh…Ah, si. Sto pensando a una barzelletta che mi ha raccontato Breda qualche giorno fa…- rispose Mustang, continuando a ghignare.
Riza toccò la foderino dove teneva la sua fedele pistola e a quella vista, Mustang ebbe un leggero fremito e cercò di assumere una posa più composta.
Terminato l’orario di visite, i visitatori dovettero uscire dalla stanza a causa di un’infermiera isterica che li cacciò con forza.
Oramai era il tramonto, la luce scarlatta entrava dalle finestre presenti nella stanza. Edward fissò il fratello che dormiva profondamente nel letto di fianco al suo. Era così silenzioso, che si potevano sentire la gocce che cadevano pian piano dalla flebo di Alphonse. Pian piano scese la notte e le palpebre di Edward scesero pian piano, fino ad addormentarsi.

Edward stava ancora in ospedale, sotto controllo dei medici. Marcoh e Shild erano tornati nei rispettivi paesi in cui si trovavano e, come Roy aveva garantito, ebbero la massima discrezione possibile, in modo tale che nessuno potesse rintracciarli.
Era ora di pranzo e come al solito fu servito il menù che l’ospedale forniva a tutti i pazienti, che comprendeva pasta, carne, pane e da bere…
- NOOOOO-
- Si calmi signor Edward.- disse l’infermiera.
- PORTATEMI QUALUNQUE ALTRA COSA, MA LUI NOOOO!!!- urlò nuovamente Edward rivolto all’infermiera.
- Ma, signor Edward, è solo latte.- disse perplessa l’infermiera, guardando la bottiglia di latte.
- NO, QUELLO E’ VELENO TRAVESTITO DA LATTE!!!-
- Ma nella sua cartella clinica, i medici hanno scritto che deve bere latte…- disse l’infermiera, prendendo la cartelletta ai piedi del letto di Ed.
Ed rimase scioccato a quella infausta notizia per diversi secondi, poi urlò – DATEMI QUALUNQUE ALTRA COSA, MA NON FATEMI BERE IL LATTE!!!-
L’infermiera lo guardò e poi disse- Va bene, aspettatemi qui, che io torno subito…- e uscì dalla porta.
Ed tirò un sospiro di sollievo, pensando “ Ahhhh, l’ho scampata…^^”
L’infermiera tornò qualche minuto dopo, accompagnata da un altro medico molto robusto, biondo e con i baffi a spatola.
Edward fu colto da un infarto vedendo la straordinaria somiglianza tra lui e il maggiore Armstrong e chiese- Ehm, per caso conoscete il maggiore Alex Louis Armstrong?-
Lo sguardo del medico si illuminò e disse radioso- Ah, certo che lo conosco, è mio cugino! Io sono il dottor Samuel Brian Armstrong.- e si levò la divisa, mostrando i muscoli e facendo apparire intorno a lui miliardi di stelline blu.
“ Sono tutti matti in quella famiglia.”
- Allora, l’infermiera mi dice che non vuoi bere il latte…- disse il dottore, mostrando ancor di più i suoi muscoli.
- Ehm, si. Vedete, sono intollerante al lattosio e affini…- mentì spudoratamente Edward, mentre Armstrong gonfiava ancor di più i muscoli.
- Strano, non c’è scritto nella tua cartella clinica.- commentò Armstrong, muovendo i pettorali.
- Lasciamo perdere…Per caso potrebbe fare in modo che io non debba bere latte?- chiese Edward, con sguardo supplichevole.
- Ma certo, mio giovane paziente!- disse Armstrong, mettendosi in mostra.
- Grazie, sapevo che avrebbe accolto la mia richiesta!- disse Edward, piangendo di gioia.
- Ma dovremmo immettere nel tuo corpicino le sostanze che dovevano essere assimilate tramite il latte.- disse Armstrong, cambiando posa.
- Ah, per me va bene. Devo prendere qualche sciroppo?- disse radioso Edward, grazie al fatto che aveva scampato di bere latte.
- No. Credo che procederemo per via diretta.- rispose Armstrong, cambiando nuovamente posa.
A Ed gli si congelò il sorriso sulle labbra e disse con voce falsamente calma – In che senso per via diretta?-
- Beh, credo che dovremmo fare un’iniezione giornaliera…Infermiera, la siringa…- disse semplicemente Armstrong, gonfiando tutti i suoi muscoli.
L’infermiera porse ad Armstrong una siringa grande più del normale, piena di liquido simile all’acqua.
- NOOOO, L’INIEZIONE NOOOOO.-
- Ora si calmi signor Edward, è stato lei a volere un alternativa al latte e questa è l’unica alternativa.- disse semplicemente l’infermiera, mentre bloccava Edward.
Nei secondi successivi l’unica cosa che fu sentita in tutta Central City fu un urlo tremendo, che fece vibrare i vetri di tutte le residenze della città e per qualche secondo tutti gli abitanti della città si chiesero da dove proveniva quell’urlo. Poi tutto riprese il suo normale svolgimento.

- Ehilà Edward, come stai?- chiese Robert.
Quel giorno erano venuti a trovare Edward e Alphonse solo Winry e Robert. Gli altri erano indaffarati al quartier generale, dove c’era una vera e propria guerra per decidere chi sarebbe diventato il nuovo Comandante Supremo e non serve dire che Mustang e sottoposti erano in prima linea.
- Come vuoi che stia…?- disse Ed in tono lugubre.
- Ma che ti è successo?!- chiese Winry, vedendo Ed in quello stato.
- Preferisco non parlare, sto tentando di cancellare quel ricordo.- rispose Ed, sempre in tono lugubre.
- Piuttosto, come mai non sono venuti Mustang e i suoi sottoposti?- chiese Ed, cercando di cambiare discorso.
- Al quartier generale c’è una riunione straordinaria. Tutti i maggiori ufficiali dell’esercito sono stati convocati per decidere chi sarà il prossimo Comandante Supremo…- rispose Robert, sedendosi su uno sgabello li vicino.
-…E Mustang di certo non poteva mancare…- completò Ed, con la sua voce lugubre.
- Infatti.-
- A proposito, oggi avete sentito quel terribile urlo, qui all’ospedale?- chiese Winry, che guardava Alphonse dormire.
- E’ vero! Quell’urlo ha fatto vibrare tutti i vetri del quartier generale. Chissà chi avrà provocato un’onda d’urto così potente…- disse Robert pensieroso.
Edward preferì non rispondere.
Robert prese la cartelletta clinica di Ed, che era stata messa su un comodino vicino a lui.
Robert rimase a fissarla per qualche secondo, poi lesse una riga- Il soggetto sembrerebbe intollerante al lattosio.-
- Da quando in qua sei intollerante al lattosio?- chiese Winry divertita, a un Ed ancora folgorato.
Robert continuò – Siccome le sostanze che dovevano essere assorbite dall’organismo non possono essere assorbite tramite il latte, il paziente deve essere sottoposto…- Robert rilesse la riga, mentre un sorriso si allargava sulla sua bocca - … a un iniezione giornaliera delle sostanze in questione.- concluse Robert.
- Al posto tuo, avrei preferito trangugiare litri e litri di latte, invece che fare un iniezione.- commentò Robert con un ampio sorriso, rimettendo la cartella al suo posto.
Winry invece cercava di trattenere le risate.
- Non mi aiutate…- disse Ed, con voce ancora più lugubre.
- E dai Ed, non ci hai ancora detto perché stai in quello stato.- disse Winry, mentre si asciugava le lacrime dovute alle risate.
Ed non parlò.
- Beh, mi sembra semplice.- disse Robert con un sorriso.- Ed non voleva bere il latte, quindi ha detto che è intollerante al lattosio. Questa affermazione gli è costata un iniezione extra, giusto?-
Ed passò dal lugubre allo stupito.
- Dalla tua espressione, penso che ho indovinato.-
- Non capirò mai come fai…- disse Ed.
- Cambiamo argomento. Come sta Al?- chiese Robert, rivolgendo lo sguardo verso il fratello di Ed, che dormiva profondamente.
- Dicono che ormai è questione di ore al suo risveglio.- disse contento Edward, fissando Alphonse che dormiva.
- Che bello, appena sarà sveglio andremo di filato a Resembool per fare una bella festa!- esclamò ancor più contenta Winry.
Un’infermiera entrò nella stanza dicendo- L’orario delle visite è terminato per oggi.-
Robert si alzò e disse- Ciao Ed, ci vediamo domani.- E si avvicinò alla porta.
- Ciao Ed.- disse Winry.
Poi si avvicinò ad Alphonse dicendo in un sussurro- Ciao Al.-
E detto ciò se ne andarono.
Due minuti dopo entrarono nella stanza l’infermiera e il dottor Armstrong, dicendo a un folgorato Edward- E’ l’ora dell’iniezione.-

- Non pareva anche a te conosciuta la voce di quello che urlava?- chiese Winry, mentre si incamminavano verso l’albergo.
- Si, ora che la sento meglio mi sembra di conoscerla.- confermò Robert, camminando con lo sguardo basso e un sorrisino ironico in volto.

Il giorno dopo anche Alphonse si era svegliato per la grande felicità di suo fratello e dei suoi amici. Furono trattenuti ancora un paio di giorni all’ospedale, poi furono dimessi.

In quei giorni, Roy aveva dato il meglio di se in tutte le riunioni che si svolgevano quotidianamente, fino al punto di riuscire finalmente nel suo intento, diventando Comandante Supremo.

Promosse di grado Edward e Robert, facendoli arrivare al grado di Colonnello. Infatti a Edward fu affidato il compito di coordinare il corpo degli Alchimisti di Stato, invece Robert fu inserito nell’ufficio che reclutava gli Alchimisti di Stato.

I due fratelli non avevano raccontato a nessuno di ciò che avevano visto in quel luogo sacro e neanche che avevano avuto la visita degli Homunculus che avevano sconfitto. Immaginavano che fosse stato uno scherzo della loro immaginazione e finirono poi per dimenticarsene pian piano.

Non sapevano che qualcuno tramava ancora nell’ombra per riuscire a ricreare ciò che aveva perso.




Sono sempre io, BlacK90. Con questo capitolo si conclude la prima parte di un percorso di storie che sto scrivendo( spero di riuscire a fare una specie di trilogia), comunque il seguito è in fase di scrittura( circa il 50%) e spero di pubblicarlo al più presto. Ringrazio quelli che hanno letto la mia storia e quelli che hanno lasciato una recensione.



BlacK90



P.S.: so che la fine è un tantino, come dire, penosa, quindi spero di rifarmi nel seguito

  
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