Anche quel giovedì lei era stata l'ultima, ma questa volta siera intrattenuta poco, sintomo che forse qualcosa la preoccupava veramente.
Per tutto il primo anno della loro conoscenza non era riuscito a capire se tutte le cose che raccontava fossero vere e la riguardassero oppure no.
Ora forse una risposta iniziava ad averla.
Chiuse lo studio sempre al solito orario, infilò le mani in tasca nel freddo della sera mosse i primi passi verso l'auto quando venne fermato dallo squillo del cellulare
< pronto? >
< dove sei? >
quella voce secca e pungente risuonò così familiare nelle sue orecchie da fargli quasi male
< sto tornando >
< è venuta un'altra volta quella? >
Non rispose, non ci riuscì.
Odiava dover rendere partecipi altri della sua giornata lavorativa, soprattutto quando si parlava di lei.
< allora, è tornata si o no? >
< sì, è tornata >
Sbuffo sonoro dall'altra parte, un colpo di tosse
< bah, che gente cretina che esiste al mondo. Vieni a casa >
Attaccò.
Quella sorta di leggera allegria che popolava la sua giornata lavorativa era svanita in un battito di ciglia;
la realtà, la sua realtà, gli era piovuta addosso con gocce di gelo e la sensazione di essere superiore ad ogni sorta di sentimento era scivolata via con esse.
Alzò lo sguardo verso il cielo, c'era qualche stella qua che riusciva a farsi spazione nelle luci della città.