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Autore: Ema Penniman    11/01/2013    2 recensioni
Dalla storia:
“Dove stai andando di bello?” chiese Nick indicando lo zaino del ragazzo.
Il sorriso di Jeff si spense immediatamente e distolse lo sguardo abbassandolo “In realtà da nessuna parte- fece un sospiro –due giorni fa mi hanno sfrattato dall'appartamento in cui vivevo, e qui- indicò lo zaino sulle sue spalle –ci sono tutte le cose che sono riuscito a portarmi appresso” era parecchio imbarazzato mentre parlava e continuava a torturarsi le dita e a tenere lo sguardo basso.
“Ma- non hai nessuno che può ospitarti per qualche giorno?” chiese allibito Nick. Il biondo scosse la testa in segno di diniego.
Nick non pensò nemmeno a quello che stava per fare, aprì la bocca e diede voce ai suoi pensieri “Puoi venire a stare da me”
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval | Coppie: Nick/Jeff
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 3

What Are You Hiding?
 

 
 
 
Aveva quasi baciato Jeff.

Non se l’era sognato, o almeno così gli era sembrato, perché anche il ragazzo stava per baciarlo a sua volta. Ne era sicuro, il biondo gli si stava avvicinando di rimando.

Poi però qualcosa aveva spezzato quell’incantesimo. Aveva visto l’orrore di quello che stava per accadere negli occhi di Jeff.

Nick non riusciva a spiegarsi cosa fosse successo o perché, solo che stava per succedere.

Di nuovo quella mattina si perse a fantasticare su quella testa bionda che lo aspettava a casa sua.

“Jeff, sono tornato” disse a gran voce appena tornato dal lavoro. Aspettò che il biondo si facesse vedere, ma dalla cucina non sbucò nessuno vestito con uno stupido grembiulino rosa.

“Jeff?” chiamò di nuovo Nick. Ma come prima nessun risultato.

Quando il moro vide Luna andargli incontro saltellante iniziò ad andare in iperventilazione.

Corse in cucina e si bloccò davanti ad un post-it. No. Non poteva essersene andato.

Prese il foglietto e lo lesse…

Hey Nicky
Stavolta non mi hai beccato tu.
Sono andato in gelateria questa
mattina ed il proprietario ha detto
che potevo iniziare alle due.
Così sono tornato per dirtelo.
Sai, lì ci sono un sacco di gelati,
prima o poi ti ci porto C=
Ci vediamo stasera
Jeff.
P.s. ho preso il mazzo di chiavi che
c’era nell’ingresso. Spero non ti dispiaccia.


Nick strinse il post-it in mano sedendosi sul pavimento. Con il respiro corto per lo spavento si abbandonò ad una risata liberatoria.

Non se n’era andato. Che idiota che era stato, c’era ancora la chitarra in soggiorno.

Decise di vegetare sul divano fino all’arrivo del biondo, ma purtroppo dopo nemmeno due minuti si addormentò.

Nel frattempo a qualche isolato di distanza Jeff si stava dando da fare con i gelati.

Era arrivato puntualissimo, si era messo il grembiule ed i guanti. Il proprietario era subito stato conquistato dalla sua gentilezza e dai suoi sorrisi sinceri e lo aveva lasciato lavorare tranquillamente. Gli spiegò come sistemare tutti i vari gusti e come prepararne altri e quello per Jeff fu il primo vero momento libero in cui si concesse di pensare un po’ a quello che gli era successo in quei tre giorni.

Già, gli erano capitate troppe cose assurde in un lasso di tempo troppo breve.

Stava bene a casa di Nick, ma non poteva rimanerci ancora a lungo. Aveva bisogno di stare il più possibile lontano dal lui. Non poteva rimanere ancora in quella casa solo con lui. Cavolo era veramente difficile rimanergli indifferente.

Lo aveva già notato da un po’.

La prima sera in cui l’avevano sfrattato era passato sotto l’ufficio del moro per puro caso mentre questi usciva con lo sguardo basso e le spalle curve. Non avendo nulla da fare l’aveva seguito per un po’, così per curiosità, poi aveva trovato un motel e si era fermato a dormire lì. La seconda sera era passato di lì di proposito aspettando e sperando che il ragazzo uscisse dall’edificio. Quando lo aveva rivisto gli si era formato spontaneamente un sorriso sulle labbra, ma quello che non si aspettava era che il ragazzo gli venisse a sbattere contro.

Poi aveva visto quegli occhioni che lo osservavano stupiti, ma prima ancora che potesse parlargli Nick era sparito. Si era guardato intorno, ma non avendolo trovato aveva sospirato tristemente. Poi per caso aveva rivolto lo sguardo al marciapiede ed eccolo lì. Il cellulare ultimo modello del moro. Con tanto di ciondolo a spada laser. L’aveva raccolto come una reliquia ed aveva iniziato a cercare un numero di telefono o un indirizzo nella rubrica. Non avrebbe dovuto farlo, perché sapeva esattamente che era sbagliato. Non poteva permettersi di sbagliare di nuovo, ma aveva bellamente ignorato ogni suggerimento da parte della sua coscienza perché voleva rivederlo un’altra volta soltanto.

E ora? Come cavolo doveva fare? Perché Nick era chiaramente interessato a lui. Se ne era accorto dalla sera prima. Ma per di più anche lui era interessato a Nick, e parecchio pure. Fino a quel momento però aveva saputo resistere al moro, ma ogni volta che si trovava in una stanza solo con lui, il che accadeva di continuo, l’unica cosa che avrebbe voluto fare sarebbe stata baciarlo.

Finì di lavorare e tornò con passo lento a casa di Nick. Appena aprì la porta una Luna tutta scodinzolante gli fece l’incontro

“Ciao piccola” la salutò Jeff accarezzandola. Poi rivolse lo sguardo al soggiorno e lo vide. Nick dormiva tranquillamente sul divano. Con un sorriso sulle labbra e le mani chiuse a pugno.

Jeff sorrise ed istintivamente si avvicinò al divano, si inginocchiò a pochi centimetri dal viso del ragazzo. Gli tolse i capelli dalla fronte e vi posò sopra le labbra sfiorandola piano per non svegliarlo. Poi si allontanò da lui rimanendo a guardarlo con una mano affondata nei capelli. Nick si mosse contro il palmo di Jeff sussurrando il suo nome. A quelle parole il cuore del ragazzo iniziò a battere all’impazzata. Si scostò immediatamente dal moro respirando a fatica.

Terrore.

Nausea.

No. Non poteva succedere di nuovo.

Cercò di calmarsi il più possibile.

“Hey, Nick. Svegliati dormiglione” urlo Jeff tirandogli poi un cuscino in faccia.

Il moro si alzò di scatto dal divano brandendo il telecomando come una spada.

“Che genio! Sono tornato piccolo nerd” lo canzonò Jeff parandoglisi davanti con un sorriso. A quel punto Nick, avendo appurato di non trovarsi sotto assedio si era sciolto ed aveva ricambiato il sorriso “Che ore sono?” chiese poi con tono di voce assonnato.

“Le otto e mezza. Se non ti avessi svegliato avresti fatto unica tirata fino a domani mattina” disse Jeff scuotendo la testa contrariato “menomale che ci sono io. Guarda- disse indicando un sacchettino che aveva portato –la cena!”

Mangiarono come sempre sul divano mentre Jeff raccontava ogni piccolo particolare del suo nuovo lavoro e Nick ascoltava attentamente ogni dettaglio

“Hai qualcosa di strano” dichiarò Nick dopo un po’ mentre vedevano Harry Potter e il calice di fuoco. Avevano visto tutti gli altri tre nei giorni precedenti perché secondo Nick, Jeff non poteva continuare a non conoscere la magia!

“Davvero?” chiese Jeff toccandosi il viso per constatare di non avere un nuovo brufolo in faccia.

“Ma certo. Non hai gli occhiali” affermò Nick mentre indicava il viso del biondo. Jeff sorrise imbarazzato “Beh, io… beh ecco io odio gli occhiali. Soprattutto i miei- poi si alzò per prenderli –guardali, sono orrendi. Mi stanno malissimo, ma non posso toglierli, perché non vedo un accidente. Quindi oggi sono passato davanti ad
un’ottica e ho preso una confezione di lenti a contato. Non sopporto non averle, è la mia piccola fissazione” ammise arrossendo.

Nick lo guardò divertito “No, aspetta, sei serio?” Jeff annuì convinto ed il moro scoppiò definitivamente in una risata.

“Non lo trovo affatto divertente” dichiarò il più alto un po’ seccato.

“Ma dai. Ti stanno benissimo” disse Nick prendendogli gli occhiali di mano e posizionandoglieli sul naso soffermandosi più del dovuto.

Jeff sorrise arrossendo imbarazzato e tra loro, per l’ennesima volta, venne a crearsi quel silenzio carico di tensione.

“Ah- esclamò Jeff –ma così ci vedo malissimo” disse togliendosi gli occhiali.

Entrambi dopo quell’imbarazzantissimo momento di silenzio si separarono ed ognuno iniziò a fare altro.

Nick si rintanò in bagno a farsi una doccia. Rigorosamente FREDDA.

Cavolo pensò Duval era sceso di nuovo quel silenzio strano. E questa volta era assolutamente certo di non averlo provato. Si diede un pizzicotto e sì, faceva male. Quindi, no. Non stava decisamente sognando.

Usci dal bagno con il pigiama pronto ad andare a letto, però questa volta con una boccetta di valium in mano, ma un singhiozzo che proveniva dalla camera di Jeff interruppe il suo tragitto.

Si sporse un po’ per scorgere la figura del biondo che, con la sua tutona extralarge, appoggiato alla parete con le ginocchia rannicchiate al petto, era scosso dai singhiozzi.

Nick si portò una mano sulla bocca per non fare alcun rumore, ma Jeff purtroppo lo vide “Scu-scusa” disse cercando di asciugarsi le lacrime.

“Hey, non ti scusare- disse subito Nick avvicinandosi a lui -io-io sono venuto per darti la buonanotte, ma-ehm passo-buonanotte” balbettò il moro facendo per andarsene.

“Ti prego- piagnucolò Jeff –resta” disse alzando gli occhi rossi di pianto verso Nick. Il moro fece un sorriso triste e si avvicinò al letto sedendosi. Immediatamente Jeff lo abbracciò affondando il viso nel petto dell’altro ragazzo lasciandosi andare ad un pianto liberatorio.

Istintivamente Nick portò le braccia intoro al corpo Jeff accarezzandogli dolcemente i capelli. Non sapeva cosa fare, quindi si limitò a rimanere fermo lì cullando il ragazzo che lentamente smetteva di piangere.

Quando i singhiozzi si arrestarono definitivamente Jeff non si mosse. Rimase aggrappato al petto di Nick, quasi non riuscisse a lasciarlo andare, respirando il suo odore.

“Hey, stai meglio ora?” chiese Nick un po’ preoccupato.

“Si” rispose flebilmente Jeff alzando lo sguardo verso di lui. I capelli sconvolti e gli occhi rossi di pianto però evidenziavano totalmente il contrario.

“Io-mi…mi dispiace… scusami. Non so a mi è preso. Non-non preoccuparti. Ora sto bene” balbettò il biondo cercando di non guardare mai Nick direttamente negli occhi. Evidentemente qualcosa doveva averlo scosso parecchio per piangere in quel modo, Nick ne era sicuro, per questo non fece caso alle parole del più piccolo e lo abbracciò forte, cercando di infondergli almeno un po’ di sicurezza che in quel momento però nemmeno lui possedeva.

Jeff smise immediatamente di parlare si abbandonò nella stretta del moro lasciandosi cullare dal calore delle braccia di Nick. Le lacrime ripresero a scendere silenziose, ma almeno i singhiozzi erano spariti.

Nick continuò a sussurrargli parole di conforto finchè il ragazzo non si addormentò fra le sue braccia.

Quando Duval sentì il respiro di Jeff farsi più pesante rilasciò un sospiro di sollievo. Quel ragazzo l’avrebbe fatto uscire di testa. Rimase a guardarlo nella semioscurità della stanza. Era davvero bellissimo. Anche con tutti i capelli spettinati ed il viso arrossato per il pianto.

Iniziava però davvero a preoccuparsi per lui. Gli era scoppiato a piangere davanti. Qualcosa doveva pure essere successa al biondo, e lui, ovviamente, non aveva capito nulla di nulla.

Poco dopo sentì il peso di Jeff sulle sue braccia farsi leggermente più pesante. Osservò il biondo dormire molto più tranquillamente rispetto a qualche minuto prima e decise di farlo stendere sul letto. Cercò di sfilarsi dalla sua stretta ma questo non mollò la presa sulla sua maglia e con l’altra mano strinse automaticamente quella di
Nick non permettendogli così di lasciarlo andare.

Il moro sospirò e cercò di coprire Jeff al meglio che poteva.

Il profumo del ragazzo lo stava mandando lentamente fuori di testa. Non sarebbe riuscito a rimanere così vicino a lui per tutta la notte. Inoltre Jeff si era raggomitolato su se stesso addossandosi completamente a lui. Non riusciva praticamente a muoversi col ragazzo così stretto a se, ma fece uno sforzo e cercò di addormentarsi.

Dopo qualche tentativo finalmente si lasciò cullare dalle braccia di Morfeo, forse per la mancanza di sonno accumulata o solo perché Jeff era lì con lui, sta di fatto non si svegliò nemmeno una volta.

Verso le sei, la mattina successiva, Nick si svegliò sentendo improvvisamente un gran caldo. Istintivamente cercò di togliersi le coperte di dosso, ma spostò solo aria, finchè non si accorse che il gran caldo era provocato dal corpo che dormiva beato addossato a lui. Immediatamente si irrigidì, fin quando non ricordò ciò che era successo la sera prima.

Si perse qualche istante per osservare per bene Jeff che continuava a dormire nonostante lui si fosse mosso tanto e automaticamente gli venne da sorridere.

Si alzò cercando di fare piano. Si vestì e andò a lavoro lasciando prima un post-it per Jeff.

Ciao Jeffy
torno appena posso.
Dovremmo parlare di quello
che è successo ieri sera.
Se ti va. No scusa, dimentica
tutto. Stai tranquillo non
mi devi spiegazioni.
ci vediamo tra poco
Nick.


Arrivato in ufficio si chiuse nella sua stanza e compose l’unico numero che sapeva gli avrebbe dato un buon consiglio.

“Hey Thad, ho bisogno di aiuto” disse non appena sentì rispondere al telefono.

“Oddio Duval, cosa diamine vuoi alle otto di mattina?” chiese una voce assonnata e parecchio infastidita.

“Smythe, saresti così gentile da passarmi Thad?” domandò a sua volta con velata ironia.

“Sta dormendo e anche io lo stavo facendo, si può sapere cosa c’è di così importante da non poter aspettare un orario come minimo decente? Cos’è, ti è volata via anche l’ultima briciola di pudore ed hai deciso di accettare la mia offerta?” disse Smythe maliziosamente. Quel ragazzo sapeva essere insopportabile anche alle otto di mattina.

“Smettila Sebastian, mi serve Harwood. Ho urgente bisogno di parlare con lui”

Sebastian sbuffò sonoramente e cercò di chiamare il suo ragazzo che nel frattempo dormiva come un ghiro. Dopo aver lanciato qualche maledizione al ragazzo che l’aveva svegliato, finalmente Thad prese il telefono e con un misto tra voce assonnata e infastidita rispose a Nick “Duval si può sapere che diavolo vuoi?”

“Ho un problema con Jeff” dichiarò il moro

Dall’altro capo della linea si sentì il rumore di coperte lanciate in aria e Sebastian che si lamentava sonoramente “Dimmi tutto Nick” disse Thad serio.

Duval sospirò “Ieri è scoppiato in lacrime e non ho la minima idea del perché, non credo di aver fatto qualcosa di strano. Ma non so come aiutarlo. Che devo fare Thad?” chiese disperato

“Non lo so. Ma ieri cosa hai fatto quando si è messo a piangere?” domandò un po’ preoccupato per il ragazzo biondo. In effetti non aveva avuto modo di conoscerlo bene, ma da come si erano guardati lui e Nick, sperava che per il suo amico ci fosse una possibilità si trovare qualcuno adatto a lui.

“Sta-stavo per andarmene, ma poi mi ha chiesto di rimanere…” Nick si fermò non trovando le parole per continuare

“E tu che hai fatto?” chiese Thad sempre più curioso

“Sono  rimasto con lui, ovvio. Ho-ho dovuto farlo. Ma poi si è addormentato e io sono rimasto lì”

“Ma, Nick! Non potevi tornartene in camera anche tu?” chiese Thad leggermente disorientato dal racconto dell’amico.

“No. Perché mi teneva così stretto e  non immagini minimamente che buon profumo abbia”

“Si, si. Rimani concentrato- lo riprese Thad –che significa che ti teneva così stretto, scusa?”

“Che si è appiccicato a me, sembrava avesse le tenaglie, non voleva lasciarmi andare nemmeno quando si è addormentato, era sconvolto poverino. Non potevo lasciarlo lì solo” mormorò Nick sapendo che Harwood non avrebbe approvato quello che aveva fatto.

“Bene, amico. Ti sei preso una bella cotta per quel ragazzo” dichiarò invece Thad, e Nick anche se non lo poteva vedere avrebbe giurato che stava sorridendo “Io- si. Mi piace Jeff, ma non sono sicuro di piacergli”

“E questo da cosa lo deduci, genio? A quanto mi stai raccontando ti ha praticamente chiesto di dormire con lui”

Nick sospirò frustrato e continuò a parlare “Ieri, ci stavamo per baciare, ma lui si è allontanato immediatamente”

Thad rimase in silenzio finchè Nick non lo richiamò “Beh, io penso che sia un po’ spaventato. In fondo non ti conosce poi così bene, no? Dagli tempo e vedrai che la settimana prossima sarà tra le tue braccia, o al massimo fra le tue gambe” disse Harwood maliziosamente.

“Fai veramente schifo. Ti fa male passare tutto questo tempo con Smythe. Vergognati” disse per poi salutarlo con il morale un po’ risollevato.

Si buttò a capofitto sul suo lavoro cercando in tutti i modi di non pensare a Jeff che lo aspettava.

Riuscì a liberarsi solo alle dodici e corse a casa sperando di trovare il biondo.

Appena mise piede in casa Luna gli venne subito incontro scodinzolando. Sorrise nella sua direzione e si diresse in cucina. C’era il post-it di Jeff che ovviamente era
andato a lavoro.

Lo prese ma nel frattempo gli squillò il cellulare.

Dopo una noiosissima chiamata di lavoro, dimentico del messaggio di Jeff, si stese sul divano mangiando un panino e finì di nuovo per addormentarsi.

Si svegliò verso sera sbadigliando e alzandosi dal divano ritornò in cucina e controllò l’orario. 9.35…

Strano Jeff non era ancora tornato. Si accorse per caso del post-it che era ancora sul ripiano della cucina e lo prese.

Leggendo gli vennero le lacrime agli occhi. Si sedette sul pavimento tenendosi la testa e piangendo.

Andato.

Jeff era andato via.

Nicky
mi dispiace tantissimo per quello che sto per dirti, ma proprio non credo che sarei mai capace di dirti tutto questo di persona. Me ne vado. Non vorrei farlo ma devo. È meglio per tutti e due. Tu mi piaci, e anche troppo, quindi per il mio e il tuo bene ho deciso di andare via. Non cercarmi, ti prego. Non voglio farti del male, ma è necessario che stiamo lontani. Non voglio che tu soffra, sei un ragazzo stupendo ed è giusto che trovi la persona perfetta per te. Ti meriti tutto il bene di questo mondo.
Mi mancherai
Sei la persona migliore che abbia mai conosciuto.
Jeff 




Spazzietto di Ema

Lo so, non si può finire così un capitolo, ma non volevo aggiungere altro, sappiate perdonarmi =')
Scusate tantissimo per il tempo che ci ho messo a scrivere, inoltre è anche piccolissimo, ma non ho veramente avuto un minuto libero durante le vacanze di Natale, tra parenti e studio non ho sono nemmeno stata capace di accendere il computer per più di mezz'ora.
Fatemi sapere cosa ne pensate C=


   
 
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