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Autore: Bishoujo Tensai Madoushi    11/01/2013    2 recensioni
E se Lina e Gourry si fossero conosciuti poco dopo la fuga di Lina? Se avessero vissuto molte avventure insieme fino a diventare inseparabili? Una fiction che narra la loro "vera" storia e lo sbocciare di un amore, fino a quando qualcuno deciderà diversamente per loro...
Genere: Avventura, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Cameriere

“Cameriere! Dieci porzioni di stufato di manzo, quindici piatti di arrosto con patate e… almeno tre di queste coscettine di pollo in salsa piccante!”

 

Ceiphied che bello avere denaro contante e tintinnante con me!

 

Dall’altra parte del tavolaccio, Gourry mi guardava esterrefatto. Ovviamente. Ma si sa, i maghi devono mangiare per recuperare le forze e vi assicuro che portarselo volando fino alla locanda mi era costato un certo sforzo!

 

“Tu non ordini?”

 

Un gomito sulla tovaglia, il mento appoggiato al pugno, Gourry si accigliò.

 

“Scusa, hai appena ordinato roba per un esercito… pensavo fossi stata un pochettino abbondante per solo due persone invece… Dieci porzioni di stufato di manzo, quindici piatti di arrosto con patate e… almeno tre di queste coscettine di pollo in salsa piccante,ripetè rifacendomi il verso, “erano per TE?”

 

Mi rabbuiai. Detestavo chi mi prendeva in giro. E quando mi arrabbiavo… , le cose avevano la tendenza ad esplodere e ridursi in mucchietti di cenere. Ok, anche quando non ero arrabbiata ma non è il caso di sottilizzare sempre!

 

“Perché no? Io ho i SOLDI e posso ordinare quello che mi pare.

 

Sporsi la bocca facendo il broncio e strizzando gli occhi. Gourry scimmiottò la mia espressione e poi sospirò.

 

Gne gne gne non lo vuoi dire? No perché mancava. Sei proprio una bambina.”

 

Una vampata di furia mi investì. Le guance dovevano essermi diventate rosso acceso mentre mi pizzicavano le mani dalla smania di friggerlo. Eppure si salvò. Si salvò in corner e solo perché la sua faccia stitica venne coperta da un vassoio enorme e, a giudicare dal sudore che imperlava la fronte del cameriere, pesantissima.

 

La tua buona stella brilla in cielo, Gourry, e non te ne sei neanche accorto!

 

“Signori. La vostra… uff… cena.”

 

Mi tuffai sul pollo e Gourry mi imitò. Con un balzo felino si avventò sull’arrosto e prese a divorarlo come uno che non vede cibo da giorni.

 

Hei… gnam… Gourrygnam gnam, questa è… slurp… roba mia!”

 

La bocca piena di pollo, riuscivo a malapena a farmi capire ma con una mano libera gli mollai uno schiaffone sulla testa. Perché diavolo mi ero portata dietro quell’approfittatore?

 

“Ma dai… gnam… ragazzina… crunch… mica puoi mangiare tutto… glug… lascia che ti… gnam… dia una mano!”

 

Allungò una forchetta verso le patate, il sugo che gli colava sul mento. Gli lanciai il coltello che però venne parato e volò in aria, prima di conficcarsi nel legno. Che riflessi!

 

“Maleducata!” sputacchiò patate e sugo, “Una brava ragazzina non cerca di pugnalare i suoi ospiti!”

 

Cafone!” la bocca impastata dalla salsa piccante. “Ma chi ti ha invitato a questa tavola?”

 

Mi aveva salvato la pellaccia con la cerbottana, questo non voleva dire che IO avrei pagato per lui!

 

Proseguimmo così per tutta la cena, litigando, gozzovigliando, mandando giù sorsate di birra cattiva, calda come piscio.

 

Tre ore dopo, con lo stomaco gonfio, mi dondolavo sulla sedia pulendomi i denti con uno stuzzicadenti quando mi sovvenne che avevo bisogno di una camera per dormire. Non potevo certo campeggiare all’addiaccio e non avevo voglia di mercanteggiare per la spada di Gourry dopo tutto quel mangiare. E poi… qualcuno meritava una lezione!

 

Schioccai le dita e il cameriere, torvo, arrivò.

 

“Signorina?”

 

“Desidero sapere se ci sono camere disponibili per questa notte.”

 

L’uomo annuì, senza cambiare espressione. Forse il macello sul tavolo e l’enorme pila di piatti sporchi, per non parlare del fatto che ormai eravamo rimasti solo noi, non lo aggradava.

 

“Bene, vorrei la migliore.” Estrassi da una tasca del mantello un piccolo rubino. “Pensa che questo possa valere la mia cena e la camera?”

 

Il luccichio negli occhi dell’uomo mi disse che sì, poteva valerli. Il suo sguardo divenne untuoso.

 

“Ah,” aggiunsi sorridendo in modo malevolo, “conti separati per me e il signore.”

 

Gourry rimase in panciolle. Il cameriere sparì e tornò con un enorme abaco. “Dunque, quattro piatti di questo… cinque di quello… una botte di birra… più questo… più quello… fanno 5 monete d’oro, 2 d’argento e 25 di rame.”

 

L’aria da gatto soddisfatto e sonnolento di Gourry svanì di colpo. Si sbilanciò e cadde dalla sedia.

 

Ma… veramente… io…”

 

Le mie labbra si piegarono ancora un po’ all’insù. Sapevo che non poteva avere così tanti soldi, non aveva né mantello né sacca da viaggio, pareva non possedere altro che stesso, degli abiti spiegazzati, e quella spada. Gli avrei offerto la cena, l’avrei fatto davvero se non mi avesse fatta impazzire durante il volo, agitandosi come un’anguilla e facendomi fare una fatica spropositata per poi essere così simpatico durante la cena. Ben gli stava, quindi! Mi alzai, battendo le mani.

 

“Buona notte, Gourry!”

 

Gli volsi la schiena  sorridendo allegramente e lo lascia in balia del cameriere, a spiegare balbettando che non aveva così tanti soldi. Le grida dell’uomo mi accompagnarono per buona parte delle scale verso le camere.

 

 

-         * - * - * - * - * - * -

 

 

Al mattino, scendendo a colazione fresca e riposata come un bebè, trovai Gourry seduto al tavolo che mi fissava a braccia conserte, la bocca una linea sottile. Aveva le occhiaie e le mani cotte, arrossate.

 

“Lavato qualche piatto?”

 

Il suo sguardo si incupì ulteriormente. Che noioso! Sarebbe stato peggio se gli avessi lanciato una Palla di Fuoco all’inizio della cena, no?

 

“Parliamo di affari: a quanto mi fai la tua spada?”

 

“IO non ho ancora finito. Sono un attimo in pausa ma per ripagare quello che il cameriere ha deciso fosse la mia parte dovrò lavorare qui DEI MESI!”

 

Alzai le sopracciglia. “Bene, ti faccio un buon prezzo per la spada così ti ripaghi la cena e ti rimane qualcosa in tasca!”

Ghignai avidamente. I miei genitori erano mercanti e se c’era una cosa che ero brava a fare era fare soldi. Certo, andare per briganti avevo notato che era più veloce e redditizio ma anche il vecchio metodo di mercanteggiare a volte poteva ancora venirmi utile.

 

Gourry si passò l’indice sulle labbra, poi storse la bocca. Le sue unghie erano rosicchiate.

 

“Questa spada… questa spada è… insomma, porta sfiga.”

 

Una spada maledetta? Veramente? Stavo per farmela sotto dall’emozione! Evviva, un oggetto incantato… il primo che trovavo da quando viaggiavo da sola! Certo per uno ignorante in materia come sicuramente era Gourry, la spada portava sfiga ma di sicuro intendeva che attirava guai e quindi era quasi di certo stata toccata dalla magia.

 

Tesi la mano, gli occhi pieni di stelline luccicanti. Buttata alle ortiche la pretesa di una qualche transazione impersonale, dovevo costringermi a non strappargliela di dosso.

 

Gourry mi fissò con quei suoi occhi azzurri, serio. “No, davvero. Io…” Di nuovo abbassò lo sguardo e si mangiucchiò le unghie.  Abbassò le spalle. “Ok, va bene. Prenditela. Ma sì, prendila tu.”

 

Pagai il suo conto.

 

Presi la spada.

 

Mi accompagnò alla porta, in silenzio.

 

Il sole faceva scintillare la rugiada, mentre la bruma si sollevava dai prati incolti.

 

“Ragazzina? Stai attenta…”

 

Gli strizzai l’occhio mentre mi allacciavo la spada alla cintura. Il mondo mi sembrava bello, potevo cercare un carretto pieno d’erba tagliata e scroccare un passaggio, potevo fermarmi nelle vicinanze di un fiume a pescare e determinare la magia negativa della spada, se davvero c’era, potevo bivaccare o cercare una locanda, comprarmi abiti nuovi, assalire banditi. Potevo farmi un nome e diventare meglio di mia sorella. Potevo… una mano si abbattè sulla mia spalla.

 

Chiusi gli occhi e presi un respiro.

 

Gourry.”

 

“Ragazzina.”

 

Perché diavolo poi aveva voluto sapere il mio nome se continuava a chiamarmi ragazzina???

 

“Che vuoi.”

 

“Magari… magari potrei accompagnarti ancora un po’… fino… , fuori da Elmekia. Mi servirebbe una spada perché , uno spadaccino senza spada…

 

Mi girai lentamente verso di lui. “Sei uno spadaccino.”

 

Sì, aveva una spada. Ma una spada non faceva di una persona uno spadaccino. E uno spadaccino non vendeva la sua arma così, a cuor leggero. Per Ceiphied, la sfiga della spada iniziava a fare effetto? Io volevo viaggiare DA SOLA! Non volevo zavorre né –orrore!- qualcuno che mi mettesse in ombra.

 

Annuì, quasi timidamente. Che imbranato… scommettevo che anche con la spada non dovesse essere granchè. Anche se… , il mio coltello lo aveva deviato in modo veloce e preciso, pulito.

 

Che tipo strano, questo Gourry. Tutto solo vestito come un barbone, senza soldi, spadaccino con una spada da vendere.

E che mi voleva seguire, per un po’.

 

“Oh, non è che vuoi fregarmi la spada, vero?”

 

Gourry alzò le mani. “Piuttosto, dopo quello che ti ho visto fare al bandito di ieri sera potrei avere paura io di te.”

Mi stava prendendo in giro, ne ero certa. Non aveva visto ancora niente!

 

“Va bene, usciamo insieme da Elmekia e poi ci separiamo. D’accordo?”

 

La sua testa ballonzolò.

 

“Non fare così, sembri stupido!”

 

Mi sorrise. Ricambiai, mettendomi in marcia.

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE: forse troverete i caratteri di Gourry e Lina magari un po’ diversi, soprattutto Gourry. Entrambi sono molto giovani, Gourry è appena fuggito con la spada, non è ancora diventato mercenario, non è abituato ad avere a che fare con le ragazze. Non ho segnalato l’ooc perché… perché questo Gourry e questa Lina sono i Gourry e Lina che conosciamo in divenire quindi il loro modo di essere non può essere identico a 12 e 17 anni rispetto a quando ne avranno 16 e 21. Lina penso abbia più o meno un carattere simile, di base, mentre Gourry me lo vedo più timoroso, ancora da formare. In ogni modo spero la storia vi piaccia. Buona lettura!  

 

 

 

  
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